venerdì 31 luglio 2009

LA VITA E' UNA SINUSOIDE?

Vado a meno due, dico, meno due.
Meno due cosa da cosa?
Infatti, che importa?
Fossi anche a meno cinque o meno venti di qualsiasi cosa da qualsiasi altra sono sempre io.
Però fa piacere veder avvicinarsi un punto in una vita sinusoidale, l'intersecazione con l'asse delle ascisse è sempre un momento importante. (che testa bacata da matematico, lo fossi poi!)
...insomma, sto arrivando al punto, alla conclusione di una curva. Punto che definisce un limite, un confine dove dopo si ricomincia. E' un momento importante. O almeno così mi voglio ingannare, perchè alla fine, possiamo dirlo con certezza, la vita non è una sinusoide ne esistono curve o punti.
Solo un respiro ed un battito di un corpo che ci accompagna tra lande di realtà e di immaginazioni.

giovedì 30 luglio 2009

ASPETTATIVE

Senza aspettative partirò e saluterò il nuovo mondo ancora una volta.
Incontrerò un amico e sarà una riscoperta dalla nostra amicizia, perchè tutto cambia ed evolve, e nulla si ripete. Senza aspettative voglio vivere la mia vita, con le braccia di chi sa accogliere ciò che gli viene incontro e non con le braccia di chi accoglie solo ciò che vuole o che aspetta.
Perchè così posso abbracciare tutto e sorridere più spesso, posso così vivere fino in fondo.

mercoledì 29 luglio 2009

IL VIANDANTE ED IL TEMPO PERFETTO

Non saprei come dire, ma è tutto perfetto. Tutto che aspetta che il viandante si incammini per la strada, e la strada è sgombra ed il viandante è riposato. Mai le cose si incastrarono così bene, o i sandali si erano rotti, o le gambe del viaggiatore erano stanche, o la strada era inagibile per frane, o si incontravano dei grossi ostacoli che non permettevano proprio di procedere.
Ogni volta il viandante abbandonava il viaggio, stanco.
Talvolta il viaggiatore, al mattino di buon ora, cominciava la sua giornata e gli impegni e gli affari e le faccende di casa ed i parenti e la vita che scorreva non lo facevano partire proprio, non gli facevano nemmeno sentire il bisogno di cominciare il viaggio.
Talvolta al mattino si ritrovava con una gamba mozzata, altre volte si svegliava debole, altre ammalato, altre volte schiavo o soggiogato ad un re tiranno che non lo lasciava nemmeno pensare.
Poteva essere che si svegliasse nudo, senza abiti, come che si svegliasse ricco con i carri ed i buoi per arare i campi e la mangiatoia piena ed i servitori ed i figli. Tuttavia non potè lasciare l'azienda e non partì nemmeno quella volta.
La cosa più difficile era proprio che oltre agli eventi, che si dovevano incastrare tra loro perfettamente per creare la condizione abile affinchè lui potesse intraprendere il suo viaggio, era che lui stesso doveva esserne conscio. Perchè ogni volta che si svegliava doveva come svegliarsi due volte, la prima dal sonno e la senconda dalla vita medesima, rammentando al di là di ciò che gli si stava parando dinanzi agli occhi, che una calamita potente lo attirava a percorrere quel sentiero, pur senza saper dove conducesse, ma sapendo con certezza che nel viaggio od in fondo ad esso avrebbe trovato modo di svegliarsi sempre se medesimo, avrebbe trovato la pace e avrebbe bevuto placando la sua sete.
Ora il viandante aveva tutti gli elementi propizi, stava bene, era conscio di voler viaggiare, e la strada era aperta, perfetta, sotto un sole che splendeva alto nel cielo.
Oggi il viandante conoscerà se stesso e con questo le sue paure e gli ostacoli al viaggio che albergano nella sua anima, ostacoli di cui ha sempre ignorato l'esistenza, l'accidia, l'abitudine, la paura del cambiamento...Tuttavia pensando che l'indomani si sarebbe svegliato magari in una condizione ancor meno favorevole, si deciderà a darsi una scrollata ed avviarsi per la strada, con un passo talvolta con gioia e slancio, altre fermo e sicuro, altre volte timido ed incerto, altre tremendamente sofferto.

martedì 28 luglio 2009

GIA' LUPO SOL TU NON SEI

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Dove sei tenue raggio
di quel seren che riposa?
Dove devo cercare
per goder ancor del tuo calore?
Di quella fiamma
che sfavilla e brucia
di quel pensier
che vola rondine-tramonti?

