lunedì 30 novembre 2009

IL SALTO

Da quanto tempo mi stavi aspettando Maestro?
Perchè i pezzi del mosaico si incastrano così bene?
Porcaloca!
Perchè mi sono emozionato al punto da bagnare le mie guance di lacrime leggendo il canto notturno per un discepolo?
La mia anima vacilla, l'emozione si sta espandendo nel petto ad una velocità impressionante, voglio sciogliermi in quella luce.
Eppure eccolo che ritorna, forte, l'attrito.
L'abitudine, la paura, il dubbio.
Perchè proprio io?
Ma siamo sicuri?
Eppure dentro di me è come se l'avessi sempre saputo, c'è un salto che mi aspetta, devo fare un salto, è che tutti gli altri non saltano, non se ne interessano nemmeno, e scoraggiano dicendo che chi salta precipita in un burrone senza fondo, oblio, tenebra.
E' perso.
Eppure saltarono i discepoli, gli apostoli, saltarono i grandi del passato di fronte ad una luce che non si poteva capire se non col cuore...
Seguirono il cuore quei grandi, non la mente.
Non il dubbio.
Sebbene sono sicuro ne avessero.
Saltarono per mostrare alla gente che si può raggiungere l'altra parte, che si può amare, che si può colmare la distanza tra noi e la bellezza, quella bellezza che emoziona e vibra e che ci tocca nel profondo.
Occorre un salto, uno grande.
Lanciarsi nel vuoto, ma senza paura.
Chi ha paura non salta.
Chi pensa di saltare non salta.
Chi vuole saltare non salta.
Chi vuole saltare mezzo di quà mezzo di là non salta.
Chi desidera saltare non salta.
Salta solo chi sta saltando in questo momento.

E senza un salto...
...non siamo nessuno.

Probabilmente, oggi, non riconoscerei Gesù Cristo nemmeno se mi si mostrasse in persona davanti ai miei occhi. Probabilmente lo lascerei parlare, e gli volterei le spalle. Non salterei.

Però il mio cuore mi parla, mi chiama, mi sta strappando il petto talvolta.
Lo ha fatto da sempre, e da sempre con maggior forza.
Se potessi dare parole a Manas dentro di me probabilmente si rivolgerebbe al mio cuore così:
"Bastardo di un bastardo, cosa pensi di poter fare? Io comando, no tu! Io sono la ragione, il dato di fatto, la realtà. Smettila di torturarmi il petto, smettila che mi fai male!"

Eppure direbbe così perchè ha paura Manas, una paura di essere sconfitta che non ha pari, paura di perdere il terreno sotto i piedi, del cambiamento...
Lei vuole la vita normale, banale, superficiale, magari indottrinata, dotta, acculturata, magari vanitosa, potrebbe parlare per ore di buddismo, cristianesimo, zen e blablabla. Ma non chiedetele di cedere il posto perchè vi si rivolta contro come un cane rabbioso.

Però al cuore non si comanda.
Egli è, non è negabile.
Non puoi negare ciò che esiste, e fintanto che esiste si fà sentire come la più affilata lama del mondo, il fuoco, il fuoco che brucia, il richiamo della Verità, l'angelo di luce.

E' dapprima un battito.
Una commozione che porta al pianto un bambino di tredici anni in chiesa mentre pensa a tutte queste persone che nella loro infinita paura della morte recitano senza trasporto parole che forse hanno perso il senso già da molto.
Poi il battito aumenta, si fa sentire più spesso, si emoziona più di frequente.
Capita salutando un amico, pensando ad una persona cara, leggendo un libro, guardando un film, assorto ammirando un paesaggio...
Oggi batte all'impazzata, oggi batte forte quel cuore maledetto, brucia, ho voglia di urlare, lasciarlo uscire, divampa fiamma, esci di qui se no divento una torcia umana. Batte forte quel cuore ricomponendo il puzzle, i pezzi si incastrano, combaciano alla perfezione. Scopro un filo laddove non credevo esistesse, un mosaico composto da attimi di vita vissuta, tra passato presente e futuro che si intrecciano in modo tanto ovvio e banale che mi spaventa, pezzi di un puzzle che combaciano e la mia schiena che sente un brivido corrergli giù, sempre più giù...Il puzzle si sta componendo e comincio ad intravvederne l'immagine, è ancora sfocata, ma comincio a piangere già e non so nemmeno perchè.
Cosa mostrerà?

Ho paura di saltare.
Ho paura di vedere il puzzle completo.
Mentre mi crogiolo nella mia paura sento che mi sciolgo in un mare di amore, sento che ora, se mi volto, posso finalmente vedere ciò che prima era sfocato.
Voltarmi?
Saltare?
E' tempo di una decisione che è da sempre che mi aspetta, amandomi.
Per quanto riuscirò a tenermi distante?
Per quanto ancora riuscirò a resistergli?
L'amore mi sta strappando la testa.
E' lotta furibonda.

sabato 28 novembre 2009

MENTE PENSIERI E MEDITAZIONE

La vita è proprio strana.
E' semplice.
Semplicemente strana ed interessante.

