mercoledì 31 dicembre 2008

CAPODANNO

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Il punto fa parte di una retta,
una mezzanotte divide come
separa due assi uno spruzzo
di colla, ne la morte termina
una vita ne la linea d'orizzonte
separa il blu del mare dal cielo.

Eppur oggi mi lascio indietro
sogni ed un'amore immenso,
si voglio sanguinar per la via
e continuar questo cammino
tracciando un sentiero rosso,
sicchè, un giorno voltandomi
dimentico, ne ricordi la meta,
i passi sofferti e le gioie profonde.
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DEI PENSIERI DI GIBRAN

Brano tratto da: Il Profeta di Kahlil Gibran


"Ed egli rispose:

Popolo di Orphalese, di che cosa potrò mai parlare se non di quello che anche adesso si agita dentro le vostre anime?

Disse allora Almitra, Parlaci dell'Amore.
E lui sollevò il capo e guardò verso il popolo, e scese una
grande quiete. E con voce intensa disse:
Quando l'amore vi chiama, seguitelo,
Sebbene le sue vie siano difficili e ripide,
E quando vi avvolge con le sue ali, abbandonatevi ad esso,
Anche se la lama nascosta tra le piume potrà ferirvi.
Quando vi parla, credetegli,
Sebbene la sua voce possa frantumare i vostri sogni così come
il vento del nord devasta il giardino.
Poichè proprio come l'amore vi incorona, così vi crocefiggerà.
Mentre vi accresce così vi taglia per potarvi.
Mentre ascende alle vostre altezze e carezza i vostri più teneri rami palpitanti al sole,
Così penetra fino alle vostre radici scuotendole nel loro abbraccio alla terra.
Come covoni di grano vi raccoglie in sè.
Vi batte per mettervi a nudo.
Vi staccia per liberarvi dalle vostre pellicole.
Vi macina fino al candore.
V'impasta sino a quando non sarete flessibili;
E poi vi consegna al sacro fuoco , così che possiate diventare
pane sacro per la sacra mensa di Dio.

Tutto questo provocherà l'amore in voi affinchè possiate conoscere i segreti del vostro cuore, e per questa conoscenza divenire un frammento del cuore della Vita.
Ma se , timorosi, nell'amore cercate soltanto la tranquillità e il suo piacere,
Allora meglio per voi che ricopriate le vostre nudità uscendo dall'aia dell'amore,
Nel mondo senza stagioni dove riderete, ma non tutte le vostre risa, e piangerete , ma non tutte le vostre lacrime.
L'amore nulla dà se non se stesso e nulla prende se non da se stesso.
L'amore non possiede nè vuole essere posseduto.
Perchè l'amore basta all'amore.
Quando amate non dovreste dire, "Dio è nel mio cuore", bensì "io sono nel cuore di Dio".
E non pensate di poter dirigere il corso dell'amore giacchè, se vi trova degni, è l'amore che dirige il vostro corso.
L'amore non desidera che appagare se stesso.
Ma se amando dovete avere dei desideri, essi siano questi:
Sciogliersi ed essere come un ruscello che scorrendo canta alla notte la sua melodia.
Conoscere il dolore della troppa tenerezza.
Essere feriti dalla comprensione stessa dell'amore;
E sanguinare volentieri e con gioia.
Risvegliarvi all'alba con un cuore alato e ringraziare per un nuovo giorno d'amore;
Riposare nell'ora del meriggio e meditare l'estasi dell'amore;
Rincasare la sera con gratitudine;
E poi assopirsi con una preghiera per l'amato in cuore e sulle labbra un cantico di lode."

martedì 30 dicembre 2008

ANIMO FRAGILE

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In quei lontani vi sta un albero
che ospita il nido dell'innocenza,
ed essa sta là, sopìta, è l'infante
che sopravvive di sentimenti.

E poco più in là, due metri o più,
vi sta un dirupo alto più di cento,
ed un mare che s'infrange violento
sulla nuda roccia, volesse spezzarla!

Ed il bimbo corre, solo, inseguendo
farfalle, colori e carezze del vento,
abbraccia la natura, gioca di sorrisi,
spensierato rimira con occhi infiniti.

L'albero s'agita, si commuove così
a quella semplicità meravigliosa
ed innaturale, conscio che per metà
la sua ombra è preda dei vortici.
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FREDDO VERDE CALDO

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Due battute ancora che danzano
e vibrano, una bossanova dolce
che bacia in un profumo d'assam,
codici decriptati dischiudono
meraviglie in una corolla sfumata
quel tanto che s'apre il fiore.

Un germoglio dipinto, sospinto,
intonacato di un verde d'estate,
la neve s'adagia, si trasforma
in rugiada e poi lacrime, sorrisi.

Ecco, si rialza, s'osserva colpito.
Di nuovo, nel girone dell'uva
si sposa un vino di mirtilli,
granelli neri e lamponi, la cetra
sboccia di suoni, teneri zampilli
nel freddo su memorie d'affetti.

Non si dimentica ma s'apprezza,
sciolgo un cappio rossoblu cianotico
e si risolve quel caotico clima,
non si disprezza e si funge rima
il ricordo dolce di note di geranio.
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lunedì 29 dicembre 2008

POESIE O PROSA?

Forse ci si può chiedere perchè tante poesie ultimamente su queste pagine di pixel.
Forse posso tentar di spiegar la cosa con un'altra poesia, perchè con le parole mi è diventato troppo difficile, ma d'altronde non farei altro che far una caricatura disomogenea di pensieri già pensati da altri, da Benigni come mi riportarono o come i grandi poeti descrissero in altri lidi, scriverò poesie ancora, ma non in questo senso. La poesia arriva là, nelle descrizioni e nella comunicazione di stati d'animo, dove la prosa non riesce, e questo m'aiuta moltissimo perchè sento che due versi ben fatti mi appartengono e mi descrivono meglio di intere pagine ed al contempo stesso riesco a nascondere a voi qualche brutto fattaccio dietro una metrica ostrogota.
Si potrebbe, penso, fare una prosa bellissima e tanto vera.
Ma in questi giorni c'è qualcosa dentro di me che non mi sento di condividere se non a parole agli amici più cari, e pur questo a grande fatica. Lasciatemi andare avanti per qualche tempo a poesie, a crogiolarmi nelle parole, nell'arte e nella letteratura, lasciatemi esser vago sui fatti ma chiaro nelle emozioni.

domenica 28 dicembre 2008

LA BALLATA DELLO STOLTO

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Eccomi, sospeso in un frangente
che odora d’irrealtà, a soppesare
dubbi e certezze che m’arpigliano
alla ragione ed al senso d’un cuore
che batte e si dimena, costretto.

Ed eccomi inebetito parafrasare
d’orgoglio le verità ancestrali,
dipanare con tanta irriverenza
quegli intrugli che mi permeano
dal cuore all’anima, fiaccandola.

Ed ancora lì sconvolto a tentare,
offuscato dalla paura, di veder
la realtà con gli occhi bendati
e di scorger differenze con quella
percepita dal mio petto delirante.

M’ingabbio da solo ancora al via,
fermo, resto, còlto da tal sgomento
al proclamarsi di quell’offuscamento
che non m’aiuta a recuperar il senno,
cuor e ragion son distanti, e si vive.
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venerdì 26 dicembre 2008

MERAVIGLIA

Ma quanto amo i discorsi profondi e le persone disposte a farli.
E' una meraviglia.

giovedì 25 dicembre 2008

BUON NATALE

Voglio augurare a voi tutti un buon Natale, di essere felici, di sorridere, di emozionarvi così da stampare nelle vostre anime un momento della vostra vita. Ho deciso in questo giorno che seguirò la strada del coraggio, ho bisogno di comprendere e superare i miei limiti, le mie paure, distruggere le catene che non mi fanno volare ma nascondere in un dormire soporifero della dimenticanza e dell'abbandono. Voglio rialzarmi ancora una volta, abbattere il muro dell'aspettativa, e librarmi nell'aria come una rondine che segue dall'alto la corsa del cavallo della vita verso l'orizzonte, verso quel sole che dona i colori al mondo.
Un abbraccio a voi tutti.

HO SFIORATO UNA NOBILE VERITA'

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Si vibra in risonanza,
l'emozione rintocca
sul diapason del cuore,
s'appoggia sull'anima
e comincia a suonare,
i cuori si accarezzano
con lacrime d'affetto,
è un legame profondo
che trabocca in un pianto.

Il pianto è una chiave
che apre un flusso
impetuoso di commozione,
travolge e sommerge,
lascia l'anima a bagno
in una pace di intima
comunione con se stessi;
e lì si rivela terso il miraggio
della comprensione del cosmo.
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mercoledì 24 dicembre 2008

TRIADE: CONFUSIONI

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Mi manca il respiro.
Espiro, inspiro.
Da quando sono
finito quà sotto?
Dov'è l'ossigeno?
Sono un pesce sulla spiaggia
od un uomo in mare?
Non ho le branchie,
non so vivere sott'acqua.
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TRIADE: MI TENGO STRETTO

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A volte ci è richiesta
una forza che non abbiamo.
Un coraggio che non ci appartiene,
di mostrare una felicità
che dista anni luce.

Io sono piccolo,
non sono nessuno.
Cosa si aspetta il mondo da me?

Più che due giochi di prestigio con le carte,
una spiegazione di un vino particolare,
una poesia goffa e maldestra,
io non so dare.

Devo cavalcare la vita,
questo cavallo selvaggio,
senza redini?

Posso semmai tenermi stretto
e seguirla ovunque mi porti,
in balia dei suoi capricci,
sperando di non essere disarcionato
prima che si calmi e si fermi.
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TRIADE :LACRIME

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Il mio sorriso è finto,
ho due protesi false
che incollano i miei incisivi.
Ho voglia di verità,
non voglio giocare
al gioco delle belle statuine:
è un gioco per adulti,
ed io voglio restare bambino.
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martedì 23 dicembre 2008

UN PASSO INDIETRO

Si parte per un viaggio con l'idea di crescere.
Ci si aspetta di trovare certezze, di trovare qualcosa che ci rafforzi.
Non capisco come mai, io, dopo un viaggio, mi senta ancora più confuso di quando sono partito, con ancora più dubbi, ancora più domande.
Finita l'eccitazione del ritorno mi trovo a fare i conti con me stesso, e son calcoli talmente difficili che solitamente ci impiego anni prima di risolverli.
Per andare avanti occorre far passi indietro?
Mi sento un goffo fragile gambero.

domenica 21 dicembre 2008

TORMENTI?

Ogni tanto riesco a leggere le mie emozioni come se si trattasse di un libro aperto.
Così logico, penso, che mi stupisco di non esserci arrivato prima.
E' chiaro, mi sento agitato perchè...mi sento incazzato perchè...e trovo risposte.
Ogni tanto mi aiuta, ridimensiono, risolvo la situazione.
Ogni tanto non mi aiuta nulla, è così, ho scoperto il motivo, ma rimango allo stesso punto.
Altre volte tento di leggere le mie emozioni ma non ci riesco.
Sono imperscrutabile a me stesso.
Ma la logica vince sempre, anche sulla parte irrazionale di noi stessi.
Se non la vedo è perchè ho la vista offuscata, lei esiste sicuramente, perchè esiste sempre la catena causa effetto, non esistono effetti se non vi sono le cause.
E' semplicistico e ozioso risolvere ripiegando nell'assenza di causa.
Gli effetti, anche sull'anima, derivano da cause tangibili.
Magari non si vedono, ma esistono sempre.
Mi tormento con questi pensieri perchè credo che il controllo totale delle emozioni sia la base per la ricerca a mente lucida della verità.

