Sicilia, 18,19, 20 agosto
Sicilia.
Un'isola.
Una mentalità diversa, su tante cose, spesso viene da dire su tutto. Non fermatevi ai semafori rossi, specie a Catania, rischi botte precedute da una sonora strombazzata di clacson, ed infilate pure tranquilli i sensi unici contromano, lo farete senza accorgervene seguendo il fiume di macchine nel traffico. Fate attenzione alle cene di pesce, specie se lo pulite voi il pesce, nel caso controllate sempre che i serbatoi d'acqua sui tetti siano pieni, non vorreste restar senz'acqua proprio nel bel mezzo del sudiciume.
Attenzione anche alle moto che compaiono all'improvviso, ai pedoni coraggiosi, alle buche ed ai segnali stradali, perché ce ne sono pochi e quei pochi vanno visti. Godetevi pure i dolci ed il mercato, occhio ai parcheggi.
Aci Trezza.
Località turistica, pochi parcheggi tanto per cambiare, e addirittura l'acqua non è questo granchè, molto sporca la riva anche se più in largo è pulitissima, incubo a trovare dove sdraiarsi tra gli scogli, consiglio gran spirito di adattamento. La giornata passa però che è una meraviglia.
La gente tende a ridere se cominci a fare yoga in spiaggia, ora almeno sapete perché potrebbero ridere. Io me ne frego, mi ascolto dentro e pratico se ne ho voglia. Grossi impedimenti per l'ombrellone, le scarpe da scoglio non servono, non lasciate la frutta al sole a mezzogiorno perché vi va tutta a male che è un piacere. Valutate se pagare il parcheggio, mezzi li pagano, gli altri no. Vigili non ne ho visti comunque. Munitevi di un buon spirito d'inventiva per parcheggiare.
Le isole ciclopi sono proprio belle, un medio nuotatore può raggiungerle a nuoto senza pinne. Non bevete l'acqua salata, nemmeno per sbaglio, vi lascerebbe un saporaccio che non va più via.
Taormina.
Località turistica molto gettonata, il posto è stupendo ma è un carnaio. Misurate il vostro asciugamano prima di scendere in spiaggia, così sapete di preciso le misure del posto che state cercando per stendervi. Possibilmente invertite la tendenza, visitate la città nel pieno forno giornaliero, e in spiaggia di notte, perché se fate viceversa vi incastrate in due ore di traffico infruttuoso in entrambi i posti in entrambe le direzioni di marcia. Se vi capita o se potete, andateci in moto o con la smart, così siete sicuri che troverete parcheggio. I posti macchina solo limitati, l'ultimo che arriva non può nemmeno alloggiare male, l'ultimo non alloggia proprio. Portatevi invece una maschera e delle pinne, l'acqua è meravigliosa. La crema solare è molto raccomandata, specie se non c'è spazio per l'ombrellone.
Fiumefreddo.
C'è un fiume che è effettivamente molto freddo. Molto suggestivo, un fiume limpido come il cristallo, freddo come la neve che taglia una spiaggia di sabbia per immettersi nel mare, che diventa pieno di correnti e zone fredde. Strano e bello. Difficile trovare parcheggio. Molto difficile. Munirsi di moto o di smart è gran cosa. Attenzione alla sabbia che a mezzogiorno scotta particolarmente.
Possibilità di meduse. La pipi potete farla tranquillamente anche tra i canneti là vicino. Attenzione a nuotare nel mare lontano dalla foce, rischio di incontrare la corrente gelida del fiume con conseguente restringimento vergognoso degli attributi maschili o con eccitante ed un poco scandaloso inturgidimento dei capezzoli e della passera per le signore. Tuttavia può essere gradito.
Due bambini, in questa spiaggia, si sono aggiunti, attratti dall'idea mia malsana, a saltare giù da una collina di sabbia ripida, Facendo salti alti alti atterrando nella sabbia bollente del dorso della collina, buoni 6 metri di sabbiaduna ammucchiata ripidissima, come non ne vedevo dai tempi del golfo del parnaiba in Brasile... accidenti, mi è pure venuta nostalgia di quei posti.