Mi diverto talvolta ad osservare la mia mente, quello che pensa, come si comporta, come se i pensieri che ne escono venissero partoriti da una terza parte, che mi appartiene come il mio braccio destro, ma che è solo una parte del tutto e non è il tutto ne descrive od interpreta il mio vero essere.
E' così che mi scopro talvolta, in momenti della vita del tutto usuali, come sotto la doccia o seduto ad aspettare l'autobus, con la mente che viaggia, come un cavallo senza redini, saltando da un pensiero all'altro, senza controllo, senza un filo conduttore.

E' come se i pensieri fossero dei tasti su una scacchiera dalle proporzioni immense ed è come se la mente fosse il braccio che tocca i tasti mentre la volontà che presiede alla mente decidesse come muovere il braccio.
Questa volontà talvolta sparisce e non controlla e la mano della mente comincia a toccare i tasti a caso, generando pensieri seguendo le regole della mente, collegamenti, simmetrie, accostamenti, cause conseguenze, ricordi parole immagini stimoli provenienti dall'esterno... Un cartellone pubblicitario mostra un telefonino, ci viene in mente il nostro cellulare, che in quel posto non riesce a prendere la linea e subito alle persone che potremmo chiamare in quel momento, poi ci vengono in mente alcuni ricordi e magari cosa dobbiamo fare nei prossimi minuti e si salta ancora ad una storia di un libro che si sta leggendo, all'amico del quale si aspetta una mail per finire che abbiamo fame, cosa mangiare, dove, come, quali altri bisogni fisici e che non stiamo proprio comodi seduti in questo modo, cambiamo posizione, ci guardiamo in giro, ci ritorna in mente il telefonino e che potremmo cambiarlo visto che è passato del tempo dall'ultima volta e che il nostro è piuttosto vecchio, qualche nostalgia per degli addii recenti che abbiamo fatto, come spendere dei soldi appena guadagnati, come è stato guadagnarli, viaggiamo nel lavoro ed ancora nei ricordi...

E' tutto un caso, un collegamento consequenziale volto al caso che salta dal presente e dagli stimoli che arrivano al nostro corpo al passato, ai ricordi e alle fantasie future. Senza ritegno un flusso che si impossessa della nostra mente e la riempie, sostanzialmente, di nulla.
Perchè non prestiamo mai attenzione a tutto questo flusso, ci sembra di pensare ma non ci ricordiamo mai nulla perchè sono troppi i tasti, troppi i bottoni-pensiero toccati dalla mano-mente, e tutto si risolve in tempo perso se vogliamo dirla tutta, o tempo di rilassamento, quasi un sogno ad occhi aperti in cui stacchiamo la nostra volontà, o se vogliamo chiamarla in modo diverso, la nostra coscienza, dalla realtà.


Dicono i saggi che tutto questo pensare, siccome è sempre un'azione anche se involontaria, costa una, seppur minima, quantità di energia che drena lentamente le nostre forze con le quali cominciamo la giornata.
In effetti in termini fisici solo una "non" azione porterebbe ad un consumo zero di energia, che equivarebbe ad un "non" pensiero. Il non-pensiero in questo caso richiede la presenza della volontà che decide di "spegnere" la mente, di non muovere questo braccio meccanico che accende e spegne pensieri a caso.
Se il pensar a caso si potesse paragonare al sogno, dove la mente vaga libera nei suoi flussi di immagini e ragionamenti, il non-pensiero si potrebbe paragonare alla fase di riposo assoluto, sonno profondo o NREM. Esisterebbero quindi modi di vivere la vita che consumano più energia ed altri meno energia pur con gli stessi risultati e movimenti fisici.

Da qui deriverebbe che la meditazione, se protratta con metodo, equivarrebbe in un certo senso ad un riposo mentale ed un conseguente guadagno in termini energetici. Abbinando poi la respirazione ed il controllo muscolare gli effetti si potrebbero moltiplicare. Tutto questo solo considerando i benefici dalla parte "materiale-fisica" della faccenda. Quello che poi accade alla volontà dietro la mente, alla coscienza che vive in questo stato particolare tra il sonno e la veglia, è tutto un mistero che ha bisogno di essere scoperto e sperimentato personalmente.


