Lungo la strada da kualuhui verso Hana il mondo decide di cambiare.
Tutto si trasforma.
La natura è talmente rigogliosa che tutto cresce nel verde più intenso nelle più variegate forme di alberi, liane, fiori, felci, palme, arbusti, alberi da frutto tra cui avocado, frutto della passione, ananas e papaya quelli più presenti.
Hana è il giardino tropicale per eccellenza.
Se nel resto dell'isola di Maui la mano dell'uomo ha accompagnato la natura nel suo sviluppo e spesso ha intervenuto con irrigazioni, aiuole, muretti e decorazioni degni dei più incredibili giardini che si possano immaginare, in Hana tutto questo accade spontaneamente.
La gigantesca collina verde che separa l'amena cittadina, che in realtà consta in non più di un centinaio di case e villette sparse, dal gigantesco vulcano di tremila metri, ospita una croce magnifica che domina il paesaggio tra qualche mucca e qualche toro, l'erba verde smeraldo ed un'intera orchestra di grilli dall'esperienza secolare.
Altissime palme lungo la strada si alternano con fitta foresta tropicale e magnifiche cascate che scorrono fino all'oceano pacifico. Poi, più di quattromila chilometri di nulla si interpongono alla costa più vicina dell'america.
Entro in un giardino privato, seguendo il bosco al suo margine, sperando di trovare il sentiero agognato, finchè eccolo che mi compare, timido fa capilino tra degli arbusti rigogliosi dalle foglie cerate e dai bellissimi fiori lillà. Lo seguo finchè non si interrompe, scendo sugli scogli più bassi e seguo la costa sul frangersi delle onde, li percorro per una trentina di metri per poi ritrovare il sentiero di terra battuta che si rianima facendosi largo quella manciata di spanne per il passaggio di una persona sul crinale, e poi si alza ad una ventina di metri e si inerpica su una colata di lava nera a strapiombo sugli altissimi schizzi d'acqua che le onde provocano al loro infrangersi.
La vegetazione sembra sospesa a trenta metri dall'acqua, poi il sentiero seguendo la costa devia e prosegue, girando uno spigolo di roccia, verso la favolosa spiaggia di sabbia rossa.
Un altissimo muro di terra e roccia rossissima si alza dalla sabbia della spiaggia per una cinquantina di metri buoni e regala un alternanza di colori incredibile, rosso della terra, azzurro chiaro dell'acqua, nero della lava degli scogli, verde intenso della vegetazione, azzurro e bianco delle nuvole in cielo, azzurro e bianco delle onde nell'acqua.
La spiaggia è protetta da una barricata di scogli alti più di tre metri che fermano le onde impetuose come meglio possono e creano con l'acqua che vi percola e trapassa l'effetto di una fontana gigantesca ad intermittenza che si riversa nella parte di acqua più calma e protetta dell'interno.
Appena sotto trenta centimetri d'acqua la più vasta e colorata fauna acquatica che si possa immaginare popola il fondale. I pesci sono tantissimi, dalle forme più meravigliose e dai colori più sgargianti, pesci giallo canarino striati di nero, verdi smeraldo che sfumano nel blu con strisce rosse... Un poesia di pesci che nuota intoccabile in questo angolo di mare mezzo sconosciuto.
E' qui che incontro un ragazzo che abita la costa da più di un anno e che mi racconta della spiaggia segreta. Nessuno sa della sua esistenza eccetto pochissime persone, nessuna rivista ne parla. Occorre sapere dove imboccare il sentiero che vi conduce, vicino ad un ponte sulla statale, camminare fino a raggiungere l'alto crinale che guarda alla spiaggia di sabbia nerissima.
Non rimanere dissuaso, mi raccomanda, nel vedere che non esistono vie per accedervi, tu percorri tutto il crinale fino alla parte più lontana e vedrai una grossissima corda, lunga dodici metri circa e grossa quanto una gamba, che ti permetterà di calarti fino alla sabbia più segreta di tutta l'isola.
Ci sono dei segreti da conoscere quando si visita un posto, segreti che non vengono svelati ai turisti e che mi ci sono imbattuto per puro caso. Come i punti più propizi per un salto dagli scogli. Occorre conoscerli come le vie più comode per risalire.
Lo seguo.
Mi porta ad un ponto sulla roccia che dista dalla superficie dell'acqua più di una decina di metri a strapiombo e disinvolto, si porta sull'orlo dello scoglio di lava e si tuffa. Rimango sbigottito. Non posso fare altro che ammirare il suo coraggio mentre le mie gambe tremano al solo pensiero di un tuffo da lassù.
Lui è contento, vive pressochè con niente e con niente da da mangiare ai suoi due cani, bellissimi esemplari di tre mesi di un incrocio strano di pitbull con non so cosa, dal pelo nero ebano lucente, con solo la punta della coda ed un triangolo di petto di un bianco avorio. Glieli hanno regalati mi spiega, e mi dice che sull'isola ci sono tantissimi cani che tutti li regalano e nessuno li compra.
Mangiano avocadi che cadono copiosi dagli alberi e stanno sempre in salute.
Lui è contento e mi sorride, poi mi racconta di come raggiungere le sette cascate sacre, di come ci si possa arrampicare lungo tutta la scarpata del fiume seguendo le cascate cambiando piscina sotto e di come si ritorni al punto di partenza, tuffandosi da cascata a cascata, nuotando da bacino a bacino, sempre stando nell'acqua, e saltando ancora diversi metri verso il basso, seguendo la corrente. Poi mi racconta degli scogli più alti e più nascosti che si possano trovare dai quali lanciarsi in acqua, mi spiega come raggiungerli, mi racconta dell'enorme cascata e della foresta di bambù che stanno più a sud, della gente che regala i frutti che cadono dagli alberi perchè sono troppi e non costano niente, mi racconta delle caverne che stanno più a nord, che entrano nella montagna attraverso i canali dove scorreva la lava fusa durante le eruzioni, e di come si trovi bene ed in pace in questo posto, così sperduto sembra ed isolato dal mondo che si vive una vita diversa, sempre a contatto con la natura, tra le sue braccia che si offrono in abbracci e carezze a chi li sa apprezzare.
Rimango meravigliato da ciò che mi circonda.