martedì 30 giugno 2009

AMANTE MUSICA

Mi ritiro in camera mia, metto le cuffie davanti alla postazione e comincio a navigare quei dieci minuti prima di andare a dormire con Steel Pulse che canta handworth revolution. Cosa provo quando ascolto musica è indescrivibile. Fosse una donna la corteggerei per il resto della mia vita.
Sono nato in mezzo alla musica. A due anni avevo un mangiadischi tutto mio, ed un cassetto pieno di dischi che non ho potuto evitare di tirarmelo sul piede. A due anni ascoltavo musica di continuo, inserivo i miei vinili da 45 giri e vivevo, ballavo, giocavo. Crescevo sul ritmo di suoni e melodie.
Oggi la musica è parte di me stesso, è in diretta comunicazione con le mie emozioni, si parlano, si accarezzano, si ascoltano, si baciano, sono due amanti inseparabili che la sera gioiscono nel rivedersi di nuovo e passare quei dieci minuti assieme, prima che si vada a dormire.

domenica 28 giugno 2009

STATO E CHIESA

Io sono italiano.
Ma non mi sento rappresentato dal presidente.
Quante persone rappresenta il presidente?
Può, chi straniero, farsi un'immagine corretta dell'Italia e degli italiani, del loro valore ed eticità, solo basandosi sulle leggi promulgate, sulla coerenza del presidente, sul suo modo di gestire la nazione?
E' un po' quello che succede con la chiesa.
E' forse giusto farsi un'idea della religione basandosi solo sul potere del vaticano, sui dogmi, sui concilii, su questi arcivescovi anellati d'oro, sul loro modo di "gestire" il messaggio del Kristos?
Reputo un grande errore, prodotto da una visione quanto mai ristretta e semplicistica, condannare indiscriminatamente tutto il movimento cristiano per come il potere del vaticano nel corso dei secoli di storia si è comportato.
La nazione, il capo del governo, le leggi e così la chiesa, il papa ed i dogmi sono frutto di esseri umani che non sono perfetti.

L'italiano e le sue emozioni, il messaggio del Kristos e la sua Verità non sono da confondersi con chi si addita a rappresentante. Non è il primo ma spesso è l'ultimo della fila che mostra un'immagine un poco più realte di come stanno le cose.

sabato 27 giugno 2009

VERO VUOTO FALSO

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Bolle viola del vuoto illusorio
volteggiano allegre nel limpido,
vuoto che è vuoto, pregno
di mancanza e vuoto di significato
e voci che nascono da un sole nero.

Del nero parlerò poco, immagine
che m'attraversa presente
e ricorda l'auriga e la biga alata,
la spada m'è pesante in questa
lotta, nel muscolo la cancrena.
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giovedì 25 giugno 2009

TAPPETI

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Navigo sopra i tappeti delle religioni,
li guardo dall'alto come se volassi,
li vedo distesi per terra, colorati
diversi, ma sempre sono solo tappeti.

Non ho voglia di fermarmi qua,
su questa pianura costellata uniforme
da tanti multiformi ma limitati, confinati,
simili, equivalenti e pur sempre tappeti.

Li osservo e li studio, ne colgo
con piacere i motivi, i colori e le trame
che si rifanno alla natura, tuttavia
riflettono soltanto la luce del Sole.

Non mi basta più un riflesso,
fermarmi seduto su questi comodi
rettangoli o nell'arida terra di interfila,
io voglio vedere la verità del Sole.
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mercoledì 24 giugno 2009

PREGHIERA

O Sole, che spazzi le tenebre dell'ignoranza, tu che unifichi con i tuoi raggi tutte le creature sopra e sotto il cielo, tu che dispendi calore a tutti gli uomini senza curarti della casta ma solamente premiandone le intelligenze, tu o Sole, allarga la mia mente e permetti che io possa comprendere l'unità del creato, dell'Essere unificante, dell'Uno al di fuori delle apparenze, ma prima di tutto, o Sole, comprendi la mia piccolezza ed ignoranza ed aiutami a capire l'autenticità del mio desiderio di Verità, perchè nel Cammino dubito anche di me stesso.