Li ho nominati e ricordati spesso durante questi giorni. Anche questo vuol dire qualcosa, forse raccogliere esperienze mi arricchisce e mi piace parecchio, al di là della poca voglia di partire e cambiare abitudini ed abbandonare le certezze che sempre sono legate al viaggio e che sempre rappresentano un grosso ostacolo al partire.
Al di là di tutto ho molto da lavorare su me stesso. Noto però con piacere che un sorriso al momento giusto può cambiare l'umore delle persone. La mia felicità è più stabile e meno condizionata dall'umore negativo che a volte può insorgere in chi ci sta a fianco, una felicità profonda di questo tipo ho constatato che è contagiosa. E questa è un'ottima cosa. Ho contagiato più volte! Finché non mi mettono in quarantena...Vi voglio bene, a presto.
calabria, 21 agosto
TRA LE SPIRE DEL TEMPO
Fermo aspetto nel camminare
che il mondo mi scorra e vada,
del profumo che si lascia e cede
a volte fragrante altre di nostalgia.
Mi scopro ancor viandante solo
nella rete instabile di affetti ma
che tutto lega, alcuni vanno altri
vengono, ed il mio partir si fonde
al mio restare, non cambia, è tutto
un gioco forte di abbracci ed addii.
catania, martedì 18 agosto
Conoscere persone nuove è fantastico. Una chiacchierata per il solo gusto di conoscersi, di scambiarsi esperienze, pareri, sensazioni, è qualcosa di magico.
Gli uomini dovrebbero godere di più di questo. Per fortuna qui a Catania sta sera ho dell'aria condizionata, perché fa un caldo insopportabilmente umido che rende il corpo spossato in un batter di ciglia, né consente di addormentarsi comodamente. Afa, umidità, calore. E le mie ascelle piangono disperatamente.
Vedere come le persone siano condizionate e non sappiano godere della libertà d'essere che hanno è sempre qualcosa di curioso, di interessante ma anche
di abbastanza triste. Vedere come la gente balla in discoteca è un qualcosa di grottesco-tragicomico. Mi sono divertito a fare le imitazioni ieri dei vari soggetti e del loro modo di ballare. Ho fatto sbellicare dalle risate un tot di amici. Non credo vi siano tante persone in questi luoghi che ballino divertendosi perché non credo vi possa essere divertimento nel non lasciarsi trasportare dalla musica e dal ritmo. Ballare per tautologia è un qualcosa che si fa con la musica, non senza, come l'amore che si fa sempre in due. Ritornando ai soggetti da disco ci sono quelli che sembrano tutti amorfi a stampino. Geniali. C'è quello con le mani in tasca che si muove di pochissimo, statuario in mezzo alla pista guardano in giro circospetto in cerca di ragazze abbordabili, c'è il gruppo di ragazzi infighettati che si muovono uguali come piccoli goffi pavoni, ridicoli gallinacei, quelli che hanno qualche anno in più e ballano senza seguire il ritmo pensando di riprodurre i passi fichi degli anni rosa ormai passati, quelli che controllano le loro ragazze che non vengano prese di mira dai falchi di turno, che si mettono come guardie del corpo, pezzi di legno che si muovono a stento fulminando con gli occhi i vicini, occhio che questa è mia! Se ci provi ti faccio secco! Beh, insomma, li vedo, sti ragazzi d'oggi, un po' tesi e con poca voglia di ballare e tanta di farsi vedere, tanta fatica ad essere se stessi, ma tanta voglia di approcciare, farsi approcciare, o bloccare gli approcci degli altri sul nascere.
