L'uomo che è schiavo del suo inconscio non è consapevole.
Chi non è consapevole è schiavo del suo inconscio.
Non si dovrebbe nemmeno chiamare uomo colui che è inconsapevole, perchè è bensì più simile alla natura degli animali che non alla natura più elevata degli esseri umani.
Gli Uomini sono dotati dalla nascita dell'intelligenza di decidere il proprio cammino, di riprogrammare la propria mente, di decidere di quali ricordi farsi influenzare e di quali invece no.
E' uno strumento a nostra disposizione da sempre che nessuno però ci insegna ad usare... ed in pochi sanno della sua esistenza.
Divenire consapevoli del proprio inconscio è cominciare lentamente a capirsi, a conoscersi a fondo, a capire chi siamo, come siamo.
E' un passo fondamentale capire il punto di partenza prima di intraprendere un viaggio, perchè senza un punto di partenza non esiste nemmeno il viaggio.
Ho dovuto fare i conti di recente con una parte del mio inconscio che non volevo assolutamente affrontare. Non è stato piacevole, ma almeno ora so spiegarmi perchè mi sono comportato di un certo modo, ed il perchè di alcune mie emozioni. E' stato come svelare una parte di me stesso che ora finalmente posso cambiare, maturare o lasciare nel passato per sempre e voltare pagina.
Chi non è consapevole è schiavo del suo inconscio.
Non si dovrebbe nemmeno chiamare uomo colui che è inconsapevole, perchè è bensì più simile alla natura degli animali che non alla natura più elevata degli esseri umani.
Gli Uomini sono dotati dalla nascita dell'intelligenza di decidere il proprio cammino, di riprogrammare la propria mente, di decidere di quali ricordi farsi influenzare e di quali invece no.
E' uno strumento a nostra disposizione da sempre che nessuno però ci insegna ad usare... ed in pochi sanno della sua esistenza.
Divenire consapevoli del proprio inconscio è cominciare lentamente a capirsi, a conoscersi a fondo, a capire chi siamo, come siamo.
E' un passo fondamentale capire il punto di partenza prima di intraprendere un viaggio, perchè senza un punto di partenza non esiste nemmeno il viaggio.
Ho dovuto fare i conti di recente con una parte del mio inconscio che non volevo assolutamente affrontare. Non è stato piacevole, ma almeno ora so spiegarmi perchè mi sono comportato di un certo modo, ed il perchè di alcune mie emozioni. E' stato come svelare una parte di me stesso che ora finalmente posso cambiare, maturare o lasciare nel passato per sempre e voltare pagina.
6 commenti:
Respiri di lontano cielo,
ma la terra rimane
uguale a se stessa.
Riuscirai a prendere
te stesso per mano,
senza violento scagliarti
dove ancora non sei?
Riuscirai a scendere
tra i piccoli uomini
per amarne l'umano?
Ma siamo sicuri che l'uomo abbia una natura più elevata rispetto agli animali?
Come affermare che l'uomo possa riuscire a non dipendere dal suo inconscio o dai suoi istinti?
L'appartenenza al genere animale gli garantisce degli istinti che lo proteggono nella spravvivenza, il resto sono sovrastrutture che l'uomo ha creato per suo opportunismo a suo uso e consumo per prevaricare sugli altri.
La consapevolezza, poi, si raggiunge sempre a metà perchè le proprie debolezze infine gli fanno smarrire la strada.
Non trovi?
Ciao Marisa!
Innanzitutto benvenuta e grazie dei tuoi commenti!
Riguardo al discorso posso farti un esempio che spiega un poco come la penso.
Prendiamo l'esempio di una persona fortemente innamorata che viene terribilmente ferita dal partner. L'istinto di sopravvivenza che gli arriva dalla sua natura animale tenderà inevitabilmente ad associare l'esperienza avuta ad un qualcosa di negativo, ad un evento che ha provocato sofferenza, generando un indurimento emotivo, una più stentata capacità di amare e di aprirsi, un odio magari verso il partner, una sfiducia verso l'amore in generale, una tendenza a non re-innamorarsi con lo stesso potente e travolgente trasporto della "prima volta"...chi più ne ha più ne metta.
Vincere l'istinto in questo caso, capire l'inconscio, sarebbe maturare l'esperienza oltre al livello istintivo e non indurirsi in tal senso mantenendo un cuore capace di amare e di emozionarsi, un cuore ancora puro, come ci è stato donato fin dalla nostra nascita.
Dire che l'istinto vince sempre è non dare soluzione all'uomo ai suoi problemi emotivi, è, a mio avviso, chiudere l'uomo in una gabbia da cui non si libererà mai.
Io credo che invece si abbia la capacità di maturare un'esperienza, per dura e dolorosa che sia stata, e cominciare ad agire seguendo una ragione meno influenzata dal passato, decidendo di non trarre conclusioni affrettate, colorate di emozioni negative che portano a scelte illogiche, irrazionali che conducono l'uomo nella direzione opposta alla sua libertà.
Occorre essere consapevoli dei conflitti del proprio inconscio.
Se volessimo cambiare le parole del discorso e spiegarlo in altro modo direi che è come credere agli effetti curativi della psicanalisi, alla possibilità che l'autopsicanalisi ed il sondaggio del proprio inconscio permetta di risolvere dei conflitti mentali-emotivi che ci accompagnano nella nostra vita e che non ci permettono di vivere in modo sereno, libero e vero.
Ciao Giacomo.
Beh! Mi fa piacere scoprire che sei un ottimista.
Pensare che la psicoanalisi possa risolvere i conflitti mentali-emotivi mi sembra, a dir poco, una utopia.
Purtroppo io credo fortemente che l'uomo sia chiuso proprio nella gabbia di cui tu parli che sono le sovrastrutture che egli si costruisce negli anni.
La maturità, per me, è solo la consapevolezza lucida di non poter risolvere i conflitti interiori perchè essi ci accompagnano fino alla fine dei nostri giorni.
Francamente io spero che sia così perchè sono proprio i conflitti che ci fanno crescere e, fino a prova contraria, non c'è un limite alla crescita mentale.
Perderli o risolverli è come perdere un po' di se stessi. La maturità viene dall'esperienza e ti porta ad affrontare le cose con una preparazione psicologica più adeguata così quello stupore che caratterizza la giovinezza nel percorso conoscitivo della vita si perde man mano. Ciao
p.s.
scusa i pasticci
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