Ci sarebbe poi da chiedersi qual è il ruolo della mente nei problemi della nostra vita, quanti di questi sono reali e risolvibili dalla mente appunto e quanti invece sono solo immaginari, creati dalla stessa mente quando non disciplinata ad un ragionamento semplice ed essenziale o quando si ritrova identificata in ciò che la circonda o la riempie... Ma il discorso diverrebbe troppo lungo...

venerdì 27 novembre 2009

"IN" CUI LA MENTE

.
.
.
Vi sono acque torbide
in cui la mente
crea sentieri luminosi
che non esistono.
Vi sono acque cristalline
in cui la mente
stabilizza le sue certezze
illusorie.
Vi sono paludi
in cui la mente
vede la fine di tutto.
Vi sono cieli
in cui la mente
crede che vi sia tutto.
Fantasie e sogni conosce la mente,
traballante ed effimera Parte della Realtà
che passa tutto il tempo a colorare e a definire
l'Indefinibile Oceano di Somma ed Inesauribile Esperienza.
.
.
.

Poesia tratta da uno scritto di:
Filippo Marchi

mercoledì 25 novembre 2009

PACE

Sostanzialmente il nostro cuore brama la pace.
Più passa il tempo più mi rendo conto di quanto importante sia.
E' fondamentale raggiungere uno stato di calma e pace interiore, non solo nelle belle giornate, camminando nel parco sulla riva del fiume.
Occorre fare di quello stato il nostro normale modo di vivere indipendentemente da ciò che ci circonda.

martedì 24 novembre 2009

PEZZETTI DI UN MOSAICO EPOCALE

Leggevo anni fà su un libro di atlantide e delle gallerie sotterranee che esistono in tutto il globo, perfettamente scolpite nella pietra e che scendono nelle profondità della terra per svariati chilometri. Lessi di una luce verde chiara che come un leggero bagliore permetteva la vista negli oscuri cunicoli, lessi di come si ipotizzasse che tutti questi cunicoli si intrecciassero tra loro e collegassero tutti i vari punti chiave della terra, e di come si possa credere che esistano razze che vivono sotto terra da tempi immemori.

Saltai poi alle proporzioni auree, alle architetture misteriose ed anacronistiche di alcuni templi e conclusi con il libro sui misteriosi cerchi nel grano, prima di apprestarmi alle mie ultime letture sulla tecnologia interiore.

Perchè mi affascinavano così tanto i misteri celati nel mondo?
E poi...esistono davvero o sono solo frutto della fantasia degli autori che vogliono vendere i libri?

Domande domande e mai risposte.

Ma assolutamente troppe conicidenze, tante tante troppe coincidenze...
...tutto sembra collegato, parte di un quadro più vasto, pezzetti di un mosaico epocale.

Mi consolavo a pensare che il giorno che lascerò questo mondo tutto mi verrà svelato. Forse è il classico atteggiamento della volpe con l'uva, quando vede che non ci cava il ragno dal buco, o l'uva dal tralcio in questo caso, si inventa una scusa e si allontana.

Però come ama ricordarmi una certa persona, talvolta la strada intrapresa per evitare il proprio destino ti conduce proprio lì...

lunedì 23 novembre 2009

EH... PAZIENZA!

Il ritardo è una fabbrica di denaro.
Cominciare un concerto in ritardo equivale ad un incremento dell'incasso.
Specie in bibite e cibo, e soprattutto permette anche ai ritardatari di arrivare in tempo...
...a me comunque non ha giovato, perchè avevano già esaurito i biglietti.
Pazienza.

Oggi sono andato a sciare invece.
Nevicava di brutto e c'erano almeno 40 cm di neve fresca su qualche metro semicompatta sotto. Ho provato a seguire i due soci che facevano snowboard per finire in mezzo a tutta sta neve non battuta, perdere gli sci e ritrovarli un paio di volte, finire con la faccia in mezzo alla neve, riempirmi di neve ovunque, rischiare di non riuscire più a rimettere gli sci sprofondando nella neve fresca fino al bacino.
E' stata un'impresa ritornare alla seggiovia, ma me la sono presa con calma, ed il pomeriggio è subito finito.
Non ho sciato molto, ma in compenso sono ancora vivo.
Pazienza.

La cosa più divertente è stata intrattenere discorsi con gli americani in seggiovia. Il discorso più interessante è stato con una ragazza di cui non sono nemmeno riuscito a vedere il volto perchè se ne è stata girata dall'altra parte tutto il tempo. Le ho chiesto di dove era, mi ha detto che era di Portland parlando all'aria dall'altra parte, ed è finita lì. Poi in cima ho capito il motivo di questo suo atteggiamento freddo come il ghiaccio. Ne aveva le palle piene della neve perchè stava in piedi sugli sci a stento. Non credo che sia stata una bella giornata per lei, e per me ha girato meglio quando mi sono deciso a stare alla larga dalla neve fresca. Mi sono però ritrovato a fare una pista talmente semplice che potevo anche non curvare per tutta la discesa.
Pazienza.

