domenica 31 agosto 2008

PARCO NAZIONALE DEL SINIS

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Corvi raccontano
di un silenzio perduto,
una tracina nascosta,
una spigola curiosa.

Timidi gigli insabbiati
e donnole indaffarate,
falchi e gamberetti
fenicotteri e meduse,
coronate un parco
di acque cristalline
e sabbie variegate:
chicchi di riso
o grigie argille
morbide come velluti.
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sabato 30 agosto 2008

APPLYING FOR A WORK PERMIT

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Pallina gialla da tennis,
salti tra due mondi
nella furia di mazzate
di racchette e corde tese.

Io pallina di carne
vengo scagliato
a velocità eccessive
tra due campi di gravità;
bersaglio tra le missive
su sentimenti altalenanti.

Ascolto il nuovo linguaggio,
dove si confonde
il messaggio
ed infonde
strane parole
in politichese.

Granelli di sabbia
di pazienza e di rabbia
riempiono una spiaggia
per un cuore
mai stanco
di giocare alla boxe,
colpo d'incontro incrociato
all'impazienza,
vivo tranquillo
ma sempre in movimento.

venerdì 29 agosto 2008

VOCABOLARIO

Ultimamente nei contratti o nei documenti precede il grosso, la polpa per intenderci, una parte denominata "definizioni" nella quale si spiega cosa si intende con i termini che si usano nel documento.
Questo è allarmante perchè significa che la politica stessa si è accorta che le parole hanno perso il loro significato e che occorre premettere un vocabolario ad un documento, ad un contratto, ad un accordo scritto. Cioè le interpretazioni sono così molteplici che si può intendere tutto, ognuno parla la stessa lingua ma con vocabolari diversi. Mi chiedo se non debba pure io coniare il mio diozionario, premetterlo all'intero blog, per assicurarmi di non essere interpretato male...

giovedì 28 agosto 2008

A PROPOSITO DI RELIGIONE, DOGMI E CHIESA

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Non capisco come mai al giorno d'oggi vi siano così tante persone che gettano fango sulla chiesa e sulle istituzioni religiose, sembra quasi una gara a chi riesce meglio a mettere in cattiva luce il mondo cristiano cattolico. Ovvio che i difetti e le contraddizioni esistono ovunque, ma sembra che quelle della chiesa siano sempre e costantemente sotto i riflettori, mentre gli aiuti, le missioni, le fatiche per fare del bene, ossia quelle opere "buone", quelle che si potrebbero, anzi si devono salvare, non vengono menzionate da nessuno in nessun posto o spazio, ciò che è bene è sempre naturale, ovvio, comune, inosservato. Si tende in questo modo a vedere i cristiani e la chiesa in generale solo in base alle notizie che passano in televisione, sui giornali, che sono solitamente gli scandali, gli errori, le notizie brutte che screditano l'autorevolezza, l'idea finale del lettore è pessima e perde il rispetto nell'intera istituzione.

Ad aggiungersi come conseguenza probabile a questa introduzione, e concausa nella perdita di valori e di fede, si è instaurata una mentalità, soprattutto tra i giovani, che chi è credente passa per lo sprovveduto di turno, quello che si fa prendere in giro, che crede a qualsiasi fandonia, il religioso ha assunto l'immagine di colui che non è critico, che non sa pensare autonomamente, è l'ingenuo che continua a sostenere un movimento inutile, assurdo, guasto e corrotto. Se vai in chiesa la domenica ti si accolla l'etichetta del pirla, rischi di diventare un vero e proprio caprio espiatorio che deve sopportare la sofferenza inevitabile della solitudine, dell'esclusione dal gruppo di amici, dell'essere lo zimbello di turno, chi è religioso è il credulone ingenuo, e come tale viene preso in giro, e come si sa più che bene gli amici degli zimbelli diventano subito ottimi bersagli di cattive espressioni.

Si cresce in questo clima, hai paura di dire che sei religioso perchè hai paura che gli altri cambino il loro atteggiamento nei tuoi confronti. Occorre arrivare ad una certa maturità per liberarsi da questi timori. Non tutti però sono capaci di riesaminare i propri pensieri e ad essere talmente umili con se stessi al punto da sotterrare l'orgoglio ed a cambiare fieri la propria bandiera, anzi, direi che è molto più facile, che più avanti una persona va con gli anni, criticando la religione e la chiesa, più questi sentimenti si radicano nell'animo ed più è difficile liberarsene.

