Ho notato proprio ieri che sono ancora un bambino capriccioso.
La mia pochezza di uomo mi lascia sempre di stucco, specie quando me ne rendo conto.
Ma non si può proprio capacitarsene prima di agire da scemi? evitare sul nascere certi comportamenti?
Ciò che mi lascia perplesso oggi è la scoperta che la tempistica con cui uno si accorge che si è comportato male è solo il primo passo per un cammino di crescita. Il punto d'arrivo è un altro, davo per scontato il riuscire a cambiarmi una volta che mi fosse chiaro di essere in preda ad un'emozione distruttiva, ho scoperto invece che il mio orgoglio è ancora più forte di quello che pensavo, è difficile combatterlo ed ancora di più vincerlo.
Sono come il prigioniero bendato che crede di scappare una volta ridata la luce agli occhi e che scopre una volta riuscitoci che è in una spessa cella di cemento senza porte ne finestre.
Nei momenti in cui il vortice di emozioni ha il sopravvento sulla razionalità, quando ci si sente offesi, irritati, infastiditi, e pur essendo lucidi e capendo quanto si è stupidi non si riesce a cambiare atteggiamento, si incontra la sconfitta.
Amarissimo il suo sapore.
Ancora più amaro se ci si rende conto di aver perso una battaglia contro la propria stupidità, contro la propria pochezza.
Gusto questo orribile boccone con gli occhi aperti e cerco di farne tesoro per il futuro.
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5 commenti:
Anche io sono ossessionata dall'idea di sbagliare. Ma non nel senso comune di sbagliare, ma nel senso più profondo, sui sentimenti, sul mio agire con la gente, sul modo di gestire la mia vita. Il fatto è che molte volte ho sbagliato e poi me ne sono resa conto. Allora ho pensato "che stupida sono stata", sentendomi maturata, cresciuta rispetto a quando avevo fatto quell'errore. Il problema è che poi, riguardandomi indietro, anche dopo questo ho rifatto, più volte, lo stesso sbaglio, sempre con la convinzione di essere cambiata ma restando, in realtà, sempre allo stesso punto. Ora che mi sento davvero lontana e diversa sono terrorizzata dal pensiero di non essere in realtà cresciuta, e di poter quindi sbagliare ancora senza rendermene conto.
Errare humanum est
Vi voglio bene!
innanzitutto mi riconosco appieno nella tua descrizione Francesca, anch'io continuo a ripetere gli stessi errori e questo mi riempie di sconforto.
Però una cosa che mi rende speranzoso ancora sopravvive: posso imparare a migliorarmi.
Di certo, se quando commetto degli errori non ci presto tanta attenzione, rimango uguale. Ma se comincio prima a rendermi conto di chi sono, quali difetti ho, penso che si possa cambiare, diventare migliori a tutti gli effetti.
E' il cammino che desidero fare, ho imboccato questa via, non so dove mi porterà, ma spero proprio che nella vergogna che stò provando per essermi reso nudo possa io trovare quello che cerco, o almeno un'indicazione, uno stramaledetto cartello stradale che mi dica:" Vuoi migliorare? Per di quà!".
Anch'io ti voglio bene e, sinceramente, penso che tu sia molto migliore di quanto tu non creda. Io vedo quanto sei cambiato in questi anni, ti conosco da sempre. Sotto alcuni aspetti sei ancora il solito testardo, appassionato, moralista giacomo di sempre. Ma non sei più quel ragazzo che suonava il violino, nè quel rapper coi "bragoni" che faceva arrabbiare papà. Cioè, quello che voglio dire è che ti vedo molto adulto ormai, e ti prenderò sempre a modello.
Mi piacerebbe vedermi coi tuoi occhi allora! Mi piacerebbe molto!
Ho molta strada da fare, moltissima.
Comunque grazie!
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