L'APPARTAMENTO

Mi affaccio a delle finestre nascoste come un bambino che ha paura di sporgersi troppo e cadere, come un bambino che ha paura di quello che può vedere oltre.
Mi affaccio a queste finestre e poi rientro in casa, mi guardo in giro, e cerco di convincermi che quello che ho visto non è reale, perchè solo l'appartamento ed i mobili che mi circondano lo sono. Comincio a chiedermi quando verrà colui che da sotto casa mi chiamerà seco, a seguirlo, a lasciare questi muri, perchè invero ho sempre saputo che ho un compito da svolgere fuori, e che devo varcare assolutamente la soglia di casa mia per uscire ed assolvere ai miei doveri.
Ho prima però bisogno di conoscere molte cose, di muovere diversi passi.
Ma se ascolto bene c'è già chi mi chiama, e mi sto già mettendo il cappotto.

IL PRINCIPIO DELL'INSEGNAMENTO

C'è un sottile principio, scopro grazie ai miei compagni di pratica e al mio Maestro, di enorme saggezza che reca in se la Possibilità di un cambiamento multilivellare. Valutare gli attriti che si presentano sulla Via chiedendosi cosa possono insegnare di volta in volta, accogliendoli a loro volta come dei Maestri.
Fermarsi un poco, durante o dopo l'attrito od una esperienza di vita qualsiasi, e chiedersi cosa possiamo trarne di positivo, di edificante. Leggere quindi gli eventi della vita oltre la loro manifestazione.
Diventa come incanalare un flusso di energia che si manifesta in una corrente di apprendimento reale.
Percepisco in seno a questo principio l'apertura di enormi Possibilità di crescita.

martedì 23 giugno 2009

OSSERVAZIONE

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Nel delirio e nel brivido
di una febbre intensa
ammetto a me stesso
che ho l'influenza.
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Solo osservando lo spirito
come se fosse di carne
posso vederlo inconscio
tremare e soffrire.
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VECCHIO AMICO ESTRANEO

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Conversando con me stesso
lo rifaccio: mi comporto
come se fossi un altro.
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Poi mi congedo e mi affaccio
terrorizzato a quell'abisso
che mi specchia e mi chiama.
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Mi sento vivo guardando fisso
la morte, poi mi risveglio sudato
nel letto, fors'era un sogno.
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Mi rincontro vecchio amico
estraneo; così ricomincio
allegro con i soliti discorsi.
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lunedì 22 giugno 2009