C'è da dire inoltre che in questa avversione non si riesce spesso a distinguere l'istituzione dalla morale, il dogma dal valore, la religione dalle persone che la seguono. Spesso chi svilisce, chi misconosce, chi rifiuta e respinge la chiesa come istituzione fa questo anche con molti valori che essa rappresenta, valori oggi mentalmente connessi con il mondo canonico, strettamente collegati con la morale cristiana. Ma occorre allora ricordare che questi principi non sono ovviamente di proprietà di nessuno, occorre ricordare allora che sono molte le religioni che si accomunano per una morale simile di rispetto e convivenza, sono quei valori così importanti per vivere serenamente ed in pace con tutti che sarebbe meglio non svilire e conservare con cura, che sarebbe meglio non confondere con un'istituzione qualora venga voglia di criticarla o di separarsene filosoficamente.

Mi dispiace molto, quindi, apprendere come tanti attaccano la chiesa senza informarsi prima sulla vastità di elementi che stanno criticando, senza fare delle distinzioni e dividere i concetti dogma-valore, istituzione-morale, senza dire cosa è marcio e da gettare proponendo invece cosa occorre salvare, sento tante critiche distruttive fini solo a loro stesse o a far sprofondare sotto terra la voglia di avvicinarsi alla religione di chi è ancora influenzabile, occorre informarsi sempre, a maggior ragione sul movimento cristiano per l'importanza sociale e umana che riveste, prima di lapidare un pensiero, una filosofia, un'istituzione od una singola persona.
Forse queste persone hanno bisogno di un caprio espiatorio facile che non reagisca allo sfogo di una condizione di stress, che non si ribelli per tutte le ingiurie ingiuste che gli piombano addosso, forse queste persone sono troppo stanche per informarsi o non consapevoli dell'importanza enorme di avere delle notizie vere, perchè è sulla base delle notizie che ci si fa un parere, ci si costruisce un'idea.

Le testate giornalistiche purtroppo, o i giornali radio o televisivi, sono difficilmente integrabili da notizie vere, se non a spese di ore faticose di ricerca delle stesse sulla rete, ore che spesso mancano nelle vite già troppo piene di impegni di ognuno di noi. Allo stesso modo peserei sui piatti di una bilancia il peso con cui occorre stare attenti a non cadere nella trappola della malainformazione politica per poter capire e votare una persona competente e professionale, rappresentativa del volere del popolo, il peso con cui occorre prestare attenzione alla malainformazione religiosa, per non cadere nella trappola di avere un facile caprio espiatorio, di perdere velocemente la morale e di screditare un movimento che tutt'oggi riesce, sebbene nel silenzio, ad aiutare moltissime persone nei modi più svariati.


Ricordo inoltre che la sottile astuta linea usata spesso da libri di testo o giornali per manipolare il giudizio delle persone non è il dare una notizia falsa, perchè sarebbe forse troppo palese e soprattutto un reato, a parte che oggi l'informazione non ha più alcun ritegno tanto che sono i politici stessi che fanno pubblicare addirittura notizie false, ma questo è un capitolo a parte che mi piacerebbe discutere con voi con calma in un'altro post, ma è, per riprendere il discorso, il pubblicare o il non pubblicare le notizie vere, secondo un metodo di discernimento volto ad ottenere un fine prefissato, come il convincere di una tesi piuttosto che di un'altra. Nascondere degli eventi per dare più credito ad altri ed argomentare una tesi in modo più convincente.

Non riesco quindi a colpevolizzare qualcuno per questa situazione, ma posso dire che, secondo la mia opinione, se cominciassimo a distinguere i concetti quando ci esprimiamo e facciamo delle critiche, se cominciassimo a tentare di rendere le critiche costruttive, volte a migliorare le cose non a screditare e basta, allora la situazione potrebbe cambiare sul serio, e molti ne guadagnerebbero nella libertà di esprimersi.

AMORE

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I miei occhi si sono posati
sulle tue labbra sorridenti,
la gioia di vederti felice,
la gioia di vivere al tuo fianco.

