Il mio Zep Tepi.
Forse era destino.
Ma tanto non ci ho mai creduto al destino, a chi la racconto?
Cominciai anni fa, a scrivere delle pagine, a ritirarmi in camera ogni tanto e scrivere ciò che mi passava per la testa. Poi scrivevo delle lettere, talvolta a destinatari ignoti, altre volte a persone vere, che ricevevano la missiva di turno.
Scrivevo delle mie emozioni, non sapendo nemmeno perchè lo facevo.
Poi sono successe un sacco di cose.
Ho conosciuto tanta gente.
Ho continuato a scrivere per conto mio, ma sono sempre stato una frana a mettere nero su bianco.
Sentivo di voler scoprire il mondo, di vedere i fili del burattinaio che fa muovere la vita.
Mi piaceva ricercare le cose più in profondità, capire il comportamento dell'uomo, le emozioni.
Volevo anche le risposte alle domande della vita, quelle che vengono a tutti e che non hanno mai risposta, perchè si viene al mondo, cosa significa la vita, quale è il senso di tutto ciò...
Non trovavo mai le risposte.
Nemmeno ora le ho trovate.
Però non ho smesso di farmele, e secondo me è importante persistere.
Non sono temi leggeri, ho sempre sentito fondamentale arrivare a delle risposte, o continuare a porsi le domande, perchè talvolta basta porsi le domande per capire che il modo in cui si vive non porta sicuramente da nessuna parte se non alla morte.
Ho fatto un viaggio in Brasile molto interessante, nella parte povera, vivendo con dei contadini.
Cominciava la mia anima a prepararsi.
Poi ho incontrato lei.
Ci siamo lasciati dopo sei anni e mezzo. Sono stati anni molto belli.
Mi ha dato tantissimo e per questo gliene sono grato.
Ho dovuto però reimparare a stare da solo.
Non è stato facile, ma ho fatto dei piccoli passi.
Ho incotrato anche un tipo molto singolare, un neoappassionato di scacchi che tentava disperatamente di battermi.
Lui ha risvegliato più forte di prima la mia voglia di trovare risposte a quelle domande, ho aperto il blog e ho cominciato a cercare una via mia singolare, penso, di fare ricerca interiore. Scrivevo riflessioni e un po' di tutto. Cominciavo lentamente a fare dei piccoli passi.
Il mio zep tepi, il mio primo tempo, il tempo che mi ha condotto alla scuola.
Ho cominciato grazie ai consigli di quel giocatore di scacchi giramondo una scuola di arti marziali e ricerca interiore e quello che sto imparando in questi mesi mi sta cambiando la vita.
Nella ricerca è essenziale una guida, un maestro.
Ed io ho trovato un Maestro.
Si fanno così dei passi molto più veloci e precisi verso quella meta indefinita dentro noi stessi che è lì che aspetta da sempre di essere raggiunta e scoperta.
Ho cominciato a praticare.
Praticare cosa?
Yoga, Zazen, Chi kung, kung fu.
Ho sempre pensato che le arti marziali fossero per i bulli del quartiere, quelli che si divertono a menare la gente. E ho sempre pensato che le filosofie orientali fossero distanti, e qui solo un riflesso distorto incanalato nella nostra corrente consumistica delle mode.
Ho dovuto ricredermi.
E' possibile trovare serietà, profondità, ed insegnamento vero di vita.
Ci sono sempre delle persone che fanno la differenza.
Ora che ho cominciato so che voglio muovere altri passi.
Sento che quel destino forse esiste davvero, forse mi dico, se la voglia di ricerca è vera c'è qualcosa, una forza, una mano invisibile che ti guida, che ti conduce alla soglia di quella porta che si vuole varcare.
Quale porta?
Non chiedetemelo, non lo so.
So però che sta dentro di me.
Oggi seguo il mio sentire interiore.
Ho capito che è importante seguire il proprio sentire.
Ed oggi mi sprona a trovare quelle risposte attraverso questo sentiero.
Oggi sono intriso di possibilità.
Non le banali possibilità, nel senso in cui si è abituati a intendere il termine.
Intendo invece Possibilità con la P maiuscola, quelle che ti si aprono davanti improvvise e che aiutano a capire la vita.