Dì, ti sei nascosto
o mi vuoi forse insegnar qualcosa?
Si che da che un vuoto si crea
si tende poi tutto all'ascolto,
ed udir mi vuoi quindi le sonate
di tutta l'orchestra del mondo?
Già lupo sol tu non sei
solitario nel suonar le corde
della viola all'amor.
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lunedì 27 luglio 2009

IL VECCHIO ED IL GIOVANE

Il giovane dice più volte la parola no.
Infatti...

Il vecchio:

-Andiamo questo weekend in quel posto?
-Perchè?
-Ci iscriviamo a quel corso?
-Perchè?
-Ti va di uscire?
-Perchè?
-Facciamo questo?
-Perchè?
-Andiamo di là?
-Perchè?

Il giovane:

-Andiamo questo weekend in quel posto?
-Perchè no?
-Ci iscriviamo a quel corso?
-Perchè no?
-Ti va di uscire?
-Perchè no?
-Facciamo questo?
-Perchè no?
-Andiamo di là?
-Perchè no?

Ovviamente è dire Si alla vita.
D'altronde, perchè no?

Una frase bellissima che mi ha detto un mio caro amico giusto ieri sera:
"Le belle cose nella vita capitano solo se tu permetti loro che accadano."

venerdì 24 luglio 2009

PRESENTE NEL DOLORE

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Il petto scoppiava, lacrime
copiose cadevano sul letto.
Osservavo staccato, d'aria
mi stagliavo tra le bombe.

Sono forse morto?
Dov'è finito il mio cuore?
Eppure è qua trafitto
che il dolore mi toglie il respiro.

Abbracciai la morte e la baciai
con un amore forse non mio,
Mi sciolsi di fronte a quell'impeto,
eppure... rimasi di là me stesso.
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giovedì 23 luglio 2009

BATTENDO LE DITA SULLA TASTIERA

Il piacere di scrivere è incredibile.
E' proprio un piacere.
Scrivere una storia, due righe che diventano quattro otto e poi sedici trentadue, un personaggio che nasce, lento, delineandosi da un garbuglio di pensieri come una statua da un pezzo di marmo.
E' arte?
Mi direte quando ho finito la storia.
Per intanto voglio scrivere di un mondo, di pensieri, di gente e di storie, di modi di pensare, di ragionare prendendo spunto da tutto, dalla mia vita, da chi ho incontrato, dalle cose che ho visto...
E' un'epopea, non finirò mai di scriverla, però... chissenefrega!
Intanto me la godo battendo le dita sulla tastiera!

mercoledì 22 luglio 2009

COSI', DUE PAROLE, DUE RIFLESSIONI.

Mi sembra di percepire che realtà sta nel mezzo tra una visione materialista ed una completamente metafisica. Trovo che anche la strenua ricerca della verità sia da applicarsi con criterio e saggezza alla vita reale e che talvota è meglio accondiscendere ad una chiara falsità che non creare discussioni che visibilmente tendono al rifiuto ed al litigio e che sostanzialmente non sono poi così importanti. Mi sembra di percepire che vivere nella meraviglia di ciò che ci circonda possa donarci immense possibilità di vivere meglio ma che al contempo si rischi di estraniarsi troppo da ciò che ci circonda. Apprezzare la bellezza del pollice della propria mano e trovare strana e nuova la sua forma ad osservarlo attentamente è un indizio a cercare un senso profondo alla vita, all'essere più osservatori, ma non è necessariamente l'apristrada di vivere nella continua contemplazione di qualsivoglia oggetto ci si pari di fronte agli occhi dimenichi di tutto il resto.
Lo stare bene in una determinata condizione, il percepire l'oltre ed il sentirsi appagati in questo, il trovare uno strumento qualsiasi che ci faccia stare bene ed il fossilizzarsi nel suo uso-abuso, non è necessariamente la strada che dobbiamo imboccare anche se porta ad uno stato di piacere, ma è sempre una soglia di una casa che ci chiude fuori dal mondo conducendoci in una realtà ristretta e circondata da muri. Se ci soffermiamo troppo su di un pensiero, un'idea, se abbracciamo un modo di vivere di qualcun altro senza trovare il nostro, può sfuggirci il futuro, possiamo perdere un mondo di colori mentre siamo intenti ad osservare un muro uniforme e respirare l'umidità di una cantina.
Vedrei la pratica oggi in questo senso, come strumento abile per destarsi ma non modo di essere di per se stessa per sentirsi destati.
Scusate il gioco di parole, ma credo sia importante...

martedì 21 luglio 2009

LAMPO E SCOSSA

A volte mi sembra di vedere le cose in modo più ampio e profondo di alcuni miei compagni, mi sembra di aver capito meglio alcune cose, di aver colto qualcosa. Proprio nell'attimo in cui ho tale sensazione egocentrica mi vedo sbalzato nel senso opposto, vestendo i panni di chi non ha capito ancora nulla.

lunedì 20 luglio 2009

L'INSEGNAMENTO SOMMO

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L'insegnamento sommo è l'insegnamento stesso
ossia l'infinita possbilità di apprendere.


