mercoledì 31 dicembre 2008

CAPODANNO

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Il punto fa parte di una retta,
una mezzanotte divide come
separa due assi uno spruzzo
di colla, ne la morte termina
una vita ne la linea d'orizzonte
separa il blu del mare dal cielo.

Eppur oggi mi lascio indietro
sogni ed un'amore immenso,
si voglio sanguinar per la via
e continuar questo cammino
tracciando un sentiero rosso,
sicchè, un giorno voltandomi
dimentico, ne ricordi la meta,
i passi sofferti e le gioie profonde.
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DEI PENSIERI DI GIBRAN

Brano tratto da: Il Profeta di Kahlil Gibran


"Ed egli rispose:

Popolo di Orphalese, di che cosa potrò mai parlare se non di quello che anche adesso si agita dentro le vostre anime?

Disse allora Almitra, Parlaci dell'Amore.
E lui sollevò il capo e guardò verso il popolo, e scese una
grande quiete. E con voce intensa disse:
Quando l'amore vi chiama, seguitelo,
Sebbene le sue vie siano difficili e ripide,
E quando vi avvolge con le sue ali, abbandonatevi ad esso,
Anche se la lama nascosta tra le piume potrà ferirvi.
Quando vi parla, credetegli,
Sebbene la sua voce possa frantumare i vostri sogni così come
il vento del nord devasta il giardino.
Poichè proprio come l'amore vi incorona, così vi crocefiggerà.
Mentre vi accresce così vi taglia per potarvi.
Mentre ascende alle vostre altezze e carezza i vostri più teneri rami palpitanti al sole,
Così penetra fino alle vostre radici scuotendole nel loro abbraccio alla terra.
Come covoni di grano vi raccoglie in sè.
Vi batte per mettervi a nudo.
Vi staccia per liberarvi dalle vostre pellicole.
Vi macina fino al candore.
V'impasta sino a quando non sarete flessibili;
E poi vi consegna al sacro fuoco , così che possiate diventare
pane sacro per la sacra mensa di Dio.

Tutto questo provocherà l'amore in voi affinchè possiate conoscere i segreti del vostro cuore, e per questa conoscenza divenire un frammento del cuore della Vita.
Ma se , timorosi, nell'amore cercate soltanto la tranquillità e il suo piacere,
Allora meglio per voi che ricopriate le vostre nudità uscendo dall'aia dell'amore,
Nel mondo senza stagioni dove riderete, ma non tutte le vostre risa, e piangerete , ma non tutte le vostre lacrime.
L'amore nulla dà se non se stesso e nulla prende se non da se stesso.
L'amore non possiede nè vuole essere posseduto.
Perchè l'amore basta all'amore.
Quando amate non dovreste dire, "Dio è nel mio cuore", bensì "io sono nel cuore di Dio".
E non pensate di poter dirigere il corso dell'amore giacchè, se vi trova degni, è l'amore che dirige il vostro corso.
L'amore non desidera che appagare se stesso.
Ma se amando dovete avere dei desideri, essi siano questi:
Sciogliersi ed essere come un ruscello che scorrendo canta alla notte la sua melodia.
Conoscere il dolore della troppa tenerezza.
Essere feriti dalla comprensione stessa dell'amore;
E sanguinare volentieri e con gioia.
Risvegliarvi all'alba con un cuore alato e ringraziare per un nuovo giorno d'amore;
Riposare nell'ora del meriggio e meditare l'estasi dell'amore;
Rincasare la sera con gratitudine;
E poi assopirsi con una preghiera per l'amato in cuore e sulle labbra un cantico di lode."

martedì 30 dicembre 2008

ANIMO FRAGILE

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In quei lontani vi sta un albero
che ospita il nido dell'innocenza,
ed essa sta là, sopìta, è l'infante
che sopravvive di sentimenti.

E poco più in là, due metri o più,
vi sta un dirupo alto più di cento,
ed un mare che s'infrange violento
sulla nuda roccia, volesse spezzarla!

Ed il bimbo corre, solo, inseguendo
farfalle, colori e carezze del vento,
abbraccia la natura, gioca di sorrisi,
spensierato rimira con occhi infiniti.

L'albero s'agita, si commuove così
a quella semplicità meravigliosa
ed innaturale, conscio che per metà
la sua ombra è preda dei vortici.
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FREDDO VERDE CALDO

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Due battute ancora che danzano
e vibrano, una bossanova dolce
che bacia in un profumo d'assam,
codici decriptati dischiudono
meraviglie in una corolla sfumata
quel tanto che s'apre il fiore.

Un germoglio dipinto, sospinto,
intonacato di un verde d'estate,
la neve s'adagia, si trasforma
in rugiada e poi lacrime, sorrisi.

Ecco, si rialza, s'osserva colpito.
Di nuovo, nel girone dell'uva
si sposa un vino di mirtilli,
granelli neri e lamponi, la cetra
sboccia di suoni, teneri zampilli
nel freddo su memorie d'affetti.