LETTERA

Chiaramente mi manchi.
Sai, sto camminando.
Lentamente, ma metto dei passi sul sentiero.
Il tempo passa e la vita riserva sempre dei regali, delle sorprese. Ogni tanto mi sembra di capire il tempo, lo scorrere degli eventi. Altre volte mi sento lontano, distante, nella confusione più totale. Ma che importa?
Cosa importa poi?
Cosa ha veramente importanza?
Il pensiero intelligente, il ragionamento forse?
Ho dei dubbi.
Ogni pensiero, per quanto intelligente, per quanto raccolga la realtà nel suo palmo, per quanto dipani le matasse ingarbugliate del destino, resta impotente davanti al significato di un'emozione, che è denso, vivido, fulmineo...sarà forse per questo che è 10.000 volte più lento? Si, il pensiero è molto più lento delle emozioni. E' stata una rivelazione anche per me. Lo ho percepito chiaramente una volta, sai? Ma non lo sapevo ancora, ho dovuto scoprirlo leggendo dei libri particolari, prima pensavo che le emozioni fossero l'anima... ma la coscienza, l'anima, è ancora qualcosa che sta oltre, ed io miro proprio là mia cara, voglio scoprire quei luoghi dove alberga il mio spirito per vedere veramente chi sono.
E' difficile, sai, diventare coscienti del proprio respiro...
Tuttavia anche questo è un passo fondamentale nel mio cammino.
Sono cambiate moltissime cose, ed io mi sento in continuo cambiamento. Se guardo me stesso un anno fa oggi mi sento un uomo nuovo. Il bello è che non mi sento disgustato dalla mia stupidità di un tempo, disgustato dall'ignoranza di quello che ero. Un tempo lo sarei stato, avrei ripudiato me stesso ed il mio passato. Anche questo è cambiato oggi, mi faccio compassione piuttosto, una compassione buona ed amorevole come un padre con un figliuol-prodigo.
Fa ridere eh?
E' come se avessi perso il senno, ma mai mi sono sentito così assennato.
Ho comunque perso me stesso.
Ma nel senso buono del termine.
E ne vado fiero.
Perchè ho perso una parte di quello che non sono mai stato, che non ero, ed ho riscoperto ciò che non ho mai avuto il coraggio di essere, quello che sono sempre stato veramente, dentro di me, nel profondo. Ho ritrovato una parte del mio vero volto. E questo continua giorno dopo giorno. Ogni giorno mi rinnovo in questa mia ricerca.
Talvolta ho dei dubbi, su di me, sul mio maestro, sui miei compagni...
E' normale.
Però la sete è sempre lì vicina, e fortunatamente mi scopro meno arrogante di quello che nell'onestà ammettevo a me stesso di essere. Si, mi sono sottovalutato. Decisamente. Oggi accetto le sconfitte, le mie debolezze con una lievità ed una voglia di riscossa che non avevo mai avuto o non pensavo di avere.
Mi sono stupito.
Basta davvero così poco per muovere dei passi?
Ne voglio fare ancora!!
E poi, prima di quest'anno, sono forse rimasto uguale nel corso dei mesi?
Si cambia sempre.
Sempre si cambia.
Si continua nella propria evoluzione, si continua giorno per giorno, si cresce, si matura, la vita scorre e si vive.
Si Vive.
Sembra sciocca ed usata la parola, ma si Vive.
Vivere, essere sempre più consci di ogni attimo che scorre sulle nostre spalle.
Te come stai, invece?
Io sono contento del mio cammino. Sembra pazzesco dire che si è contenti, felici, perchè sembra una cosa al giorno d'oggi strana, non concessa, ma sono proprio felice, perchè è quello che da sempre ho desiderato, sto ascoltando una voce che da sempre mi ha rotto le balle e che oggi mi fa vedere la vita in tonalità di colorazioni che non percepivo e che la rendono più vasta, varia e bella. Scompare la monotonia, scompare la meccanicità, scompare la noia, scompare la tristezza...E' arrogante ed utopistico forse affermare questo?
Forse.
Forse però solo se in fondo siamo grigi come il cielo in una giornata di tempesta.
Forse però solo se in fondo non desideriamo vivere, e ci lasciamo vivere.
Quante cose non ci siamo detti?
Quante parole ci sono mancate?
Non riesco a dire che non mi dispiace di come siano andate le cose.
Però posso dire che sto imparando ad accettare il corso degli eventi con curiosità e con mente aperta.
Solo oggi capisco un poco cosa vuol dire. I miei amici me lo hanno insegnato prima del mio maestro. Significa che di fronte a qualsiasi difficoltà, prima di pensare a ciò che si perde, al fastidio ed al dolore che si prova, occorre pensare a cosa possiamo ricavarne di buono, a quale insegnamento possiamo trarne, a come possiamo migliorare nell'occasione di difficoltà, a quale stato di profondità interiore il nostro attrito ci permette di accedere.
Tuttavia, devo ancora fare dei passi basilari in questo mio cammino.
Il primo passo è l'avere il completo e totale rispetto per me stesso, per il mio corpo. Ci vorrà forse del tempo, ma lo raggiungerò.
Il secondo passo, forse più importante del primo, è lo sconfiggere la paura che da sempre mi porto appresso, la paura di restare da solo. Dipanando ciò che è rimasto della nostra storia e i miei stati di malessere, che ancora talvolta mi sorprendono, riuscirò in questo intento o, me lo auguro, almeno a scorpire indizi validi a migliorarmi. Perchè oggi stesso scopro che mi sento talvota in debito con la vita, come se dovessi aspettarmi ciò che da sempre ho desiderato solo per il fatto di averlo desiderato con inverosimile veemenza. Mi sento in debito talvolta con la vita perchè credo di essere meritevole di certe cose. Non è sciocco?
Faccio fatica sai a confessare queste cose davanti a tutti.
Però sono fiero di farlo, perchè mi sto liberando di altre maschere, mi sto lentamente liberando dei miei vestiti, per camminare nudo nella vita, nudo come madre natura mia ha fatto, senza più condizionamenti, libero, nella sua forma più assoluta e totale.
Ti saluto ora, perchè è giunta l'ora.
Forse quando avrò posto altri passi in questo cammino sarò abbastanza uomo da affrontare il passato. Oggi sono ancora fragile, seppur sento nascere in me, giorno dopo giorno, l'elsa, di una spada che seguirà, che fenderà vittoriosa il destino.
Notte mia cara,
sta notte ti dedico un pensiero.
Un pensiero di chi ha tanto amato ma che guarda desto e felice al futuro.
Un abbraccio,
Giacomo