L'URLO DELLA COSCIENZA

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Nelle tenebre degli abissi
giace un forziere intatto,
è lì sepolto che attende,
tra i mostri ed il nulla.

Il cielo svetta azzurro
sopra la coltre grigiastra,
è lì inviolato che aspetta
tra l'anima di Dio e le stelle.

Gemme di lemmi tuonanti
esplodon di furia nei cuori,
sbaragliano il diaframma
e sfioran le anime opache.

La volontà si tende ad arco:
scocca l'osso del desiderio.
Luci accecanti s'accendono
nei remoti così raggiunti.
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venerdì 19 dicembre 2008

NORMALE

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Normale, anormale.
Categorie, divisioni.

L'astringenza mi punge
di un disgusto repulsivo.

Mi stuprano il grigio
mentre mi chino
per raccogliere un fiore.
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Prendo spunto da due parole in un discorso che si è fatto oggi per pensare al senso della parola "normale". Ho cercato sul vocabolario:

1 agg
{matematica} perpendicolare

2 agg
che è conforme alla norma; regolare, ordinario

3 agg
che serve di norma

4 sf
itinerario su roccia facile e comune per raggiungere la vetta di un monte

Mi chiedo che senso si possa ottenere applicando l'aggettivo "normale" all'essere umano.
Occorrerebbe definire prima cosa è la norma, cosa è la regolarità, l'ordinarietà. E francamente la norma di oggi mi spaventa, l'ordinarietà moderna mi è diventata come un incubo, è quella cosa che mi porta via il gusto di una conversazione perchè tende a ricadere nel banale, la norma di oggi è la nevrosi, è l'essere spesso incazzati, è l'impazienza, è la mancanza di affetto e di abbracci, è la scarsezza di sorrisi autentici e l'abbondanza di quelli falsi, è il consumismo, è il regalo di natale fatto col portafoglio e assolutamente non sentito col cuore.

Proviamo a ritornare sui dizionari, tentiamo con un po' di sinonimi:

abituale, banale, comune, consueto, contenuto, convenzionale, cronico, diffuso, frequente, generale, insignificante, intero, invalso, naturale, allineato, conforme, comprensibile, logico, equo, giusto, ordinario, quotidiano, ragionevole, regolare, reperibile, rivoluzionario, sociale, solito, standard, umano, usato, usuale, ovvio, perpendicolare, normativo, ortogonale || Vedi anche: rituale, di routine, abusato, ritrito, scontato, noto, abitudinario, familiare, misurato, proporzionato, consuetudinario, ripetuto, accettato, corrente, di moda, in uso, in voga, di listino, pieno, prevedibile, a posto, buono, corretto, trovabile, conformista, conformistico, classico, di serie, medio, tipico, anonimo, collettivo, commerciale, economico, esteso, popolare, pubblico, universale, volgare, antico, suo, tradizionale, aperto, autentico, bastardo, disinvolto, elementare, fisico, fresco, legittimo, paesano, semplice, vergine, vero, chiaro, evidente, facile, luminoso, pacifico, basso, effettivo, grigio, mediocre, diritto, verticale, piatto, legale, piano, uguale, uniforme, valido.

Alla luce di ciò mi vien da chiedermi perchè potrei andar fiero di essere "etichettato" dagli altri come normale.

"Tu sei normale" è come dire che sono anonimo? Uniforme, conforme, volgare, uguale agli altri? Cioè mi stai dicendo che non ho personalità? Sono banale, comune, scontato ed insignificante?
Capisco che è molto importante il contesto, capisco che ci sono sinonimi tra i presenti che sono anche positivi, ma quelle parole in rosso mi spaventano. Non mi importa più in quale contesto, per piacere, qualunque sia, non chiamatemi più "normale".

Io voglio essere diverso perchè voglio esprimere ed essere me stesso: chiamatemi "anormale", e ne andrei fiero.

LA POSSIBILITA'

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Respiro vita.
Aria: materia antica,
la stessa rinnovata
nel corso di millenni.
Respiro energia;
tutto si trasforma
e si traduce in un battito.

Il ventaglio

è

aperto.
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OGGI MI SENTO RONDINE

Ogni tanto ci toccano dei pensieri riguardo al nostro futuro. E' inevitabile.
Osservo con curiosità il mio animo vacillare davanti a quel mare di opportunità, averne così tante è una fortuna immensa ma è altrettanto disarmante. Nulla o quasi ci è precluso, viviamo nella libertà più totale. Se ci sentiamo legati o prigionieri è, penso, conseguenza di una gabbia mentale nella quale ci autocostringiamo a vivere.
Qualcuno riassume il problema dicendo che è questione di priorità: vuoi fare famiglia? se la priorità è quella, la scelta diventa più facile, la libertà si restringe.

Ma che centra?
In potenza possiamo tutto, abbiamo la libertà di scegliere le nostre priorità, e questo è meraviglioso. Posso capire quali sono le cose davvero importanti per me e posso scegliere di conseguenza. Aver la libertà di fare questo è già sufficiente.

Oggi mi sento rondine.

giovedì 18 dicembre 2008

PARLANDO D'ARTE

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Assorbo, spugna, vibrazioni.
Luce lavica che m'investe:
assaporo la pupilla del carisma.

Irradio, fonte, affetto.
Evapora la spilla malinconica:
risuono all'unicità delle conversazioni.
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venerdì 12 dicembre 2008

LA PORTA SOCCHIUSA CHE MI LASCIO ALLE SPALLE

LA LAMA CHE TRAFIGGE IL MIO CUORE
E' IL PEDAGGIO PER UNA VITA INCOERENTE


Talvolta penso che devo fregarmene. Anni fa lo facevo con disinvoltura, mi riusciva con facilità, pensavo ad altro. Oggi mi sa talmente difficile che rischio di impazzire. Non riesco più a non pensarci, ad arrendermi, a darmi per vinto. Non riesco più a non tenermi informato su ciò che sta accadendo, come non riesco più a soprassedere alle nefandezze che la più grande ed organizzata banda criminale Italiana sta perpetrando a spese dei cittadini. Non riesco, non posso con le conoscenze che ho essere ancora positivo. Se d'un tratto scoprissi che tutte le mie preoccupazioni sono infondate, se all'istante scoprissi che mi sbaglio, che la situazione non è tragica, che non esiste nessuna banda criminale al potere, che non esiste la nuova P2 e che non ci sono leggi schiaffo alla costituzione, se scoprissi che la democrazia italiana è ancora tale e garantita dal presidente Napolitano, se scoprissi che Grillo, Travaglio, Di Pietro e compagnia bella sono solo degli allarmisti e dei cialtroni, se scoprissi che Berlusconi è un grande presidente, non potrei che essere supercontento di aver torto, di aver sofferto un'oppressione frutto della mia immaginazione. Se scoprissi che il clima mondiale non sta degenerando irrimediabilmente mentre i governi antepongono al benessere, al futuro e alla vita della gente gli interessi finanziari delle major, se scoprissi che l'informazione non è controllata, se scoprissi che si fanno leggi con cervello, se scoprissi che De Magistris è un millantatore, se scoprissi che Gelli è un grande, se scoprissi che ho sempre creduto falsità non potrei che essere superfelice. Perchè vorrebbe dire che oggi è migliore di ieri e che si sta andando in una giusta direzione e verso un futuro migliore: sarei felicissimo di scoprirmi uno sciocco.
Invidio con tutta la mia forza, invidio con tutto me stesso, invidio oltre l'oltre quelle persone che hanno già fatto tutte le scoperte che vorrei fare io, che sono felici perchè il mondo sta girando bene, sono felici che Berlusconi offra posti di lavoro e faccia sensate e utili riforme, sono felici che non esista la fame nel mondo, sono felici che non vi siano sfruttamenti al terzo mondo da parte dei paesi così detti sviluppati, sono felici dello stato delle cose, della moda che rende così gioiosi e diversi i giovani e umili e accorti e simpatici e non superficiali, dell'informazione libera, dell'insorgere della cultura del gossip, della scuola che sforna professionisti impeccabili, della mafia sconfitta negli anni settanta ottanta, delle prospettive di vita sempre migliori, dell'occupazione odierna e dei salari così fantastici, delle prospettive di impiego dei giovani neolaureati, della democrazia, invidio quelle persone che hanno scoperto che il mondo si fonda su eccezionali principi morali ovunque rispettati, che hanno scoperto che l'Italia è il paese dove libertà uguaglianza giustizia e diritti sono pilastri portanti.
Voglio anch'io fare queste scoperte, voglio anch'io poter dire che mi sono sbagliato, che ero un pessimista, che ho sofferto senza ragione. Voglio anch'io poter essere felice e spensierato mentre dei bambini lavorano nelle fabbriche, mentre muoiono persone di fame e di sete, mentre ci sono guerre e carestie.
Voglio anch'io scoprire che non bisogna essere ciechi e sordi, oppure morti in una bara, per poter vedere un mondo che funziona a meraviglia, per poter vedere un'Italia esemplare, per poter vedere che l'inquinamento non esiste, che non esiste effetto serra, riscaldamento globale, scorie radioattive, polveri fini, diossina nel cibo, nell'aria e nella terra, per poter vedere uno sviluppo sostenibile del pianeta, nostra unica casa nell'universo.
Voglio anch'io scoprire che la ragione sta sempre dalla parte della maggioranza.
Voglio anch'io essere con la maggioranza, dalla parte del giusto, dalla parte di chi la sa lunga e che crede che la terra sia piatta, che dopo lo stretto di gibilterra vi sia un gran burrone verso gli abissi infernali.
La verità della maggioranza non sta mai dalla parte dei pochi, degli innovatori o degli allarmisti, dalla parte di chi sostenne, da solo contro tutti, che il mondo era sferico. La verità della maggioranza è comoda perchè non sta mai nelle parole di chi preannuncia un grosso cambiamento, di chi preannuncia catastrofi ambientali, di chi preannuncia che, anche se gli anni passano, si può regredire, tornare indietro, autodistruggersi. La storia non insegna, la storia è sempre stata una grande presa in giro che può essere considerata come una colossale opera narrativa senza insegnamenti al suo interno.
Voglio aprire gli occhi alla positività, essere spensierato mentre ammazzo la gente a mia insaputa conducendo una vita da ignorante all'insegna degli sprechi e del denaro.
Voglio essere spensierato mentre penso solo a me stesso, vorrei non aver rimorsi di coscienza nel condurre una vita piena di contraddizioni, voglio anch'io potermi ingannare facilmente, non cercare intenzionalmente le informazioni che potrebbero farmi cambiare idea, non sapere la verità, o scoprirne un'altra.
Eppure proprio non ce la faccio ad autostuprarmi il cervello a tal punto, riesco a comportarmi come una scimmia nella massa e fare le stesse cose degli altri, ma il senso di disagio che porto nel cuore a vivere in questa bieca illusione è forte a tal punto da togliermi il gusto di gioire della superficialità. Spero di non uccidere ripetutamente la mia coscienza con tanta veemenza da perdere quel briciolo di umanità che fiero porto sulle mie spalle, quella umanità e quella morale che talvolta mi schiacciano sotto il loro peso, che mi complicano le cose, che mi gettano in un labirinto di scelte e di domande, che mi fanno stare male con me stesso ogni minuto che mi fermo a riflettere sulla mia vita e sugli scopi ed ideali bellissimi che potrei perseguire ma che allontano da me, ripetutamente come un deficiente, soffrendo sempre di più. Non voglio perdere questa lama nel cuore che facendomi soffrire mi fa ricordare di essere un uomo, di avere un cuore che batte ed una mente che ragiona, uno spirito libero pronto ad amare ed a cercare la verità, questa lama nel mio cuore, questa sofferenza che vivo quotidianamente è la mia porta della salvezza, la porta socchiusa che lascio dietro di me ad ogni passo che faccio, mi offre la possibilità di un riscatto, di ricredermi, di ricominciare da capo una vita migliore nel momento in cui voglio piangere e pentirmi di tutte quelle scelte sbagliate ed egoistiche che ho fatto. La mia paura è di trovare, nel momento della necessità, quella porta chiusa blindata, saprò che è accaduto quando il mio cuore sarà sollevato dal dolore di quella lama affilata, la lama della consapevolezza ma...
...quando accadrà sarà troppo tardi.

martedì 9 dicembre 2008

FIAMME SPENTE: LA CENERE

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Ere di uomini colorano la storia passata:
racconti di vite, di desideri, di passioni,
riempiono i libri nella biblioteca di Dio.