Non si dimentica ma s'apprezza,
sciolgo un cappio rossoblu cianotico
e si risolve quel caotico clima,
non si disprezza e si funge rima
il ricordo dolce di note di geranio.
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lunedì 29 dicembre 2008

POESIE O PROSA?

Forse ci si può chiedere perchè tante poesie ultimamente su queste pagine di pixel.
Forse posso tentar di spiegar la cosa con un'altra poesia, perchè con le parole mi è diventato troppo difficile, ma d'altronde non farei altro che far una caricatura disomogenea di pensieri già pensati da altri, da Benigni come mi riportarono o come i grandi poeti descrissero in altri lidi, scriverò poesie ancora, ma non in questo senso. La poesia arriva là, nelle descrizioni e nella comunicazione di stati d'animo, dove la prosa non riesce, e questo m'aiuta moltissimo perchè sento che due versi ben fatti mi appartengono e mi descrivono meglio di intere pagine ed al contempo stesso riesco a nascondere a voi qualche brutto fattaccio dietro una metrica ostrogota.
Si potrebbe, penso, fare una prosa bellissima e tanto vera.
Ma in questi giorni c'è qualcosa dentro di me che non mi sento di condividere se non a parole agli amici più cari, e pur questo a grande fatica. Lasciatemi andare avanti per qualche tempo a poesie, a crogiolarmi nelle parole, nell'arte e nella letteratura, lasciatemi esser vago sui fatti ma chiaro nelle emozioni.

domenica 28 dicembre 2008

LA BALLATA DELLO STOLTO

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Eccomi, sospeso in un frangente
che odora d’irrealtà, a soppesare
dubbi e certezze che m’arpigliano
alla ragione ed al senso d’un cuore
che batte e si dimena, costretto.

Ed eccomi inebetito parafrasare
d’orgoglio le verità ancestrali,
dipanare con tanta irriverenza
quegli intrugli che mi permeano
dal cuore all’anima, fiaccandola.

Ed ancora lì sconvolto a tentare,
offuscato dalla paura, di veder
la realtà con gli occhi bendati
e di scorger differenze con quella
percepita dal mio petto delirante.

M’ingabbio da solo ancora al via,
fermo, resto, còlto da tal sgomento
al proclamarsi di quell’offuscamento
che non m’aiuta a recuperar il senno,
cuor e ragion son distanti, e si vive.
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venerdì 26 dicembre 2008

MERAVIGLIA

Ma quanto amo i discorsi profondi e le persone disposte a farli.
E' una meraviglia.

giovedì 25 dicembre 2008

BUON NATALE

Voglio augurare a voi tutti un buon Natale, di essere felici, di sorridere, di emozionarvi così da stampare nelle vostre anime un momento della vostra vita. Ho deciso in questo giorno che seguirò la strada del coraggio, ho bisogno di comprendere e superare i miei limiti, le mie paure, distruggere le catene che non mi fanno volare ma nascondere in un dormire soporifero della dimenticanza e dell'abbandono. Voglio rialzarmi ancora una volta, abbattere il muro dell'aspettativa, e librarmi nell'aria come una rondine che segue dall'alto la corsa del cavallo della vita verso l'orizzonte, verso quel sole che dona i colori al mondo.
Un abbraccio a voi tutti.

HO SFIORATO UNA NOBILE VERITA'

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Si vibra in risonanza,
l'emozione rintocca
sul diapason del cuore,
s'appoggia sull'anima
e comincia a suonare,
i cuori si accarezzano
con lacrime d'affetto,
è un legame profondo
che trabocca in un pianto.

Il pianto è una chiave
che apre un flusso
impetuoso di commozione,
travolge e sommerge,
lascia l'anima a bagno
in una pace di intima
comunione con se stessi;
e lì si rivela terso il miraggio
della comprensione del cosmo.
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mercoledì 24 dicembre 2008

TRIADE: CONFUSIONI

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Mi manca il respiro.
Espiro, inspiro.
Da quando sono
finito quà sotto?
Dov'è l'ossigeno?
Sono un pesce sulla spiaggia
od un uomo in mare?
Non ho le branchie,
non so vivere sott'acqua.
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TRIADE: MI TENGO STRETTO

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A volte ci è richiesta
una forza che non abbiamo.
Un coraggio che non ci appartiene,
di mostrare una felicità
che dista anni luce.

Io sono piccolo,
non sono nessuno.
Cosa si aspetta il mondo da me?

Più che due giochi di prestigio con le carte,
una spiegazione di un vino particolare,
una poesia goffa e maldestra,
io non so dare.

Devo cavalcare la vita,
questo cavallo selvaggio,
senza redini?