domenica 21 giugno 2009

SAPORE GRIGIO

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Grigia di notte, come d'un ansia
paura lieve che non sa d'esistere.
Grigia, ancora più grigia, grigia
come l'amaro secco di una radice.

Gialla e rossa come il sorriso
come la sera che si tinge e balla.
Gialla e rossa come un calore
ma comunque venato di grigio.

Rosso fuoco striato di grigio,
del grigio di una non presenza
che è ovunque ma non al suo
posto; grigio assenza d'un sapore finto.
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mercoledì 17 giugno 2009

ALCUNE CONSIDERAZIONI SULLA MEDITAZIONE

Apprestarsi a Zazen nel corretto modo determina la centratura e la volontà con la quale si pratica. La ritualità prima di iniziare, l'incenso, la candela...Tutto è volto ad esprimere l'intensità con la quale ci si appresta alla meditazione.
Non deve accadere di sedersi senza uno scopo, senza la fermezza dell'Io che guida la pratica, che tende l'arco e scocca la freccia verso un bersaglio. Sedersi senza tendere la corda, senza scoccare la freccia mirando al cerchio rosso non ha senso.
Tuttavia ha comunque un piccolo senso d'essere, al contrario di quello che mostra la logica. Aprendo il raggio della portata visiva è facile comprendere come da errori di questo genere si possa generare una spinta interiore volta a non combinarne altri, od a tentare, almeno, più e più volte rispettivamente con più determinazione e Retta intenzione.

SCORCI D'ANIMA

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Nel canto profondo del suono
del silenzio l'urlo del vuoto
abbraccia e ricopre, sedimenta
e si intorbida, già, il pensiero.
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Luce fioca del sussurro
delle stelle, timide occhiate
ad un cielo distante, un volto
di pace per due occhi melanconici.
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domenica 14 giugno 2009

SILENZIO TRA LE PAROLE

Il mio maestro di violino una volta mi disse:
"La musica, la canzone, non termina con l'ultima nota, bensì 3 secondi di silenzio dopo, è solo allora che si dovrebbe applaudire."

Non vale lo stesso anche per i discorsi tra le persone?
Se non si intervallano gli interventi con dei silenzi si può dir di percepire veramente la fine del discorso dell'altro? Si capisce bene cosa voleva dire o no? Mangiarsi le parole l'un l'altro senza aspettare la fine del discorso è come applaudire prima che termini la musica.

Io voglio imparare a fare questo.
Regalare silenzi ed un ascolto vero, profondo e sentito.