L'umile pastore raccoglie le lacrime versate
in millenni, riempie laghi e fiumi e mari
prima di irrigare il suo orto nel deserto.

I frutti della tristezza cingono d'amaro la bocca,
ne annodano la gola con corde spesse
prima di sgretolare le dighe degli occhi.

Un pianto soffocato e silenzioso si spegne
lentamente in petto, trafitto selvaggiamente
dall'orgoglio ogni volta che rialza il capo:
non si vuol più rigare l'espressione atona
di chi crede che sia una dimostrazione di forza.
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lunedì 8 dicembre 2008

TORONTO

I miei amici ozzy sono furbi e molto accorti, soprattutto hanno meravigliosi stratagemmi per essere comodi nei locali la sera. L'idea loro che più mi ha colpito è quella di uscire senza giaccone, solo il maglioncino di lana, così dentro al locale se hai caldo e ti vuoi levare la giacca non hai la scocciatura di tenerla in mano tutta la sera e puoi andare a ballare in pista. Nei locali qui non esiste un guardaroba, se c'hai la giacca sei fregato, perchè tavoli liberi cui sedersi non ce ne sono ma non ci si fiderebbe nemmeno a lasciar lì la roba incustodita se non si conosce l'ambiente. Quindi si lascia il giaccone a casa e si cammina veloci.
Per il ritorno? Tanto c'è l'alcool in corpo dicono, non sentono freddo.

Tutto potrebbe anche filare liscio finchè il locale è ad un tiro di schioppo e non nevica e non fa meno 7 e soprattutto non si opta per raggiungerlo in bicicletta.

Ma anche questa è un'altra storia, e loro sono sopravvissuti.
Io intanto me la rido perchè mi vesto peggio di un pinguino e non ho il minimo di freddo. Tuttavia tutti i miei strati di indumenti oggi sono venuti meno al loro dovere, o meglio, pur avendoli addosso ho sentito un gran freddo.
Oggi è meno 14 con un vento bastardo che ti taglia la pelle che hai lasciato scoperta. Erano anni che non provavo questo freddo, e forse nemmeno lo ho mai sperimentato.
Per lo meno mi son visto i Toronto Raptors perdere per un soffio contro i Portland.
Siamo dovuti andare fino a Toronto e abbiamo fatto mezzo viaggio in macchina e mezzo in treno. Nel ritorno la coppia canadese che si è occupata dell'organizzazione della gita non si ricordava più a quale fermata scendere, e siamo scesi una in anticipo. Il treno successivo sarebbe arrivato dopo un ora, anche se in realtà non è mai arrivato per un guasto e abbiamo quindi aspettato due ore. Non eravano all'aria aperta, ma eravamo comunque in una stazione secondaria senza il riscaldamento...e fuori meno quattordici...
...e...
e quei pazzi di ozzy hanno applicato il loro trucco pure oggi per star comodi: niente giaccone, solo la felpa.
Voglio dire, ci saran diversi corpi, metabolismi, ma solo con la felpa, nessun berretto, sciarpa o guanti e fuori fà meno 14 con vento...

I prossimi giorni li controllo, se non gli viene la febbre quasi quasi gli faccio un monumento.

domenica 7 dicembre 2008

L'INFLUENZA DELL'ORDINE

Ho sempre sentito parlare che esistono due tipi di persone: quelle ordinate e quelle disordinate. Ma mai che abbia sentito parlare dell'esistenza di una via di mezzo. Strano, io mi sento, alla luce dei fatti della mia convivenza qui, una più che valida dimostrazione dell'esistenza di una via di mezzo. Non mi sento più di far parte della categoria dei disordinati.

Sto imparando inoltre, sperimentando in prima persona, come il disordine influenzi il comportamento delle persone. L'ambiente in cui si vive riflette una parte della propria volontà di dare il meglio di noi stessi, l'inedia alberga latente pronta a prendere il sopravvento su quelle anime che vivono costantemente nel disordine annichilendone la capacità di agire e di essere attivi.

Vivere in un ambiente pulito e ordinato ha molta più importanza del solo aspetto estetico o sanitario, l'influenza si estende anche ad un benessere psicofisico che può avere un gran risvolto positivo sul morale e sul raggiungimento degli obiettivi che ci si impone. L'ordine rafforza la volontà.

venerdì 5 dicembre 2008

LA SCULTURA DELLE PAROLE

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A sette anni ero un architetto,
costruivo scuole, ospedali,
palazzi: giocando con i piccoli
pezzi del lego srotolavo
gli edifici della mia città.

Oggi amo ritirarmi sincero
nell'angolo di quella spensieratezza:
giocare con le parole e talvolta
sorprendermi ancora infante
nel gioire per aver catturato
un'emozione, un sentimento,
giusto il tempo di immortalarlo
e di appendere la cornice
in quelle piccole case di plastica.

L'immaginazione è il dono
di un sogno ad occhi aperti
che si realizza in un gioco
magico all'interno di noi stessi.
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TRILLO

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Una voce d'altri tempi
riempie, un cuore essicato,
di sorrisi e di lacrime,

il rombo dei ricordi
scuote dalla sordità
l'albero portante,

si naviga su caravelle
con gli occhi lucidi
di chi rimira,
finalmente,
agitato,
il porto.
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mercoledì 3 dicembre 2008

IL VALORE DEL DENARO

Mi piace immensamente tentare di rompere le costruzioni mentali che si possono avere e cercare di vedere le cose sotto un'altra angolazione e talvolta stupirmi per dei particolari che non avevo mai notato prima.
L'argomento soldi-denaro è sempre molto scottante e difficile da toccare, tuttavia, pensavo, il valore dei soldi non è altro che una costruzione mentale degli uomini.
Mi spiego, il denaro non è tale e non ha lo stesso valore in tutti i posti del mondo, non è un bene che ha un valore intrinseco come una banana, cioè una banana è una banana se dispersa in mezzo alla giungla o in una grande città all'avanguardia. I soldi invece no, il denaro ha valore perchè nasciamo viviamo e moriamo tra persone che danno lo stesso valore a quegli oggetti.
Se ci si pensa bene sono soltanto carta e pezzi di metallo e sono utili solo a comperare altri oggetti.
Puoi avere tutti i soldi di questo mondo e morire di fame se non trovi nessuno che ti vende il cibo, se non trovi chi dà ai soldi lo stesso valore che dai tu e per il quale accetta di fare lo scambio cibo-denaro.
Fossi solo, perso in mezzo al deserto, non vorrei un milione di euro in tasca ma un otre con dell'acqua e del cibo. Ed in quel momento si assisterebbe alla caduta rovinosa del mito del denaro, perchè diventerebbe completamente inutile.
Lasciatemi capire, esiste la moneta solo perchè serve un bene di scambio comune a tutti, è così? I soldi alla fine sono un oggetto qualunque, banale, riproducibile, inventato, che dovrebbero rappresentare il potere d'acquisto, più soldi hai più potere d'acquisto detieni. E noi diamo così tanto valore al denaro in virtù proprio delle sue qualità di rappresentare per la maggioranza delle persone il potere d'acquisto. Ci stiamo fidando in massa di una credenza, di un mito. Lavoriamo ogni giorno per guadagnare simboli di potere d'acquisto, noi lavoriamo ogni giorno per la più grande delle autoconvinzioni del genere umano: il denaro-potere d'acquisto. In cambio del nostro lavoro otteniamo oggetti il cui valore intrinseco esiste perchè la maggioranza è convinta di questo.
Immaginate di trovarvi in una giungla, vi siete persi e vi ritrovate in un villaggio indigeno sperduto dal mondo e volete del cibo.
Dubito che vi chiederanno soldi per quel cibo, al limite vorranno i vostri vestiti, collane l'orologio ciondoli gli occhiali...insomma, se quelle persone non danno ai soldi la stessa importanza che tu dai ai soldi il denaro smette di essere tale, non è più un bene di scambio: è inutile spazzatura.
Si può pensare a quanto precario sia il valore di questi oggetti di carta e metallo se si capisce realmente che il loro valore esiste ed è tale proprio perchè molte sono le persone che lo credono.
O meglio, da tempi immemori oro argento e pietre preziose venivano barattate negli scambi, oggi gli stati stampano denari e monete per quanto "oro" dovrebbero avere nelle loro casse. Ci fanno il favore di facilitare gli scambi e la vita alleggerendo portafoglio, invece di 5 chili di metalli da portarsi in giro bastano pochi fogli di carta filigranata.
Ma alla fine, soldi, metalli preziosi...sono sempre beni di scambio e hanno potere d'acquisto solo se l'altra persona con la quale si fa lo scambio crede lo stesso.
Siete d'accordo fin qui?
Quindi è tutto relativo, alla situazione, al momento, a chi ci rivolgiamo.
E' meno relativa una banana, quella è, ovunque e sempre se stessa, nessuno può dire che non è una banana almeno finchè non diventa marcia.
Questa è una convenzione dell'uomo, che da convenzione nata per facilitare la vita e regolare e incentivare gli scambi ed il mercato è finita per diventare lo scopo di alcuni uomini.
Anche qui, chi è il ricco?
E' chi ha bestiame, campi, pascoli, o chi ha il potere d'acquisto?
Cioè, è più ricco chi ha un milione di euro in bestiame campi pascoli o chi ha un milione di euro in titoli in borsa?
Altre prospettive, a me fanno pensare molto.
Siamo prigionieri della nostra autoconvinzione quando lavoriamo solo per accumulare potere d'acquisto e non quindi in virtù di uno scambio che dobbiamo, abbiamo necessità, di fare?
Un'altra domanda che potrebbe nascere guardando ai soldi in questa prospettiva potrebbe essere: "Quanto può durare questo equilibrio, questa autoconvinzione?"
Si sgretola nelle crisi, nei momenti in cui la popolazione ha bisogno di lavorare non per simboli di potere d'acquisto, ma per la realtà di un boccone di pane per sfamarsi.
Basta ricordare cosa successe nella seconda guerra mondiale al marco tedesco e alla svalutazione che imperò in quegli anni durissimi. Il denaro perse il suo potere d'acquisto.
Senza il denaro si ritornerebbe al baratto.
Si potrebbe in qualche modo dire che finchè le cose vanno bene siamo tutti fermamente convinti che il denaro abbia valore e potere d'acquisto, ed in questo autoinganno di massa riusciamo a convivere semicivilmente. Dico semicivilmente perchè riusciamo anche quando stiamo bene a far guerre, violenze e tutte le più turpi schifezze che una mente umanoide possa concepire.
Ma non appena si comincia però ad avere problemi ci si sveglia dal letargo e come per incanto il denaro diviene privo di interesse e potere.
Si può allora dire che le popolazioni quando si trovano in condizioni estremamente difficili e precarie, quando per sopravvivere occorre trovare del cibo, il denaro diviene inutile.
Il denaro non è quindi utile alla sopravvivenza dell'uomo?
Ci si può rispondere da soli.
Il denaro può rendere felici?
Si entra in discorsi complessi, molto complessi. Ma se dobbiamo proprio cercare una risposta potremmo andare a chiedere a chi ha tanti soldi se è felice, anche se spesso non occorre chiedere, basta sbirciare nella loro vita, nei loro occhi per capirlo.
Per la mia esperienza ho trovato tanta felicità in quelle persone che usano i soldi per quello che sono, un bene di scambio, e non ne fanno al contempo una ragione di vita. Tanta umanità, felicità e razionalità, intesa questa come la capacità di rimanere lucidi, non influenzati o inibiti dai soldi nel definire una priorità, ho trovato in quei luoghi semidesertici e molto poveri che visitai anni fa, in Brasile.
Di solito alla fine di un discorsone simile ci sta una morale della favola, o meglio volete la risposta al perchè di tanto accanimento contro i soldi.
Beh, la state cercando nel posto sbagliato, ve lo dico subito.
Ho scritto solo i pensieri che ho fatto quando ho provato a guardare al denaro sotto altre ottiche, spero di non avervi tediato ma di avervi riempiti di domande a cui io non so rispondere.