Posso semmai tenermi stretto
e seguirla ovunque mi porti,
in balia dei suoi capricci,
sperando di non essere disarcionato
prima che si calmi e si fermi.
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TRIADE :LACRIME

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Il mio sorriso è finto,
ho due protesi false
che incollano i miei incisivi.
Ho voglia di verità,
non voglio giocare
al gioco delle belle statuine:
è un gioco per adulti,
ed io voglio restare bambino.
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martedì 23 dicembre 2008

UN PASSO INDIETRO

Si parte per un viaggio con l'idea di crescere.
Ci si aspetta di trovare certezze, di trovare qualcosa che ci rafforzi.
Non capisco come mai, io, dopo un viaggio, mi senta ancora più confuso di quando sono partito, con ancora più dubbi, ancora più domande.
Finita l'eccitazione del ritorno mi trovo a fare i conti con me stesso, e son calcoli talmente difficili che solitamente ci impiego anni prima di risolverli.
Per andare avanti occorre far passi indietro?
Mi sento un goffo fragile gambero.

domenica 21 dicembre 2008

TORMENTI?

Ogni tanto riesco a leggere le mie emozioni come se si trattasse di un libro aperto.
Così logico, penso, che mi stupisco di non esserci arrivato prima.
E' chiaro, mi sento agitato perchè...mi sento incazzato perchè...e trovo risposte.
Ogni tanto mi aiuta, ridimensiono, risolvo la situazione.
Ogni tanto non mi aiuta nulla, è così, ho scoperto il motivo, ma rimango allo stesso punto.
Altre volte tento di leggere le mie emozioni ma non ci riesco.
Sono imperscrutabile a me stesso.
Ma la logica vince sempre, anche sulla parte irrazionale di noi stessi.
Se non la vedo è perchè ho la vista offuscata, lei esiste sicuramente, perchè esiste sempre la catena causa effetto, non esistono effetti se non vi sono le cause.
E' semplicistico e ozioso risolvere ripiegando nell'assenza di causa.
Gli effetti, anche sull'anima, derivano da cause tangibili.
Magari non si vedono, ma esistono sempre.
Mi tormento con questi pensieri perchè credo che il controllo totale delle emozioni sia la base per la ricerca a mente lucida della verità.

L'URLO DELLA COSCIENZA

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Nelle tenebre degli abissi
giace un forziere intatto,
è lì sepolto che attende,
tra i mostri ed il nulla.

Il cielo svetta azzurro
sopra la coltre grigiastra,
è lì inviolato che aspetta
tra l'anima di Dio e le stelle.

Gemme di lemmi tuonanti
esplodon di furia nei cuori,
sbaragliano il diaframma
e sfioran le anime opache.

La volontà si tende ad arco:
scocca l'osso del desiderio.
Luci accecanti s'accendono
nei remoti così raggiunti.
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venerdì 19 dicembre 2008

NORMALE

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Normale, anormale.
Categorie, divisioni.

L'astringenza mi punge
di un disgusto repulsivo.

Mi stuprano il grigio
mentre mi chino
per raccogliere un fiore.
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Prendo spunto da due parole in un discorso che si è fatto oggi per pensare al senso della parola "normale". Ho cercato sul vocabolario:

1 agg
{matematica} perpendicolare

2 agg
che è conforme alla norma; regolare, ordinario

3 agg
che serve di norma

4 sf
itinerario su roccia facile e comune per raggiungere la vetta di un monte

Mi chiedo che senso si possa ottenere applicando l'aggettivo "normale" all'essere umano.
Occorrerebbe definire prima cosa è la norma, cosa è la regolarità, l'ordinarietà. E francamente la norma di oggi mi spaventa, l'ordinarietà moderna mi è diventata come un incubo, è quella cosa che mi porta via il gusto di una conversazione perchè tende a ricadere nel banale, la norma di oggi è la nevrosi, è l'essere spesso incazzati, è l'impazienza, è la mancanza di affetto e di abbracci, è la scarsezza di sorrisi autentici e l'abbondanza di quelli falsi, è il consumismo, è il regalo di natale fatto col portafoglio e assolutamente non sentito col cuore.

Proviamo a ritornare sui dizionari, tentiamo con un po' di sinonimi:

abituale, banale, comune, consueto, contenuto, convenzionale, cronico, diffuso, frequente, generale, insignificante, intero, invalso, naturale, allineato, conforme, comprensibile, logico, equo, giusto, ordinario, quotidiano, ragionevole, regolare, reperibile, rivoluzionario, sociale, solito, standard, umano, usato, usuale, ovvio, perpendicolare, normativo, ortogonale || Vedi anche: rituale, di routine, abusato, ritrito, scontato, noto, abitudinario, familiare, misurato, proporzionato, consuetudinario, ripetuto, accettato, corrente, di moda, in uso, in voga, di listino, pieno, prevedibile, a posto, buono, corretto, trovabile, conformista, conformistico, classico, di serie, medio, tipico, anonimo, collettivo, commerciale, economico, esteso, popolare, pubblico, universale, volgare, antico, suo, tradizionale, aperto, autentico, bastardo, disinvolto, elementare, fisico, fresco, legittimo, paesano, semplice, vergine, vero, chiaro, evidente, facile, luminoso, pacifico, basso, effettivo, grigio, mediocre, diritto, verticale, piatto, legale, piano, uguale, uniforme, valido.

Alla luce di ciò mi vien da chiedermi perchè potrei andar fiero di essere "etichettato" dagli altri come normale.

