Sono ad un dilemma.
Pensavo al discorso sull'inconscio ed a come eventi brutti ci condizionano, ci cambiano.
E fin qui tutto torna.
Volendo pensare che il nostro volto originale, la faccia della nostra anima per così dire, risieda dentro di noi, riesco a capire che venga coperta da tutti questi condizionamenti negativi, come un timbro postale che se riconosciuto e visto si riesce a cancellare.
Se il nostro lavoro potesse essere riassunto nel cercar di far emergere da dentro di noi ciò che di incontaminato e puro abbiamo sempre avuto, dal giorno in cui siamo venuti al mondo, allora questa "psicanalisi" per risolvere i nostri conflitti non è che una parte piccina piccina di ciò che dobbiamo fare, perchè invero, se ci pensate bene, allo stesso modo con cui un evento passato negativo può averci scottato e generato quindi una sorta di cambiamento "caratteriale-emotivo" anche un evento positivo può ingenerare una sorta di cambiamento, che è bene accetto per quanto riguarda il fatto che è divenuto col tempo una qualità che ci appartiene, ma allo stesso modo non proviene da quella parte di noi stessi che da Sempre esiste e che quindi, nella Sua ricerca, è da filtrare parimenti al nostro lato negativo.
Mi verrebbe da concludere che forse è sbagliato proprio l'approccio al problema, che forse la coscienza, il nostro primo volto, non ha alcuna forma caratteriale assimilabile e comparabile con quelle umane a cui siamo avvezzi, e che quindi, se volessimo fare un esempio pratico-solido, questo volto si troverebbe dietro alla coperta caratteriale e non tra i complicati intrecci di fili e controfili che la compongono.
Ed in effetti la cosa mi torna, perchè cercare il nostro vero "IO" tra gli intrecci della coperta significa che già sappiamo quantomeno il materiale di cui è composto ed una approssimativa ubicazione. E' un ragionamento che non sta in piedi assolutamente, perchè in realtà non sappiamo proprio nulla di nulla, e forse non siamo nemmeno del parere unanime che esista.
Tuttavia questa ricerca mi intriga non poco.
Forse oggi ho concluso che sondando le influenze dell'inconscio sul carattere in generale si possono rattoppare le coperte, capirne il colore e le fattezze, la qualità e la robustezza, ma sempre delle coperte.
Mi rimane la speranza, che setacciando la mia di coperta, in lungo ed in largo, investigando i fili buoni che la compongono ed i fili cattivi che ne hanno generato dei buchi e delle increspature, possa arrivare quantomeno a denfinirne le misure, dove la coperta finisce, dove la coperta si trova, e ciò che gli sta intorno.
Guardando dritto a quella nuvola forse un giorno vedrò il sole che gli splende da dietro, perchè è quello il responsabile della vita sulla terra, lei colora solo il cielo.
Pensavo al discorso sull'inconscio ed a come eventi brutti ci condizionano, ci cambiano.
E fin qui tutto torna.
Volendo pensare che il nostro volto originale, la faccia della nostra anima per così dire, risieda dentro di noi, riesco a capire che venga coperta da tutti questi condizionamenti negativi, come un timbro postale che se riconosciuto e visto si riesce a cancellare.
Se il nostro lavoro potesse essere riassunto nel cercar di far emergere da dentro di noi ciò che di incontaminato e puro abbiamo sempre avuto, dal giorno in cui siamo venuti al mondo, allora questa "psicanalisi" per risolvere i nostri conflitti non è che una parte piccina piccina di ciò che dobbiamo fare, perchè invero, se ci pensate bene, allo stesso modo con cui un evento passato negativo può averci scottato e generato quindi una sorta di cambiamento "caratteriale-emotivo" anche un evento positivo può ingenerare una sorta di cambiamento, che è bene accetto per quanto riguarda il fatto che è divenuto col tempo una qualità che ci appartiene, ma allo stesso modo non proviene da quella parte di noi stessi che da Sempre esiste e che quindi, nella Sua ricerca, è da filtrare parimenti al nostro lato negativo.
Mi verrebbe da concludere che forse è sbagliato proprio l'approccio al problema, che forse la coscienza, il nostro primo volto, non ha alcuna forma caratteriale assimilabile e comparabile con quelle umane a cui siamo avvezzi, e che quindi, se volessimo fare un esempio pratico-solido, questo volto si troverebbe dietro alla coperta caratteriale e non tra i complicati intrecci di fili e controfili che la compongono.
Ed in effetti la cosa mi torna, perchè cercare il nostro vero "IO" tra gli intrecci della coperta significa che già sappiamo quantomeno il materiale di cui è composto ed una approssimativa ubicazione. E' un ragionamento che non sta in piedi assolutamente, perchè in realtà non sappiamo proprio nulla di nulla, e forse non siamo nemmeno del parere unanime che esista.
Tuttavia questa ricerca mi intriga non poco.
Forse oggi ho concluso che sondando le influenze dell'inconscio sul carattere in generale si possono rattoppare le coperte, capirne il colore e le fattezze, la qualità e la robustezza, ma sempre delle coperte.
Mi rimane la speranza, che setacciando la mia di coperta, in lungo ed in largo, investigando i fili buoni che la compongono ed i fili cattivi che ne hanno generato dei buchi e delle increspature, possa arrivare quantomeno a denfinirne le misure, dove la coperta finisce, dove la coperta si trova, e ciò che gli sta intorno.
Guardando dritto a quella nuvola forse un giorno vedrò il sole che gli splende da dietro, perchè è quello il responsabile della vita sulla terra, lei colora solo il cielo.
1 commento:
Show me your original face, before you were born.
Il koan è tutto qui. :-)
Buona fortuna ad entrambi noi!
Posta un commento