L'ho fatta fin troppo lunga stavolta, sperando per voi che le nostre autoconvinzioni non smettano di esistere dalla sera alla mattina, lascio volentieri a voi i vostri soldi in banca mentre io non resisto più dal non mangiare questa meravigliosa banana che ho davanti agli occhi da quasi un'ora.

martedì 2 dicembre 2008

VIA DI CASA PER QUALCHE TEMPO

Capisco ora come la lingua sia un confine immateriale tra gli uomini molto più forte dei confini che si possono avere tra gli stati. Dal canto mio posso riportare l'esperienza con l'inglese.
Australiani, Canadesi, Neo Zelandesi, Inglesi, Statunitensi...tutti di madrelingua inglese. Ed esistono accordi tra questi stati che facilitano l'interscambio di persone, lavoratori e quant'altro si possa sperare.
Gira, fatti esperienza dicono.
Certo, noi appena mettiamo il naso fuori dall'Italia dobbiamo imparare una lingua, per gli Australiani andare in Canada o negli Stati Uniti invece è diverso, la lingua non cambia, le abitudini nemmeno così tanto, è questione più che altro di clima e di ambiente.
E' un po' come noi in Europa che possiamo andare dove vogliamo solo che loro hanno anche la lingua che spinge in loro favore.
E sotto questo vento anglosassone non potete immaginare quante persone spieghino le loro bandiere, per viaggiare, per vedere, per lavorare all'estero.

Ho conosciuto teenagers che si son fatti un volo di 23 ore dall'Australia per venire a farsi esperienza in Canada. Gli ozzys sono ovunque qui e negli States.

Insomma, un'altra volta mi sento piccolo, una volta in più da aggiungere alla lista. Confrontarmi con questi viaggiatori incalliti mi fa sentire un bradipo in letargo. Questi a 23 anni hanno girato mezzo mondo con esperienze di lavoro e viaggio di anni, non mesi, all'estero. Io invece... beh, non ne parliamo dai, vi va? Anche perchè non c'è molto da dire...Ora che non ho quasi più il problema della lingua, che per me vuol dire riuscire a capire abbastanza ed a comunicare giusto un poco meglio di una scimmia, ho il problema invece con la mia natura sedentaria.
Cioè, voglia di vedere il mondo tanta.
Voglia di girare tanta.
Ma voglia di star lontano da casa per mesi e mesi zero.

Insomma, questo sedentarismo che mi vive dentro è una palla al piede?
Girare il mondo lasciando casa per alcuni anni è una moda, è la tendenza del momento, è un esigenza per farsi un'esperienza necessaria in un mondo che gira sempre più in fretta, è giusto un piacere personale...?

Lo scoprirò con il passare del tempo.

lunedì 1 dicembre 2008

LA PAURA DELLA REALTA'

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Sparuti fiocchi d'angoscia
s'adagiano sulla spiaggia,
nuvole d'ansia preannuncian
la tempesta, venti gelidi
fiaccan il coraggio,
si ha voglia di abbandonarsi
all'inedia, a sonni e sogni
che allontanano dalla realtà.

Fuggi dalle emozioni, scappa.
Troverai il tuo mondo
in quella lattina di birra,
non esitare, lasciati andare.
Lo stoicismo non vince
il conforto dell'ubriachezza.


...ciò che solo dovrai affrontare
sarà la solitudine del giorno dopo,
quando scoprirai tremando
che hai perso anche te stesso.

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domenica 30 novembre 2008

PANORAMA NOTTURNO

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Luci si dispiegano
in un fazzoletto vetrato,
danno un contorno
ai dispersi nel buio.

La mezzaluna s'è appesa
proprio nel centro,
mentre i giganti
soffiano giù sulle vallate.

Alle biglie rimane
soltanto di star là distese
mentre la natura brama
di riappropriasi della sua terra.

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sabato 29 novembre 2008

DISINFORMAZIONE E RETE

Lessi un libro qualche anno fa, 1984 di Orwell.
Io non le leggo molti di libri, forse proprio per questo quei pochi che sfoglio me li ricordo. Diciamo che 1984 è il genitore del grande fratello, del controllo delle masse tramite la disinformazione.
Dove è finita l'informazione?
E' scomparsa nel business.
Da quando l'informazione è diventata un bene comprabile e scambiabile si è perso parecchio. Gli economisti filosofeggiano sul marketing e sulla necessità di essere informati per sopravvivere, per fare le scelte giuste.
E i politici dall'altro lato remano contro, o come si suol dire, imparano molto in fretta a sfruttare la cosa per il solo loro vantaggio.

Immaginatevi di dover fare una gara di velocità.
Puoi vincerla o perchè tu hai una macchina più veloce, o perchè semplicemente l'avversario non ha la macchina o perchè ha comperato una delle tue macchine difettose.
Beh, così funziona.
Le notizie vere si nascondono e si seminano notizie false.
Cosa vincono?
Il potere dei vecchi re medievali, fare tutto ciò che vogliono impoverendo la gente.

I pessimisti credono fermamente che l'informazione sulla televisione e sui giornali è morta. Se vuoi essere informato devi cercarti le notizie sulla rete.

E' vero.

In Italia è finita l'epoca che basta guardare un telegiornale o leggere un quotidiano per farsi un'idea di come vanno le cose. Gli psicologi hanno fatto bene il loro lavoro. Ed è stato un lavoro di fine.
Perchè è stato messo in pratica un controllo dell'opinione pubblica, o meglio il controllo di quella fetta disposta a mangiare e bere notizie dalle solite fonti, controlli le fonti ed il gioco è fatto.
Ora solo leggendo quotidiani e guardando notiziari ti fai l'idea che qualcun'altro vuole che tu abbia.
E questo qualcun'altro le aveva le informazioni giuste, sapeva dal principio la tua reazione in base alle informazioni che era intento a darti.

Ma il futuro non si ferma.
Non si può fermare lo scorrere del tempo.
E siamo destinati ad usare la rete sempre di più.
E la rete è libera e non controllabile.

I nostri politici hanno paura della rete.
Ne sono prove le leggi che vengono proposte in parlamento ma soprattutto la disinformazione che circola riguardo ad internet.
Si ignora completamente il fenomeno.

Qui in Canada mi ha colpito quante notizie sui quotidiani vi siano riguardanti la rete, quel blog ha pubblicato questo, quell'altro dice così, i politici vogliono tassare chi guadagna oltre un tot limite tramite ebay, la polizia ha trovato il colpevole tramite i contatti che la ragazza violentata aveva su facebook...
Insomma, la rete esiste, è visibile.
Se non sai che esiste ne vieni a contatto.

In Italia se non sai che esiste e non hai amici che usano la rete non ne verrai mai in contatto, ne saprai mai la sua esistenza, la sua importanza in un clima di disinformazione come il nostro.

Costa fatica cercarsi le informazioni, ma non ne possiamo fare a meno.
Se non ti informi per pigrizia appoggi gli scopi che si raggiungono con la disinformazione, appoggi i condannati che abbiamo in parlamento, appoggi i processi che passano inosservati e che non dovrebbero per utilità pubblica, per esempio nella scelta di un candidato, appoggi chi vive delle malefatte che tu non sai, perchè in realtà se non sai spesso è perchè non vuoi sapere, e da zimbello ignorante diventi complice di un criminale.

sabato 22 novembre 2008

RONDINE SOLITARIA

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Hai una lacrima agli occhi
mentre pensi a casa tua,
alla tua famiglia, così
lontanta ora che ti senti
figlio di nessuno.

Stai là, disteso su quel
divano in preda alla
nostalgia, aspirando
lentamente la tua sigaretta.

Vivi nei ricordi più belli
e trovi conferme delle tue
scelte da quelli più brutti,
cosa stai cercando
ti sfugge, eppure
hai voglia di muovere un passo,
uno ancora, per vedere
dove ti porta il destino.
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GRIGIO E BIANCO

Ai primi freddi le persone si proteggono in casa, il loro nido sicuro per l'inverno.
Qualche fiocco di neve cade sulla città mentre la gente è intenta a riscaldarsi ed ammira dall'altra parte della finestra la neve cadere lentamente, guardano con curiosità se essa si scioglie appena toccato il suolo o se rimane attaccata al primo oggetto che tocca, come una colla bianca che tende a crescere ricoprendo tutto di un candido vello bianco, suscitando nei loro cuori tanta ammirazione per quei piccoli fiocchi di acqua ghiacciata che hanno la capacità di cambiare i colori del mondo.
Nasce tristezza nel momento in cui ci si rende conto che la neve non è destinata a durare per sempre, quando nelle strade essa comincia a sciogliersi, a ridare all'asfalto il colore grigio di sempre. E' come se nei loro cuori esistesse da tempi immemori una innata antipatia per i colori che i loro occhi sono abituati da sempre a vedere, perché i cittadini vivono di grigio, del grigio delle case, del grigio delle macchine, del grigio dello smog, dell'asfalto, del grigio della polvere che una città inevitabilmente accumula.
Quella neve bianca candida è destinata un giorno a tingersi di grigio ed a perdere la sua naturale sofficiezza, diventare pesante, bagnata e grigia per aver assorbito la polvere e l'inquinamento della città. Non più poesia, non più palle di neve per i giovani, non più melodie bianche per la città, ma solo neve sporca che si scioglie col solito grigio colore schiacciata ripetutamente da mille copertoni di plastica termoindurente delle automobili.
Odiamo così intensamente la città?
Ogni volta che cambiamo posto il nostro subconscio gode della diversità dei colori presenti, del verde smagliante dei prati in montagna, del giallo sfavillante dei fiori d'estate su quei prati immensi, dell'azzurro cristallino dei mari più incontaminati, di tutte quelle sfumature di colori che Dio ci regala per mezzo della natura.
Eppure ci ostiniamo a vivere nel grigio.
E' comodo.
Ma stiamo uccidendo i nostri occhi, e forse non solo quelli.