"Tu sei normale" è come dire che sono anonimo? Uniforme, conforme, volgare, uguale agli altri? Cioè mi stai dicendo che non ho personalità? Sono banale, comune, scontato ed insignificante?
Capisco che è molto importante il contesto, capisco che ci sono sinonimi tra i presenti che sono anche positivi, ma quelle parole in rosso mi spaventano. Non mi importa più in quale contesto, per piacere, qualunque sia, non chiamatemi più "normale".

Io voglio essere diverso perchè voglio esprimere ed essere me stesso: chiamatemi "anormale", e ne andrei fiero.

LA POSSIBILITA'

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Respiro vita.
Aria: materia antica,
la stessa rinnovata
nel corso di millenni.
Respiro energia;
tutto si trasforma
e si traduce in un battito.

Il ventaglio

è

aperto.
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OGGI MI SENTO RONDINE

Ogni tanto ci toccano dei pensieri riguardo al nostro futuro. E' inevitabile.
Osservo con curiosità il mio animo vacillare davanti a quel mare di opportunità, averne così tante è una fortuna immensa ma è altrettanto disarmante. Nulla o quasi ci è precluso, viviamo nella libertà più totale. Se ci sentiamo legati o prigionieri è, penso, conseguenza di una gabbia mentale nella quale ci autocostringiamo a vivere.
Qualcuno riassume il problema dicendo che è questione di priorità: vuoi fare famiglia? se la priorità è quella, la scelta diventa più facile, la libertà si restringe.

Ma che centra?
In potenza possiamo tutto, abbiamo la libertà di scegliere le nostre priorità, e questo è meraviglioso. Posso capire quali sono le cose davvero importanti per me e posso scegliere di conseguenza. Aver la libertà di fare questo è già sufficiente.

Oggi mi sento rondine.

giovedì 18 dicembre 2008

PARLANDO D'ARTE

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Assorbo, spugna, vibrazioni.
Luce lavica che m'investe:
assaporo la pupilla del carisma.

Irradio, fonte, affetto.
Evapora la spilla malinconica:
risuono all'unicità delle conversazioni.
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venerdì 12 dicembre 2008

