mercoledì 28 ottobre 2009

JUST STORIES

IL CIMITERO DELLE VESPE

Annegano. Sono là che tentano di trovare l'uscita dapprima e si chiedono cosa è successo. Cercavano dello zucchero, vagavano intorno alla pressa tra le vinacce ed i raspi imbebuti e poi, catapultate in questa gabbia di plastica, una bottiglia tagliata con la punta infilata rovesciata, un'imbuto che odora di cibo con dentro la morte. Ora il mosto è vino, ora il vino è aceto, e le vespe ancora lo reclamano, entrano nella bottiglia e camminano sopra i cadaveri delle loro compagne già morte da settimane, annaspano in cerca dell'uscita, a volte finiscono sotto, cercano di uscire dal liquido e farsi largo per respirare, ecco, un attimo son sopra, poi finiscono di nuovo sotto. Esauriscono le forze e poi s'abbandonano, chinano la testa, non sbattono più le alette, e noi, là fuori dalla gabbia di morte, carnefici e fautori di quell'arnese, ci piange il cuore talvolta, ma ci guardiamo bene dal tenerle vive quando si è in piedi in cima ad una pressa.


LA GARA DEL DIGGING

Scatta il timer, e lui è dentro e suda. Il ventilatore è al massimo sulla bocca del tank. Da sotto, guardando dentro, sembra di andare in moto. Da dentro, sembra di essere in mezzo ad una bella corrente d'aria. Ma ci vuole, quando si svina.
Eccolo, è partito. La bottiglia d'acqua vicina, petto nudo, pala e forca, si è tolto anche le scarpe ed i calzini, sbadila che sembra un toro. Ho fatto sopra i novanta, pensavo di essere imbattibile. Lui ha finito dopo 44. Esce, è stravolto.
Poi sorride ed un minuto dopo è come prima. E' Chris, tempo da record, tredici tonnellate di vinaccia in 44 minuti.
Brett fa il figo, parte da toro poi cala il ritmo. Ansima, è scalzo, scivola, ma persevera. Poi si mette in mutande, è quasi nudo a parte le mutande. E' dentro che suda, tonnellate e tonnellate di vinaccia lo reclamano. (84 per 13 ton)
Passo decisamente al terzo posto.
Six pack.

IL MISTERO DELLA LAVATRICE

Come possa lavare in verticale non lo so. In orizzontale, come le classiche che abbiamo noi, capisco, c'è un mescolamento di vestiti. Ma in verticale...Boh?
E sta mattina mi metto il pail scritto pile e mi va stretto. I pile si restringono?
Sono diventato più grosso da ieri? Ma è lavata sta roba? Sarà colpa del dryer?

BATTERISTA DA CANTINA

Ma chi è che suona? Metallico, un suono metallico. Quattro differenti suoni e fighi. E' un drumer, uno tosto. E' seduto su un bidone come i drumer, ma batte sulla pressa un ritmo degno dei prodigy. Poi si ferma, prende in mano il telecomando della pompa, svuota il contenitore della pressa, poi ricomincia a tamburellare. E' un'artista.

LA CIURMA DEL CAPITAN SEILA

Saltate sulla barca miei valorosi, la tempesta ci coglie or ora! Soffia vento, piovi o cielo quanto vuoi, ti sfido! Forza ciurma, facciamo danzare questa bella! Marinaio! Corri a poppa, lega quelle corde, e tu! Tu!!! Ammaina le vele, veloce!
Stiamo sfidando la tempesta gente, grinta, energia!...
...
"What tha fuck are you doing up there? Check if there is more room in the press man!"
"Right right..."

RIBS

Lot's of ribs yesterday, for dinner. Thirteen hours and just before the last one we ate ribs. BBQ ribs, from George. Great dude. Great!
So, there were a lots of ribs, take away from somewhere around the winery, I really have no idea, but they tasted pretty good, especially with the sauce over 'em. Well, lots of ribs have been left so we stock 'em in the fridge, a massive one you know, to have 'em for smooko, aka middle morning breakfast.
Well, I was driving the forklift, getting ready the bins for the dig of the T9, and the boss came to me, with the mounth completly dirty by ribs' sauce and tells me, no more ribs man, they are gone!
I had three awesome ribs for lunch, and he really is a funny man, and a real great dude! Makes me happy! Lots of fun!

LA TAZZA DEL CAFFE'

La mia tazza del caffè ha ospitato praticamente solo caffè, ogni giorno, da quando l'ho comprata. Ottima termos, strafiga.
Ora però la plastica si è impregnata dell'odore del caffè e non ci posso bere nient'altro che quello, se no prende l'odore.
Va beh, pazienza, tanto non è che bevo altro in azienda...

martedì 27 ottobre 2009

NOSTALGIA

Ho nostalgia di casa.
Delle persone soprattutto.
Compagni di pratica, amici, famiglia.
C'è una reazione nella mente inconscia, gli psicologi dicono, che cerca di fugare la sofferenza, che cancella i brutti ricordi, che distrorce gli eventi modificandoli per attenuare questo stato interno triste o quel che sia.