Piedi vicini che si incamminano
lungo una strada sconosciuta,
assieme scopriremo il mondo,
la solitudine è morta
e con se la sua paura,
perchè ti porto nel cuore
ovunque io vada.
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martedì 26 agosto 2008

SERTAO - DESERTO


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Ritmo naturale,
alba luce e tramonto
regalate i colori
dove non esistono
lampadine.

Colline brulle,
arida secca,
esali un respiro
d'affanno
sussurrando:
acqua.

Pozzo,
una pompa,
una cisterna
sospesa a tre metri,
un'anfora d'argilla
dove lei, torbida,
sosta per depositare
la terra con la quale si dona.

Sapore di limo
con te regali la vita
al bimbo che viene
con un secchio vuoto.

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CENA ARISTOCRATICA

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Grasso ed opulento siedo e mangio unto,
mi sento un ippopotamo bulimico d'allevamento.
Un sunto di parole d'aria volano tra i commensali
e sguardi vuoti, ed occhi biechi, e convulsioni
mentali s'aggrumano e s'addensano
in espressioni linguistiche astruse,
o banalmente semplici,
che mi grattano la pelle
e mi spazzolano le palle
e mi muore l'interesse.

Non c'è altro, altro se non il cibo
ed il disagio, che si possa ricordare.

Ma basta una parola dolce,
che carezza l'anima,
in tarda sera,
e subito mi ritorna il buon umore.

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VERAMENTE LIBERO

La libertà più vera e profonda non sta nel poter fare ciò che si vuole, ma nel poter scegliere di non fare ciò che si desidera.

Infatti siamo già liberi di comportarci come vogliamo, non occorre provare a se stessi di avere questa libertà.

Non siamo, tuttavia, liberi di NON fare ciò che desideriamo fare, non siamo liberi nei confronti di noi stessi e del nostro ego per questa decisione, abbiamo difficoltà nel poter scegliere di non seguire ciò che l'istinto o le nostre convinzioni ci portano a "fare".

E' a questa libertà prodonda e reale a cui dobbiamo aspirare, invero, la libertà di fare ciò che si vuole è fasulla, è una gabbia nella quale chiudiamo la nostra capacità di scelta, la possibilità di negare la tendenza, il vizio, la consuetudine, la costruzione mentale, l'ego, l'egoismo...

Infatti, di fronte a ciò che ci piace, tendiamo a dire sempre "si", ci manca la libertà di scegliere il "no".

lunedì 25 agosto 2008

MEMORIE - AGOSTO 2003

ALTRI TEMPI ED ALTRI LUOGHI


San gaetano, Pimenteiras, PI (Brazil)
sabato 9 agosto 2003

La strada per San Gaetano è molto dissestata e spesso l'autista fa brusche frenate sia per le grosse buche che ci sono in mezzo alla carreggiata, sia per non investire qualche animale, mucche in primis.
Arrivati al villaggio siamo ospitati da Barroso, un vecchietto vispo sulla sessantina, portavoce principale di questo gruppo di persone del movimento Sem Terra. Sono persone che non avendo nulla, men che meno proprietà su cui vivere vanno ad occupare lembi di terra incolta di qualche grande latifondiario pigro, e accampandosi per diversi e durissimi anni ottengono la consegna della terra, una specie di usucapione, e possono quindi costruire qualche casa in cui cominciare una vita.
La gente qui, in quest'arsura, vive la sua vita in modo molto povero e semplice, sono però obbligati a restare in questo posto per mantenere il possesso della terra e non vanificare gli sforzi fatti. San Gaetano conta 32 famiglie di 6-7 persone disseminate in un'area abbastanza grande, il villaggio principale conta una dozzina di case mentre le altre sono più o meno distanti. In realtà le persone sarebbero molte di più se si contassero anche tutti i giovani di 15-17 anni che sono fuori paese, per studio o semplicemente perchè sperano di stare meglio da un'altra parte. La gente nelle città fa invece le vacanze in Inverno, perchè è la stagione delle piogge, ossia quella dove la terra bagnandosi diviene fertile e si può coltivare qualcosa nei campi le vacanze permettono ai figli e a chi ha parenti in campagna di andare a dare una mano, perchè il lavoro è tanto ed occorre tanta manodopera, anche perchè trattori o macchine agricole ce ne sono poche, e quelle poche costano l'affitto. Da maggio a dicembre invece è la stagione secca e si ha poco o nulla da fare, perchè il caldo e l'assenza di piogge impedisce qualsiasi lavoro o coltura, si cerca di sopravvivere con quello che si è prodotto nel lavoro dei mesi precedenti: riso e fagioli. I contadini per via della loro estenuante situazione precaria vengono aiutati con una misera somma da parte dello stato con la quale comprano l'essenziale dagli sporadici camioncini di venditori coraggiosi che si avventurano tra queste colline desolate.
Loro vivono in una povertà assoluta ma dignitosa.