LA PORTA SOCCHIUSA CHE MI LASCIO ALLE SPALLE

LA LAMA CHE TRAFIGGE IL MIO CUORE
E' IL PEDAGGIO PER UNA VITA INCOERENTE


Talvolta penso che devo fregarmene. Anni fa lo facevo con disinvoltura, mi riusciva con facilità, pensavo ad altro. Oggi mi sa talmente difficile che rischio di impazzire. Non riesco più a non pensarci, ad arrendermi, a darmi per vinto. Non riesco più a non tenermi informato su ciò che sta accadendo, come non riesco più a soprassedere alle nefandezze che la più grande ed organizzata banda criminale Italiana sta perpetrando a spese dei cittadini. Non riesco, non posso con le conoscenze che ho essere ancora positivo. Se d'un tratto scoprissi che tutte le mie preoccupazioni sono infondate, se all'istante scoprissi che mi sbaglio, che la situazione non è tragica, che non esiste nessuna banda criminale al potere, che non esiste la nuova P2 e che non ci sono leggi schiaffo alla costituzione, se scoprissi che la democrazia italiana è ancora tale e garantita dal presidente Napolitano, se scoprissi che Grillo, Travaglio, Di Pietro e compagnia bella sono solo degli allarmisti e dei cialtroni, se scoprissi che Berlusconi è un grande presidente, non potrei che essere supercontento di aver torto, di aver sofferto un'oppressione frutto della mia immaginazione. Se scoprissi che il clima mondiale non sta degenerando irrimediabilmente mentre i governi antepongono al benessere, al futuro e alla vita della gente gli interessi finanziari delle major, se scoprissi che l'informazione non è controllata, se scoprissi che si fanno leggi con cervello, se scoprissi che De Magistris è un millantatore, se scoprissi che Gelli è un grande, se scoprissi che ho sempre creduto falsità non potrei che essere superfelice. Perchè vorrebbe dire che oggi è migliore di ieri e che si sta andando in una giusta direzione e verso un futuro migliore: sarei felicissimo di scoprirmi uno sciocco.
Invidio con tutta la mia forza, invidio con tutto me stesso, invidio oltre l'oltre quelle persone che hanno già fatto tutte le scoperte che vorrei fare io, che sono felici perchè il mondo sta girando bene, sono felici che Berlusconi offra posti di lavoro e faccia sensate e utili riforme, sono felici che non esista la fame nel mondo, sono felici che non vi siano sfruttamenti al terzo mondo da parte dei paesi così detti sviluppati, sono felici dello stato delle cose, della moda che rende così gioiosi e diversi i giovani e umili e accorti e simpatici e non superficiali, dell'informazione libera, dell'insorgere della cultura del gossip, della scuola che sforna professionisti impeccabili, della mafia sconfitta negli anni settanta ottanta, delle prospettive di vita sempre migliori, dell'occupazione odierna e dei salari così fantastici, delle prospettive di impiego dei giovani neolaureati, della democrazia, invidio quelle persone che hanno scoperto che il mondo si fonda su eccezionali principi morali ovunque rispettati, che hanno scoperto che l'Italia è il paese dove libertà uguaglianza giustizia e diritti sono pilastri portanti.
Voglio anch'io fare queste scoperte, voglio anch'io poter dire che mi sono sbagliato, che ero un pessimista, che ho sofferto senza ragione. Voglio anch'io poter essere felice e spensierato mentre dei bambini lavorano nelle fabbriche, mentre muoiono persone di fame e di sete, mentre ci sono guerre e carestie.
Voglio anch'io scoprire che non bisogna essere ciechi e sordi, oppure morti in una bara, per poter vedere un mondo che funziona a meraviglia, per poter vedere un'Italia esemplare, per poter vedere che l'inquinamento non esiste, che non esiste effetto serra, riscaldamento globale, scorie radioattive, polveri fini, diossina nel cibo, nell'aria e nella terra, per poter vedere uno sviluppo sostenibile del pianeta, nostra unica casa nell'universo.
Voglio anch'io scoprire che la ragione sta sempre dalla parte della maggioranza.
Voglio anch'io essere con la maggioranza, dalla parte del giusto, dalla parte di chi la sa lunga e che crede che la terra sia piatta, che dopo lo stretto di gibilterra vi sia un gran burrone verso gli abissi infernali.
La verità della maggioranza non sta mai dalla parte dei pochi, degli innovatori o degli allarmisti, dalla parte di chi sostenne, da solo contro tutti, che il mondo era sferico. La verità della maggioranza è comoda perchè non sta mai nelle parole di chi preannuncia un grosso cambiamento, di chi preannuncia catastrofi ambientali, di chi preannuncia che, anche se gli anni passano, si può regredire, tornare indietro, autodistruggersi. La storia non insegna, la storia è sempre stata una grande presa in giro che può essere considerata come una colossale opera narrativa senza insegnamenti al suo interno.
Voglio aprire gli occhi alla positività, essere spensierato mentre ammazzo la gente a mia insaputa conducendo una vita da ignorante all'insegna degli sprechi e del denaro.
Voglio essere spensierato mentre penso solo a me stesso, vorrei non aver rimorsi di coscienza nel condurre una vita piena di contraddizioni, voglio anch'io potermi ingannare facilmente, non cercare intenzionalmente le informazioni che potrebbero farmi cambiare idea, non sapere la verità, o scoprirne un'altra.
Eppure proprio non ce la faccio ad autostuprarmi il cervello a tal punto, riesco a comportarmi come una scimmia nella massa e fare le stesse cose degli altri, ma il senso di disagio che porto nel cuore a vivere in questa bieca illusione è forte a tal punto da togliermi il gusto di gioire della superficialità. Spero di non uccidere ripetutamente la mia coscienza con tanta veemenza da perdere quel briciolo di umanità che fiero porto sulle mie spalle, quella umanità e quella morale che talvolta mi schiacciano sotto il loro peso, che mi complicano le cose, che mi gettano in un labirinto di scelte e di domande, che mi fanno stare male con me stesso ogni minuto che mi fermo a riflettere sulla mia vita e sugli scopi ed ideali bellissimi che potrei perseguire ma che allontano da me, ripetutamente come un deficiente, soffrendo sempre di più. Non voglio perdere questa lama nel cuore che facendomi soffrire mi fa ricordare di essere un uomo, di avere un cuore che batte ed una mente che ragiona, uno spirito libero pronto ad amare ed a cercare la verità, questa lama nel mio cuore, questa sofferenza che vivo quotidianamente è la mia porta della salvezza, la porta socchiusa che lascio dietro di me ad ogni passo che faccio, mi offre la possibilità di un riscatto, di ricredermi, di ricominciare da capo una vita migliore nel momento in cui voglio piangere e pentirmi di tutte quelle scelte sbagliate ed egoistiche che ho fatto. La mia paura è di trovare, nel momento della necessità, quella porta chiusa blindata, saprò che è accaduto quando il mio cuore sarà sollevato dal dolore di quella lama affilata, la lama della consapevolezza ma...
...quando accadrà sarà troppo tardi.

martedì 9 dicembre 2008

FIAMME SPENTE: LA CENERE

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Ere di uomini colorano la storia passata:
racconti di vite, di desideri, di passioni,
riempiono i libri nella biblioteca di Dio.

L'umile pastore raccoglie le lacrime versate
in millenni, riempie laghi e fiumi e mari
prima di irrigare il suo orto nel deserto.

I frutti della tristezza cingono d'amaro la bocca,
ne annodano la gola con corde spesse
prima di sgretolare le dighe degli occhi.

