mercoledì 4 novembre 2009

QUEI BASTARDI

Forse dovrei essere...
Essere.
Questo è il problema.
Dovrei essere tante cose, e c'è chi mi rammenta che in principio occorre semplicemente Essere e basta.
Quel Shakespeare l'azzeccò.
To be or not to be, that is the question.
(Faceva così vero?)
Che altro?
Che siamo spinti sempre tra due forze, una che rema in opposto dell'altra, una che ci fa fugggire e l'altra combattere, una che ci sprona ad essere migliori l'altra all'accidia.
Bella trovata.
Non è mica nuova sai?
E chi l'ha detto che dovrei parlare di cose nuove quando spesso di quelle vecchie non ci si capisce mai nulla, ne ci si ferma un attimo a ragionarci sopra?
C'è anche chi ha trovato un rimedio a questo altalenare tra una bandiera e l'altra, ritrovandosi padrone di se stesso.
Lo ripeto: padrone di se stesso.
Ed ancora non rende l'idea, ma io ce l'ho in mente l'idea, sarà una figata!
Spesso nella mia vita ho capito le cose con un ritardo, a volte breve, a volte di anni.
Sono un ritardato direte.
Beh, forse.
Ma forse no.
Parole che mio padre mi disse quando ero ancora un ragazzino mi vengono in mente e le comprendo, e forse solo in parte, solo ora.
C'è tanta di quella saggezza da essere conquistata in questo mondo che manco ci si immagina, e potrebbe renderci la vita migliore che davvero non ne abbiamo la minima idea, senza contare quanto potrebbe influenzare in meglio anche la vita delle persone che ci circondano!
Eppure a volte i dilemmi non si lasciano risolvere, sembrano labirinti senza via d'uscita, oppure spazi talmente aperti che qualunque decisione potrebbe essere quella giusta e quella sbagliata contemporaneamente.
Tutto giace in doppia faccia su questo mondo.
Forse.
E forse no.
Certezze?
Solo che siamo venuti al mondo, e che prima o poi la vita si ferma.
Ogni cosa, oggetto, relazione, persona ha una doppia faccia.
C'è chi indossa un abito per lavorare ed uno per uscire di casa la sera, e chi fa lo stesso con gli atteggiamenti e con il carattere. Tutto può essere visto da differenti punti di vista e da tutti i punti di vista sembra che la cosa sia giusta, sebbene tutto sia in contrasto.
La regola matematica più banale ed antica del mondo applicata alla vita cade rovinosamente e con essa la matematica ed il ragionamento logico.
Se X ha ragione, ed Y ha ragione, come è possibile che X sostenga il contrario di Y?
BOOM!
E la mente va a puttane.
E cosa resta?
Vediamo, a cosa possiamo aggrapparci quando la mente va a puttane?
Talvolta mi piace immaginare che viviamo in modo analogo in un mondo come matrix.
Torniamo a noi.
La mente è là che se la spassa e non ne vuol sapere di aiutarci, che facciamo?
Ci affidiamo all'intuito?
Chiamatelo come volete, ma semplicemente ognuno cerca un modo di sopravvivere, come può.
C'è chi non pensa e nemmeno tenta. E vive e basta! C'è da fare una scelta da capire qualcosa? E chi se ne frega! Non ci penso e prima o poi la scelta stessa scompare dalla mia vita come è venuta.
Codardi?
Forse.
Forse non hanno semplicemente gli strumenti per scegliere, come il giocatore di scacchi che non sa come si muove il cavallo. Come potrebbe continuare il gioco?
Quando solo si accorge che ha un cavallo tra le fila dei suoi pezzi cade nel panico!
Che è sta roba?
Un cavallo?
Come si muove?
Si può muovere od è come il re?
C'è chi invece che per risolvere il problema si affida alle emozioni.
"Seguo le mie emozioni" dice.
UUUUUH
Parolona!
Roba tosta.
E' un ganzo.
Sono sostanzialmente i giocatori di black jack, solo che sono bravi, media di successi un poco più alta dell'uno sul miglione, e gli va bene...diciamo... dal 5 al 20 per cento delle volte, sparo io, ma non penso di andarci troppo lontano. Dipende dall'allenamento e dalla reale capacità di discernere il mondo con le emozioni che uno ha od ha appreso.
E' dura ma talvolta è l'unica strada.
Beh, non dico che è impossibile, è fattibile, però c'è una gran cunfusione là dentro che spesso l'emozione predominante non è quella giusta. Anche le emozioni sono influenzabili, specie dagli eventi passati, dal vissuto.
E c'è chi vive nella paura perchè si è scottato col fuoco, e mangia la carne sempre cruda e la minestra sempre fredda. Si affida alla sua paura.
Brao mona.
Eppure eppure...
Se si possedesse la chiave per discernere tra le emozioni fasulle, quelle influenzate, e quelle reali... Sarebbe possibile avere una chiave per decifrare il mondo forse imbattibile.
La mente è a puttane?
E noi non gli affidiamo tutto il compito, col cavolo! Siamo pazzi? Se non ce la fà non ce la fà! E' inutile! Gli diamo il compitino, mica facile ma che è alla sua portata, che è solo, dico io, SOLO, e par poco ma è difficile, ma fattibile almeno, quello di capire dove sono, dove STANNO, dove giacciono, dove si nascondono i bastardi.
Si.
Quei bastardi dei condizionamenti, le influenze del passato, quel residuo di spazzatura che rimane in noi nascosto invisibile od ammucchiato sotto il letto alla fine di ogni nostra brutta esperienza, per far posto e far emergere da tutto quel guazzabuglio la perla di luce, la chiave, l'emozione originale, l'autentica verità, l'incontestabile annuncio, la soluzione.
Si ci sta, pensiero lungo, complicato, dislessico e dislogico esattamente espresso come mi esprimo a voce, che culo, forse più ironico ma dai, mi dò un bel voto sta sera, c'ho la mente a puttane e che tenta di far luce dentro, verso la perla, e l'ha quasi acciuffata ma la slipega ela, dicono i trentini, scivola via per un soffio, ancora, ci sono quasi, la prossima volta la prendo...
Vicino vicino...
Tento ancora...

