domenica 24 maggio 2009

L'ARCOBALENO DI PRANA

Il ritmo stava crescendo e la gente se ne accorgeva.
Lentamente si erano alzati e cominciavano a muoversi sopra quelle musiche via via sempre più travolgenti. Poi estasi, follia. Salti, urla, corse e danze, sorrisi e piena corrente di battiti cardiaci che pulsavano frenetici, gocce di sudore e menti libere, spazzate completamente dall'intensità di vita di quel momento. Non più inibizione, non più identificazione, non più persone ma spiriti liberi avvolti dalla musica, serenità assoluta, gioia d'un esplosione di nova dentro nel petto.
Alla fine rimasero in tre, a danzare nel cerchio di fuoco.
Le piccole lampade ad olio bruciavano scintille nel buio, erano più di una ventina che incandescenti abbracciavano una fiamma danzante della dimensione di un pugno. Disposte a cerchio contornavano il luogo perfetto dove l'energia viveva una forma a se stante, in attesa di essere conquistata ed ardere di felicità le anime sotto un cielo tinto di stelle che sembrava infinito.
L'erba leggermente bagnata dall'umidità della notte baciava i piedi, la musica aveva poi trovato una corrente egiziana di tamburi flauti e chitarre piacevole quanto evocativa, si assisteva al matrimonio tra l'insieme degli oggetti che dipingevano il frangente di quella realtà, tutti si sposavano assieme per coronare l'energia, che quasi densa avviluppava i corpi dei danzatori, ne avvolgeva le mani e si lasciava trasportare dai movimenti d'acqua di una strana danza sufi.
L'arcobaleno di prana nasceva in una notte di stelle.
Le anime di tutti rimasero profondamente colpite.

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