Un pianto soffocato e silenzioso si spegne
lentamente in petto, trafitto selvaggiamente
dall'orgoglio ogni volta che rialza il capo:
non si vuol più rigare l'espressione atona
di chi crede che sia una dimostrazione di forza.
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lunedì 8 dicembre 2008

TORONTO

I miei amici ozzy sono furbi e molto accorti, soprattutto hanno meravigliosi stratagemmi per essere comodi nei locali la sera. L'idea loro che più mi ha colpito è quella di uscire senza giaccone, solo il maglioncino di lana, così dentro al locale se hai caldo e ti vuoi levare la giacca non hai la scocciatura di tenerla in mano tutta la sera e puoi andare a ballare in pista. Nei locali qui non esiste un guardaroba, se c'hai la giacca sei fregato, perchè tavoli liberi cui sedersi non ce ne sono ma non ci si fiderebbe nemmeno a lasciar lì la roba incustodita se non si conosce l'ambiente. Quindi si lascia il giaccone a casa e si cammina veloci.
Per il ritorno? Tanto c'è l'alcool in corpo dicono, non sentono freddo.

Tutto potrebbe anche filare liscio finchè il locale è ad un tiro di schioppo e non nevica e non fa meno 7 e soprattutto non si opta per raggiungerlo in bicicletta.

Ma anche questa è un'altra storia, e loro sono sopravvissuti.
Io intanto me la rido perchè mi vesto peggio di un pinguino e non ho il minimo di freddo. Tuttavia tutti i miei strati di indumenti oggi sono venuti meno al loro dovere, o meglio, pur avendoli addosso ho sentito un gran freddo.
Oggi è meno 14 con un vento bastardo che ti taglia la pelle che hai lasciato scoperta. Erano anni che non provavo questo freddo, e forse nemmeno lo ho mai sperimentato.
Per lo meno mi son visto i Toronto Raptors perdere per un soffio contro i Portland.
Siamo dovuti andare fino a Toronto e abbiamo fatto mezzo viaggio in macchina e mezzo in treno. Nel ritorno la coppia canadese che si è occupata dell'organizzazione della gita non si ricordava più a quale fermata scendere, e siamo scesi una in anticipo. Il treno successivo sarebbe arrivato dopo un ora, anche se in realtà non è mai arrivato per un guasto e abbiamo quindi aspettato due ore. Non eravano all'aria aperta, ma eravamo comunque in una stazione secondaria senza il riscaldamento...e fuori meno quattordici...
...e...
e quei pazzi di ozzy hanno applicato il loro trucco pure oggi per star comodi: niente giaccone, solo la felpa.
Voglio dire, ci saran diversi corpi, metabolismi, ma solo con la felpa, nessun berretto, sciarpa o guanti e fuori fà meno 14 con vento...

I prossimi giorni li controllo, se non gli viene la febbre quasi quasi gli faccio un monumento.

domenica 7 dicembre 2008

L'INFLUENZA DELL'ORDINE

Ho sempre sentito parlare che esistono due tipi di persone: quelle ordinate e quelle disordinate. Ma mai che abbia sentito parlare dell'esistenza di una via di mezzo. Strano, io mi sento, alla luce dei fatti della mia convivenza qui, una più che valida dimostrazione dell'esistenza di una via di mezzo. Non mi sento più di far parte della categoria dei disordinati.

Sto imparando inoltre, sperimentando in prima persona, come il disordine influenzi il comportamento delle persone. L'ambiente in cui si vive riflette una parte della propria volontà di dare il meglio di noi stessi, l'inedia alberga latente pronta a prendere il sopravvento su quelle anime che vivono costantemente nel disordine annichilendone la capacità di agire e di essere attivi.

Vivere in un ambiente pulito e ordinato ha molta più importanza del solo aspetto estetico o sanitario, l'influenza si estende anche ad un benessere psicofisico che può avere un gran risvolto positivo sul morale e sul raggiungimento degli obiettivi che ci si impone. L'ordine rafforza la volontà.

venerdì 5 dicembre 2008

LA SCULTURA DELLE PAROLE

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A sette anni ero un architetto,
costruivo scuole, ospedali,
palazzi: giocando con i piccoli
pezzi del lego srotolavo
gli edifici della mia città.

Oggi amo ritirarmi sincero
nell'angolo di quella spensieratezza:
giocare con le parole e talvolta
sorprendermi ancora infante
nel gioire per aver catturato
un'emozione, un sentimento,
giusto il tempo di immortalarlo
e di appendere la cornice
in quelle piccole case di plastica.

L'immaginazione è il dono
di un sogno ad occhi aperti
che si realizza in un gioco
magico all'interno di noi stessi.
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TRILLO

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Una voce d'altri tempi
riempie, un cuore essicato,
di sorrisi e di lacrime,

il rombo dei ricordi
scuote dalla sordità
l'albero portante,

si naviga su caravelle
con gli occhi lucidi
di chi rimira,
finalmente,
agitato,
il porto.
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mercoledì 3 dicembre 2008