Sempre...


...SEMPRE.

CIELO AZZURRO ESTATE

La vita è indecifrabile.
Ogni volta che ci provo...
...rimango là, come un pirla, cercando di capire.
La vita scorre, è là, è qua, è ovunque, non è difficile, ma bisogna andarle incontro.
Comunque è proprio indecifrabile.
Imprevedibile.
Strana.
Non esiste routine, tutto continua a cambiare.
Tutto.
E continua ancora.
E continua ad offrire con la sua mano, basta cogliere.

venerdì 12 giugno 2009

MEDITATION

Without Meditation
the heart becomes a desert,
a wasteland.
The Buddha meditated for six years,
Bodhidharma for nine.
The Practise of Meditation is not a method
for the attainment of Realisation
It is enlightenment itself.
All that we are is the result
of what we have thought:
it is founded on our thoughts,
it is made up of our thoughts.
If a man speaks or acts with a pure thought,
happiness follows him,
like a shadow that never leaves him.

From PF's words, aka the Master.

giovedì 11 giugno 2009

LASCIARSI ANDARE

Paura di perdersi.
Di lasciarsi andare, di abbandonarsi.
Paura di perdere ciò che si ha oggi.
Paura che il mondo viaggi in direzione opposta e che col tempo riesca inevitabilmente a trascinarci nella sua direzione. Come colui che ha tempo si siede sulle rive di un fiume ed aspetta finchè non vede passare l'oggetto del suo desiderio, così sembra che il mondo aspetti, perchè sa che passeremo di là, prima o poi, sconfitti nel nostro cammino di ricerca.
Allora volevo ragionare su queste paure, perchè forse è tutto un labirinto mentale, uno degli autoinganni della mente che non accetta l'idea di poter essere disciplinata a vita. La paura forse di non riuscire ad essere coerenti con i nostri desideri più profondi è l'essere coscienti che continuare su questa strada comporti un certo sforzo protratto con una certa costanza.
E' come saltare un fiumiciattolo.
Ha paura chi pensa di non riuscirci, chi non ha fiducia nelle sue capacità.
Come salire una grande montagna, ha paura di non raggiungere la vetta chi stanco comincia a dubitare del suo allenamento, chi mette in dubbio le proprie capacità. Ma le nostre stesse capacità sono soggette a mutamenti, a cambiamenti che non possiamo nemmeno immaginare.
Basta un pensiero oggi dal quale si può generare un intero futuro.
Le scelte di oggi condizionano in modo inequivocabile il nostro futuro, quindi, senza preoccuparci del futuro e di come saremo, possiamo lavorare su noi stessi oggi, rimanere con la mente nel presente e temprarci in vista delle battaglie.
Possiamo cominciare ad essere fiduciosi delle nostre capacità, in vista che potranno migliorare, che noi potremmo essere cambiati mille e mille volte, che ciò che conta non è il futuro e le paure che lo accompagnano, ma l'oggi con le certezze che il presente ci mostra costantemente.
Quindi, amico mio, non avere paura.
Ne ho avuta anch'io, tanta, ogni giorno. Ogni giorno tendo a non essere presente ed a dubitare di me stesso. Ma il mio cuore si calma subito e vedo la vetta che si staglia, là, sempre più chiara, diventa sempre più vicina e capisco che posso raggiungerla se rimango me stesso, oggi, qui, se mi tempro, me stesso, oggi, qui, mentre la mia determinazione punta là, si proietta là, è come se fosse già là che mi chiama, che mi attrae.
Quindi non avere paura amico mio, resta te stesso nel presente e guarda con curiosità dove la vita ti potrà portare.

mercoledì 10 giugno 2009

RICORDI DI QUINDICI ANNI FA'

Mi ricordo oggi di quella felicità e libertà intensa che provavo quando da bambino, in questo periodo, finiva la scuola, finivano i pensieri e gli obblighi, la mente diventava leggera e pronta ad immergersi solo nei giochi e nella natura, si godevano i primi giorni di vacanza nel sole del giugno in piazza, nei parchi, in città, con il pallone od il freesby, con la classe o solo alcuni amici, con le compagne più carine di cui si era innamorati e con cui non si riusciva mai a scambiare mezza parola, con i tatuaggi ad acqua, quelli che si compravano con le figurine e che te li appiccicavi come un adesivo.