PERTUGIO NEL FREDDO

E' arrivata la neve, dieci centimetri e meno sei meno sette con vento forte.
Il tempo di due passi all'aperto e c'hai le punte delle dita ghiacciate.
Ed io che mi lamentavo del nostro clima invernale...
Si capisce la fortuna che si ha solo quando ti viene a mancare.
E' pazzesco, ma le cose che diamo per scontate, dal clima ma anche dalla semplice presenza di luce elettrica nelle strade, di avere l'opportunità di scegliere il nostro futuro, di poter dormire tranquilli senza preoccupazioni sono quelle che più ci mancano quando dobbiamo farne a meno, per un motivo piuttosto che per un altro.

venerdì 21 novembre 2008

LE PERIPEZIE DI WOODLY

Ho cominciato a chiamare Rastafuck come lo chiama Gesalinco in tono scherzoso, ossia Woodly, che amorevolmente significa recchione.
Ma Woodly non è recchione, è un vecchio marpione.

Vederdì 31 ottobre

Ricordo la notte di halloween, un venerdì per precisare, saltando da un party all'altro in downtown in maschera, ridendo e scherzando assieme, come Woodly abbia ottenuto il numero di una ragazza particolarmente carina.
Ricordo specialmente il preparty nel giardino di Andrew, un tipo che lavora con noi sulla trentina, ricordo soprattutto la sua maschera, un tutu rosa superattillato indossato senza calze o canotta sotto. Insomma immaginatevi questo vestito in tutu, con mezzo culo nudo fuori, gambe all'aria, schiena al vento, bevendo birre all'aperto, ghiacciandosi le balle perchè faceva 2 gradi. Io Woodly e Gelalinco ci vestimmo da donne, frugando negli armadi di Amy abbiamo trovato qualcosa di speciale, ed io ero gnocca, molto gnocca.
Bella serata, tante risate.

Sabato 1 novembre

Il giorno dopo Woodly era contentissimo, voleva chiamare la ragazza che aveva abbordato la sera prima solo che lei non era in casa e non poté raggiungerla. Lo stesso giorno, il sabato, eravamo pronti a cucinare qualche delizia per cena, per poi uscire di nuovo. Nel mezzo della preparazione delle verdure grigliate chi arriva? L'amica della padrona di casa Amy , Rachelle, brava ragazza, molto obesa e molto triste per via della sua storia amorosa, 6 mesi che si è sposata e si sta separando suo malgrado. Aveva appena finito pallavolo, e con molta dolcezza si toglie le scarpe secondo l'usanza Canadese prima di entrare in casa. Non lo avesse mai fatto. Un odore che non scorderò mai e che mi ha fatto andare quella gustosa cenetta completamente di traverso.
Arriva pochi minuti dopo anche Karen, amica di Amy e di Rachelle, obesa da spavento pure lei e anche lei ha problemi con l'uomo.
Diciamo che Rachelle, Amy, Karen e Brandy sono il clan delle alcoliste obese in crisi amorose, chiacchierano come le matte, ti piombano in casa senza preavviso (perchè Amy ha dato loro il permesso di rifugiarsi qui ogniqualvolta che non se la sentono di tornare a casa per un motivo e per l'altro) e soprattutto non se ne vanno mai via, nemmeno quando sono le due di notte e tu devi alzarti presto la mattina. Fossero polli le strozzerei tutte, specialmente quando sono stanco morto stravolto da una settimana che mi alzo alle 5.30 e torno a casa sognando un momento di chillax (chilling relax) con un piatto in mano davanti ad un buon dvd e loro ti piombano in casa chiacchierando, ridendo rumorosamente, bevendo birre su birre e soprattutto non permettendoti di seguire il film.
Eravamo rimasti che arriva Rachelle puzzosa e Karen mentre stiamo cenando, ma noi siamo decisi, vogliamo uscire, tuttalpiù per sfuggire a queste betoneghe.
Lasciamo casa verso le 10 circa e rientriamo che sono le due e mezza.
Chi troviamo a casa?
Rachelle, Brandy, Karen e Richard.
...
Richard?
Chi è costui?
Un piccoletto che sembra un deficiente ma che fuma come una ciminiera e che beve come un elefante. E' diventato in fretta amicone di Chris, o come lo conoscete voi Rastafuck, ovvero Woodly.
Io andai a letto, Gesalinco, che al tempo dormiva sul divano e che da due giorni ha la sua camera di sopra, rubò la stanza di Woodly per quella notte, era stanco pure lui.
Woodly rimase invece sveglio a festeggiare ancora un pochetto.

Domenica

Mi alzo, sono le dieci e mezza, metto su un po' d'acqua bollente per un caffè solubile (la mocca non esiste) e mi scaldo due tost. Entra in casa Woodly con Rachelle (eh??? era fuori casa? non era a dormire? eh??) e Rachelle mi dice che da ubriaco ha voluto fare una passeggiata nel bosco lungo la scarpata del fiume, mi dice che non è stata colpa sua, che le dispiace...
Cosa cosa cosa? Cosa mi sono perso? Guardo in faccia Woodly, ubriaco e già collassato sul divano.
Mostruoso.
Cadde giù per la scarpata.
Ecco la foto.


Lunedì

La faccia si è gonfiata, ha anche male al collo, il ginocchio sbucciato e dolorante.
Chiama la ragazza. La ragazza arriva e vanno a dormire assieme.

Perchè scrivo queste cose ora?
Perchè all'epoca mi sconvolgevano, oggi più nulla.

Oggi capisco che sono normali per lui, confermato proprio ieri.
Cena di fine vendemmia di una cantina associata, Inniskillin, gran Ice Wine ma non centra. Siamo invitati perchè Chris conosce degli amici australiani che lavorano da loro e così...si va.

Poca cena e tanto vino, questo era l'andazzo.
Finita la finta cena si cambia posto, ma io e Gesalinco prendiamo una speedy car e torniamo a casa.

(Speedy car: si tratta di un servizio taxi abusivo, costa un terzo in meno del normale taxi e puoi chiamarlo solo se conosci il numero, che passa di parola in parola tra la gente.)

Oggi.

Mi alzo e vado in bagno e noto sangue sul pavimento e altro sull'asciugamano per terra.
Oho...
Chris ha uno squarcio abbastanza profondo sulla gamba(è orribile, ha una ferita assurda, molto prodonda!) e non si ricorda come se l'è fatto.
Ospedale, sette punti di sutura.
Fa il duro, non è nulla dice, stai tranquillo.

GESALINCO

Ne ho combinata una grossa stavolta.
Ho fatto incazzare Gesalinco.



Avete presente il classico tipo dello stile aipodiano(ipod)?
Bhe, ne ha di musica.
Tanta.
Ottanta giga di roba accuratamente selezionata per il suo viaggio dall'australia.
Ogni sera prima di addormentarsi si ascolta la sua musica, nelle sue cuffie e così si addormenta.

Io lo ho privato di tutto ciò.

Mi piaceva troppo quella musica, gli ho chiesto se potevo collegare il mio piccino picciò asus al suo ipod.
Non voleva lasciarmi fare.
Ma io di computer me ne intendo.
Ebbene, non ho itune.
Che centra? Lo apro come una cartella mi son detto.
Insisto, convinco, tranquillo gli dico, non succede nulla.
Ho provato lo stesso, magari linus funziona in una maniera differente ho pensato e mi legge come da disco fisso.

Cazzata.

Cazzata magistrale.

Non so perchè, percome, cosa è successo.
Stavo lì a capire perchè l'eeepc non leggeva nulla quando mi si è aperto il programma della gestione musica in automatico aperto sotto la voce “dispositivo multimediale: canzoni presenti zero”.

Ebbene, ho chiuso il programma.
Ho spento l'ipod.

Ho riacceso l'ipod...

...e dentro non c'era più nulla di nulla, svuotato.

COMPLETAMENTE VUOTO.

Ho privato Gesalinco della sua musica.
Ho scoperto che l'eeepc si ciba di cartelle, stupenda incompatibilità!
...ed io ho paura di prendere una randellata di legnate.
Devo forse massacrarlo a scacchi per fargli capire che non è stata colpa mia??!
...e sia.


e4-e5; Cc3-Cf6...

mercoledì 19 novembre 2008

PER INTANTO CAMMINO, GUADAGNO METRI

Ci sono momenti nella vita in cui si hanno delle debolezze, per un verso o per l'altro, magari è un brutto momento, o si è stressati alquanto dal lavoro o dalla scuola, o ci sono altri problemi che si accumulano tutti in una volta fino a scoppiare e ci si lascia travolgere da emozioni negative, da pensieri controproducenti, distruttivi, paranoici, giusto il tipo di pensieri che solitamente si scacciano con facilità, e si cade in uno stato di pura demenzialità, irrazionaità, si tende a vivere le paure nascoste nel cassetto per un breve lasso di tempo, giusto il tempo per capire come si è scemi, da qualche ora a magari un paio di giorni ci si può trovare in quello stato semidepressivo che tanto ci procura fastidio e malessere quanto ci rende associali e rompicoglioni.
Ho provato a forzarmi in quello stato specifico di sorridere e di essere positivo.
Non ho mai fatto tanta fatica in vita mia, a parte forse l'aspettare inerme la fine del lavoro di fino dell'uomo in bianco ciabattoso nei giorni più tremendi e dolorosi che ho passato in quel maledetto studio odontoiatrico.
Soprattutto non ho mai fatto tanta fatica senza risultato, almeno quella volta avevo seppur sanguinante un paio di denti nuovi in bocca...
E' demoralizzante.
Ma mi fa capire almeno quanta strada ho da fare ancora.
Mi sono detto allora:
“Per intanto cammino, guadagno metri”.

giovedì 13 novembre 2008

LA PAROLA

Sto contemplando la bellezza della parola.
La parola è essenziale.
Senza parole non esiste nemmeno il pensiero.
Le parole si possono considerare come i tasselli, i piccoli mattoni di un ragionamento, compongono frasi, esprimono una volontà.
Sono la base dell'intelligenza umana perchè permettono all'uomo di ragionare.
Sono la base della comunicazione, permettono all'uomo di trovare una sua identità perchè con esse riesce ad esprimersi.
La parola esprime una volontà, porta significato, dona importanza.
Senza lettere, parole, verbi saremmo degli animali, non potremmo nemmeno pensare, vivremmo d'istinti.
L'uso della parola identifica il genere umano, il suo pensiero, le sue creazioni, le sue emozioni, la parola è storia, la parola permette la scrittura, libri, pergamene, l'esistenza della conoscenza e il suo passaggio attraverso le generazioni.
E' come se dalla parola nascesse il mondo, da essa si genera la volontà dell'uomo tradotta nel suo pensiero.
L'uomo che parla manifesta la sua volontà, e la volontà è tale ed esiste perchè conquistiamo con la parola anche l'opinione, otteniamo la libertà di scelta, otteniamo la nostra anima.
Tutto si genera dalla parola e dove essa non alberga non vedo altra esistenza possibile se non quella dettata dagli istinti, senza parole non esisterebbero volontà o pensieri, comunicazioni, conoscenze, arte o scienza, o l'uomo in se stesso, il mondo sarebbe composto solo di animali e vegetali e forse nemmeno da questi.
Se le emozioni sono composte di parole dobbiamo alla parola anche l'esistenza della grandissima vastità di emozioni e desideri, dobbiamo alla parola l'esistenza dei concetti di bene e male.
Dobbiamo alla parola tutte le differenze belle e brutte che siano che un mondo senza uomini potrebbe avere dal nostro attuale.
La parola è il carattere, è l'opinione, è la volontà, è l'umanità, è l'anima, è il pensiero ed è la conoscenza, la parola è tutto e permette tutto, è alla parola che noi uomini dobbiamo la nostra vita vissuta come esseri umani e non come animali.
Ti elogio o parola nella tua semplicità e nella tua essenzialità, hai l'esistenza del mondo e dell'uomo, dell'anima e della mia vita nel tuo pugno, la tua importanza è smisurata.

domenica 9 novembre 2008

FACEBOOK, MYSPACE, NETLOG, TAGGED...