Talvolta mi dimentico di eventi passati, di qualche sofferenza che mi ha temprato e che mi avvicinò ad essere un Uomo.
Ma non è di questo che voglio parlare.
La nostalgia che ho di voi mi percuote il cuore dalla valvola tricuspide ai ventricoli fino alla valvola mitrale.
Fakkennhei!
E noto che tendo a dirmi: "che cavolo vai pensando, cosa potresti mai di meglio fare a casa tua che non qui? Ricrediti, quelle persone di cui hai nostalgia non contano poi così tanto per te, anzi, talvolta ti stanno perfino sulle balle".

E' una vocina bastarda che dice delle cazzate.
Scusate il linguaggio scurrile, ma in questo caso ci sta, spiega bene la situazione.
Quindi vi porto nel cuore miei cari amici porcelli, dentro nell'aorta e nella punta del cuore, un centimetro all'interno dell'emiclaveare, così vi sento vicini e mi lascio addormentare beato ma con una lacrima che mi riga il viso.

domenica 25 ottobre 2009

AD OCCHI CHIUSI

.
.
.
Sampai e poi mi affido
al mantra, mi sciaquo
e poi silenzio, ritorno
presente a me stesso
una freccia al centro.

Recupero l'equilibrio
con le mani che vibrano
divento energia fuoco
fuso di prana, presenza
e potere su me stesso.

Non vedo il mio volto
solo perchè qui dentro
non c'è uno specchio,
affilato mi tempro
guerriero pescatore.

Seduto in riva al mare
di me stesso getto
la lenza e sorrido,
amo pescare paziente
presente nel gesto.
.
.
.

sabato 24 ottobre 2009

VIVERE LA VITA OGNI GIORNO

Vivere la vita ogni giorno.
Ogni istante.
Ogni momento.

Cosa vorrà mai dire?
Banale!
Pensiero già detto da altri.

Banale però se non ci si pensa.
Banale se ci si ferma alle parole, lette veloci veloci, come da un libro da cui si pretende che con giri immensi pensi al posto nostro.

Vivere la vita significa amarla.
Perchè vivere la vita vuol dire immergersi nel suo tempo e starle vicini.

Vicini alla vita...
...di cosa sta parlando questo cretidiota?

Vicini alla vita vuol dire sentirla scorrere e gustarla come un bel pranzo.
Vuol essenzialmente dire che si è felici di vivere ogni giorno che passa e che si brama e si gode il minuto di vita come l'unico sorso di un vino eccezionale a noi concesso.
In sostanza non si è più incazzati per nulla, non si è più agitati per le sciocchezze e si ride di più, le aspettative svaniscono e si prende con gioia quello che la vita ci offre, perchè non è mai scontato ed è sempre un regalo. La vita cambia e diventa un unico lunghissimo e divertentissimo sabato sera, una sorpresa continua, un uovo di pasqua da scartare.

venerdì 23 ottobre 2009

COSE CHE ACCADONO

Cose che accadono.
E se fossero le uniche...
...saremmo fortunati!

I piatti lavati col sapone e non risciaquati non sono lavati.

Beh, ho spalato dieci tonnellate di vinaccia fermentata da solo fuori da un tank e mi sono comparse piaghe sui palmi delle mani che ora mi sento Cristo e tutto gasato.

Meezy qui, o come lo conoscete voi, Il Giacomo, si è beccato l'etichetta combinaguai dal primo giorno che ha sfasciato il muro della cantina col muletto.
Poi ho aggiunto del tannino nel tank sbagliato, ho rotto una tazza da colazione, un termometro, un bicchiere a casa, mezzosfasciato il poggiamano della porta d'ingresso, lasciato più volte la macchinetta del caffè accesa al lavoro e trovato altrettante la crosta nera di caffè bruciato sul fondo la mattina seguente, spaccata a metà una giara di plastica che serviva per le aggiunte, perse le guide che servivano per tenere in sesto il diraspatore.

Poi, quando tutti mi hanno preso in simpatia, ho inventato un metodo per sbloccare la pompa centrifuga nei rimontaggi. Perchè non si una una pompa centrifuga per i rimontaggi, perchè pompa liquidi e non roba densa come vinacce o raspi, si blocca. Ed io cosa ho inventato? Beh, invece di aprire la pompa e pulirla faccio scorrere con la differenza di pressione tra la cima del tank e il pavimento il vino nel senso contrario che sblocca il tappo nella pompa e raccolgo un secchio di mosto, poi chiudo la valvola riattacco il tubo al serbatoio e pompo.

