Proprio oggi mi è capitato di fare questo ragionamento, vedo se riesco a metterlo giù, nero su bianco.
Capita delle volte che si sia rapiti anima e corpo per qualcosa, agitati, "presi via male", tutti indaffarati nell'intento di fare un progetto, con la mente impegnata, tutta immersa in esso. Che si tratti di un qualcosa piccolo, come il leggere un libro, l'aggiustare qualcosa, o di un qualcosa più grande, come un progetto di lavoro, lo spiegare un concetto a qualcun'altro...
Io spesso, proprio in questi momenti, dò ampio spazio al mio egoismo ed alla mia superbia.
Vi racconto alcuni aneddoti.
Una volta, in estate, mi capitò di notare che la serra dei miei in montagna era trascurata, il solito nylon che la ricopriva era malamente a terra, sporco, e decisi senza dirlo a nessuno di fare una sorpresa e di rimettere il tutto in sesto. Fu una faticaccia, ero ancora un bimbo, e mi immaginavo il momento in cui i miei avessero scoperto la cosa e mi avessero detto che ero stato bravo. In realtà feci un danno, o meglio, un lavoro inutile che costò fatica per rimettere tutto com'era, perchè in estate se le serre son chiuse le piante all'interno muoiono per il troppo caldo.
Mi ricordo che non accettavo il non aver avuto la loro riconoscenza e non volevo assolutamente dire a me stesso di aver sbagliato.
Oggi non sono molto migliorato, anzi, direi che sono quasi peggiorato. Mentre ad un bimbo gli si parla con schiettezza e trasparenza per fargli capire il suo sbaglio, ad un ragazzo di 24 anni invece ci si fà un po' più di problemi ad essere diretti.
Si cerca sempre di pensare alla sensibilità dell'altro, si percepisce quanto ci tenga a questa cosa, quanto desideri che tu lo stia a sentire, non vuoi rovinare il suo stato d'animo così eccitato, così intenso. Hai la certezza che se tu lo interrompi e gli fai notare il suo errore lui ci rimane male, molto male.
Ieri per esempio ho tenuto sveglie tre persone a giocare ad un gioco sapendo benissimo che erano molto stanche, che una di queste avrebbe lavorato il giorno dopo e che le altre non si sarebbero certo riposate di più la mattina seguente.
Ero talmente contento, immerso, concentrato, eccitato dal gioco che non mi sono accorto di loro, non mi sono accorto che queste persone volevano chiedermi una tregua, continuare un altro giorno per poter dormire un poco.
E quando stanchi hanno deciso di domandarmi fino a quando avevo intenzione di giocare ho risposto con sicurezza, questo gioco è quasi finito, 10-15 minuti massimo.
E' passata più di un'altra ora, non mi hanno maledetto apertamente ma son sicuro che l'abbiano pensato. Probabilmente per voi la morale della storia è di rifletterci bene a giocare a qualsivoglia gioco con me che vi tengo svegli fino alle 3 del mattino, ma per me la morale è un'altra.
E' che quando si è presi per qualcosa questa diventa talmente importante per noi da dimenticarsi del resto. E' che il mio orgoglio non vede altro che questo pensiero, e la mia ragione ne viene accecata, e la mia coscienza ammutolita.
Un'altro esempio.
Leggo un libro, sono sul punto cruciale della storia e qualcuno mi chiama, mi chiede qualcosa, parole che entrano in un orecchio ed escono dall'altro, grugnisco, faccio qualche verso o pronuncio qualche parola che non ho idea, e tutto scompare e sono di nuovo nella trama, immerso.
Quante volte mi è successo?
Mi è capitato anche di essere quello che chiama quel qualcuno perso nelle righe di una storia.
Non è per niente piacevole, anzi, ti verrebbe voglia di mandare a quel paese quella fredda persona che non ti prende minimamente in considerazione, che ti snobba, che addirittura scocciata ti manda via che la disturbi.
Amara realtà:
Io sono così.
Io ho moltissima strada da fare, moltissima.
Critico gli altri, e molto velocemente e senza pensarci su troppo, quando mi fanno un torto anche minimo mi offendo, mi arrabbio, e dico parole senza senso ma cariche di egoismo.
Tremendamente facile al coinvolgersi per un gioco, un hobby, un pensiero, un'aspettativa, e nel mentre facile anche al totale egoismo, alla noncuranza per gli altri.
Scusatemi per questo, vi prego, scusatemi per quello che sono.
Ve lo chiedo pubblicamente,
Scusa.
Spero di avere la forza di cambiarmi velocemente, prima di rimanere senza amici.
Spero di avere degli amici che mi vogliano bene anche se mi comporto male.
Spero di riuscire a non comportarmi più così, io ci provo, ora, adesso, subito.
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2 commenti:
giacomino, non puoi cambiare il tuo carattere. Tutte le cose che ho letto qua sopra, io le sapevo già. Tu sei così, ti ci butti totalmente in ogni cosa che fai. Hai ragione a dire che questo ti porta a volte ad essere poco attento agli altri, ed è una cosa che puoi migliorare. Tuttavia a me piace molto questo lato di te. Vedi tu hai descritto il lato negativo della medaglia, ma c'è anche quello positivo. Hai mai pensato che tutto il successo che hai (e lo hai nello studio, nel lavoro, in tutto quello che intraprendi), è dovuto proprio a questa tua dote di buttarti anima e corpo nelle cose? pensaci.
Quoto in toto quello che ha detto la Fra! E vecchio mio ricordati che se vuoi imparare a drizzare una cosa prima devi trovare tutti i modi per torcerla. I lati negativi sono solo un passo in più verso i positivi. Ne è la prova il fatto che ne stiamo parlando. In altre parole sei più attento agli altri ora.
E comunque a me l'entusiasmo di chi ci mette anima e corpo nelle cose non solo mi piace ma mi trasmette la stessa voglia. Vorrei ricordati che hai dato tu l'imput a Ciccio per diventare mago! Di che ti scusi?
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