Myspace, Netlog, Facebook...

Stiamo giocando con i punteggi, amicizie, popolarità?
O stiamo vivendo sul serio?

Siamo schiavi della rete o la stiamo utilizzando al meglio?


Io mi rifiuto di giocare a far amici sulla rete.
Mi rifiuto di cercare amici attraverso uno schermo.

E' talmente ridicolo prendere un messaggio di posta da facebook con scritto "xxxxyyy ha chiesto di essere tuo amico" e dover accettare o rifiutare la richiesta.

Mi sembra di essere ritornato alle elementari, no peggio, all'asilo.
Tutta la falsità che mi schifa è riassunta in questi portali di vita fasulla e virtuale, talmente banale che mi sconcerta.


Voglio andare avanti, non indietro.


Permettetemi di dissentire.

VIVERE

Stili di vita.

Ci sono persone che credono di vivere una vita più giusta di altre.
Persone che si convincono di essere l'esempio da seguire.
Mi viene in mente l'alta moda, gli snob.
Sono convinti di essere migliori.

Migliori in cosa?
Che metro di giudizio è stato usato?

Ognuno ha il proprio stile di vita.
Perchè imporre modi di vivere?
Stili da seguire?!

Non esistono metri, goniometri, misuratori, quantificatori di vita.
Esiste la felicità.

Eppure si tende a giudicare, inevitabilmente.
Ma quanti sono questi snob nel mondo?
Sono un numero insignificante.
Troppo piccolo per far statistica.
Troppo piccolo per far opinione.
Troppo piccolo per tutto.

Girando il mondo penso si possa capire meglio, aprire lo spettro delle possibilità.
Si capisce un pochino di più la vita della gente, si ridimensiona un'idea, una grandezza, un metro di giudizio.
Si capisce quante cazzate si abbiano in testa.
Desideri che abbiamo da sempre che perdono consistenza, sogni che abbiamo ogni notte che perdono lo scopo di esistere, convinzioni che si sgretolano come grumi d'argilla secca nel pugno di una mano.

E' come se la saggezza si fosse spaccata in mille frammenti cadendo e disperdendosi per tutto il mondo, ognuno ne trattiene un pezzetto, ma occorre girare, viaggiare, vedere, conoscere, toccare con mano per guadagnarne altri.

E la cosa più grottesca è proprio che chi ne possiede meno, anche solo un'immagine riflessa, è spesso colui che per primo se ne pavoneggia.
Si tende inevitabilmente a confrontarsi nelle esperienze, nella saggezza.
Ma è così sciocca la cosa, talmente ridicola che mi viene da ridere.
Rido al solo pensiero di me stesso che mi lascio trasportare dall'arroganza di esser più saggio di altri, di conoscere più cose.
Viaggiando capisco che non so nulla, non conosco nulla.
Sono piccolo ed inesperto, ignorante.
Ho con me un'immagine riflessa di saggezza che fino a ieri pensavo fosse un tesoro inestimabile ed oggi capisco valer pochi denari, pensavo d'esser ricco ed oggi mi scopro povero.
Ed in questa povertà ridimensiono priorità, pensieri, valori, emozioni, desideri.
Ritrovo in questa buia notte, grazie alla luce di questa lanterna, la prima impronta lasciata sulla strada che voglio seguire.

LA GENERAZIONE DEL FRANCHISING

La generazione del franchising è strana per la mia opinione.
La generazione del franchising ama il franchising, o meglio, ne è consumatrice accanita.
La GdF ( generazione del Franchising) veste walmart & Company e mangia Mac shitty (Mac Donalds, Tim Hortons, Burger King...).
La GdF è una nuova generazione, i giovani d'oggi che crescono con la pubblicità e la televisione, si confrontano su una moda mentre si ingozzano di grassi idrogenati parlando di rugby, football hokey o baseball.
Immaginate un posto completamente diverso dall'Italia, dove non esiste un centro storico, dove le città appena nate sono talmente squadrate che mi ricordano la camicia a scacchi di mio zio, dove non esistono i negozietti, le boutique, perchè non esiste un centro dove c'è più gente, dove ci si incontra.
Esiste invece il “downtown”, gruppo di vie, capita anche che sia una sola via molto lunga, dove concentrano i locali notturni, pub, club, stripclub, nights, mac shittys e così via. Ed I giovani la sera vanno in downtown.
Downtown sembra, dipende dai posti ma si assomiglia per quanto ho visto io, un gioco di luci, una serie di finestre, popup coloratissimi e luminosissimi. E' come navigare in internet senza un blocco popup, ti si aprono continuamente migliaia di finestre colorate una dietro l'altra, vendendo qualcosa, un locale, un cibo...
Ovviamente tutto in Franchaising.
L'originalità si perde, svanisce nel nulla, o meglio svanisce in un labirinto di luci che combattono senza pudore a chi è la più appariscente, la più grande, la più colorata, la più addobbata finendo per diventare tutte uguali.
Si perde lo stile, si perde la storia, diventa tutto svanito, insapore, sai già il gusto di cosa stai per mangiare.
Ma alla GdF non importa, perchè non bada a gusti, mangia di fretta boli alimentari davanti alla televisione, ama guardare commedie e quiz televisivi, trangugia, si ingozza di alcool finché il corpo glielo permette.
Se vuoi mangiare o paghi cento dollari per una bistecca di classe o ti ritrovi a scegliere tra le catene di stores in Franchising.
Se vuoi vestiti è lo stesso, o vai sulle marche famose, o vai nei discount. Comunque sia la scelta, ti ritrovi in macchina diretto verso un centro commerciale. I negozietti piccoli come i nostri non esistono, o meglio, sono ciofeche per turisti sprovveduti in cerca di souvenirs.
La generazione del franchising si ritrova a fare una vita dettata dalle grandi compagnie, mangia quello che Mac Donald o chi di turno gli propina, veste quello che i centri commerciali mettono in esposizione, si ritrova a giocare per vincere i premi insulsi di un Tim Hortons piuttosto che il monopoli di un Mac Shit.
Non ho ancora capito se la GdF vive contenta, serena, soddisfatta.
Penso che sia questo il nocciolo della questione, il perno su cui tutto ruota.

giovedì 6 novembre 2008

IMMORTALITA' - IMMORTALITY

Cos'è l'immortalità?
Secondo me noi abbiamo un piccolo esempio.
Noi stiamo vivendo emozioni, istanti, talmente intensamente da trascendere la concezione del tempo stessa.
Quell'attimo non è più tale, va oltre alle usuali quantificazioni e qualificazioni, è un attimo vissuto.

What is immortality?
In my opinion we have one small example.
We are living emotions, fragments of life, so much intensity to overcome the conception of the time itself.
That single piece of time isn't the same, it overgets, it overgoes the usual quantifications and qualifications, it is a lived time.

martedì 4 novembre 2008

CUORI DI FUOCO

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Sbocciano rose nel giardino del mondo,
tra betulle di sorrisi in colori danzanti,
il profumo di un incensiera accesa
suona la musica di un cantastorie.

I poeti compongono puzzle di parole
che incastrandosi come nel tetris
dipingono l'attimo di un emozione,
un sussurro, una carezza della vita
che si dilata e diviene eterna sulla carta.

Note, note scritte, note suonate,
note pensate, note immaginate.
Note che scalano il pentagramma
di continenti e nazioni, ed i popoli,
la gente tutta che vive e che canta
melodie di abbracci e conflitti.

Un suono non stop dall'alba al tramonto,
un battito di un cuore, un respiro,
e le palbebre che sbattono
su di un occhio curioso ed attento.

I fabbri alla fornace hanno terminato
il lavoro, è stato forgiato l'abaco
di metallo su cui si conteranno
le prodezze dei vagabondi e dei solitari.
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ARCOBALENO DI RISCOSSA

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Si respiran talvolta
istanti di riscossa
da torpori pregni
di malinconica lascivia.

Succede che ci si risvegli
di soprassalto, desiderosi
di dare una svolta positiva
ad una vita scomoda,
ad una vita vissuta troppo.

Non importa quale troppo,
ma semplicemente troppo.

Troppo disordinata,
troppo disorganizzata,
troppo di corsa,
troppo oziosa,
troppo...

...troppo,
in qualunque senso
calzi a pennello
per l'occasione.

Nei momenti di riscossa
ci si sente rivivere,
qualcuno ci concede
una seconda occasione
per trarre esperienza
da un errore ripetuto.

...E la vita ricomincia
sotto i colori di un
caldo arcobaleno.

Si respira nuovamente
l'aria fresca e pulita
di un cambiamento.
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domenica 2 novembre 2008

SONO QUELLO CHE PENSO DI ESSERE

Ci sono persone che vivono liberi come il vento e che vanno dove li porta il destino, altre che vivono con la chiara idea di dove voler arrivare, ed altre che vivono nella totale confusione.
Il tutto si può riassumere nella consapevolezza del proprio carattere, di chi siamo e dove vogliamo arrivare, qual è la nostra strada.
Se non sai chi sei, se sei preoccupato di chi potresti diventare, sei sensibile alle tentazioni della vita e vuol dire che non hai chiaro in testa dove vuoi arrivare, o meglio non hai chiaro in testa chi sei, chi vuoi essere.
Noi siamo ciò che pensiamo, se i tuoi pensieri sono insicuri sei una persona insicura, se i tuoi pensieri sono volubili sei una persona volubile, se i tuoi pensieri sono fissi, hanno delle basi di certezza, sei una persona sicura, che ha le idee chiare in testa, che sa dove vuol andare, soprattutto come ci vuol arrivare.
Se ti trovi bene con te stesso, se impari a conoscerti, ad accettarti, vuol dire che stai imparando a vivere con qualche sicurezza in più, vuol dire che stai risalendo dal mare di insicurezza che ti circonda, vuol dire che stai diventando uomo, che cominci ad avere chiara in testa la tua strada.
La tua strada si materializza nei tuoi pensieri, nell'immagine che hai di te stesso.
Se sei sicuro di te stesso hai sconfitto la paura di una vita infelice, hai sconfitto la paura di trascorrere una vita insoddisfatto, perchè sei quello che pensi e ti trovi bene con te stesso, nulla può rubare a te il tuo carattere, ci saranno sempre motivi per cui ti ritroverai a pensare, ma sarai sempre tu, la tua identità definita che scioglie la matassa del destino con pazienza ed intelligenza.
Se sei sicuro non hai paura delle tentazioni, dei trabocchetti della vita, hai le idee chiare, e sai mantenere la tua identità in qualsiasi occasione, stai sconfiggendo anche la paura di fare ciò che non vuoi.
Se hai paura di diventare alcolista è perchè non hai ancora chiaro in testa che tu non vuoi diventare un alcolista, se hai paura di tradire il tuo partner è perchè non hai ancora chiaro in testa che non vuoi tradire il tuo partner, se hai paura di essere un fallito è perchè non hai ancora chiaro in testa che tu sei quello che pensi, e che se sei sicuro di non essere un fallito non lo sarai mai.
“Penso, quindi sono”.
Così dissero molti anni fa.
Io direi oggi, “sono quello che penso”, è per questo che voglio pensare in grande, conoscere me stesso a fondo, trovare quella sicurezza che mi renderà forte come una roccia, e trovare il mio spazio imperturbabile.
Le tentazioni, i vizi, si sconfiggono trovando la propria identità, conoscendosi a fondo, interrogandosi, lavorando coi propri pensieri e cominciando a dipingere l'immagine che abbiamo in testa di noi stessi.

sabato 1 novembre 2008

CIVILI TENSIONI

Percepisco tensione, respiro lontano da voi l'aria tragica d'Italia, di piazza navona, del decreto Gelmini, della dittatura e dell'oppressione, stanno rinchiudendo il cavallo della libertà dentro una gabbia per cocorite.