sabato 21 novembre 2009

VOLEVA IMPARARE A DIPINGERE

Luca stava imparando a dipingere.
Gli cominciavano a venire ottimi quadri, aveva talento.
Era emozionato.
Ogni volta però che ne parlava con qualcuno e gli faceva vedere i quadri ed i suoi miglioramenti egli si svuotava per mesi, la mente perdeva l'intuito, la fantasia, la capacità di concentrazione, non riusciva più a fare ciò che prima gli risultava a portata.
Egli altalenava.
Faceva doppia strada degli altri, perchè era come se camminasse lungo una via, si fermasse, tornasse indietro alcuni passi, per poi rigirarsi di nuovo e continuare.
Ed ogni volta che tornava indietro sui suoi passi, che si sentiva perdere la capacità di dipingere, si rattristava molto, si preoccupava e si chiedeva come mai, il condividere con gli altri queste sue emozioni, questi suoi progressi nell'arte, gli facessero quest'effetto.
Proprio non se lo sapeva spiegare.

martedì 17 novembre 2009

PARLO CON L'OGGI DAL IERI

.
.
.
Prima dell'alba,
parlo con l'oggi
dal ieri nell'istante
fuso tra i due
continenti.

Il sole splende
sempre su questo
universo.
.
.
.

IL POTERE SUL TEMPO E SULLO SPAZIO

Non ci si rende conto spesso che tanto della vita che ci circonda è incredibile.
Proviamo a fare un discorso in generale sul passato-presente-futuro.
Tutto è determinato dallo scorrere del tempo, che inevitabilmente prende il momento presente e lo lancia in una lunga caduta nel tempo, caduta che lo porterà sempre più lontano da noi. Si potrebbe fare il confronto con una macchina che viaggia per il tempo di ottant'anni in linea retta senza mai ripercorrere la stessa strada, il momento presente è il paesaggio attuale che circonda la macchina ed il tempo lo si potrebbe misurare in metri come la distanza percorsa dalla macchina e che la separa da quel determinato paesaggio.
Cosa accadeva qualche secolo fà?
Che il passato rimaneva nella memoria delle persone.
Se qualcuno voleva guardare nel passato poteva solo affidarsi alle sue memorie od ascoltare quelle degli altri.
Il fatto che l'uomo abbia inventato la fotografia e la videocamera è un fatto davvero particolare che ha permesso all'uomo contemporaneo di volgere lo sguardo al suo passato quante volte vuole, unico limite: la quantità di fotografie e video che ha con se.
Questo conduce secondo me a due modi di rivivere il passato.
Il primo è positivo, lega l'uomo alle sue esperienze passate e lo aiuta a non dimenticare il percorso della sua vita, determinati ricordi piacevoli eccetera.
Il secondo invece è l'eccesso diciamo di questo immergersi nel passato.
Vivere troppo nei ricordi e nel passato allontana dal presente, dalla realtà, induce l'inconscio a credere di poter ancora cambiare ciò che è stato, di poter tornare indietro.
In effetti è come donare all'uomo una sorta di potere sul tempo, invece di viaggiare nel futuro abbiamo trovato un modo di viaggiare nel passato, o meglio, di riportare il passato nel presente. Molti diventano collezionisti degli attimi passati, collezionisti a tal punto da riversare molte energie nel riprendere con la videocamera o con fotografie, se non sempre sicuramente troppo spesso, gli istanti della propria vita.
Arriviamo dunque all'enfatizzazione suprema di questo perdersi del collezionismo con persone che si incollano alla videocamera quando c'è un momento particolarmente bello, e si estraneano in questo loro intento, per poi riguardarsi da soli od in compagnia, subito dopo, l'attimo accaduto.
E' come preferire di vivere la vita invece che nel presente nel passato, attraverso uno schermo. Lo trovo quasi come un rifiuto a vivere il presente, lo trovo quasi come il drogato che non riesce a smettere di farsi e che si rovina la vita da solo.

Aver il potere di catturare un momento presente e richiamarlo a proprio piacimento davanti ai nostri occhi con una videocamera è un potere che può accecare l'uomo, è un potere sul tempo stesso ed occorre ben guardarsi di non caderne assuefatti.

Come il cellulare, che annulla la distanza e riporta le persone che ci circondano vicine al punto da potergli parlare. La fotografia ed il video annullano lo scorrere del tempo. Ognuno con i propri limiti, ovvio, il cellulare non ti da la stessa sensazione di avere la persona accando ne la fotografia od il video la capacità di cambiare gli eventi o di riviverli in tutte le loro sfumature, ma l'uomo ci sta andando vicino, sono strumenti che nella loro imperfezione detengono un certo potere.