E' andata più o meno così:
Sento la pompa che va, è una centrifuga potente potente, che va a velocità 7 su dieci, che vuol dire un getto peggio di un idrante, ma è bloccata e il vino non esce. Che faccio? Io ne so una più del diavolo, ascolta l'italiano dalle belle idee!
Stoppa la pompa, stacca il tubo fai il giochetto esce il tappo riattacca e con un sorriso gli dico a quello che faceva i rimontaggi, visto, ora funziona a meraviglia, guarda! E premo start.

Sento un colpo forte e poi la cantina si tinge di rosso. Stoppo la pompa e mi guardo in giro. Rosso e vinacce ovunque, su tutti i tank, su entrambi i muri laterali della cantina, su quasi tutti i fermentini, per terra, sulla passerella...
Un disastro.
Il tubo di merda in cima al tank era fissato solo che la botta di pressione lo ha fatto piegare su se stesso ed uscire dalla cisterna e come un idrante per un secondo circa ha tinto la cantina.

Oggi mi sono tirato su invece, Brett ha fatto cadere due cassoni di uva vendemmiata a macchina in mezzo allo spiazzale e sempre col muletto ha sfasciato delle barrique. Però il combinadanni sono sempre io ormai.

La nuova tinta della cantina mi è costata dodici bottiglie di birra.
Mi è andata di lusso.
E poi, in tre a pulire ci abbiamo messo poco, ed i muri si potevano lavare...
...fino ad una certa altezza...
...però qualche macchiolina è rimasta...

Ah non vi ho detto l'ultima invece. So che non ve ne frega un granchè di enologia ma abbiamo un serbatoio che ha fermentato in due giorni 13 gradi alcool senza problemi, anzi, è profumato che mi fa impazzire.
E' un eccezione più unica che rara, un miracolo dell'enologia.
Siccome l'ho inoculato io coi lieviti mi sento un poco come suo padre e comincio a volergli bene. Ogni giorno me lo annuso per bene. Mi spiace solo non poterlo bere da grande. Forse riesco ad organizzare una spedizione...

...sempre che l'italiano non ne combini ancora...

giovedì 22 ottobre 2009

IL MANGIATORE GOLOSO

Generalmente il mangiatore è quasi sazio con gli antipasti. Perchè spesso sono ottimi, ostriche, formaggi, mitili vari insomma, gamberetti in tutte le salse, roba golosa, tanta varietà di cibo e molto curato, piccole dosi. Il mangiatore ama mangiare poco e di tutto ma complessivamente in grandi quantità. Tipo centinaia di bocconcini diversi che ne esce stravolto.
Il mangiatore si appresta al primo che già sente il vino scorrere nelle vene, la testa che diventa allegra, quasi in estasi per ciò che gli aspetta ed un po' di preoccupazioni per dove mettere il cibo. Sa che deve inventarsi delle strategie.
Però comincia senza ritegno, dopo gli antipasti e bis e tris e quadris dei più succulenti passa ai primi e si strafoga che non ci sta più nulla. La fame è stata completamente placata ma la gola richiede altro cibo. Ancora. Voglio assaggiare ancora di questi cibi così buoni. E' così che si ricorda di qualche amico, di qualche rivista enogastronomica che menziona ai poteri del vino, specie di quello buono (guarda caso capita a proposito) digestivi. E così comincia a bere finchè, pensa lui, che digerisce un poco e si fa spazio al secondo. E così comincia a mangiare il secondo con una pancia decisamente gonfia.
Generalmente è il momento in cui comincia a sudare un pochino, ad arrossarsi sulle guance, a ridere forte a qualche battuta stupida dei commensali. Il dolce è ciò che gli da la botta finale, dopo il dessert non riuscirà, se non con grandi sforzi, ad alzarsi dal tavolo. Il senso di sazietà raggiunge livelli che lo stomaco gli duole e sa che ha raggiunto un livello di capienza che non ha mai raggiunto prima. Il mangiatore supera se stesso ogni volta, ogni volta eccede il limite che aveva raggiunto la volta precedente e che si era proposto di non raggiungere più. E' allora che comincia forse un poco a preoccuparsi, sa che gli aspetta un lavoro immane per non trovarsi a breve a rimettere. Sogna i tempi dei romani e delle bolge che facevano, sogna di non aver bevuto così tanto che ora gli gira la testa forse troppo, sogna quando si alzerà il giorno dopo che starà finalmente bene e totalmente rigenerato, leggero, comodo, senza questo sasso nello stomaco. Però in cuor suo sa che è già pronto per la prossima.