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giovedì 16 luglio 2009

UNA LODE AL TUTTO NEL SILENZIO E NEL VUOTO

Interessante il fatto che è proprio il presente ciò che ci circonda.
Sembra una banalità, ma vista nel suo senso più profondo, tutti i pensieri e ciò che nasce da questi allontanano in egual misura dalla realtà, quindi in un certo senso anche il dialogo allontana da una percezione più profonda della realtà e del tempo.
Il pensiero sembra formulato in modo decisamente contorto ma più che rigirare le stesse parole non saprei come altro descrivere questa sensazione che più volte mi ha toccato.
Esiste uno stato di totale ascolto della vita che richiede un totale vuoto interiore ed una concentrazione massima volta a ciò che sta fuori di noi e ciò che sta dentro di noi, volta allo scorrere del tempo, sicché questo sembra fermarsi e dilatarsi oltremodo. Questo stato lo si prova per esempio quando totalmente assorti si guarda un tramonto od un paesaggio senza avere pensieri nella mente, assorti da ciò che ci si pone di fronte. Siamo Osservatori.
Raggiungere questo stato volontariamente equivale a lodare la vita con una forma di preghiera interiore, è fermarsi un attimo per guardarne la bellezza elevandola con la nostra presenza di osservatori, sacralizzandola con la sensazione di pace e benessere interiore fuse dapprima in un distacco emotivo e poi in un ritorno volontario amoroso di unione nel tempo al respiro ed alla vita.
In quest'ottica tutte le disquisizioni che si avvalgono di contenere un senso più profondo ed importante per il mondo, dialoghi, discussioni, trattati, parole, pensieri, affermazioni, tesi politiche, sociali, interiori, filosofiche, morali, etiche, spirituali perderebbero di senso, perché pur contenendo i concetti di amore, lode ed unione alla vita condurrebbero nel senso opposto, occupando quel vuoto magico che si riempirebbe di formepensiero invece che di attrazione magnetica per la vita.
Rende bene la metafora che se si vuole respirare la vita, come s'ella fosse di gas, bisogna creare un vuoto che la risucchi, perché riempiendo la si allontana.
Detto questo chiudo il post, non ha senso per ora continuare a scrivere.

mercoledì 15 luglio 2009

LA SETE

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La gioia di una sobrietà
di amore fuso,
slancio alla vita che tutto
si fonde,
chicchi di una spiga.

Inebriarsi di presente
bevendo il tempo,
l'incedere dell'universo
l'immenso,
ma io vivo,
sono quà, felice in ascolto.
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lunedì 13 luglio 2009

IL TRE

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Larice a punta, montagna e vetta.
Del rododendro un colore fucsia
mi permea di vecchia novità, noto
sereno l'ombra che svanisce del pino.

Verso lidi dell'anima più consapevoli
svanisce la meta e si dipinge
un presente vivido che non avevo
mai notato, l'angoscia scompare.

Sposo della natura rivivo ciò che ero,
la mia vita di sasso e di pianta,
di fiore e d'uccello, ora cosciente
trabocco silente le mie lacrime d'amore.
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sabato 11 luglio 2009

