venerdì 25 settembre 2009

THE LUCKY SIGARETTE AND THE COUNSCIOUSNESS-CHILD

Si apre un pacchetto di sigarette, gli si da un colpetto col dito sotto e si cerca quella che è saltata più alta delle altre. Quella è la sigaretta fortunata, va estratta dal pacchetto, girata nel senso opposto e rimessa dentro, perchè sarà l'ultima che verrà fumata.

Beh, ho pensato quando mi hanno spiegato la cosa, non è forse un modo per crearsi una terza forza? Ci saranno sicuramente momenti in cui la stanchezza o altro ci conducono ad una fase di stallo, dove magari ci mancano le energie, fisiche o psichiche per affrontare determinati eventi, e la sigaretta della fortuna è una sigaretta speciale, e quando accade tinge di magia un momento.
Mi gusto con estremo piacere questi giochetti, che sembrano semplici e frivoli ma che tanto di banale, a pensarci bene, non hanno, perchè sono in grado di condizionare le nostre emozioni e quindi anche la nostra felicità. Il colore di una giornata con una cosa simile può cambiare da grigio scuro ad un giallo brillante.

Poi pensavo anche che ci sono diversità tra le persone che rispecchiano la nostra coscienza, o il nostro vero Io, o chiamatelo come volete ma intendo quella parte incondizionata che sta dentro di noi e che esisteva prima che nascessimo.
E' come un bambino curioso che guarda al mondo, che impara e che si approccia in modo diverso alla vita dagli altri bambini che vivono nelle altre persone, perchè detiene un suo specifico modo di apprendere.
Questo bambino-coscienza celato nel nostro corpo comincia a vivere a seconda della sua indole, e questa differenza alla base è ciò che porta alla grandissima vastità di modi di vivere la vita di tutti gli esseri umani. Nel modo di vivere sono compresi il modo di esprimersi, il modo di emozionarsi, in modo di interagire con la vita, con gli eventi, con le situazioni, con gli oggetti. Poi il tutto può essere coperto da numerosissimi condizionamenti avvenuti dopo la nascita.
Riuscire a decriptare in una persona l'indole del suo bambino-coscienza interno porta ad esempio ad instaurare una comunicazione che va al di là delle parole, perchè il nostro stesso bambino-coscienza interno parla direttamente con l'altro, utilizzando forme di comunicazione variegate, dal movimento del corpo, dagli sguardi, dai sorrisi, alle parole ed alle vibrazioni che esistono nelle persone ed intorno ad esse. E' come se si aprissero altre porte di comunicazione oltre a quelle ordinarie, come se questo bambino comunicasse con tutte queste cose messe assieme ma dando particolare importanza alle vibrazioni, che in qualche modo sa utilizzare da sempre e più che bene.
Raggiungere questi livelli di vicinanza con un'altra persona permette di capire il carattere, se vogliamo così, del suo bambino-coscienza, e vedere come si approccia alla vita, come impara, cosa ricerca, di quali emozioni ama nutrirsi, quali canali di comunicazione predilige, è diventare per un istante un tutt'uno con questa persona ed avere al contempo uno scambio esperienziale a livello di bambino-coscienza, non indifferente. In altre parole è come entrare nella testa di un'altra persona e vedere come interagisce col mondo riuscendo a fare costruttivi confronti con il proprio modo di vivere.

Forse viaggiare mi ha donato proprio questo, l'essere a contatto con persone che palesemente hanno tutto un altro approccio alla vita mi ha scosso e mi ha fatto capire al tempo stesso che ogni persona conserva il suo modo di vivere, il suo bambino-coscienza, quella parte interna e profonda che è sempre un piacere enorme poterla avvicinare e conoscere. E' come scoprire che esiste l'acqua calda dopo che me la versano addosso a secchiate, mentre oceani di acqua calda vivono tranquilli da sempre a casa mia e non aspettano altro che essere scoperti. Tuttavia ho avuto bisogno che mi si prendesse a secchiate di acqua in faccia.

Vi mando un umidiccio abbraccio.

4 commenti:

Paolo ha detto...

Parole che sanno di...Cascata!

Take care, be happy!

Paul

Tania ha detto...

Quello che hai scritto è davvero interessante.. quindi questo bambino-coscienza sarebbe il nostro Vero Essere, secondo te? Che si porta dentro fin dalla nascita e prima? Dimmi se ho interpretato male le tue parole.
In ogni caso, è già difficile entrare davvero in contatto con noi stessi, credo lo sia ancora di più farlo con un'altra persona. E forse, ancora più difficile, è essere sinceri fino in fondo con noi prima che con gli altri, perchè a volte, guardandosi dentro, si possono anche scoprire cose non piacevoli di sè. Oppure cose bellissime, che non si sapeva di avere.

Giacomo ha detto...

Hai interpretato benissimo, anche se il pensiero originale non è proprio mio, questa è una mia interpretazione, cambiando qualche parola, di ben più ampie e profonde visuali della vita proprie a tradizioni antichissime in cui mi sono interessato negli scorsi mesi e che tanto ancora mi incuriosiscono...

Io non sarei pessimista sull'entrare in contatto con la parte vera delle persone,almeno, non con le mie ultime esperienze, direi piuttosto, secondo la mia esperienza che è poca ma è quel che mi è capitato, che è il nostro atteggiamento ed i nostri occhi che possono svelare e riconoscere quella parte tanto preziosa che si cela all'interno di noi stessi da sempre.

Penso sia come l'atteggiamento positivo o negativo che può avere una persona, se uno è positivo la sua vita non potrà che cominciare a scorrere in modo positivo, e viceversa per quello negativo. No?

Poi mi trovi d'accordo che dentro di noi vi sono i più grandi segreti della nostra vita, chi siamo, i nostri difetti, i nostri pregi, l'opportunità di cambiare e di crescere, la felicità.
E' tutto dentro di noi, bisogna cercarlo a fondo però.

Tania ha detto...

Certo che è tutto dentro di noi, di questo ne sono sicura! Come sono sicura che se è arrivato il momento giusto, allora saremo davvero pronti a cambiare. Una cosa che mi sento di dire, semplicemente perchè l'ho provato sulla mia pelle, e vedendo anche da altre persone, è che si cambia, quando si passa in un momento di grande dolore. Ed è proprio il dolore, che da la spinta a cambiare, a migliorarci per non soccombere. E' come se ci fosse un baratro: o lo salti -seppur con enorme fatica- o ci cadi dentro. Forse perchè la sofferenza non è altro che la conseguenza di una serie di azioni ripetute per molto tempo, che ci facevano vivere male, ma non più di tanto, finchè tutto questo castello di carte non è crollato, e si è stati costretti a guardarsi dentro. Questo non significa che poi non si esca dal periodo no! Bisogna "solo" trovare le strade giuste -ognugno ha la propria- e all'inizio si va un po' a tentoni, si prova, alcune si scartano, altre no.
Mi sono un po' dilungata.. non so se sia un'esperienza condivisa, di certo so che lo è per molti. Secondo me, è quasi un passaggio obbligato, non ci sono scorciatoie per ritrovare se stessi. Ma sono sicura che cambiare si può, si può crescere e migliorarsi, come hai detto tu Giacomo, ed anche accettarsi coi propri difetti, nessuno è perfetto, in compenso, è unico e irripetibile. ;)

Tania