domenica 18 ottobre 2009

LA BELLEZZA PUO' RENDERE SCHIAVI

La bellezza fisica tende a rendere schiavi uomini e donne della loro immagine privandoli della sincera e spontanea capacità di avere relazioni interpersonali.
Il primo tipo di schiavitù la chiamerei schiavitù obbligata ed in un certo senso consapevole.
E' un po' come se la bellezza diventasse un qualcosa da proteggere, qualcosa di raro e prezioso che è invidiato e bramato da chi osserva, è come se per difendere questo valore fosse necessario estraniarsi dalle persone, rimanere sempre un po' distanti e freddi, come se questo atteggiamento schivo, che può apparire come arrogante e superbo, fosse l'unica e necessaria arma per vivere con serenità, una specie di risposta costante negativa a tutti coloro che vorrebbero cominciare un ipotetico corteggiamento, una frase implicita che arriva a tutti della serie "lasciami in pace che non sono interessato".
Il secondo tipo di schiavitù invece la reputo più dannosa, perchè è una schiavitù scelta ma in modo inconsapevole. E' propria di coloro che si immergono a tal punto nella loro immagine da decidere di sfruttarla per raggiungere determinati fini o che usano la loro bellezza per giocare con i sentimenti delle persone al solo scopo di sentirsi gratificati del fatto che gli altri li ammirino. Schiavi della necessità di dover constatare il proprio bell'aspetto nella reazione della gente e schiavi della paura di perdere la loro bellezza e con lei il suo potere di affascinare le persone.
La bellezza genera paura di essere perduta, timore di essere violata, necessità di essere protetta e desiderio di potere sulle altre persone. Tutte queste cose sono delle catene che legano i piedi e che rendono schiavi, che allontanano da un vivere libero e spensierato. Chi è bello ha un bel daffare per vivere da uomo libero.

Voi come vi sentite?
Vi sentite belli o brutti?

SURFING ON THE WEST COAST

Ci incontriamo su di un'onda.
Non importa se l'acqua è fredda, tanto l'oceano è sempre freddo. In dieci anni solo una volta si son viste persone stare in acqua per più di una mezzoretta. E' fine ottobre, le giornate si stanno raffreddando e l'acqua è sui 55 fahrenheit, è perfetta per il surf, no ho detto una cazzata, meglio forse dire che è usuale per il surf, od ancora meglio che è strafottutamente fredda come sempre per chi vuole belle onde. Come sono le vostre di onde invece?

America, paese dalle mille stravaganze, dai locali che ti chiedono un documento per servirti da bere alle commesse al supermercato, che sempre ti chiedono un documento per lasciarti andare via con una bottiglia di birra.

Eccoci, perchè hai scelto la mia stessa onda? Chi sei? Sono in ginocchio sulla mia tavola e viaggio con l'onda, ecco, ora mi sta sommergendo, ecco, ora sono nel tunnel. Sono in mezzo all'onda che scorre verso la spiaggia.

La costa ovest è buona per fare del buon surf. Ma in Seaside le persone sono un poco gelose delle loro onde, c'è del "localism" dicono. C'è chi finisce di lavorare e si lancia in spiaggia, che è deserta e fredda, si mette la muta e si lancia in acqua, che è ancora più fredda, sfidando onde di due metri.

Fare surf non è uno sport. E' una sfida all'oceano, è amarlo ed aspettare un suo regalo, che è l'onda giusta da cavalcare. Scegliere l'onda non è cosa da poco, è, anzi, quasi tutto. E' come il giocatore di calcio che decide dove tirare in porta per sorprendere il portiere, come lo scalatore che decide la via, come il ciclista che decide quando dare il cambio al compagno, come il pescatore che decide il luogo preciso dove andare a pescare. E' sostanziale. E talvolta occorre pazienza.

America, paese del "tipping". Dove si usa dare la mancia pressochè ovunque e d'obbligo quasi, una regola d'onore da tutti rispettata, nel bar e nei ristoranti, dove si omaggia dal 15 al 20% del totale della cena o del da bere che si prende.

Poi l'oceano è indecifrabile, è potente, è una forza e non si sa mai cosa può riservare, perchè ogni onda è diversa dall'altra e sempre la tua vita è un po' a rischio. La stagione migliore è quella delle tempeste un poco al largo e generalmente cade o in autunno o in inverno. E si va a fare surf anche in inverno certo, ci si mette la muta e via. Ma i tosti non mettono quella integrale, i piedi le mani e la testa sono scoperti nell'acqua gelida, 8-10 gradi. Poi ci si mette mezz'ora o più a riprendere la circolazione quando si esce dall'oceno, però anche se è l'acqua è fredda... insomma vuoi mettere come ci si sente più liberi avvolti dall'oceano?

America, paese della safety, tutto sicuro. Tutte le strade con tutte le segnaletiche stradali, strisce a centro carreggiata e laterali, le canalette che ti fanno vibrare la macchina se ci vai sopra. Safety, safety, safety. Almeno, si cerca.

E si fanno gli incontri con gli altri surfer proprio sulle creste delle onde.
Scegliere la stessa onda è qualcosa in più di avere gli stessi gusti, è come trovarsi immersi nell'estasi di un paesaggio sublime sulla cima più aguzza ed impervia delle nostre montagne e capirsi all'istante, amiamo la stessa cosa.
E' vicinanza, ed è subito amicizia.