PREGIUDIZI ED EMOZIONI MECCANICHE

I pregiudizi sono una gran brutta rogna.
Arriva uno che non conosci e ti ferma per strada. Tu eri partito da casa con un'idea, vado nel tal negozio, prendo quella cosa e torno. E qualcuno ti ferma, ecco l'imprevisto! Cominci ad arrabbiarti solo per il fatto che ti sta scombussolando i piani. Che è imprevista la cosa.
Poi cominci a sentirti anche in dovere di comportarti in modo cortese.
Aspettate che la ridico questa frase, perchè è proprio così che spesso accade, ci si sente in DOVERE di comportarsi in modo cortese. DOVERE? Il dovere di fermarsi, di dire di si, di ascoltare... Ne siamo imprigionati. E' uno schema mentale che percepiamo come una gabbia. GABBIA??
Il ragionamento è sottile e bastardo.
Se uno si sentisse libero, ma libero LIBERO, sa con assoluta certezza che se non vuole comprare non compra, che se non ha tempo è capace di dire di no, che se non vuol stare a sentire può andarsene... Tuttavia è come la libertà di smettere di fumare, o di fare un po' di ginnastica quotidiana al mattino. Puoi benissimo accenderti la sigaretta, o dire di no alla ginnastica, ma lo faresti al solo scopo di dimostrare a te stesso che sei libero nella scelta, mentre la tua libertà VERA si esprime proprio nel dire di si alla ginnastica e non fumare la sigaretta.
Quindi se uno si sentisse veramente libero non si sentirebbe in DOVERE e quindi INGABBIATO, LIMITATO a comportarsi in modo cortese e gentile, ma lo farebbe di proposito come manifestazione vera del suo Essere.
Ma...
...non è mai così.
E siccome ci sentiamo in dovere di fare certe cose aggiungiamo altra negatività alle emozioni che si stanno ingrandendo in modo negativo nel nostro petto.
Così, oltre al fastidio dell'imprevisto che ci fa perdere tempo, tempo che sicuramente non ci manca e che non è comunque mai perso, si aggiunge pure un senso di aggressione, perchè così viene percepito, ci si sente aggrediti perchè l'imprevisto ci costringe nella gabbia fasulla della nostra cortesia e gentilezza.
Ecco che il petto è già "ben" predisposto all'approccio.
Si comincia il dialogo con malavoglia e appena constatato che l'imprevisto è tale e che ci vogliono rifilare qualche cavolata per l'ennesima volta cominciamo a dar corda alle emozioni negative e meccaniche, meccaniche perchè inconsistenti e prive di controllo, e così si alzano le difese e ci si veste di freddezza e distacco, barriere che ci accompagneranno per tutto il giorno.
Il guaio è che ci si diventa avvezzi a questi paraventi, e che si finisce, presto o tardi, per vestirli sempre più spesso soprattutto laddove non sono necessari, perdendo occasioni magari di conoscere un estranea/o che potrebbe diventare l'amore della vita, di trovare un buon amico, o di fare un esperienza che comunque ci arricchisce, o di vivere quantomeno la vita a pieno e non sempre sulla difensiva, timorosi di essere "aggrediti".

venerdì 10 luglio 2009

SHANGA

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Formano un solo spirito
le anime di costoro,
in risonanza la cassa
su di un'emozione sacra.

L'occhio vede oltre l'occhio,
penetra l'essere là dove
si nasconde e si mostra
l'imperitura coscienza.

Al di là della divisione
apparente c'è l'Amore
talmente immenso
da fondersi alle lacrime.
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TANTO LAVORO PER NIENTE

Che ridere ragazzi!
Si passa tutta un'adolescenza a cercare se stessi pensando di dover costruire un modo di essere adatto per poi scoprire qualche anno dopo di doverlo assolutamente smantellare per poter veramente ricominciare a cercare se stessi, per arrivare infine almeno ad Essere e basta.

giovedì 9 luglio 2009

METODO SCIENTIFICO

Solo il fatto di provare a spostarsi dalle proprie convinzioni talvolta genera shock intensi, paura. Effettivamente da Galileo il nostro mondo ruota grazie al perno della ricerca scientifica, esiste ciò che è dimostrabile con il metodo, ed il metodo è la riproducibilità, la ripetibilità stessa del fenomeno.
Tuttavia il metodo scientifico (m.s.) ha gravi limiti.
Esso innanzitutto si applica a processi quantomeno visibil e misurabili, ma soprattutto accade spesso che non riesca a dimostrare l'esistenza anche di ciò che è visibile, davanti agli occhi, tastabile con mano.
Cioè, hanno inventato un metodo che non riesce a dimostrare ciò che l'occhio vede, e quindi questi scientifici negano l'esistenza di ciò che è davanti ai loro occhi e che loro stessi possono vedere.
Cioè, è come avere una rosa davanti alla faccia e dire di non vederla, che non esiste, perchè non è possibile provare la sua esistenza.
Ho lavorato in campo di ricerca per qualche tempo e vi garantisco che molti fenomeni naturali accadono e non sono dimostrabili, proprio perchè il metodo è limitato.
Dunque ha senso mi chiedo fare del M. S. non più uno strumento utile per validare definitivamente ciò che ha bisogno di queste certezze ma una filosofia di vita per distinguere ciò che esiste da ciò che non esiste?
Se ci pensate abbiamo parlato di usare il m. S. solo in campo materiale, pensate quanto sciocco è usarlo in campo immateriale, per dimostrare cosa esiste e cosa no, cosa è oggettivo e dimostrabile e cosa è falso, troppo soggettivo, indimostrabile.
Riprendendo le parole del mio Maestro, è come arare un campo con un ventaglio.
Strumenti inadatti.
Occorre imparare dalle conoscenze dei popoli che nei millenni hanno sviluppato altre vie di indagine della realtà per ottenere strumenti, metodi adatti. Insomma, se abbiamo un ventaglio e dobbiamo arare un campo, ed il vicino ha un aratro, perchè non chiederglielo? Vogliamo essere cocciuti fino a questo punto e lasciare il campo incolto?