E' un peccato perchè in disco, secondo me, con la musica alta gli approcci in genere sono impossibili, almeno a parole, ossia quasi tutti quelli seri e semiseri. Poi ci sono sempre quelli che si trovano sulla stessa lunghezza d'onda, ovvio, il falco di turno assetato di sesso e quella che non vede l'ora di essere baciata davanti a tutti. A loro non servono parole, basta uno sguardo e si intendono al volo, saremo coppia per la serata. Un dolce scambio di effusioni, quelle che dovrebbero rassicurarli di essere ancora attraenti, appetibili, e soprattutto non soli. La gente, mi vien da pensare, dovrebbe meno interessarsi al parere degli altri e più alle sensazioni di quello che prova, specie ballando, solo così arriverebbe a scatenarsi veramente seguendo la musica, il ritmo e raggiungendo la vera estasi della danza. Perchè esiste un estasi raggiungibile ballando, una perdita di coscienza quasi che si unisce alla musica e fa muovere senza pensare, svuotando e riempiendo di emozione. Ballare a metà senza trasporto è come fermarsi a guardare la torta senza morderla, è come fare all'amore con i vestiti. E' uno spreco, e me ne dolgo. Ciò che posso fare io è non commettere lo stesso errore. Ballerò con trasporto, anche per loro. Un abbraccio.
calabria, 22 agosto
A volte penso che la morte è in agguato. E' dietro l'angolo che aspetta, può colpire in qualunque momento. Ciò mi sprona a godere di più l'attimo presente. A volte l'idea della morte mi prende e mi fa capire le priorità, come già scrissi tempo fa, mi ridimensiona i problemi della vita e fa capire che l'importante è continuare a respirare. Talvolta questa teoria, che sembra così forte ed inattaccabile nella sua saggezza, perde ai miei occhi il suo posto d'onore. Ci sono persone che fregandosene della morte e dell'avvenire bruciano tutto subito finché possono. Mi sbattono in faccia un altro punto di vista e anche un ottimo spunto di riflessione. Mi viene in mente la storiella della cicala e della formica, quella che canta e fa baldoria, le altre che lavorano come le pazze per l'inverno. Poi vengono le temperature rigide e la cicala si trova in fin di vita. Beh, le formiche hanno lavorato come le pazze e sopravviveranno all'inverno, ma la cicala ha vissuto una libertà con un'intensità che nemmeno tutte le formiche messe assieme potranno uguagliare mai. Poi magari invece che l'inverno arriva prima il formichiere e l'unica che si salva per ironia della sorte è proprio la cicala. Mi spiego meglio: di fronte agli eventi della vita che sono del tutto imprevedibili, perchè può davvero accadere di tutto ogni secondo e nulla è quindi dato per scontato, nemmeno che arriveremo a mangiare un boccone per cena, forse è meglio prima di preoccuparsi della longevità di una vita preoccuparsi della qualità della vita stessa che è preferibile, mi vien quasi da sostenere, alla stessa longevità. Fare di tutto per non morire, penso, porta invece a morire dentro, porta alla paura, forse anche alla longevità se gli eventi della vita si incastrano proprio come si son riusciti a programmare, ma sicuramente non portano alla qualità di vita che renderebbe la vita stessa degna di essere vissuta. Sostengo che basta anche un solo momento di intensa qualità di vita, qualità nel senso più profondo e meno materialista del termine, per rendere una vita degna, appunto, di essere vissuta, ed è quella qualità là che credo si debba ricercare, e la ricerca di quell'intensità penso la si possa raggiungere proprio lasciandosi travolgere ed infiammare dalla e nella vita stessa. Mi sembra infatti che vivere con la paura di morire costantemente presente a modi monito porti quasi ad un vivere senza appassionarsi veramente. Capite bene in che razza di dilemma mi sono imbattuto, tant'è che mi sono appena contraddetto rispetto alla mia tesi iniziale.
D'altronde i saggi risponderebbero che gli estremi non vanno mai bene e che il saggio è colui che vive nella via di mezzo in equilibrio, appassionandosi alla vita e bruciando fortemente di passione del vivere senza paura di morire, ma sempre conscio che può gustare questa bellezza solo come essere vivente. Avrebbe in questo modo conciliato due modi di vivere apparentemente opposti traendone i maggiori vantaggi da entrambi.