America, paese oggi della doppia segnaletica che sempre più spesso è sostituita in doppia lingua da spagnolo ed inglese.

Non so come vi suona a voi questa cosa del trovarsi assieme sulle creste delle onde, a me tocca nel profondo. Cioè, un amore per il mare completamente diverso, sfidare onde di due tre metri, cercare i "barrels", quando l'onda ti spinge e ti sommerge dall'altra parte facendo un tunnel d'acqua immenso e potente, amare l'acqua per la sua forza e non per la sua quiete, come si usa nelle spiagge d'Italia e forse di tutto il mondo.
E' come amare una rosa non per la sua forma e per il suo colore ma per il suo profumo.
Insomma, mi capite?
E' come amare un' altra caratteristica della stessa cosa. E' affascinante.
Amare la potenza dell'acqua.
E' come sfidare una cascata, cavalcarla ed uscirne indenni.
Incontrare un altro surfer sulla stessa onda è come dire, abbiamo scelto entrambi di rischiare un poco per questa bellezza, abbiamo gli stessi gusti ed ora siamo in ballo, tu ed io, sulla cresta di quest'onda che potrebbe travolgerci da un momento all'altro, siamo in ballo nell'oceano, siamo sul suo palmo aspettando di vedere cosa il vento e l'acqua ci regalano, perchè aspettiamo entrambi un tunnel.

America, dove i surfer si incontrano sulle creste delle onde, fanno amicizia e si trovano a bere una birra al bar subito dopo.

sabato 17 ottobre 2009

ESSERE UOMO

Era da una vita che mi inerpicavo cercando di mostrarmi per l'uomo che non sono, cercando di celare agli altri il bambino che giace dentro di me, quella parte piu' indifesa e segreta, piu' nuda e vulnerabile, piu' spontanea ed innocente. Poi ho infine capito che era impossibile ed ho gettato la spugna cominciando a mostrarmi per il bambino che sono, mostrando la faccia agli schiaffi ed il cuore al mondo ed ecco, proprio in quel momento, mi sono sentito un uomo.

Un mio amico tempo fa mi chiese: "Tu come ti senti? Ancora ragazzo o uomo?"

C'è una differenza sostanziale tra diventare uomini di fatto, o solo con l'età. Più mi addentro in questo mondo, più scopro castelli di carte e mondi che girano al rovescio, incontro uomini ancora bambini, e bambini uomini.


L'essere uomini me lo figuro anche come la totale scomparsa della paura del vivere. Forse apparirà strano come concetto, perchè nessuno pone mai in questione di aver paura del vivere. Tuttavia aver paura di quello che può accadere in futuro, di qualsiasi cosa che potrebbe accadere, che sia una sciochezza, un esame universitario, una gara sportiva, un trovarsi in un posto completamente sconosciuto e lontano da casa, o qualcosa più importante, come una grave malattia, non è forse sempre paura del vivere?
L'uomo me lo figuro come colui che ha sconfitto la paura ed accetta il suo destino, la sua vita e gli eventi che accadono qualsiasi essi siano cercando di vivere e di cogliere il massimo qualunque sia la situazione.

Il bambino ancora si arrabbia invece, non accetta, si irrita, si incazza, si adombra o s'indispettisce, vuole plasmare lo scorrere degli eventi come desidera, vuole cambiare il mondo prima che se stesso, anzi, vuole cambiare il mondo e MAI se stesso.

mercoledì 14 ottobre 2009

UNA MAREA DI FOTO MISTE


Portland 2009, streets.


Portland 2009, old bitch.



Portland 2009, streets.




Portland 2009, houses.




Portland 2009, Greek's fest.



Portland 2009, Downtown.



Portland 2009, Downtown.



Portland 2009, downtown.



Portland 2009, downtown.



Portland 2009, downtown.


Oregon, King's ridge, pumping over details.

Pump, King's Ridge.



Oregon, King's Ridge 2009, Pumping over with Oxigen, details.


Crushing Pad, Oregon, King's Ridge 2009.


Oregon, King's Ridge 2009, hoses, details.


Skatepark, Oregon 2009

Skatepark, Oregon 2009

Oregon, King's Ridge 2009, Microfermentation.



Oregon, King's Ridge 2009, Crushing



Oregon, King's Ridge 2009, Microfermentation.


Oregon, King's Ridge 2009, microfermentation.


Oregon, King's Ridge 2009, Cellar.


Oregon, King's Ridge 2009, Cellar, Sorting table.



Oregon, King's Ridge 2009, ago della pressione della pressa. Mitico!


Oregon, King's Ridge 2009, grappolo di Pinot Grigio modificato!


SuperCatan per l'addio di Giulio, marzo 2009.

Cicatrice, Canada 2008.