IMBARAZZO

L'imbarazzo è la mia primaria fonte di comportamenti meccanici, e diciamocelo con sincerità, pure molto idioti. Mi chiedo allora cosa sia l'imbarazzo. E' emozione meccanica, è acquisita, è emozione imparata, immaginata. L'imbarazzo è tale perchè desideriamo nel nostro inconscio provarlo, perchè esso è inconsistente ed inesistente. E' frutto di paranoie mentali a loro volta inconsistenti ed inesistenti, assolutamente irreali ed infruttuose.
Perchè mi dico allora provo ancora dell'imbarazzo? Perchè continuare ad essere così mona?
Prendo visione oggi di una grossa fetta di cause ed effetti sottili, coscienziali, formati da emozioni, pensieri, gesti, comportamenti tutti legati tra loro e presenti dentro di me che non mi appartengono. Prendo una sega adatta al lavoro e mi metto all'opera.
Getto lontano altre scorie durante il mio movimento centrifugo.
D'altronde non può essere che così.

mercoledì 8 luglio 2009

ADDIO

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Possa il Sole
sempre splendere
sul tuo viso,
possa il tuo Sorriso
sempre illuminare
la tua Vita.
Addio.
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martedì 7 luglio 2009

RAPIDO SCAMBIO SUL NUOTO

-Insomma mi dici che l'uomo può nuotare? Mai sentito questo verbo, comunque mi dici che vuol dire stare a galla nell'acqua e non andare a fondo e in più che ci si può spostare in superficie?
-Si. Proprio così.
-Ma non ci credo! L'uomo affonda! E' certo che l'uomo affonda!
-Ma chiaro che se non hai gli strumenti per muoverti nell'acqua, se non hai le conoscenze, se non ti sei impratichito affondi! Non puoi correre nell'acqua, devi usare un modo di muoverti completamente diverso. Non ti muovi verticalmente, in posizione eretta, ma addirittura sei orizzontale, anche la posizione cambia! Tutto è diverso.
-Ma se cammino cosa succede?
-Ma non ci puoi camminare! Tutto è diverso, abbandona gli schemi mentali della terra ferma, nell'acqua non valgono, non li puoi usare.
-Ma che dimostrazioni hai, chiare prove dico, che l'uomo può nuotare?
-Beh ce ne sono diverse, per esempio ti posso dire...
-Vedi? Vedi? So già cosa mi dirai, che il tipo tale ha detto che ha nuotato in mare aperto, che quell'altro è stato a galla sopra 100 metri di acqua, che quell'altro ancora ha scritto tutti i movimenti da fare per non affondare.. Ma tu puoi portarmi solo il tuo parere personale, puoi portarmi libri, scritti, che comunque sono solo il parere personale di qualcun altro. La prova oggettiva che si può stare a galla non ce l'hai. Ognuno la vive in modo diverso, per te, ad esempio, è nuotare stare con i piedi in una pozza, per quell'altro invece è nuotare se sta nella vasca da bagno o sotto la doccia o nel mezzo dell'acquazzone di ieri! Tutto è personale, tutto relativo, e tu non hai dimostrazioni tangibili, vere, oggettive che è possibile nuotare. Se uno si bagna non vuol mica dire che nuota sai? E' troppo soggettiva la cosa...
-Se vuoi ti posso insegnare.
-Ma come puoi su una cosa così! Non dimostrabile! Relativa! Soggettiva! Non ci posso credere, non mi convinci! Sarebbe come condizionarmi di nuotare mentre cammino in una pozzanghera, io ho gli occhi aperti caro mio, non mi lascio influenzare, non mi piace l'immaginazione, mi baso sui fatti io, se mi porti in una pozza sto in una pozza e non mi convinci che se sto a galla è perchè sto nuotando. L'uomo non può nuotare, non è possibile e quindi solo a dirmi che è possibile mi dimostri il fatto che chi dice che lo fa è un immaginario e, lasciamelo dire, anche sciocco e credulone!
-Guarda che esistono le piscine dove si impara a nuotare, dove ci si allena...Non è uno scherzo, è veramente possibile!
-Ma va! Basta dire cazzate! E' tutta gente suonata che pensa di nuotare ma che invece ognuno l'interpreta in modo differente...Ti ho già spiegato com'è no? Uno si fa una doccia e pensa di allenarsi, uno si bagna i piedi e pensa di galleggiare! Ognuno si bagna qualche parte del corpo in modo diverso, e tutti pensate di essere degli arrivati, gente che sa nuotare! Ma non farmi ridere! Voi che vi fissate su queste cose così immateriali, così indimostrabili! Siete dei creduloni! L'uomo è fatto per camminare sulla terra, non nuotare! Abbiamo forse le branchie? Le pinne? No! E quindi andiamo a fondo. E' già tanto se la beviamo l'acqua, lasciala ai pesci che è meglio! Non mi convincerai mai!