Corruzione, falsità, disinformazione.
Chi vuole le notizie può solo cercarle in internet.
La libertà d'informazione?
Finita.
La libertà di stampa?
Finita.
La libertà di ritrovarsi, di esprimersi, di protestare?
Finita, a meno che non si sia pronti a prendersi una fila di bastonate dai provocatori, a braccetto con la polizia e i politici, che arrivano contenti sul loro pulmino, pronti a seminare il panico e pestaggi.

Che libertà abbiamo?
Cosa si è salvato della costituzione?

Continuo a sentire che quella legge è incostituzionale, viola questo e quell'articolo, quell'altra pure, questa non garantisce la libertà, quella non garantisce l'uguaglianza, quei cittadini sono stati dimenticati, vivono tra inceneritori, vivono tra le immondizie, quei lavoratori non hanno garanzie sanitarie, lavorano morendo ogni giorno...

Non è crisi economica, non è recessione finanziaria.
Siamo tornati indietro di molti anni, molti.
E' recessione temporale.
Perchè ci siamo lasciati sfuggire le libertà di mano così facilmente?
Cosa eravamo intenti a fare di così importante?

Voglio scoprire se siamo vaccinati contro il fascismo, contro l'oppressione, se riusciremo a risollevare il capo, se abbiamo imparato qualcosa dal passato, dalle guerre, o se nel tempo di due generazioni si abbia dimenticato tutto e serva quindi scottarsi di nuovo per svegliarsi ed aprire gli occhi.

venerdì 31 ottobre 2008

ALTRE FOTO



crushing pad


fire in the vineyard


sorting table



anfiteatro della cantin a lato della cantina


vineyards



my winery


lococos


destemeter, machine's part

SCORCIO DI CANADA


direi cascate cascate e ancora cascate


Hokey game, una sorta di seconda liga

street, along the river


dry ice in un secchio


lago canadiense, invero sempre un fiume



e la verità si mostra


simpatico school bus

niagara river

alberi in un parco


simpatico scoiattolino

primi freddi


officina, ovvero spogliatoio.

mercoledì 29 ottobre 2008

JONATHAN, IL GHEPARDO

Era affamato.
Non sapeva come mai da un momento all'altro gli era venuta questa voglia di correre nella savana, lontano dal branco. Non sapeva nemmeno perchè negli ultimi tempi non riusciva a mangiare lo stesso cibo degli altri membri del gruppo.
Ancora pochi giorni e si sarebbero mossi verso nord per seguire i movimenti delle antilopi, in cerca d'acqua. Proprio in un momento così delicato il giovane ghepardo si sentiva strano, era come se avesse capito tutto in un colpo la velocità che poteva raggiungere posizionando le gambe posteriori un poco più avanti nella sua solita corsa, in modo da poter giovare di una falcata più lunga e di più potenza per il balzo successivo, e la cosa lo eccitava tantissimo.
Superare se stesso, superare i propri limiti, correre sempre più veloce.
Era diventato diverso tutto in un colpo.
Piano piano negli ultimi giorni anche gli altri del branco se ne erano accorti, e se dapprima si eccitavano anche loro per le sue imprese, lentamente avevano cominciato ad accumulare una sensazione di fastidio che si era tramutata molto velocemente in odio.
Non capiva il giovane corridore per quale motivo, se anche agli altri ghepardi amavano correre, non facessero come lui, cercassero una strada e la imboccassero con il vento sul muso felino. Vedeva nel loro comportamento quello dei cuccioli, che nel momento in cui sono tutti insieme e godono degli stessi interessi giovano di un legame indistruttibile, mentre via via con il tempo cresce dentro di loro la paura del nuovo, la paura di crescere, di non avere più la mamma che li difende, di dover abbandonare uno stato di sicurezza per cominciare a vivere la propria vita e prendere posto nel branco, come un vero ghepardo adulto.
Il primo che ha questo coraggio ferisce l'orgoglio degli altri, che invece di ritrovarsi spronati a cercare la propria via rimangono ancora più chiusi e paurosi, e temono di non riuscire come il fratello, come l'amico, e demoralizzandosi si convincono che l'essere diversi, il differenziarsi, il trovare il proprio modo di vivere, libero dagli schemi del branco, libero dalle solite consuetudini, sia in realtà una scelta sbagliata, avventata, un azzardo terribile, una cosa da non fare.
Ancora malinconico e con la mente confusa il giovane ghepardo cominciò a correre di nuovo, la fame gli attanagliava lo stomaco, la solitudine gli struggeva l'anima, ma ora che mangiava la vita correndo non aveva voglia di fare un passo indietro, e ritornare in quella gabbia di consuetudini solo per sentirsi in mezzo ai suoi simili, solo per sentirsi sicuro, protetto in mezzo alla casta del branco.
Ora voleva solo correre, inseguendo quel maledetto gabbiano.

martedì 28 ottobre 2008

GLI ENOLOGI

Ogni tanto mi sento un cuoco.
Un cuoco che cucina il vino.
Si prendono i grappoli e si taglia il marcio o quello che non si vuole, poi si diraspano le uve, il tutto ricorda come si pela una patata, come si taglia il brutto da un frutto o si toglie la buccia ad ortaggi o le lische da una trota.
Poi si macina il tutto come con i pomodori si fa la passata, come con le patate si fa il purè, o come si fa il passato di verdure.
I tanks mi sembrano grossi pentoloni dove si mettono i mosti a bollire, si aggiusta il tiro come si prepara una zuppa mentre ancora bolle, si aggiungono lieviti, attivanti...
Si mescola più volte, si assaggia, si riaggiunge qualcosa, si riassaggia, si mescola, no qui non va bene, occorre aggiungere altro, raffreddarlo un poco, riscaldarlo appena, un po' di zucchero come si usa nel thè, un po' di lievito come nelle torte, un po' di vitamine per dar coraggio ai Saccaromyces per finire il loro duro lavoro.
Poi si separa il vino dalle fecce come si scola una pasta o del riso bollito.
Poi va maturato, come la bottarga o come un formaggio, è un po' come mettere in forno una pizza od una torta, solo che noi non usiamo alte temperature per 2 ore, ma basse per mesi, non usiamo forni ma usiamo le barrique o l'acciaio nelle cantine, e questo vino puoi conservarlo una volta imbottigliato come una marmellata fatta in casa, come una conserva di funghi trifolati o di verdure grigliate.
Noi enologi cuciniamo il vino, siamo in tutto e per tutto dei cuochi che al posto dei mestoli usano pompe e tubi.

lunedì 27 ottobre 2008

INTERVISTA

Qui la gente ha il motore di una cinquecento, ma guida come se avessero una Ferrari sotto il culo.
In Italia abbiamo il motore di una Ferrari, ma la guidiamo come se fosse una cinquecento.

I vigneti canadesi, i vini canadesi...
Cosa sono?
Abbiamo l'Ice wine, certo, 80 dollari una bottiglia da 375ml, ma cos'altro? sappiamo vendere. Vendere di tutto.

La mia cantina è come un incrocio tra un locale, un ristorante, un museo ed una cantina tradizionale. Ho parecchi dipendenti che lavorano nel retail, ogni giorno corriere di turisti attendono di pagare 5 dollari a testa per mettere piede qui dentro, e non dico cazzate, noi facciamo 300.000 visitatori l'anno.
Immaginate l'indotto, ogni visitatore spesso compra bottiglie, le fa assaggiare ad amici, si diverte, passa un pomeriggio diverso.
Ciao caro, cosa facciamo oggi pomeriggio? Andiamo a fare un giro al parco? Perchè non andiamo a visitare una cantina? E fu così che si riempiono i pomeriggi delle persone, gli si fanno degustare i vini, gli si spiega delle barrique, dei tank, gli si fa vedere i lavoratori all'opera, negli zuccheraggi, nei travasi, i rotofermentatori, i drainer, coclee e tramogge, sorting table. Gli si spiega, si fanno partecipi i visitatori del lavoro che si sta facendo, trasparenza totale. E la gente apprezza, è contenta, capisce, si informa, compera il vino, si fidelizza.
In Italia?
Il vino non è vino e cibo, ma momento. E' tutto quello che ti circonda da quando stappi la bottiglia. Vino è anche storia, è passione, è annata, è fatica, è gioia.
Può essere per certi anche premi e cazzate da sommelier. Ma per me è altro.
In Italia abbiamo un grosso potenziale inutilizzato. Stiamo guidando una Ferrari come se avessimo sotto il culo una cinquecento. Abbiamo storia, edifici antichi, tradizione, cultura, cibo, ma non rendiamo la gente partecipe, non siamo dei geni in marketing, siamo dei deficienti. Potremmo aprire numerosi posti di lavoro se facessimo il business di visitatori che fanno qui in Canada, e molto di più.
La cantina-museo è futuro, e noi in Italia viviamo nel passato.

IMPERSONAZIONI, L'ENOLOGO

Casa è sempre casa.
Non c'è dubbio.
Ho quarant'anni, e sono un enologo affermato, giusto l'altro giorno mi hanno dedicato un articolo sul più venduto giornale Statunitense. Nato in Veneto e laureato in enologia e viticoltura ho sostenuto la laurea con programma doppia laurea con l'università di Geisenheim. Ho dovuto lasciare la ragazza perchè sono stato in Germania per 12 mesi per studiare e per imparare la lingua. Poi ho fatto un po' di vendemmie qua e là, sono stato in Argentina, a Mendoza, e sono giunto negli States, dove nel giro di un anno da operaio sono diventato Winemaker.
Ho fatto le mie esperienze, ma casa è sempre casa e desidero ritornare.
Dovrò lasciare nuovamente la ragazza, son 2 anni che stiamo assieme, ma ho deciso di ritornare e lei non ne vuole sapere di partire con me, d'altronde lei è nata qui, ha amici, famiglia, parenti...
Ho i miei anni, sono soddisfatto della mia vita, ho fatto carriera, ho soldi, so diverse lingue perfettamente, ho visto molti posti.
Sono un uomo realizzato.
Però...
...ho quarant'anni, ed ho gli occhi di una persona triste che si porta appresso la malinconia.
Io sono solo.