Mi ricordo delle ciunghe comprate ai tabacchini, dalle caramelle gommose, dai goleador ai lupo alberto fino alle pip. Mi ricordo a scambiarsi sti tatuaggi di batman, gustando una lupo alberto in piazza fiera, con il freesby appena comprato, il pomeriggio dell'ultimo giorno di scuola.

Poi di là a qualche giorno ci sarebbe stata la pizza di classe, le solite commedie, gli scherzi, le grandi risate, il flipper sempre occupato dai più scaltri, e come da consuetudine la divertentissima giocata a nascondino, darsela, rialzo o guardie ladri che seguiva poi mentre i genitori finivano di chiacchierare tra loro o con i maestri. Solitamente quella era anche l'ultima occasione per dichiararsi all'innamorata di turno, ricordo batticuori e parole impacciate per creare l'occasione opportuna, mettersi in coppia durante il nascondino e finire imbucati e soli da qualche parte, dichiararsi per vedere poi lei correre via a fare punto e te stare lì tonto, faccia da ebete, con l'espressione di chi non ha capito ancora bene la risposta, con la bocca ancora impastata, senza saliva, la mente fusa come un pezzo di formaggio in padella, il cuore impazzito come un cavallo selvaggio.

Bei tempi, non c'è che dire.
Ottimi ricordi.

martedì 9 giugno 2009

ASSOCIAZIONI MENTALI

Stavo l'altro giorno ad osservare i miei pensieri.
Effettivamente come dicono i maestri la mente ragiona soprattutto per associazioni. Ogni pensiero che mi veniva in mente era un'associazione ad un altro che avevo avuto poco prima, ed allora cercavo di fermarlo, non entrare nel pensiero, e subito ne partiva un'altro ancora sorto per associazione.
Mi sono reso conto di tutti questi pensieri involontari che partono seguendo una logica banale. Sono soggetto ad un flusso di pensieri che nasce da associazioni meccaniche ad opera della mia mente. Mi sono sentito nauseato dall'idea di non essere libero nel mio pensiero, pensavo di esserlo. Mi sono sentito nauseato perchè ho scoperto l'ingovernabilità della mente, la sua casualità. Il mio pensiero è dettato dal caso. Nausea. La mia intelligenza prodotta dal caso. Nausea. Possibile? Non sono forse io il padrone di quello che penso? Non essere libero di pensare quello che voglio è assurdo. Concepivo meglio l'idea, l'accettavo di più buon gusto, di non saper fermare il flusso di pensieri quando questo mi travolgesse, di essere in balia di emozioni e sensazioni e pensieri quando sorgevano. Non me ne dispiacevo poi nemmeno tanto, capivo che non governare emozioni, non riuscir a farmare pensieri potesse generare del dolore. E' chiaro, e ciò che diventa chiaro non spaventa. Accettando quel dolore mi dicevo, risolvevo parecchio. Anzi, mi compiacevo di come potessi analizzare gli argomenti, di come da un pensiero nascesse in me una serie chiara, razionale di collegamenti, negazioni, associazioni per capire cause ed effetti, di come sviscerassi gli argomenti, li analizzassi, li riportassi alla mente per rianalizzarli ancora... Mi sentivo intelligente, mi trastullavo in questa idea...io sono intelligente, sono figo. Yeah!