-Ma guarda che non è questione di convincere, non ti voglio mica convincere, non sia mai! Ci stiamo solo divertendo provando a pensare in altro modo, altri punti di vista, non è divertente? Metti caso che fosse possibile, ti staresti perdendo qualcosa no? Vale la pena di provare ad immergersi, di seguire un maestro e vedere, sperimentare, se è veramente impossibile. No? Cioè, questi che dicono così, questi maestri di nuoto, se sono dei buffoni è facile scoprirlo no? Basta provare!
-E tu mi hai detto che sei andato da uno di questi fantomatici maestri?
-Ma si, ho provato, mi sono detto che provare non costa nulla, perchè se senti uno che sa nuotare gli si illuminano gli occhi, lo vedi trasportato, che è qualcosa di veramente incredibile, stare a galla, fare delle apnee, vedere i coralli, muoversi tra i pesci, vedere il mondo sottomarino, la luce che filtra nell'acqua da sott'acqua, il silenzio e la pace che c'è sotto, la forza del mare... Insomma ero curioso...
-E alla fine hai scoperto che sono tutti viaggi mentali si?
-Mah a dire il vero ho capito che bisogna imparare prima molte cose, avere fiducia del maestro e fare ciò che ti dice, anche mettere al testa sott'acqua, o affidarti a lui mentre ti porta galleggiando sul pelo dell'acqua...
-Impossibile, fidarsi così poi quando si richia la vita! Stiamo parlando della vita! Quello ti fa del male se è davvero convinto che può stare a galla! Finite affogati entrambi. Oppure è un immaginario e ti fa credere di nuotare sotto la doccia!
-Beh, per intanto mi ha messo nell'acqua bassa, sto facendo degli esercizi ogni giorno, mi bagno le orecchie per abituarle all'acqua quando farò delle apnee, provo a mettere la testa sott'acqua, sempre tenendomi stretto al bordo per quello...Poi ci sono dei miei compagni che invece si affidano proprio al maestro, e si gettano nelle sue braccia anche dove non toccano. Sembrano divertirsi parecchio!
-Tutta finzione. Dovete aprire gli occhi su ciò che un uomo può fare e cosa che non può fare.
-Sto provando anch'io ad affidarmi, e devo dire che l'acqua mi sta piacendo sempre di più, sta diventando un'ambiente piacevole, che spaventa meno, carico di gioia, sorrisi, scherzi, e vero piacere di restare immersi. Sento che posso imparare davvero molto.
-Sei messo male eh...irrecuperabile...
-Ti dico che una volta...
-Dai basta con tutti questi discorsi, se mi fai ancora un esempio, una frase mi viene il voltastomaco. Non la vuoi capire e non la capirai mai! Non credo alle piscine ne a chi dice che è maestro di nuoto e non mi convincerete mai nemmeno a mettere piede in una piscina! Sono cazzate, cazzate senza importanza, poi dimmi, anche se fosse, che se ne fa uno nella vita del saper nuotare? Non può vivere tutta la vita senza andare nell'acqua?
-Beh, si. Però si perde molto, il gusto della vita penso. Una parte importante...Forse molto di più...
-Dai cavolo, mesi fa non avresti mai parlato così! Dicevi che andavi lì e che tanto non ci credevi, ora cominci a spararle grosse! Non mi convinci e stai attento!
-Ma perchè ti arrabbi? Non ti voglio ne convincere, ne portarti in piscina. Si sta solo parlando di queste cose, così, in termini filosofici, astratti, per piacere, per il puro gusto della conversazione.
-Ma si però dopo un po' uno si stufa, sei lento a dire la tua, i concetti, io mi addormento. E poi non sono mica stupido! Le cose le capisco al volo io, mica me le devi ripetere più volte! Ho capito come la pensi, hai capito come la penso io, punto, che bisogno c'è di andare avanti?
-Eh...In effetti...hai anche ragione...potevamo capirlo prima, ma il discorso si faceva interessante...
-Ma va là dai. Ora basta, parliamo di cose serie. Hai sentito che è uscito l'ultimo cellulare multifunzione? Quello della pubblicità...

