è da un po' che non scrivo ma non è stato per pigrizia, è perchè ho vissuto momenti bellissimi di grandissima intensità con persone meravigliose e non c'è stato tempo per il blog.
Questa sera, prima di andare a letto, mi trovo in un turbinio di emozioni travolgenti che non riesco a trattenere, emozioni talmente forti che mi tengono il cuore in agitazione per la felicità e per numerose altre sensazioni che non riesco a decifrare.
Ho ritrovato nella musica ascoltata oggi un insieme di sentimenti che mi hanno sorpreso, sono stato travolto da un mare in burrasca di nostalgia e di felicità che mi ha impegnato particolarmente a nuotare con le mie forze per restare a galla, per non farmi lacrimare come un bambino e tenere dentro, contenere per non esplodere in frammenti di spirito, tutto l'impeto di questa vita bellissima.
Ho nostalgia del Brasile come mai ho avuto in questi anni.
Ho nostalgia della persone che ho appena salutato.
Ho nostalgia delle persone che dovrò salutare nei prossimi giorni.
Ho nostalgia dei posti che ho visto.
Ho nostalgia dei posti in cui vivo e che dovrò salutare a breve, con un rapido arrivederci.
Sto vivendo una nostalgia felice, vorrei piangere di gioia, bere questa tristezza felice fino all'ultima goccia, perchè ha una sapore stupendo.
Ho capito molte cose e molte altre mi rimangono ignote, ed in questa certezza-incertezza godo dell'ignoto, della paura che incute in me stesso e della trepidazione che l'accompagna.
Godo dell'attesa, della paura, della calma e dell'ansia, della nostalgia, dell'amore, mi faccio un bagno in questo mare emotivo che con le sue onde mi colpisce, flusso e reflusso di onde di sentimenti diversi che incessantemente modellano la sabbia della spiaggia del mio cuore.
Un futuro ignoto mi aspetta ed io mangio l'attimo bevendo la compagnia delle persone che mi sono state accanto e che mi sono vicine oggi.
Vorrei citare Orazio per concludere:
Dum loquimur fugerit invida aetas:
carpe diem, quam minimum credula postero.
Mentre parliamo sarà già fuggito l'invidioso tempo:
cogli l'attimo, credi al domani quanto meno ti è possibile.
In poche parole: Il tempo è in una fuga perpetua, che non lascia adito a speranze future: occorre sfruttare al massimo il tempo che ci è concesso, e considerare ogni giorno che ci è dato come un dono.carpe diem, quam minimum credula postero.
Mentre parliamo sarà già fuggito l'invidioso tempo:
cogli l'attimo, credi al domani quanto meno ti è possibile.
Quindi...
....Carpe Diem a tutti.
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