IL VALORE DEL DENARO

Mi piace immensamente tentare di rompere le costruzioni mentali che si possono avere e cercare di vedere le cose sotto un'altra angolazione e talvolta stupirmi per dei particolari che non avevo mai notato prima.
L'argomento soldi-denaro è sempre molto scottante e difficile da toccare, tuttavia, pensavo, il valore dei soldi non è altro che una costruzione mentale degli uomini.
Mi spiego, il denaro non è tale e non ha lo stesso valore in tutti i posti del mondo, non è un bene che ha un valore intrinseco come una banana, cioè una banana è una banana se dispersa in mezzo alla giungla o in una grande città all'avanguardia. I soldi invece no, il denaro ha valore perchè nasciamo viviamo e moriamo tra persone che danno lo stesso valore a quegli oggetti.
Se ci si pensa bene sono soltanto carta e pezzi di metallo e sono utili solo a comperare altri oggetti.
Puoi avere tutti i soldi di questo mondo e morire di fame se non trovi nessuno che ti vende il cibo, se non trovi chi dà ai soldi lo stesso valore che dai tu e per il quale accetta di fare lo scambio cibo-denaro.
Fossi solo, perso in mezzo al deserto, non vorrei un milione di euro in tasca ma un otre con dell'acqua e del cibo. Ed in quel momento si assisterebbe alla caduta rovinosa del mito del denaro, perchè diventerebbe completamente inutile.
Lasciatemi capire, esiste la moneta solo perchè serve un bene di scambio comune a tutti, è così? I soldi alla fine sono un oggetto qualunque, banale, riproducibile, inventato, che dovrebbero rappresentare il potere d'acquisto, più soldi hai più potere d'acquisto detieni. E noi diamo così tanto valore al denaro in virtù proprio delle sue qualità di rappresentare per la maggioranza delle persone il potere d'acquisto. Ci stiamo fidando in massa di una credenza, di un mito. Lavoriamo ogni giorno per guadagnare simboli di potere d'acquisto, noi lavoriamo ogni giorno per la più grande delle autoconvinzioni del genere umano: il denaro-potere d'acquisto. In cambio del nostro lavoro otteniamo oggetti il cui valore intrinseco esiste perchè la maggioranza è convinta di questo.
Immaginate di trovarvi in una giungla, vi siete persi e vi ritrovate in un villaggio indigeno sperduto dal mondo e volete del cibo.
Dubito che vi chiederanno soldi per quel cibo, al limite vorranno i vostri vestiti, collane l'orologio ciondoli gli occhiali...insomma, se quelle persone non danno ai soldi la stessa importanza che tu dai ai soldi il denaro smette di essere tale, non è più un bene di scambio: è inutile spazzatura.
Si può pensare a quanto precario sia il valore di questi oggetti di carta e metallo se si capisce realmente che il loro valore esiste ed è tale proprio perchè molte sono le persone che lo credono.
O meglio, da tempi immemori oro argento e pietre preziose venivano barattate negli scambi, oggi gli stati stampano denari e monete per quanto "oro" dovrebbero avere nelle loro casse. Ci fanno il favore di facilitare gli scambi e la vita alleggerendo portafoglio, invece di 5 chili di metalli da portarsi in giro bastano pochi fogli di carta filigranata.
Ma alla fine, soldi, metalli preziosi...sono sempre beni di scambio e hanno potere d'acquisto solo se l'altra persona con la quale si fa lo scambio crede lo stesso.
Siete d'accordo fin qui?
Quindi è tutto relativo, alla situazione, al momento, a chi ci rivolgiamo.
E' meno relativa una banana, quella è, ovunque e sempre se stessa, nessuno può dire che non è una banana almeno finchè non diventa marcia.
Questa è una convenzione dell'uomo, che da convenzione nata per facilitare la vita e regolare e incentivare gli scambi ed il mercato è finita per diventare lo scopo di alcuni uomini.
Anche qui, chi è il ricco?
E' chi ha bestiame, campi, pascoli, o chi ha il potere d'acquisto?
Cioè, è più ricco chi ha un milione di euro in bestiame campi pascoli o chi ha un milione di euro in titoli in borsa?
Altre prospettive, a me fanno pensare molto.
Siamo prigionieri della nostra autoconvinzione quando lavoriamo solo per accumulare potere d'acquisto e non quindi in virtù di uno scambio che dobbiamo, abbiamo necessità, di fare?
Un'altra domanda che potrebbe nascere guardando ai soldi in questa prospettiva potrebbe essere: "Quanto può durare questo equilibrio, questa autoconvinzione?"
Si sgretola nelle crisi, nei momenti in cui la popolazione ha bisogno di lavorare non per simboli di potere d'acquisto, ma per la realtà di un boccone di pane per sfamarsi.
Basta ricordare cosa successe nella seconda guerra mondiale al marco tedesco e alla svalutazione che imperò in quegli anni durissimi. Il denaro perse il suo potere d'acquisto.
Senza il denaro si ritornerebbe al baratto.
Si potrebbe in qualche modo dire che finchè le cose vanno bene siamo tutti fermamente convinti che il denaro abbia valore e potere d'acquisto, ed in questo autoinganno di massa riusciamo a convivere semicivilmente. Dico semicivilmente perchè riusciamo anche quando stiamo bene a far guerre, violenze e tutte le più turpi schifezze che una mente umanoide possa concepire.
Ma non appena si comincia però ad avere problemi ci si sveglia dal letargo e come per incanto il denaro diviene privo di interesse e potere.
Si può allora dire che le popolazioni quando si trovano in condizioni estremamente difficili e precarie, quando per sopravvivere occorre trovare del cibo, il denaro diviene inutile.
Il denaro non è quindi utile alla sopravvivenza dell'uomo?
Ci si può rispondere da soli.
Il denaro può rendere felici?
Si entra in discorsi complessi, molto complessi. Ma se dobbiamo proprio cercare una risposta potremmo andare a chiedere a chi ha tanti soldi se è felice, anche se spesso non occorre chiedere, basta sbirciare nella loro vita, nei loro occhi per capirlo.
Per la mia esperienza ho trovato tanta felicità in quelle persone che usano i soldi per quello che sono, un bene di scambio, e non ne fanno al contempo una ragione di vita. Tanta umanità, felicità e razionalità, intesa questa come la capacità di rimanere lucidi, non influenzati o inibiti dai soldi nel definire una priorità, ho trovato in quei luoghi semidesertici e molto poveri che visitai anni fa, in Brasile.
Di solito alla fine di un discorsone simile ci sta una morale della favola, o meglio volete la risposta al perchè di tanto accanimento contro i soldi.
Beh, la state cercando nel posto sbagliato, ve lo dico subito.
Ho scritto solo i pensieri che ho fatto quando ho provato a guardare al denaro sotto altre ottiche, spero di non avervi tediato ma di avervi riempiti di domande a cui io non so rispondere.