E come con ogni potere occorre stare attenti a non abusarne.

lunedì 16 novembre 2009

IL VERO VIAGGIO E' DENTRO NOI STESSI

Quando la gente ti chiede dove sei, cosa hai fatto, dove sei stato, cosa stai facendo... Molte sono le risposte, i dialoghi, ma più di tutto la faccia curiosa ed eccitata di ascoltare che uno è stato un anno in Spagna, che l'altro se ne è andato in Africa per mesi, che quell'altro in Cina chi in Giappone chi in America o Canada...
Che cazzate.
Scusate la franchezza, ma tra una Milano ed una Portland cambiano solo le ore che ci si impiega per arrivare, tutto qui.
Ci sono delle differenze ovvio, come è strutturata la città, la lingua, cose così.
Ma alla fine, sono giunto a credere, che la vita sia sempre la stessa. Uno si immagina che il posto cambi la vita delle persone, che vivere a Portland sia diverso dal vivere a Milano piuttosto che a Trento o a Pergine, ma in realtà non lo è affatto.
Sono cresciuto in un contesto dove chi andava in Erasmus o chi faceva dei viaggi sufficientemente lunghi e imparava una lingua era, diciamo, il figo della situazione.
E' diventata poi una cosa di moda, come vestire di marca.
Mi sembrava che il viaggio fosse diventato come rivolto al vestire un'altra etichetta, tipo quella di chi sa un'altra lingua, quella di chi ha viaggiato, giusto per gonfiarsi un poco con gli altri, qualità superficiali che ti si incollano addosso con la stessa utilità di un pugno di gel tra i capelli.
Sono tutte cazzate.
Ok, c'è chi viaggia per altri motivi, perchè gli piace, per ragioni sue o perchè deve, ma mi riferisco specialmente a chi viaggia perchè vuol vestire un ruolo, vuole vestire l'abito del viaggiatore come l'attore veste la sua parte, e tutto per sentirsi importante.

Ed in realtà non è che chi viaggi veda tutta sta bellezza, abbia sta qualità di vita che non potrebbe avere se vivesse a casa sua. Il fatto che cambi il luogo dove viva non vuol dire assolutamente che cambia anche la qualità della sua vita, la sua saggezza, il suo modo di vedere le cose...
E non c'è tutta questa differenza, credo io, tra vivere altrove o nella nostra città piccina.

E' difficile da spiegare, ma in sostanza, anche se alcune cose che si possono fare sono diverse e variano da luogo a luogo, anche se la vita è strutturata in modo diverso e gli oggetti che ci circondano cambiano, e cambiano i paesaggi ed i locali, chi vive la vita in realtà, il soggetto dell'azione, è sempre quello. Sono sempre io che vivo a Trento o a Portland o sulle cascate del Niagara, sono sempre io che giro e che decido come vivere la vita, e quindi ritorna tutto nelle mie mani alla fine, non è tanto il posto che mi circonda che faccia la qualità della mia vita, ma come io decido di viverla.
Sembra banale, ma non lo è affatto.

Quindi basta, fermiamo tutta questa reverenza per chi parte o chi è stato in capo al mondo, non è necessaria, ed è fuori luogo, e soprattutto ignorante del fatto che non è così speciale o difficile prendere un aereo e volare, invece che per un'oretta altre 8-9 in più verso altri continenti. Cosa cambia? E cosa cambia tra l'aereo ed una macchina? Nulla. E cosa cambia tra la macchina e chi va a piedi? Nulla. Il kilometraggio forse, solo quello. Fermiamo sta reverenza, questa moda strampalata che non sta in cielo ne in terra.

Alla fine chi viaggia deve sempre fare i conti con se stesso. Torna sempre nelle mie mani il decidere se, cosa e come imparare da un'esperienza, e si può imparare a vivere, ad accostarsi alla saggezza, anche stando a casa propria. Perchè alla fine se vogliamo metterla giù giusta, chi in un modo chi in un altro, è la pace interiore che si ricerca, scopo di tutto questo incasinato mondo di mode, vestiti, viaggi, sport, famiglie, figli amori emozioni è sempre la pace interiore, perchè è quella che stiamo tutti cercando, un angolo di felicità che non sia sfuggevole e che possa durare per tutti gli anni della nostra vita, una felicità costante che sia sempre con noi, indipendentemente da dove viviamo.

E chi ammira chi viaggia non ha capito forse che la pace non si trova nel luogo in cui si vive, ma si trova dentro di noi, nella nostra coscienza e nel come decidiamo di vivere la nostra vita.

Il vero viaggio è dentro noi stessi, tutti gli altri non sono degni nemmeno di essere chiamati tali. Sono cazzate per gli allocchi, sono gel tra i capelli, sono un etichetta famosa sui jeans ed un sorriso falso che nasconde la paura di essere giudicati.

Lo scopo della vita è trovare la pace e la pace è nel viaggio dentro noi stessi, tutto il resto è solo cornice.

venerdì 13 novembre 2009

QUEL SORRISO

.
.
.
Il tempo passa ma il fuoco
è ancora acceso, brucia
ancora la nobile fiamma
come se fosse l'altro ieri.