VENERAZIONE

E' come se ascoltando la teoria delle reincarnazioni e figurandomi fervente sostenitore abbia io paura di perdere un Dio da venerare, paura di perdere me stesso. E' tremendamente sciocco e meccanico un comportamento del genere.
Ragionavo, oltre alle differenze tra quello che ho capito del Buddismo e del Cristianesimo, oltre al comune denominatore presente nella base di queste religioni, che l'uomo nel suo piccolo vuole una figura da venerare, l'ha sempre ricercata nel corso dei secoli e anche oggi la cerca, bene o male, ovunque.
Cosa vuol dire venerare? Perchè si ha bisogno di venerare qualcuno o qualcosa? Prima ancora di credere abbiamo bisogno di venerare? Prima ancora della verità abbiamo bisogno della venerazione?
Non so perchè, ma oggi rifletto su queste domande.
...ed è tremendamente interessante.

sabato 4 luglio 2009

LE ENERGIE LATENTI DEL CORPO UMANO

Dunque, mi sono presentato mercoledì a pratica completamente cotto. Lunedì LA montagna mi aveva letteralmente indurito tutti i muscoli, acido lattico ovunque, e poi martedì notte ho dormito poco a seguito di una cena gustata con buon e abbondante vino con degli amici a me molto cari. La sera del mercoledì ero comunque contento, carico, ma decisamente scarso di quel carburante ospitato nel così detto primo serbatoio: le energie che usiamo normalmente durante il nostro vivere.
Durante la pratica ho svuotato completamente i pochi rimasugli di quel combustibile rimasto, roba da non riuscire a tenere una posizione per qualche istante dal muscolo duro e pesante che avevo, e quindi ero contento che piovesse e che si stava decidendo di rimandare l'allenamento notturno perchè stavo sognando una dormita colossale già da qualche ora.
Poi la pioggia si è fermata, e abbiamo deciso di andare.
Mi sono lanciato, ho detto, proviamo, andiamo, cogliamo l'occasione, vediamo dove arrivo!
Nell'andare su verso il passo Manghen, in macchina, stavo per cadere addormentato, la mia mente mi stava dicendo, ma dove stai andando, sei cotto, cosa fai, non ce la fai, ma guardati, ti addormentisicuro, ma fatti riportare indietro!
E' stata questa la cosa incredibile.
Ho attinto consapevolmente al secondo serbatoio di energia.
Alle due di notte ero carico, sveglio, desto, fresco come una rosa.
Lo avevo fatto altre volte, lo so, me le ricordo, ma tutto si era svolto inconsapevolmente.
Quante volte si dorme poco o ci si sforza oltre il limite e si trovano comunque delle forze per essere attivi? Si attinge ad un'energia che sta oltre, per uscire con gli amici fino a tardi dormire a mala pena due ore ed andare al lavoro il giorno dopo...
Passare una giornata talemnte intensa da toglierci tutte le energie, rivedere la propria bella e fare l'amore fino a tardi con energie che arrivano da chissà dove...
Lo facciamo perchè un'emozione, una sensazione, una situazione è tale che ci sveglia, ci apre una porta verso una dimensione estranea dalla quale attingiamo energie che sembrano inesauribili.
Ho abbandonato i miei attriti mentali e mi sono apprestato alla nottata come se fosse l'ultima della mia vita, ho voluto viverla fino in fondo, ho VOLUTO intensamente ESSERE SVEGLIO e PRESENTE. Perchè ho voluto imparare da questa pratica notturna se era POSSIBILE aprire la porta verso quella dimensione secondo la propria volontà.
E' stato possibile.
La porta del secondo serbatoio è alla nostra portata, occorre uno sforzo mentale, forte convinzione, fermezza, determinazione, concentrazione, tanto cibo e zero alcool, un buon caffè magari aiuta, ma la si apre, occorre destrezza nell'allontanare gli attriti, nel non identificarsi nella stanchezza, nel voler VIVERE come se fossero gli ultimi istanti di una vita, ma quella porta si può aprire.
Occorre mettersi come con le spalle al muro, immaginarsi sul crinale di una montagna nella situazione che se si cade si muore, ed evitare di cadere concentrandosi al massimo come se fosse questione di vita o di morte.
Tutti lo sappiamo, abbiamo la certezza che se fosse VERAMENTE questione di vita o di morte avremmo energie per superare tutti gli ostacoli, solo che non è mai questione di vita o di morte e quindi non siamo spronati ad usare quelle energie.
Poi c'è un alone di superstizione che aleggia attorno a questo "serbatoio". E' come se avessimo paura che sono energie che non si ricaricano più. Una volta usate non abbiamo più la nostra riserva...
Che sciocchezza! Avere la capacità di dare senza riserve spaventa, ma è Vivere ed è una capacità di estrema importanza per fronteggiare diversi ostacoli che ci si presentano nella vita.
Poi abbiamo anche paura di attirarci addosso delle sfighe se ci poniamo in situazioni, facendo finta che siano questioni di vita o di morte, quando invece non lo è affatto. Abbiamo paura di influenzare il Karma. Abbiamo paura che se consapevolmente viviamo un istante come se fosse l'ultimo utilizzando energie per dare il massimo aumentiamo la probabilità che possa accaderci qualcosa di brutto ed oscuro.
Queste sono solo superstizioni! I dati di fatto li abbiamo, le energie sono là, presenti, e noi siamo consci di averle, poi noi possiamo vivere la vita usandole consapevolmente, o non usandole. Tutto qui.
Se è possibile raggiungere dei risultati con questo stratagemma, con queste energie immense e sopite, perchè non usarle a piacimento nella vita per superare determinati ostacoli?
Questa esperienza mi servirà moltissimo, specie tra qualche mese durante le fatiche della vendemmia. Un altro frammento di paura della vita è scomparso, altre energie e sicurezze sono state trovate, ed un altro grazie al maestro, con un gran cuore e commozione mi sorge spontaneo.
Il maestro ha davvero un cuore grande, e soprattutto TANTA TANTA pazienza.