Pumping over, mano con vino, Canada 2008.




Sugar addition, Canada 2008

Prodezze. Canada 2008.


Sugar Addition, Canada 2008.


Canada 2008, streets.

SHAKER DI PENSIERI

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.
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Soffice come.
Delirio? Arrangiati.
Della sinusoide
l'astro sta lassù
e da qui danze,
poi sudore, lavora
e canta, vivi dannazione
e non rompere.

Canta più forte
non ti sento.
Marasma.
Carezze come.
E poi...
chissà, forse
ci sarà un sogno
una pausa dalla vita
come la pausa caffè.

Scendo da qui,
e mi trovo.
Il riposo è finito
ed ora cominciano
quei quindici minuti
di vita.

Trasforma.
Rivoluzione bandiere
guerra e cannoni.
Chi?
Perchè?
Un lampo di luce
un motivo una risposta
poi vuoto...
devo riempire.
Prendo un secchio
e cerco:
ha importanza cosa?

...forse e vivo nel dubbio,
mezzo ieri e mezzo domani
divisi uniti da un punto.
Ed oggi mi muovo
verso il punto.
Punto.

Poi musica...
e tutto sfuma di nuovo.
.
.
.

lunedì 12 ottobre 2009

NEL CIELO DI QUESTO MONDO

.
.
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Sono una nuvola in questo mondo
di occhi socchiusi e di respiri,
nello spazio tra una memoria
ed una lacrima, l'attimo che non c'è più.

Il mondo scorre sotto di me
così i miei anni che non m'accorgo,
con il vento che tutto passa e và
in un ciel che resta...
...luce,
sereno.
.
.
.

THE LAST BIN AND THE LAST DRAIN

L'ultimo bidone cos'è?
E' la fine del ciclo di pulizia.
Alla fine della pulizia deve esserci un ultimo tombino, un bidone, un posto dove mettere la spazzatura. Sembra incredibile ma è difficilissimo pulire un posto, una cantina ad esempio, dopo che ti dicono che prima di lasciare il lavoro anche i tombini devono essere svuotati e puliti. Perchè i tombini in una cantina hanno una specie di griglia che trattiene la spazzatura, che non deve finire nei canali di scolo. Sembra ovvio ma non è, ed è giusto così. Beh, tornando a noi, dove pulisci la griglia dei tombini, con l'acqua, se comunque l'acqua che usi finisce nei tombini? Insomma, puoi raccogliere tutto, ma un ultimo tombino dove finirà l'acqua che ha pulito l'ultima griglia deve esserci.
Insomma, ci manca l'ultimo bidone per la spazzatura.
...abbiamo risolto concludendo il ciclo come fa madre natura...
L'ultimo bidone lo sciaquiamo nell'aiuola dei fiori...
...finchè non ci scoprono...
E' un po' come accade spesso con i nostri difetti, cerchiamo di migliorarci ma c'è sempre qualcosa che dopo ogni volta che facciamo piazza pulita rimane, un piccolo rimasuglio che ci "marca" e che tentiamo di nasconderlo con tutta l'astuzia, ma non disponiamo di aiuole dei fiori noi, solo di un corpo che esterna tutta la schifezza che ha dentro od ingloba e trattiene quasi per sempre.
Se ci pensate un esempio potrebbero essere anche le sigarette, puoi smettere di fumare, ti ripulisci, ti sbianchi i denti, non puzzi più di fumo, ma un po' di residui nei polmoni rimarranno sempre o molto a lungo, e se ne andranno molto più lentamente di un paio di chili di bucce fermentate schifose e putrescenti in un'aiuola.

domenica 11 ottobre 2009

UNA MANCIATA DI SENSAZIONI

Niente riposo questa settimana, si tira dritto, speriamo bene nel prossimo week end...

Se vi capita non mescolate mai metabisolfito di potassio con acido tartarico in acqua bollente. Rilascia pungente ed irritante e tossico e pericolosissimo gas solforico che è tremendo, non ve lo auguro. Penso che non prenderò un raffreddore per almeno un mese, ho sterilizzato completamente tutta la schifezza che avevo dentro tra le mucose e ora respiro a meraviglia, mai avuto il naso così pulito. Però non lo rifaccio, la prossima volta vado di rinazina.

Qui comunque si usano parecchi gas, argon all'imbottigliamento, azoto per gorgogliare il vino o per mescolare, strippare altri gas, ossigeno per le fermentazioni, anidride carbonica sotto forma di ghiaccio secco per refrigerare e per prevenire le ossidazioni, ozono per ossidare invece e pulire i serbatoi, per l'ultima sterilizzata finale...
Insomma, tanti gas.

E' bellissimo vedere come l'anidride carbonica sotto forma di gas appena formato formi una condensa tipo di nebbia densa che si muove come una specie di liquido, ma è aria, e la cosa fa un effetto particolarissimo.

