Avevo paura di partire quel giorno.
Mi cagavo letteralmente addosso.
Allontanavo dalla mia mente il pensiero, lo scacciavo, non volevo pensarci. E così mi ritrovai a ridosso della partenza così velocemente, così tremendamente in fretta che mi sembrava di subire una violenza, la valigia pronta e poche ore per dormire, prima di salire su quella macchina, diretto verso l'aereoporto.
Avevo paura dell'ignoto quel giorno, avevo paura di non trovare spazio per me, per il piccolo uomo che sono.
Mi sbagliavo.
Dove vive l'uomo c'è sempre spazio per un'altra persona, dove c'è vita, c'è gente, c'è sempre spazio anche per te.
Così mi sono ritrovato a vivere, semplicemente vivere, una vita sensibilmente diversa, ma il mio respiro era sempre lo stesso, io ero sempre io, anche oltre oceano. E' strano, ma ci si adatta tremendamente in fretta.
La paura è solo iniziale, una volta che ci si lancia, si capisce che nulla è cambiato o quasi, a parte qualche sapore diverso in bocca, qualche suono nuovo nelle orecchie e una strada diversa fuori dalla porta di casa.
Le persone tendono ad ingrandire sempre le cose.
Ci si immagina chissà cosa, ma alla fine la vita è la vita, si vive, si respira, ci si sveglia al mattino e si va a dormire alla sera.
Se ti piace vivere, ti piace anche viaggiare, provare qualcosa di nuovo.
E' impossibile trovarsi male se ti piace vivere.
Vivi il momento, assapori l'attimo ovunque tu ti trova.
E quello che resta è l'esperienza.
Esperienza intesa come ricordo.
Emozioni di vita, ricordi di stati d'animo, di posti, di persone.
Ho ampliato il mondo dei miei ricordi, ho un paio di diamanti nella tasca dei miei bluejeans.
giovedì 9 ottobre 2008
mercoledì 8 ottobre 2008
VICINI DI CASA E LUNCH TIME
Percepisco dalla mia breve permanenza qui che la gente vive molto più di noi le relazioni con i vicini di casa. Avete presente la vita in un camping? Ecco, riportatela in grande scala a queste cittadine. Ognuno ha la propria casetta, appartamenti pochi, chi vive in appartamento è il povero, le chiamano le case popolari, non esistono appartamenti per ricchi, ma nemmeno per la media borghesia. E queste piccole casette godono di una simpatica e vissuta veranda. L'ingresso è sempre preceduto da questo spazio, più o meno grande, dove gli inquilini spesso sorseggiano la birra e fumano le sigarette, o più semplicemente si incontrano. Quando stai in veranda e vedi che anche i vicini sono in veranda nove volte su dieci ci si scambia qualche chiacchiera, ci si offre qualcosa, una birra per esempio, una sigaretta, o anche cibo. Qui è consuetudine fare il pranzo al lavoro, un pasto veloce, mangiare in fretta qualche schifezza: have a lunch time! E la gente si cucina qualcosa al volo con il microonde, spesso robe in scatola già pronte, apri il scatolame, butti il tutto in una coppa schiaffi nel microonde e via. A volte si va di sandwich oppure di Mac Donald, altre si va in un ortofrutta dove c'è un superfornitissimo self service di insalate, solo che non si trova olio aceto e sale, sei costretto ad usare le loro salse, pesantissime e, a dirla tutta, pure poco buone. Si, vai meglio col Mac Donald con il loro angus burger, o con gli avanzi della cena del giorno prima o, con i cibi, appunto, dei vicini.
Alla prossima! Un salutone a tutti!
Alla prossima! Un salutone a tutti!
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