Il sole è sorto mille volte
dopo di quel giorno di luce...
...eppure è come se nulla
fosse accaduto in quei mille.

Hai dato vita ad un sole
che non si riesce più a spegnere;
l'intensità della mia gioia
ed anche la mia condanna.
.
.
.

giovedì 12 novembre 2009

REALTA' PT2

Cos'è la realà dunque?
Dove ognuno ha la propria realtà!?
E' reale ciò che si crede lo sia?
E' più reale ciò che si pensa o ciò che ci circonda?
E' più reale la mela o come io vedo la mela?

E' reale ciò che sono convinto che sia reale?
E' reale il mondo dove alberga la mia fantasia o è reale soltanto ciò che non è stato toccato dalla mia mente?

E noi...noi...riusciremo mai a vedere la realtà senza l'intervento della mente?
E poi...poi...cosa ne guadagneremmo così facendo?
Manipolare la realtà con la mente potrebbe anche essere un arte, potrebbe anche far vivere meglio.
Potrebbe?

Cos'è la realtà dunque?

mercoledì 11 novembre 2009

REALTA'

Qual è la realtà?
Ognuno vive la sua realtà.
La sua propria realtà secondo il suo modo di vedere la vita.
Ed è forse sbagliato modellare la realtà che si vede conforme i propri desideri o le proprie necessità? Come chi in momenti particolarmente difficili cerca di guardare altrove, o come il bimbo che in grave difficoltà immagina la vita come un gioco, un odissea fantasy che inganna e distorce ciò che si mostra cambiandolo
a propria volontà.
Cos'è la realtà dunque?

domenica 8 novembre 2009

ESSENZE

.
.
.
Essenze, esistenze.
Uomini e le loro vite
le loro storie, esperienze
lacrime affetti paure
e gioie mondi, si,
piccoli mondi che s'incontrano
in un intreccio di vite a specchio
in cerchio, piccole luci
come stelle sul cielo di notte
mondi vicini e della stessa luce
Essenze di luce
Universi.

.
.
.

venerdì 6 novembre 2009

RESPIRO

.
.
.
Mi concedo a te,
aria di cristallo,
con un espiro
non più trattenuto.

Il dolce esalare
del crisantemo
respira l'eterno.

Soffia il vento
di melodie
come l'acqua
e mi abbandono.

Aria sorella
di Caronte,
ponte elisio.
.
.
.

giovedì 5 novembre 2009

LA STANCHEZZA E' MENTALE?

Ogni giorno è un Eremos.
Ogni giorno occorre andare oltre i propri limiti.
Si comincia con zelo, ed alla fine si strascicano i piedi e si spera nella fine.
Nel day off.
Nell'ora in più per riposare al mattino.

Noto con sollievo però che spesso la stanchezza è mentale.
E' la mente che si stanca prima del corpo.
Tende a tirarmi i trabocchetti sta Manas.
Difficile ricordarselo però nel momento del bisogno, talvolta viene, altre no... ed invece di venir pagati per lavorare si preferirebbe pagare per non farlo.

ah, dimenticavo, novità!!
...un gatto mi ha pisciato la moquette della camera da letto.