Oggi ho capito che sono ben lungi da questo stato, molto lontano dalla consapevolezza di quello che sono, e quindi, e soprattutto, di quello che penso. L'oggetto del mio pensiero non sorge per la mia intelligenza, non sorge perchè lo voglio, sorge solo per un meccanismo automatico che ho involontariamente acquisito col passare del tempo. Sorge per caso. La mia intelligenza è governata dal caso, costruita per caso nel corso degli anni. I miei schemi mentali di ragionamento sono chiusi in una gabbia di saldo meccanicismo, una gabbia fatta di spesse sbarre di collegamenti mentali per associazioni del tutto involontarie, automatiche. Ragiono in modo automatico.

E' come scoprire di non aver vissuto.
Per questo ho nausea.
Molta nausea.
Anche paura di non riuscir a vivere mai come si deve.
Paura di non riuscire mai a pensare a quello che voglio, e non per associazioni.
Non voglio accontentarmi del pasto che mi offre il caso nella mia mente, voglio mangiare altro, voglio decidere io la mia dieta, superare i collegamenti, andare oltre.

Oggi ho preso coscienza della gabbia di ferro, farò passare la nausea a tutti i costi, oggi stesso mi munisco di seghetto per le sbarre, guarda caso qualcuno me l'ha fatto trovare nello zaino...

OSSERVAZIONE: PROFONDA O SUPERFICIALE?

Il cielo era spaccato in due, di netto, da una coltre di nuvole densa quanto scura. Di là da quell'aria sempre più fresca ed umida il cielo azzurro della tarda sera aveva ritrovato modo di splendere chiaro e sereno, invogliando il sole a fare capolino tra le colline vitate ed a tingere lentamente il paesaggio di un colore sempre più giallo e dorato.
I campi di mais si intervallavano con quelli grano per mezzo di timide file di pioppi isolati ma slanciati verso il cielo che sembravano innaturali, all'orizzonte erano come dei grandi stuzzicadenti verdi conficcati lì per terra. Talvolta invece i campi erano divisi solo dal colore diverso delle due specie di piante, il giallo vivo del grano ed il verde scuro intenso del granoturco. L'effetto era reso ancora più particolare perché l'altezza delle piante di mais e di grano era la stessa, il primo era ancora giovane e quindi ancora basso rispetto all'altezza finale con cui lo immaginiamo carico di pannocchie, ed era tinto d'un verde che esprimeva la potenza di una pianta in pieno sviluppo, l'altro era già avanti nel suo sviluppo, era già tinto d'oro sicché la loro unione sembrava un tappeto colorato a quadrati irregolari steso sulle colline. I vecchi casolari dei contadini erano disseminati tra le colline e tra i campi cosicché guardando il paesaggio si aveva l'impressione di guardare un pezzo di mondo e di storia antica fondersi con un presente curato e vivo.
All'orizzonte l'aria di tempesta avanzava, il grigioblu scuro si stagliava di fronte come un pezzo di mondo denso inghiottito dall'oscurità, l'odore di umido che precede solitamente la pioggia diventava via via sempre più inteso. Tuttavia, da dietro, il sole riusciva sempre a trovare un angolo di cielo sgombro ed a far filtrare i suoi raggi fino a colpire l'oro del grano ed i muri vecchi delle fattorie; la luce stava combattendo una battaglia con il buio.
Ad un occhio attento però, si capiva che in realtà il sole voleva solo cogliere il tempo per baciare l'acqua e le piante assieme alle lacrime di pioggia fredda che cominciavano lentamente ad apparire, la natura si stava fondendo nei suoi opposti generando contrasti di colori che erano tanto rari quanto meravigliosi.
Poi la luce venne inghiottita, l'umidità dell'aria si fece sempre più densa, ed il silenzio del paesaggio lasciò posto al canto dell'acqua. Le gocce di pioggia cominciarono a percuotere la natura ridonandole vita e turgore, le piccole meteore stavano suonando ritmi tanto imprevedibili quanto piacevoli, il paesaggio divenne orchestra per quelle rondini che si riparavano negli alberi poco distanti. Questi colori e questi suoni inghiottivano le ansie, le preoccupazioni di chi si fermava a contemplarli...
...io stavo guidando la macchina, tornando a casa.