venerdì 24 ottobre 2008

FUNNY NIGHT

La sera i ragazzi si stavano preparando per uscire, a parte Giacomo che essendo raffreddato si dilettava in giochi di prestigio con le carte. Il frigo si stava svuotando rapidamente, soprattutto per la parte alcolica. Le birre stavano finendo. Quelle due casse da 24 non erano bastate per più di tre giorni, questi australiani bevono come delle spugne e quell'Italiano è una piaga nel piede quando si tratta di bere come si deve. Insomma quella sera l'Italiano andò a letto quando gli altri uscivano per andare ad ascoltare un po' di musica da Archid.
Ho sempre odiato quella musica pop commerciale stile mtv, e non ho mai potuto sopportare Archid.
Giacomo andò a letto verso l'una, e tutto sembrava filare per il meglio, era stata una lunga giornata di lavoro. Nei giorni precedenti il tempo non era stato dei migliori, soprattutto perchè il clima aveva saltato l'autunno in una settimana.
Infatti la settimana precedente la gente poteva andare in giro in bicicletta lungo il fiume Niagara con le maniche corte. In soli sette giorni il tempo diede una sberla a chi non era preparato. Cominciò dapprima con un venticello che ingrossandosi sempre di più portò le temperature giornaliere dai venti gradi che erano a due tre sopra lo zero, con un'umidità alle stelle per via di una pioggerella leggera. Per quanti maglioni potevi indossare il freddo ti trapassava.
Credo che il freddo sia razzista.
Non sembra si faccia sentire allo stesso modo tra le persone di differenti nazioni, con gli Italiani garantisco che è spietato, mentre per i Canadesi è stupendo.
Tal fù la storia che Giacomino prendendo freddo decise di restare a casa e di riposarsi, d'altronde era già andato da Archid e non aveva voglia di fare le 5 del mattino.
Stava dormendo beatamente quando nel mezzo sogno un rumore lo svegliò.
Non era un rumore normale, sembrava di un mobile che veniva rumorosamente spostato, ed erano le 4 del mattino.
Suonava strano anche perchè Giacomo era convinto di essere da solo in casa, e non poteva chiudere la porta a chiave perchè i ragazzi che erano usciti avevano perso le loro chiavi di casa nei giorni precedenti e non avevano chiesto a Giacomo di prestargli le sue, ne lui mona si era ricordato di dargliele!
Fu così che in preda ad un attacco cardiaco Giacomo sveglia nel cuore della notte, e lentamente origlia alla porta della sua camera, al secondo piano, questi rumori di mobili provenire dal piano di sotto...
Ad un certo punto qualcuno entra dalla porta con un clamoroso e rumoroso Fuck Off!!
Era Chris di ritorno dal pub.
L'amico del divano, l'altro amico australiano, si era intrattenuto con una ragazza che probabilmente si sarebbe portato a letto, mentre Chris, stufato e troppo ubriaco per stare ancora un solo minuto nel locale si sarebbe avviato barcollando verso casa.
Giacomo scese lentamente gli scalini e si ritrovò nel piano di sotto, ancora con i sogni che si mescolavano alla realtà, era stata una sveglia d'agitazione troppo veloce.
Chris con un sorriso che fa impressione si avvicina e con tutta ilarità presenta il nuovo divano.
Era uscito dal locale e si era avviato verso casa, voleva raggiungere quel posto dove l'amico Italiano sognava alla grande. Era troppo ubriaco per camminare diritto, camminava seguendo l'andatura di un serpente.
Ad un certo punto vide un miraggio, nel freddo della notte notò un divano triposto abbandonato come immondizia lungo la strada, ma era un bel divano che poteva ancora essere usato e decise di portarlo a casa, per sostituire quelle orribili sedie di plastica in veranda. Cominciò a trascinare alle quattro di mattina questo divano, era troppo ubriaco per badare alle macchine che passavano incuriosite o a cosa pensassero gli autisti quando lo vedevano fermo al semaforo, con quel divano enorme dietro.
Insomma, era troppo pesante e si rese conto che l'impresa era difficile.
Si sedette sul divano. Il vento era gelido.
Si sdraiò sul divano e si addormentò in mezzo alla strada.
Dopo una mezzora si svegliò e tutto ricaricato decise di portare il divano a casa, le forze lo sopportarono e trascinò quel colosso sulla veranda, per farlo vedere all'amico, lui doveva vedere quel divano, fosse stato anche le 5 del mattino.
Fu così che i due risero per un ora quella notte, raccontandosi più volte cosa era successo e perchè lo trovavano divertente.

mercoledì 22 ottobre 2008

FREDDO CANADESE

Ricordo di una tragica notizia in Italia di un uomo che aveva dimenticato il suo figlioletto in macchina in una calda giornata d'estate, ed al suo ritorno lo trovò morto.
Qui un uomo ubriaco, tempo fa, dimenticò per due ore circa i suoi due figlioli vestiti di tutto punto fuori di casa. Due ore dopo li trovò morti assiderati per aver respirato per due ore l'aria gelida dei meno quaranta.

Oggi nevica, ma fa meno freddo di ieri.
Ieri era un grado o due in più, con una pioggerellina sottile ma con un vento che come una tempesta di lame ti trapassa i vestiti, per quanti tu ne indossa.

Ho bisogno di vestiti, caldi e contro il vento.
Oggi prenderò la bicicletta e sotto la neve cercherò dei vestiti.
Dicono che non ci sono più le stagioni di mezzo. La settimana scorsa ero a farmi un giro in bicicletta in mezze maniche, ora nevica, e devo vestirmi come un pinguino.

Non oso immaginare l'evolversi verso dicembre di questo clima pazzo, certo che ho scelto proprio il posto adatto a me, io che amo il caldo e non sopporto il freddo.
Sono un deficiente.

La cosa strana è che c'è gente qui che pare non sentire il freddo. Io sono Italiano made in Italy 100%, ma i locali mi prendono in giro, dicendo che questo freddo non è nulla, di aspettare. Mi chiedono come mi vestirò il prossimo mese.
Ho già capito che starò a casa, o ritornerò di fretta e furia in Italia.

Ci sono alcune storielle ed aneddoti sul freddo.
In Alberta e Saskatchewan (se si scrive così) alcune città hanno i marciapiedi sotto terra, tunnel per poter girare la città al riparo dal freddo, dal vento.
Sul lavoro mi dicono che d'inverno se ti bagni le braghe con un po' d'acqua non fanno in tempo ad asciugarsi che son ghiacciate.
Il mio amico l'anno scorso aveva un secchio d'acqua e voleva gettarlo via, lo ha rovesciato sul pavimento e si è ghiacciato all'istante.
Nel 2004 qui ha nevicato a metà ottobre come quest'anno, in gennaio faceva meno 20 con neve e vento, percepisci i meno 38 dicono.
Dicono che quando fa quel freddo non puoi lasciare nessun pezzetto di carne all'aria, devi avere tutto coperto, con tanto di maschera per il viso.

Insomma, roseo e caldo futuro!
Vi saluto tutti per bene prima di diventare un ghiacciolo!

domenica 19 ottobre 2008

DESCRIZIONI DUE, GUIDARE IN CANADA

Qui la guida sulle strade è divertente.
Ho guidato la macchina due volte, entrambe perch l'autista era ubriaco.
Il limite è 0,8 ma qua è un limite troppo basso guardando le consuetudini.
Si guida normalmente sulla destra, le macchine sono direi 50 e 50, tra macchinoni americani e giapponesi-cinesi, tra guida automatica e col cambio manuale, fatto sta che si guida in modo completamente diverso.
Innanzitutto la gente non corre. Vanno piano e distratti. Perchè si sentono sicuri e annoiati e chiacchierano tranquillamente come al bar. Le rotatorie sono rare come i termosifoni, se le case hanno il riscaldamento ad aria a bocchette sul pavimento e non hanno il tavolo su cui mangiare o i termosifoni le strade hanno gli stop ed i semafori e non hanno le rotatorie. Hanno però molti animali morti, che la gente chiacchierando distratta investe con estremo piacere omicida.
Si investe un po' di tutto, cani e gatti, procioni, scoiattoli... la gente non fa preferenze. Prende sotto tutto quello che c'è sulla strada. Se è già stirato morto disteso sulla carreggiata invece fanno i difficili e cercano di schivarlo con manovre da formula uno.
I semafori invece stanno dall'alrta parte dell'incrocio. Mi spiego, bisogna essere italiani per fare i semafori esattamente sopra la tua testa quando ti fermi ad un incrocio, che ti tocca contorcere la testa fino al torcicollo per sbirciare il semaforo dal parabrezza. Qui il semaforo giace dall'atra parte dell'incrocio.
Inoltre devo ancora vedere semafori preferenziali per chi svolta a destra.
Qui anche se è rosso è ovvia consuetudine che si può svoltare a destra, basta dare la precedenza. Aspetti il verde solo se svolti a sinistra o vai diritto.
Poi ho visto incroci a quattro dove tutte le strade portano un grosso stop.
Mah...

Per concludere vi lascio con una domanda vecchia assai ma sempre attuale.
Noto dalla mia permanenza qui che questo proibizionismo sugli alcolici, devi avere licenze per venderli, li trovi solo in certi posti, non tutti i ristoranti e bar e fast food possono vendere una birra, non puoi guidare se hai una cassa aperta in macchina, non puoi camminare sul marciapiede se hai una bottiglia aperta in mano, non puoi assolutamente guidare se te o chi ti accompagna sta bevendo una birra o altro alcolico... dicevo, questo proibizionismo sugli alcolici porta la gente a bere di più. Qui bevono come le spugne. Abbiamo anche noi i nostri alcolisti, i nostri disagi giovanili, i nostri problemi, ma qui vi assicuro sono fuoriclasse, credo che la cirrosi trovi spazio per vivere in questo lembo di terra.
Da noi puoi trovare gli alcolici ovunque, ma non vedo tutto questo bere sfrenato, questa esigenza di avere una birra sempre a portata di mano modi sigaretta, di massacrarsi di birre dalla mattina alla sera.
Non so se da noi non ci sono le leggi perchè non sussiste il problema, o se invece non c'è il problema proprio perchè non ci sono le leggi.
Voi che ne pensate?

sabato 18 ottobre 2008

DESCRIZIONI

Il fiume Niagara scorre inesorabile, dopo le grandi cascate, tra le rapide come un serpente impetuoso disteso in un canyon per aprirsi in una pianura e sfociare sul grande lago Ontario, di cui non si vede l'orizzonte, un lago che sembra un mare.
Da Niagara Falls salendo verso nord verso Niagara on the Lake, graziosa cittadina sul lago Ontario, a metà tragitto c'è Queenstone, meraviglioso posto in collina dal quale si può avere una stupenda panoramica del fiume e delle distese coltivate a vite. In questo lembo di terra ci sono numerose cantine, l'Ice Wine è il vino di punta, un caratteristico vino le cui uve vengono vendemmiate ghiacciate, nei giorni più freddi dell'anno, quando le temperature arrivano a meno 15.
E' un vino fine, dolce ed elegante che ricorda i meravigliosi Sauternes di Francia o i grandi Tokaj Ungheresi.
La cittadina più popolosa nelle vicinanze è San Cathrine, a ovest di Queenstone, conta circa 120 mila abitanti e gode di una università importante per la viticoltura ed enologia quale la Brok University.
Le persone sono bene o male tutte particolarmente appassionate di Hockey, ed è uno sport davvero emozionante, specialmente dal vivo, posso garantire.
Amano anche Barniani, dei Toronto Raptors, un talento Italiano dell'NBA!
La gente continua a nominare la BC, British Columbia, a 5 ore di volo verso ovest, verso Vancouver. Là ci sono un sacco di montagne, neve e snowboarders e dicono che è il posto più bello del Canada.
Fort Eerie invece è a sud, piccola cittadina sul confine, e dicono che se sputi rischi di sputare in America, a Detroit, di cui vedi le punte degli edifici come si vede una torre in una grande e unica città.
Si parla in questi giorni di elezioni Canadesi ed Americane, e di crisi economica e di come il premier Inglese abbia superato la crisi investendo astutamente sulle banche.
Mah, io non ci capisco molto di queste cose, le lascio a voi.

Il cielo è vasto, alla gente trentina manca di vivere in pianura penso. Almeno per me è così, quando guardo a questo cielo mi sembra di perdermici dentro, ci sono stupendi tramonti e percepisci la grandezza, la vastità di questo posto. Ma penso anche che mi suggestiono parecchio, infatti non ho mai vissuto in pianura quindi non saprei dire se anche in Italia si possa percepire lo stesso avendo un vasto cielo sulla testa e poche montagne che tagliano l'orizzonte.