L'ho fatta fin troppo lunga stavolta, sperando per voi che le nostre autoconvinzioni non smettano di esistere dalla sera alla mattina, lascio volentieri a voi i vostri soldi in banca mentre io non resisto più dal non mangiare questa meravigliosa banana che ho davanti agli occhi da quasi un'ora.

martedì 2 dicembre 2008

VIA DI CASA PER QUALCHE TEMPO

Capisco ora come la lingua sia un confine immateriale tra gli uomini molto più forte dei confini che si possono avere tra gli stati. Dal canto mio posso riportare l'esperienza con l'inglese.
Australiani, Canadesi, Neo Zelandesi, Inglesi, Statunitensi...tutti di madrelingua inglese. Ed esistono accordi tra questi stati che facilitano l'interscambio di persone, lavoratori e quant'altro si possa sperare.
Gira, fatti esperienza dicono.
Certo, noi appena mettiamo il naso fuori dall'Italia dobbiamo imparare una lingua, per gli Australiani andare in Canada o negli Stati Uniti invece è diverso, la lingua non cambia, le abitudini nemmeno così tanto, è questione più che altro di clima e di ambiente.
E' un po' come noi in Europa che possiamo andare dove vogliamo solo che loro hanno anche la lingua che spinge in loro favore.
E sotto questo vento anglosassone non potete immaginare quante persone spieghino le loro bandiere, per viaggiare, per vedere, per lavorare all'estero.

Ho conosciuto teenagers che si son fatti un volo di 23 ore dall'Australia per venire a farsi esperienza in Canada. Gli ozzys sono ovunque qui e negli States.

Insomma, un'altra volta mi sento piccolo, una volta in più da aggiungere alla lista. Confrontarmi con questi viaggiatori incalliti mi fa sentire un bradipo in letargo. Questi a 23 anni hanno girato mezzo mondo con esperienze di lavoro e viaggio di anni, non mesi, all'estero. Io invece... beh, non ne parliamo dai, vi va? Anche perchè non c'è molto da dire...Ora che non ho quasi più il problema della lingua, che per me vuol dire riuscire a capire abbastanza ed a comunicare giusto un poco meglio di una scimmia, ho il problema invece con la mia natura sedentaria.
Cioè, voglia di vedere il mondo tanta.
Voglia di girare tanta.
Ma voglia di star lontano da casa per mesi e mesi zero.

Insomma, questo sedentarismo che mi vive dentro è una palla al piede?
Girare il mondo lasciando casa per alcuni anni è una moda, è la tendenza del momento, è un esigenza per farsi un'esperienza necessaria in un mondo che gira sempre più in fretta, è giusto un piacere personale...?

Lo scoprirò con il passare del tempo.

lunedì 1 dicembre 2008

LA PAURA DELLA REALTA'

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Sparuti fiocchi d'angoscia
s'adagiano sulla spiaggia,
nuvole d'ansia preannuncian
la tempesta, venti gelidi
fiaccan il coraggio,
si ha voglia di abbandonarsi
all'inedia, a sonni e sogni
che allontanano dalla realtà.

Fuggi dalle emozioni, scappa.
Troverai il tuo mondo
in quella lattina di birra,
non esitare, lasciati andare.
Lo stoicismo non vince
il conforto dell'ubriachezza.


...ciò che solo dovrai affrontare
sarà la solitudine del giorno dopo,
quando scoprirai tremando
che hai perso anche te stesso.

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