Un semplice viaggio può diventare molto di più. E' questa l'osservazione? La capacità di osservare ciò che ci circonda? Possiamo vivere con intensità cose che diamo ogni giorno per banali, scontate? E' probabile. In effetti rompere la meccanicità significa anche rompere il solito punto di vista, d'osservazione del presente.
E' come guardare un quadro stupendo pensando ad altro, o guardare lo stesso quadro vivendo l'osservazione. Se andiamo in un museo cerchiamo di essere presenti nei nostri occhi e di cogliere ciò che ci circonda. Nella vita invece, spegniamo tutto, pensiamo sempre ad altro e ci perdiamo le più belle opere d'arte che ci circondano.
L'apoteosi grottesca della situazione si riassume nella gaffe di quel tipo, che è andato in un museo di arte contemporanea, ed estasiato commenta ad una guida:" Bellissima opera d'arte quella, un estintore così, appeso, che ricorda gli incendi, fa pensare a chi rischia la vita cercando di spegnerli, fa pensare al senso della vita..."
E l'altra:" No, scusi, si sta sbagliando guardi, quello è proprio un semplice estintore."
Al di là della discussione che potrebbe partire sull'arte contemporanea, rende anche l'idea di colui che in un museo apre gli occhi e comincia a guardare realmente alle cose...Tutto prende una "piega" diversa, tutto, visto con occhi attenti, diventa magico, denso di significato. Anche un estintore. Figurarsi tenere alta quell'osservazione e riportarla in un tramonto...

venerdì 5 giugno 2009

IL VINO

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Compagno di Noè, nell'arca la vite dionisia;
cantasti le emozioni dei popoli antichi, viaggi
dall'Armenia all'Egitto, dalla Grecia alla Magna;
mito di Chio: aroma di retsina fino al caldo di Spagna.

Camminasti con le guerre, sui carri e caravelle
in botti, anfore e bottiglie, in cantine e gallerie
dei monaci o dei Re, sapore di Claret di Francia a Treviri;
Falerno, mercanti di Venezia inglesi sul porto del Douro.

Madeira o Marsala, solera di sherry e poi Porto,
l'essenzia di Aszù per il principe d'Asburgo a Bersac,
Pierre e le sue bolle a Reims per Londra e Sancerre,
in Rioja gioca l'Alsazia, in Borgogna si brinda a Pinot,
cantan la Mosella sul Collio, Brunello e Corton a Bordeaux.

Gioie d'immensi ed ampiezze, punte di lamponi
e mirtilli su letti di mughetti, stelle di rose nel cielo
per i frutti e poi minerali e tannini morbidi e asciutti.
Franco etereo, d'un rubino brillante, nel caldo in bocca
un bacio mi avvolge la lingua e mi tocca l'amore soave di Bacco.
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giovedì 4 giugno 2009

4 RUOTE PER 2 ORE DI TEMPO PERFETTO

Consapevolezza.
Mi alleno.
Conegliano-Trento, 2 ore vissute.
Cacciapaglia vibrava mentre ero concentrato sul respiro e sulla strada.
Pochissime formepensiero, grande presenza, pranayama desto per tutto il viaggio.
Queste sono piccole soddisfazioni che non avrei mai pensato di raggiungere, forse forse sto veramente edificando un centro stabile, un io che unifica la mia anima, mi frammento lo stato di coscienza sempre meno...
Nasce un sorriso a 32 denti.

PADRONI DEL VOSTRO DESTINO

Consapevolezza.
Durata, Frequenza, Ampiezza.
Quanto dura la concentrazione, con che frequenza la riportiamo e quanto in profondità investiga.
Mi sono illuminato di straordinario.
Ho capito d'improvviso il senso di molte cose, l'Aum ed il mantra mentale in Zazen possono contenere appunto allenamenti profondi di questo tipo.