Un'isola.
Una mentalità diversa, su tante cose, spesso viene da dire su tutto. Non fermatevi ai semafori rossi, specie a Catania, rischi botte precedute da una sonora strombazzata di clacson, ed infilate pure tranquilli i sensi unici contromano, lo farete senza accorgervene seguendo il fiume di macchine nel traffico. Fate attenzione alle cene di pesce, specie se lo pulite voi il pesce, nel caso controllate sempre che i serbatoi d'acqua sui tetti siano pieni, non vorreste restar senz'acqua proprio nel bel mezzo del sudiciume.
Attenzione anche alle moto che compaiono all'improvviso, ai pedoni coraggiosi, alle buche ed ai segnali stradali, perché ce ne sono pochi e quei pochi vanno visti. Godetevi pure i dolci ed il mercato, occhio ai parcheggi.
Aci Trezza.
Località turistica, pochi parcheggi tanto per cambiare, e addirittura l'acqua non è questo granchè, molto sporca la riva anche se più in largo è pulitissima, incubo a trovare dove sdraiarsi tra gli scogli, consiglio gran spirito di adattamento. La giornata passa però che è una meraviglia.
La gente tende a ridere se cominci a fare yoga in spiaggia, ora almeno sapete perché potrebbero ridere. Io me ne frego, mi ascolto dentro e pratico se ne ho voglia. Grossi impedimenti per l'ombrellone, le scarpe da scoglio non servono, non lasciate la frutta al sole a mezzogiorno perché vi va tutta a male che è un piacere. Valutate se pagare il parcheggio, mezzi li pagano, gli altri no. Vigili non ne ho visti comunque. Munitevi di un buon spirito d'inventiva per parcheggiare.
Le isole ciclopi sono proprio belle, un medio nuotatore può raggiungerle a nuoto senza pinne. Non bevete l'acqua salata, nemmeno per sbaglio, vi lascerebbe un saporaccio che non va più via.
Taormina.
Località turistica molto gettonata, il posto è stupendo ma è un carnaio. Misurate il vostro asciugamano prima di scendere in spiaggia, così sapete di preciso le misure del posto che state cercando per stendervi. Possibilmente invertite la tendenza, visitate la città nel pieno forno giornaliero, e in spiaggia di notte, perché se fate viceversa vi incastrate in due ore di traffico infruttuoso in entrambi i posti in entrambe le direzioni di marcia. Se vi capita o se potete, andateci in moto o con la smart, così siete sicuri che troverete parcheggio. I posti macchina solo limitati, l'ultimo che arriva non può nemmeno alloggiare male, l'ultimo non alloggia proprio. Portatevi invece una maschera e delle pinne, l'acqua è meravigliosa. La crema solare è molto raccomandata, specie se non c'è spazio per l'ombrellone.
Fiumefreddo.
C'è un fiume che è effettivamente molto freddo. Molto suggestivo, un fiume limpido come il cristallo, freddo come la neve che taglia una spiaggia di sabbia per immettersi nel mare, che diventa pieno di correnti e zone fredde. Strano e bello. Difficile trovare parcheggio. Molto difficile. Munirsi di moto o di smart è gran cosa. Attenzione alla sabbia che a mezzogiorno scotta particolarmente.
Possibilità di meduse. La pipi potete farla tranquillamente anche tra i canneti là vicino. Attenzione a nuotare nel mare lontano dalla foce, rischio di incontrare la corrente gelida del fiume con conseguente restringimento vergognoso degli attributi maschili o con eccitante ed un poco scandaloso inturgidimento dei capezzoli e della passera per le signore. Tuttavia può essere gradito.
Due bambini, in questa spiaggia, si sono aggiunti, attratti dall'idea mia malsana, a saltare giù da una collina di sabbia ripida, Facendo salti alti alti atterrando nella sabbia bollente del dorso della collina, buoni 6 metri di sabbiaduna ammucchiata ripidissima, come non ne vedevo dai tempi del golfo del parnaiba in Brasile... accidenti, mi è pure venuta nostalgia di quei posti.