GIUSTO EQUILIBRIO

La poesia ogni tanto amo lasciarla in disparte, forse per un poco, giusto per salutarla e riabbracciarla un attimo dopo.
Amo saltare allegro tra la profondità di un sentire che va oltre le cose, la sensazione evocativa di una particolare esperienza, e la chiarezza ed inequivocabilità di ciò che si mostra per come è, tangibile, un dato di fatto.
Da mente tendenzialmente razionale quale che sono, nel senso positivo e negativo assieme del termine, non riesco, e forse giustamente, a non osservare anche la realtà nel suo aspetto manifesto.
Daltro canto nel cammino della pratica approfondendo l'aspetto immanifesto della realtà si tende inconsciamente e progressivamente a togliere importanza al lato manifesto, immedesimandosi e vestendo il ruolo di chi illuminato non degna di attenzione il lato prettamente visibile come se questo non avesse importanza, come se questo fosse inconsistente, frivolo, assolutamente superficiale.
E' come se fossi composto di una parte legata alla materialità, ansiosa di poter contare sulle dita i sassi che incontro per strada, una parte legata all'immaterialità ed ansiosa di far capire a quella di prima la sua superficialità, meccanicità, banalità, ed una terza che solo con la sua presenza fa capire alle prime due, unificandole, che i loro intenti non sono ne giusti ne sbagliati, ma che occorre solo osservare entrambi i lati della realtà come se fossero parimenti importanti.
Riassumendo, dentro di me, più forze mi tengono intento a non dimenticarmi dell'osservazione del lato manifesto della realtà, perchè anch'esso riveste un ruolo importante nella vita e non va dimenticato, come il lato immanifesto.

Sono conscio tuttavia anche del rischio che la parte più irrazionale del mio carattere comporta quando prende il sopravvento, che è la sua insaziabile e latente sete di emozioni, di sensazioni, di potere, di visibilità, di sentirsi importante, degna, intelligente, acuta, SENSITIVA.
...
Sensitiva.
...
Questa è una grande fregatura, perchè vuol dire che tendo a crearmi delle illusioni di SENTIRE lati immanifesti quando questi non esistono al solo scopo di compiacermi, di sentirmi più illuminato, vicino al mondo immanifesto e di capirlo e sentirlo meglio, di essere in comunicazione con quel lato occulto e tanto intrigante che mi sembra renda estremamente "fighi".
Non bisogna tuttavia cadere nel comportamento opposto e disilluso di chi non crede a priori al lato immanifesto, considerandolo privo di sostanza e quindi non di interesse per la vita dell'essere umano del giorno d'oggi.

Il trovare il giusto equilibrio in questi termini è un processo fondamentale per vivere la vita nella sua interezza e realtà, non lasciandosi vivere da sogni ed immaginazioni irreali o visioni della vita decisamente restrittive.