Cambio argomento di netto.
Mio padre mi disse una volta: non avere paura di ciò che non è reale, che non sai con certezza se accadrà o meno. Queste parole mi hanno aiutato molte volte e non solo me, si merita una Grazie pubblicamente.

Ho scambiato due parole con la tipa che fa yoga invece. Fa ridere perchè mi sono emozionato come un bimbo. Molti forse non mi capiranno ma ho percepito la Differenza ed un contatto a livello sottile come poche volte mi è capitato. Questa signora ha donato un rene al suo compagno per permettergli di vivere e per vivere ancora degli anni insieme a lui. Ha due occhi del colore dei zaffiri e sembra che ti leggano l'anima quando ti guardano. Sto macchinando curiosità su chi fosse in realtà...

venerdì 9 ottobre 2009

UNA COINCIDENZA ILLUMINANTE

Insomma, oggi sveglia alle 6 e un quarto, alle 7 e mezza siamo in cantina. ( e ci va meglio di ieri che abbiamo cominciato alle 7...) Beh, monta come al solito il nastro per fare la selezione delle uve, metterò le foto nei prossimi giorni o a breve comunque. Beh, fanno fermentazioni separate in bins da 15 quintali, ed è una piaga perchè stiamo riempiendo la cantina con questi bidoncini e fra un po' non ci stiamo più a lavorare!!

Va beh, dicevo, oggi si vendemmiano le uve che verranno seguite principalmente da questa signora, che è anche enologa e che si occupa da noi solo della vinificazione di 180 quintali divisi in 15 16 bidoncini circa. E' la terza che vediamo in cantina che si fa processare le uve nei suoi bins da noi e che fa le "meso"vinificazioni (così mi verrebbe da chiamarle)...
Beh, ognuno di questi quando si monta il tavolo per selezionare le uve viene con i suoi "selezionatori", che di solito sono anziani che se ne stanno in piedi vicino a questo tavolo per una manciata di ore a guardare le uve, visto che sono bellissime e sanissime e che, secondo me, non occorrerebbe passare al tavolo di selezione. Comunque, oggi questa signora arriva con tre persone giovani, strano ma vero, e per giovani intendo sotto i cinquanta. Beh, uno di questi, direi sulla quarantina, è la fotocopia del mio amico Giulio. Un Giulio da vecchio, stessa barba, stessi capelli, lineamenti del viso similissimi, portamento simile...
Alchè, vedendo il portamento suo e della sua compagna, che era decisamente eretto e dignitoso, ho ipotizzato che facessero yoga...
E...
Ho chiesto loro e fanno yoga perbacco!
Super coincidenza!
Lei tipo da 10 anni e lui tipo da due, ma avevano un modo di fare diverso dalle altre persone che ho incontrato da quando sono qui, e mi hanno colpito.
Insomma, proprio ieri mi sono lamentato che la strada della ricerca è una strada di solitudine, ed oggi mi piombano nella mia vita, dall'altra parte del globo, in cantina proprio dove lavoro, due che stanno calcando, più che probabilmente, lo stesso mio cammino. E' stata come una risposta del destino, mi sono caricato alla grande, ed ho cominciato a lavorare prestando più attenzione alla mia postura in generale.

Sothis mi ha parlato?

martedì 6 ottobre 2009

OGGI A CASA PRESTO DAL LAVORO

Dunque, arrivo a casa dopo lavoro, mi guardo la posta poi i ragazzi, verso le cinque e mezza vanno al bar, Chris aveva un appuntamento sta sera con una barista, zeppa di tatuaggi (Portland è la città dei tatuaggi, non ve l'ho detto, ma c'è un sacco di gente con tatuaggi ovunque, bar che ti offrono da bere se gli mostri il tatuaggio, concorsi di chi ha il tatuaggio più fico... eccetera) ritornando a noi, c'è sta barista, zeppa di tatuaggi, piuttosto carina, con cui Chris ha questo mezzo appuntamento. Insomma, non si cambia dal lavoro e parte lui e Brett per un paio di birre prima di cena, poi sarebbero tornati, Chris si sarebbe cambiato ed uscito con questa signorina. Intanto io sono andato a farmi una corsa, ho cucinato , ho mangiato, e poi alle 10 e mezza si sono presentati stra ubriachi, Chris ha aperto il frigo ha tirato fuori un pollo già grigliato da giovedì scorso, ed ha cominciato a mangiarlo freddo. Brett ha cominciato a mangiare spaghetti crudi tirandoli fuori dalla scatola. Poi si sono tirati del cibo in casa e c'era pollo ovunque. Grasse risate, grasse e pollose risate amici!!!
Ora stanno friggendo delle cipolle, scappo che devo controllarli prima che combinino danni irreparabili...

TRUE EMPTY FAKE

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Purple bubbles of illusory vacuum
merry whirl in the clear,
void that is empty, pregnant
lack of meaning and emptiness
and items that arise from a black sun.