Li ho nominati e ricordati spesso durante questi giorni. Anche questo vuol dire qualcosa, forse raccogliere esperienze mi arricchisce e mi piace parecchio, al di là della poca voglia di partire e cambiare abitudini ed abbandonare le certezze che sempre sono legate al viaggio e che sempre rappresentano un grosso ostacolo al partire.
Al di là di tutto ho molto da lavorare su me stesso. Noto però con piacere che un sorriso al momento giusto può cambiare l'umore delle persone. La mia felicità è più stabile e meno condizionata dall'umore negativo che a volte può insorgere in chi ci sta a fianco, una felicità profonda di questo tipo ho constatato che è contagiosa. E questa è un'ottima cosa. Ho contagiato più volte! Finché non mi mettono in quarantena...Vi voglio bene, a presto.
calabria, 21 agosto
TRA LE SPIRE DEL TEMPO
Fermo aspetto nel camminare
che il mondo mi scorra e vada,
del profumo che si lascia e cede
a volte fragrante altre di nostalgia.
Mi scopro ancor viandante solo
nella rete instabile di affetti ma
che tutto lega, alcuni vanno altri
vengono, ed il mio partir si fonde
al mio restare, non cambia, è tutto
un gioco forte di abbracci ed addii.
catania, martedì 18 agosto
Conoscere persone nuove è fantastico. Una chiacchierata per il solo gusto di conoscersi, di scambiarsi esperienze, pareri, sensazioni, è qualcosa di magico.
Gli uomini dovrebbero godere di più di questo. Per fortuna qui a Catania sta sera ho dell'aria condizionata, perché fa un caldo insopportabilmente umido che rende il corpo spossato in un batter di ciglia, né consente di addormentarsi comodamente. Afa, umidità, calore. E le mie ascelle piangono disperatamente.
Vedere come le persone siano condizionate e non sappiano godere della libertà d'essere che hanno è sempre qualcosa di curioso, di interessante ma anche
di abbastanza triste. Vedere come la gente balla in discoteca è un qualcosa di grottesco-tragicomico. Mi sono divertito a fare le imitazioni ieri dei vari soggetti e del loro modo di ballare. Ho fatto sbellicare dalle risate un tot di amici. Non credo vi siano tante persone in questi luoghi che ballino divertendosi perché non credo vi possa essere divertimento nel non lasciarsi trasportare dalla musica e dal ritmo. Ballare per tautologia è un qualcosa che si fa con la musica, non senza, come l'amore che si fa sempre in due. Ritornando ai soggetti da disco ci sono quelli che sembrano tutti amorfi a stampino. Geniali. C'è quello con le mani in tasca che si muove di pochissimo, statuario in mezzo alla pista guardano in giro circospetto in cerca di ragazze abbordabili, c'è il gruppo di ragazzi infighettati che si muovono uguali come piccoli goffi pavoni, ridicoli gallinacei, quelli che hanno qualche anno in più e ballano senza seguire il ritmo pensando di riprodurre i passi fichi degli anni rosa ormai passati, quelli che controllano le loro ragazze che non vengano prese di mira dai falchi di turno, che si mettono come guardie del corpo, pezzi di legno che si muovono a stento fulminando con gli occhi i vicini, occhio che questa è mia! Se ci provi ti faccio secco! Beh, insomma, li vedo, sti ragazzi d'oggi, un po' tesi e con poca voglia di ballare e tanta di farsi vedere, tanta fatica ad essere se stessi, ma tanta voglia di approcciare, farsi approcciare, o bloccare gli approcci degli altri sul nascere.