7 commenti:

Paolo ha detto...

La Luna è...come la guardi.
Non esiste il bianco od il nero.
Nella mano aperta ti può scorrere
tutta la sabbia del deserto.

Non vi è conflitto.

Svuota la ciotola.
Riporta il timone al centro.

Ma per comprendermi...
aspetta che io non parli.

Paolo

Tania ha detto...

Bellissimo pensiero, quello sulla mente poi.. concordo in pieno!
Dicono che la mente si protegga in qualche modo.. secondo me DEVE proteggersi, e ci si deve proteggere.
Bello sarebbe liberarsi dai condizionamenti del passato.. no di più, bellissimo. Ma prima o poi ce la si fa, vero? Se si vuole, si può.

Tania

Unknown ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Paolo ha detto...

L'ho eliminato perchè non avevo inserito il nome, ora lo ripropongo:

Si, Tania,
SE si VUOLE...
si PUO'.

Paolo

Tania ha detto...

Poi, secondo me, non è solo il volere, deve essere anche il momento giusto. Ecco, quando arriva quel momento, allora si è pronti a cambiare, a migliorare.
E' un qualcosa che si deve "sentire": non che da quel momento sarà tutto facile, non è affatto detto, ma ormai si sa che qualcosa è cambiato e allora si VUOLE cambiare. Se non è così, forzare gli eventi è inutile. Deve venire anche un po' naturale. Per come la penso io, una cosa forzata, non andrà bene a lungo. O peggio, non andrà bene affatto.
Poi ognuno ha il proprio modo di affrontare le cose.

Tornando alla carne cruda di Giacomo, quante persone dopo un dolore, si sono incattivite? Non è detto che se ne esca migliorati, c'è chi non ce la fa e quel "sentire" non lo sentirà mai. E per quanto magari si vorrebbe aiutarli, non c'è peggior sordo di chi non vuol -appunto- sentire.

Ma qui si potrebbe parlare per ore.. tante teste, tante idee!

Tania

Giacomo ha detto...

Grazie delle tue parole Paolo, bellissime.
Grazie anche a te Tania, i vostri commenti sono sempre molto graditi.
Il problema non era così grande però da farne un dramma, ne ho fatto io occasione per scrivere sto ragionamento.
Mi sono trovato con Chris a parlare di come si può vivere alcune relazioni con le persone, e mi sembrava che esistessero due modi opposti entrambi apparentemente incontestabili.
L'azione una opposta dell'altra, ma i sentimenti dietro alle azioni entrambi validi e profondi e sensati.
Quindi non mi ci raccapezzavo più...

Tania ha detto...

Il tono non è assolutamente drammatico, anzi. Ho solo fatto una serie di considerazioni dopo aver letto il tuo ragionamento
Possiamo benissimo spostarlo su toni più leggeri.
Ognuno ha un proprio modo di vedere le cose, penso dipenda anche dall'ambiente in cui si cresce e dalle inclinazioni personali -cioè caratteriali- e dai vissuti personali.
Non credo ci sia un giusto o uno sbagliato, piuttosto un meglio per noi stessi, che non è detto sia meglio anche per gli altri.

Do you understand? ^_^

Tania