mercoledì 4 novembre 2009

QUEI BASTARDI

Forse dovrei essere...
Essere.
Questo è il problema.
Dovrei essere tante cose, e c'è chi mi rammenta che in principio occorre semplicemente Essere e basta.
Quel Shakespeare l'azzeccò.
To be or not to be, that is the question.
(Faceva così vero?)
Che altro?
Che siamo spinti sempre tra due forze, una che rema in opposto dell'altra, una che ci fa fugggire e l'altra combattere, una che ci sprona ad essere migliori l'altra all'accidia.
Bella trovata.
Non è mica nuova sai?
E chi l'ha detto che dovrei parlare di cose nuove quando spesso di quelle vecchie non ci si capisce mai nulla, ne ci si ferma un attimo a ragionarci sopra?
C'è anche chi ha trovato un rimedio a questo altalenare tra una bandiera e l'altra, ritrovandosi padrone di se stesso.
Lo ripeto: padrone di se stesso.
Ed ancora non rende l'idea, ma io ce l'ho in mente l'idea, sarà una figata!
Spesso nella mia vita ho capito le cose con un ritardo, a volte breve, a volte di anni.
Sono un ritardato direte.
Beh, forse.
Ma forse no.
Parole che mio padre mi disse quando ero ancora un ragazzino mi vengono in mente e le comprendo, e forse solo in parte, solo ora.
C'è tanta di quella saggezza da essere conquistata in questo mondo che manco ci si immagina, e potrebbe renderci la vita migliore che davvero non ne abbiamo la minima idea, senza contare quanto potrebbe influenzare in meglio anche la vita delle persone che ci circondano!
Eppure a volte i dilemmi non si lasciano risolvere, sembrano labirinti senza via d'uscita, oppure spazi talmente aperti che qualunque decisione potrebbe essere quella giusta e quella sbagliata contemporaneamente.
Tutto giace in doppia faccia su questo mondo.
Forse.
E forse no.
Certezze?
Solo che siamo venuti al mondo, e che prima o poi la vita si ferma.
Ogni cosa, oggetto, relazione, persona ha una doppia faccia.
C'è chi indossa un abito per lavorare ed uno per uscire di casa la sera, e chi fa lo stesso con gli atteggiamenti e con il carattere. Tutto può essere visto da differenti punti di vista e da tutti i punti di vista sembra che la cosa sia giusta, sebbene tutto sia in contrasto.
La regola matematica più banale ed antica del mondo applicata alla vita cade rovinosamente e con essa la matematica ed il ragionamento logico.
Se X ha ragione, ed Y ha ragione, come è possibile che X sostenga il contrario di Y?
BOOM!
E la mente va a puttane.
E cosa resta?
Vediamo, a cosa possiamo aggrapparci quando la mente va a puttane?
Talvolta mi piace immaginare che viviamo in modo analogo in un mondo come matrix.
Torniamo a noi.
La mente è là che se la spassa e non ne vuol sapere di aiutarci, che facciamo?
Ci affidiamo all'intuito?
Chiamatelo come volete, ma semplicemente ognuno cerca un modo di sopravvivere, come può.
C'è chi non pensa e nemmeno tenta. E vive e basta! C'è da fare una scelta da capire qualcosa? E chi se ne frega! Non ci penso e prima o poi la scelta stessa scompare dalla mia vita come è venuta.
Codardi?
Forse.
Forse non hanno semplicemente gli strumenti per scegliere, come il giocatore di scacchi che non sa come si muove il cavallo. Come potrebbe continuare il gioco?
Quando solo si accorge che ha un cavallo tra le fila dei suoi pezzi cade nel panico!
Che è sta roba?
Un cavallo?
Come si muove?
Si può muovere od è come il re?
C'è chi invece che per risolvere il problema si affida alle emozioni.
"Seguo le mie emozioni" dice.
UUUUUH
Parolona!
Roba tosta.
E' un ganzo.
Sono sostanzialmente i giocatori di black jack, solo che sono bravi, media di successi un poco più alta dell'uno sul miglione, e gli va bene...diciamo... dal 5 al 20 per cento delle volte, sparo io, ma non penso di andarci troppo lontano. Dipende dall'allenamento e dalla reale capacità di discernere il mondo con le emozioni che uno ha od ha appreso.
E' dura ma talvolta è l'unica strada.
Beh, non dico che è impossibile, è fattibile, però c'è una gran cunfusione là dentro che spesso l'emozione predominante non è quella giusta. Anche le emozioni sono influenzabili, specie dagli eventi passati, dal vissuto.
E c'è chi vive nella paura perchè si è scottato col fuoco, e mangia la carne sempre cruda e la minestra sempre fredda. Si affida alla sua paura.
Brao mona.
Eppure eppure...
Se si possedesse la chiave per discernere tra le emozioni fasulle, quelle influenzate, e quelle reali... Sarebbe possibile avere una chiave per decifrare il mondo forse imbattibile.
La mente è a puttane?
E noi non gli affidiamo tutto il compito, col cavolo! Siamo pazzi? Se non ce la fà non ce la fà! E' inutile! Gli diamo il compitino, mica facile ma che è alla sua portata, che è solo, dico io, SOLO, e par poco ma è difficile, ma fattibile almeno, quello di capire dove sono, dove STANNO, dove giacciono, dove si nascondono i bastardi.
Si.
Quei bastardi dei condizionamenti, le influenze del passato, quel residuo di spazzatura che rimane in noi nascosto invisibile od ammucchiato sotto il letto alla fine di ogni nostra brutta esperienza, per far posto e far emergere da tutto quel guazzabuglio la perla di luce, la chiave, l'emozione originale, l'autentica verità, l'incontestabile annuncio, la soluzione.
Si ci sta, pensiero lungo, complicato, dislessico e dislogico esattamente espresso come mi esprimo a voce, che culo, forse più ironico ma dai, mi dò un bel voto sta sera, c'ho la mente a puttane e che tenta di far luce dentro, verso la perla, e l'ha quasi acciuffata ma la slipega ela, dicono i trentini, scivola via per un soffio, ancora, ci sono quasi, la prossima volta la prendo...
Vicino vicino...
Tento ancora...