Forse era destino.
Ma tanto non ci ho mai creduto al destino, a chi la racconto?
Cominciai anni fa, a scrivere delle pagine, a ritirarmi in camera ogni tanto e scrivere ciò che mi passava per la testa. Poi scrivevo delle lettere, talvolta a destinatari ignoti, altre volte a persone vere, che ricevevano la missiva di turno.
Scrivevo delle mie emozioni, non sapendo nemmeno perchè lo facevo.
Poi sono successe un sacco di cose.
Ho conosciuto tanta gente.
Ho continuato a scrivere per conto mio, ma sono sempre stato una frana a mettere nero su bianco.
Sentivo di voler scoprire il mondo, di vedere i fili del burattinaio che fa muovere la vita.
Mi piaceva ricercare le cose più in profondità, capire il comportamento dell'uomo, le emozioni.
Volevo anche le risposte alle domande della vita, quelle che vengono a tutti e che non hanno mai risposta, perchè si viene al mondo, cosa significa la vita, quale è il senso di tutto ciò...
Non trovavo mai le risposte.
Nemmeno ora le ho trovate.
Però non ho smesso di farmele, e secondo me è importante persistere.
Non sono temi leggeri, ho sempre sentito fondamentale arrivare a delle risposte, o continuare a porsi le domande, perchè talvolta basta porsi le domande per capire che il modo in cui si vive non porta sicuramente da nessuna parte se non alla morte.
Ho fatto un viaggio in Brasile molto interessante, nella parte povera, vivendo con dei contadini.
Cominciava la mia anima a prepararsi.
Poi ho incontrato lei.
Ci siamo lasciati dopo sei anni e mezzo. Sono stati anni molto belli.
Mi ha dato tantissimo e per questo gliene sono grato.
Ho dovuto però reimparare a stare da solo.
Non è stato facile, ma ho fatto dei piccoli passi.
Ho incotrato anche un tipo molto singolare, un neoappassionato di scacchi che tentava disperatamente di battermi.
Lui ha risvegliato più forte di prima la mia voglia di trovare risposte a quelle domande, ho aperto il blog e ho cominciato a cercare una via mia singolare, penso, di fare ricerca interiore. Scrivevo riflessioni e un po' di tutto. Cominciavo lentamente a fare dei piccoli passi.
Il mio zep tepi, il mio primo tempo, il tempo che mi ha condotto alla scuola.
Ho cominciato grazie ai consigli di quel giocatore di scacchi giramondo una scuola di arti marziali e ricerca interiore e quello che sto imparando in questi mesi mi sta cambiando la vita.
Nella ricerca è essenziale una guida, un maestro.
Ed io ho trovato un Maestro.
Si fanno così dei passi molto più veloci e precisi verso quella meta indefinita dentro noi stessi che è lì che aspetta da sempre di essere raggiunta e scoperta.
Ho cominciato a praticare.
Praticare cosa?
Yoga, Zazen, Chi kung, kung fu.
Ho sempre pensato che le arti marziali fossero per i bulli del quartiere, quelli che si divertono a menare la gente. E ho sempre pensato che le filosofie orientali fossero distanti, e qui solo un riflesso distorto incanalato nella nostra corrente consumistica delle mode.
Ho dovuto ricredermi.
E' possibile trovare serietà, profondità, ed insegnamento vero di vita.
Ci sono sempre delle persone che fanno la differenza.
Ora che ho cominciato so che voglio muovere altri passi.
Sento che quel destino forse esiste davvero, forse mi dico, se la voglia di ricerca è vera c'è qualcosa, una forza, una mano invisibile che ti guida, che ti conduce alla soglia di quella porta che si vuole varcare.
Quale porta?
Non chiedetemelo, non lo so.
So però che sta dentro di me.
Oggi seguo il mio sentire interiore.
Ho capito che è importante seguire il proprio sentire.
Ed oggi mi sprona a trovare quelle risposte attraverso questo sentiero.
Oggi sono intriso di possibilità.
Non le banali possibilità, nel senso in cui si è abituati a intendere il termine.
Intendo invece Possibilità con la P maiuscola, quelle che ti si aprono davanti improvvise e che aiutano a capire la vita.
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