About the black I will talk a little,
picture that cross me and recalls
the charioteer and winged chariot,
the sword to me is heavy in this
struggle, in the muscle the gangrene.
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domenica 4 ottobre 2009

VENA MELANCONICA

Sono dubbioso sull'amore di coppia.
Sono dubbioso se io sappia ancora amare, o se ne ho ancora voglia.

Fuck.

Ho come perso la voglia di avvicinarmi e di amare appassionatamente di nuovo.

Forse ho capito che si può stare bene anche da soli, o forse ho capito che bisogna alzare delle barriere per non soffrire più. Proprio come la maggior parte degli adulti di solito vivono, nella paura della sofferenza, induriti e pieni di barriere, col cuore nascosto, quasi irraggiungibile.
Non voglio avere io il cuore nascosto.
Però è difficile e fa male.
Mi spaventa, però è la via che ho deciso.

A volte scappo, a volte agisco senza desiderio vero.

Mi ero fatto un tatuaggio per farmi coraggio a non indurirmi.
Fu un'ottima terza forza.
Non so se funziona ancora però...temo di no.
E quando uno ha paura è perchè sa che...
Però invece...
Strumenti...
Non so, vivo nel dubbio.

Arriverà?
Arriverà un giorno?
Ed io la aspetto?
La devo cercare?
Che è?
Sono stanco.
Ho voglia di altro, di pace.
Via questa angoscia.
Socchiudo gli occhi, inspiro espiro tre volte profondamente, e poi li riapro, sono un altro uomo, con una vena melanconica di ha appena smesso di piangere.

sabato 3 ottobre 2009

IL MIRACOLO DELL'ESISTENZA

Ognuno al lavoro e nella vita in genere, quando è impegnato in qualcosa di ostico, tira fuori una faccia contratta, ed io ne sono il campione. Tuttavia mi accorgo di come la faccia tenda a contrarsi in modo automatico nello sforzo fisico lavorando, e mi chiedo chi ne sia consapevole...
...io no, però ci provo.

Si parlava delle differenze tra le lingue, e mi ha stupito come Chris fosse a sua volta stupito che le vocali tra italiano ed inglese sono totalmente diverse. In effetti la A è EI, la E è I, la I è AI...beh, voi sapete, insomma, un bel casino.
Comunque per noi è una cosa scontata e risaputa, ma in realtà è affascinante.
E' tutto un altro modo di pensare e dare nomi agli oggetti, ed esprimersi in modo diverso. Nel senso, le espressioni, anche quelle diciamo popolari, quelle volgari, quelle espressioni particolari che si dicono in certi momenti particolari, le hanno anche loro, e descrivono la medesima situazione, che è percepita allo stesso modo solo che si usano diverse parole o diverse sequenze, frasi, modi di descriverla: è una cosa affascinante.

Come un mio amico ha scritto, e che condivido, dobbiamo ritornare a stupirci per il vivere, perchè nulla è scontato e tutto è ancora da scoprire, occorre guardare il mondo però con occhi diversi. L'esistenza stessa è il più grande mistero del mondo ed il miracolo più incredibile, basta solo rendersi conto di questo per cominciare a vivere sotto tutta un'altra prospettiva.
Mi permetto di citare il suo scritto che vi rende meglio l'idea:

La natura del miracolo è nascosta ai nostri occhi dai nostri occhi. L'esistente è un eterno miracolo che abbiamo imparato a disconoscere. Ci siamo abituati ai miracoli al punto da non essere capaci di riconoscerli come tali, quando essi si manifestano. Il percorso è il tentativo di aprire gli occhi una seconda volta e vedere l'esistente nella giusta ottica e quindi è la possibilità di attuare il miracolo interiore, quello cioè di affinare la propria percezione al punto da poter vedere davvero.

Non è che sia una cosa tanto astratta, questa, fumosa e priva di senso pratico. Ma forse così potrebbe apparire, dato che ad occhi chiusi tutto appare strano, perfino la possibilità di aprire gli occhi. Io non so di quale prova abbia bisogno l'uomo moderno per iniziare a farsi il culo, probabilmente Platone non gli basta, forse non gli basta nemmeno Laozi, prova diffidenza per un Cristo un po' datato (ma quello era figlio di Dio! ... diranno a 'mo di scusa), Seneca in latino non lo legge e su e su, fino ai giorni nostri, senza trovare qualcuno che gli faccia alzare le chiappe e che gli sembri degno di fiducia. Però però...con un fiammifero si innescano grandi incendi, anche incendi d'amore.

venerdì 2 ottobre 2009

VIVERE OGNI GIORNO

C'è una frase che sempre mi ha colpito e che ora vi riporto con mie parole:
Come viviamo ogni giorno è come viviamo la nostra vita.

C'è molto da riflettere...