martedì 3 novembre 2009

ODORE D'ARIA

Talvolta la vita profuma.
Nel vero senso del termine.
Ti alzi una mattina, esci di casa, e l'aria è diversa, ha qualcosa di strano che ti attira, che ti piace. Non intendo odori particolari, ma solo che te ne staresti appollaiato all'aperto a respirare, semplicemente respirare, odorare l'aria che inspiri e la temperatura ed i raggi del sole o le nuvole, l'umidità o la freschezza, la fragranza che in quel momento ti ha invaso e ti persuade a prendere del tempo per godere di quell'antica azione, la prima che abbiamo mai fatto da quando siamo venuti al mondo: respirare. E' la stessa cosa che capita quando davanti ai nostri occhi ci si presenta, nel momento di un forte appetito, un piatto succulento e si prova un forte desiderio di mangiare. Mi capita lo stesso con l'aria, ma da anni in quà, solo che lo realizzo or ora. Fame di aria e di respirare.
Grande appetito per quell'aria che mi si presenta talvolta alla porta di casa la mattina, al pomeriggio od alla sera, che odora di nuovo e di fresco, che sa di diverso, che porta con se un qualcosa di indecifrabile ma di conivolgente, un'aria che ci attira e che vuole essere respirata, che cela nelle sue sfumature una forte emozione, che ospita la Differenza, pregna di Possibilità, intrisa dell'alito della vita e dell'avvenire.

domenica 1 novembre 2009

GOOD FOOT - PRE HALLOWEEN PARTY

Patatine.
Patatine sparse sul retro di un taxi.
Coca cola.
Cocacola sparsa sul retro di un taxi.
Cheese burger.
Cheese burgers sparsi sul retro di un taxi.
Faccia.
Faccia incazzata della taxista.
Faccia molto incazzata, incazzata ma spiazzata.
Non se lo poteva aspettare.
Non sapeva che fare.
Tre idioti che si lanciano patatine nel taxi e l'ultimo che distrugge una cocacola mandandola ovunque.
Musica.
Funk.
Breakers sparsi sulla moquette di Good Foot.
Birre.
Birra speciale della microbrewer non so quale non so il nome ma mi ricordo il gusto, inimmaginabile, fantastico. Solo una keg di birra per il bar vicino a casa.
Solo una keg delle sei prodotte.
Una specialità.
Poi...
Lotta.
Wrestilng.
Lotta sull'erba vicino al bar.
Lotta sul letto di chris tra due ubriachi.
Scorci di una vita altrove, scorci di giovani e vecchi tra i vapori dell'alcool ed il clima di una festa che sta arrivando.
Poi incontro killbill, ed uno zombie.
Una sigaretta con un tabacco pessimo, un filtrino caduto per terra.
Un vento che viene dal sud e porta calore, strade illuminate di notte in una grande città.
Un mescolamento di una stanza in disordine per trovare le chiavi di casa.
Frugo ovunque, in tutti i pantaloni, in tutte le tasche.
Nulla.
Un pollo che è rimasto in frigo per alcuni giorni aspettando la sua sorte.
Non era possibile per lui immaginare che si sarebbero divertiti provando ad infilare un mango su per il suo buco del culo prima di infornarlo. E ci sono riusciti. Non contenti hanno completato l'opera con una banana giù per il collo.
Patate cotte.
Patate con la buccia spessa.
Patate dolci e carote, poi aglio, a chili.
Accucciati per terra, sul marciapiede bagnato, sotto la pioggia, nel cuore della notte, a raccogliere patatine fritte.
Non mi facevano gola, nemmeno quando erano sul sedile del taxi.
Nemmeno quando erano per terra nel taxi galleggianti nella coca cola.
Monetine australiane, patatine e filtrini.
Era tutto lì per terra, in quell'ora strana, sotto la pioggia.
Era strano.
Non mi era mai successo.
Un locale con un dj che spinge funk da urlo ed una fiumana di gente che balla, che si muove e si scatena, come piace a me.
Un momento di relax in veranda nel pomeriggio del sabato, questa volta senza motoseghe in vicinanza. Il sole che bacia la pelle, una vita che aspetta e regala dolci note di pace per un cuore che brucia e che vuol divorare il mondo.
Dolci attimi di vita.
Ascolto le mie sensazioni, il corpo, la mente e mi lascio coinvolgere ed assorbire dalla vita, che si dona e mi bacia quando non me l'aspetto.
Mi viene in mente un mio amico, che in barba a chi lo circonda o dove si trova si sdraia in mezzo alla strada, per godere di un vento fresco in una notte afosa d'estate.
Godi dell'attimo di pausa quando arriva, più che puoi, perchè non sai quando ritorna, godi del sonno e godi di respirare aria pulita, godi dello stare bene ed in forma e godi quando nel tuo petto il cuore batte in pace.
Godi di queste cose quando puoi, perchè non sai per quanto possono durare.

Poi esco a fare due passi, due isolati lontano, sull'erba dove Chris e Brett mi hanno gettato per fare del wrestling. E lì in mezzo, che mi guardano, le mie chiavi di casa.

Sorrido alla grande.