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Ho in testa un numero immaginario
in proporzioni auree alla Fibonacci,
Integrali di doppie sommatorie
di derivate composte fattoriali
esprimenti differenziali sui limiti
di una passeggiata aleatoria con Marcov
chiacchierando di metempsicosi.
Così il pensiero umano prende forma,
una figura scomposta e grottesca
spesso intraducibile, incomprensibile
se non allo stesso pensatore, un caotico
intruglio psicotico termoindurente
che talvolta, per puro culo, si semplifica
sciogliendosi in un bicchier di vino,
si disgrega la matassa come si squaglia
un'aspirina in una lacrima d'acqua.
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Ho in testa un numero immaginario
in proporzioni auree alla Fibonacci,
Integrali di doppie sommatorie
di derivate composte fattoriali
esprimenti differenziali sui limiti
di una passeggiata aleatoria con Marcov
chiacchierando di metempsicosi.
Così il pensiero umano prende forma,
una figura scomposta e grottesca
spesso intraducibile, incomprensibile
se non allo stesso pensatore, un caotico
intruglio psicotico termoindurente
che talvolta, per puro culo, si semplifica
sciogliendosi in un bicchier di vino,
si disgrega la matassa come si squaglia
un'aspirina in una lacrima d'acqua.
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