E' un peccato perchè in disco, secondo me, con la musica alta gli approcci in genere sono impossibili, almeno a parole, ossia quasi tutti quelli seri e semiseri. Poi ci sono sempre quelli che si trovano sulla stessa lunghezza d'onda, ovvio, il falco di turno assetato di sesso e quella che non vede l'ora di essere baciata davanti a tutti. A loro non servono parole, basta uno sguardo e si intendono al volo, saremo coppia per la serata. Un dolce scambio di effusioni, quelle che dovrebbero rassicurarli di essere ancora attraenti, appetibili, e soprattutto non soli. La gente, mi vien da pensare, dovrebbe meno interessarsi al parere degli altri e più alle sensazioni di quello che prova, specie ballando, solo così arriverebbe a scatenarsi veramente seguendo la musica, il ritmo e raggiungendo la vera estasi della danza. Perchè esiste un estasi raggiungibile ballando, una perdita di coscienza quasi che si unisce alla musica e fa muovere senza pensare, svuotando e riempiendo di emozione. Ballare a metà senza trasporto è come fermarsi a guardare la torta senza morderla, è come fare all'amore con i vestiti. E' uno spreco, e me ne dolgo. Ciò che posso fare io è non commettere lo stesso errore. Ballerò con trasporto, anche per loro. Un abbraccio.
calabria, 22 agosto
A volte penso che la morte è in agguato. E' dietro l'angolo che aspetta, può colpire in qualunque momento. Ciò mi sprona a godere di più l'attimo presente. A volte l'idea della morte mi prende e mi fa capire le priorità, come già scrissi tempo fa, mi ridimensiona i problemi della vita e fa capire che l'importante è continuare a respirare. Talvolta questa teoria, che sembra così forte ed inattaccabile nella sua saggezza, perde ai miei occhi il suo posto d'onore. Ci sono persone che fregandosene della morte e dell'avvenire bruciano tutto subito finché possono. Mi sbattono in faccia un altro punto di vista e anche un ottimo spunto di riflessione. Mi viene in mente la storiella della cicala e della formica, quella che canta e fa baldoria, le altre che lavorano come le pazze per l'inverno. Poi vengono le temperature rigide e la cicala si trova in fin di vita. Beh, le formiche hanno lavorato come le pazze e sopravviveranno all'inverno, ma la cicala ha vissuto una libertà con un'intensità che nemmeno tutte le formiche messe assieme potranno uguagliare mai. Poi magari invece che l'inverno arriva prima il formichiere e l'unica che si salva per ironia della sorte è proprio la cicala. Mi spiego meglio: di fronte agli eventi della vita che sono del tutto imprevedibili, perchè può davvero accadere di tutto ogni secondo e nulla è quindi dato per scontato, nemmeno che arriveremo a mangiare un boccone per cena, forse è meglio prima di preoccuparsi della longevità di una vita preoccuparsi della qualità della vita stessa che è preferibile, mi vien quasi da sostenere, alla stessa longevità. Fare di tutto per non morire, penso, porta invece a morire dentro, porta alla paura, forse anche alla longevità se gli eventi della vita si incastrano proprio come si son riusciti a programmare, ma sicuramente non portano alla qualità di vita che renderebbe la vita stessa degna di essere vissuta. Sostengo che basta anche un solo momento di intensa qualità di vita, qualità nel senso più profondo e meno materialista del termine, per rendere una vita degna, appunto, di essere vissuta, ed è quella qualità là che credo si debba ricercare, e la ricerca di quell'intensità penso la si possa raggiungere proprio lasciandosi travolgere ed infiammare dalla e nella vita stessa. Mi sembra infatti che vivere con la paura di morire costantemente presente a modi monito porti quasi ad un vivere senza appassionarsi veramente. Capite bene in che razza di dilemma mi sono imbattuto, tant'è che mi sono appena contraddetto rispetto alla mia tesi iniziale.
D'altronde i saggi risponderebbero che gli estremi non vanno mai bene e che il saggio è colui che vive nella via di mezzo in equilibrio, appassionandosi alla vita e bruciando fortemente di passione del vivere senza paura di morire, ma sempre conscio che può gustare questa bellezza solo come essere vivente. Avrebbe in questo modo conciliato due modi di vivere apparentemente opposti traendone i maggiori vantaggi da entrambi.
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