domenica 24 agosto 2008

UNA POLITICA SENZA NOMI

Desideravo evitare il discorso ma credo non si riesca più... quindi... fuori il dente e fuori il dolore, facciamoci una pausa e parliamo un po' di politica.

Io la ho sempre odiata, sempre evitata. Sempre vista come la cosa più malvagia, ho sempre visto solo corruzione a destra e a sinistra allo stesso modo, ho sempre creduto che non ne valesse la pena, ne di informarmi, ne di votare, ne di parlarne. Mi rassegnavo ad uno stato di cose che non si può cambiare, è così, sarà sempre così, non ci posso fare nulla, siamo corrotti fino nell'anima.

Oggi la penso diversamente.

Per quanto si veda corruzione è un nostro dovere informarci sulla politica, perchè la politica è vita sociale, è capire come gira il mondo, è esprimere, col voto, la nostra morale, è, in un certo senso, dare aiuto a chi ne ha bisogno, o prendere anche il braccio a chi ci da una mano e calpestare gli ultimi della fila.

Insomma, è importantissimo dare un voto coscienzioso, giusto e coerente con la propria filosofia, ed informarsi per potersi esprimere al meglio, identificare con sicurezza perchè ci siamo informati con zelo un partito, uno stemma, trovare il rappresentante della morale a cui più noi ci avviciniamo.

Penso che in questo gomitolo di fili in cui dobbiamo districarci sia fondamentale il riuscire a mettersi nei panni di chi sta peggio. In altre parole, occorre capire quanta fortuna noi abbiamo avuto nella vita, se abbiamo dei meriti per fare la vita che stiamo facendo, se ancora prima che noi nascessimo avevamo dei diritti.

Se la risposta è che di culo ne abbiamo avuto molto, se la risposta è che non abbiamo avuto sfiga, occorre chiederci cosa faremmo se ci trovassimo in quella situazione, una situazione POCO fortunata, o per nulla fortunata.

Ci appelleremmo al senso comune, chiederemmo comprensione a chi ha avuto fortuna, spereremmo in una politica che riesca a farci stare bene.

Se capiamo quindi la nostra fortuna capiamo anche che non dobbiamo dimenticarci di chi non l'ha avuta, e fare delle scelte, politiche e di voto, di vita, meno egoistiche.
In quest'ottica, un pochino più ampia del solito, meno personale, darei un voto politico.
Esprimerei un consenso.

In un'ottica di GIUSTIZIA esprimerei un voto.
...un voto all'uomo che è giusto, perchè chi vive nella giustizia sa governare con giustizia.
E l'uomo giusto esiste sempre, occorre però cercarlo e trovarlo.

E' bello vedere come la morale sia collegata alla politica, perchè con l'informazione si vede sempre una strada che è possibile seguire, una strada che, anche se non è perfetta, è sicuramente e di gran lunga migliore delle altre, perchè rispetta quei canoni di giustizia necessari ed indispensabili all'uomo che oggi sembrano dimenticati.

Non occorre far nomi, non occorre spiegare, orientare, dire destra, dire sinistra.
Questo discorso vale oggi, valeva nel passato, è sempre esistito il concetto di giustizia e sempre esisterà.

Con una filosofia così antica e millenaria è facile orientarsi, perchè seguire il cuore è un istinto ancestrale, lui si orienta da solo.
Occorre però essere meno egoisti, questo è certo.

venerdì 22 agosto 2008

SENSAZIONI

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Sgretolo al vento, con un minimo sforzo,
un grumo d'argilla, e la guardo depositare
come una nevicata improvvisa sulla tramontana.

La vista del cielo, per un attimo,
si è oscurata per una formica.

Ho timore, per colpa dell'avidità umana,
che un giorno similmente all'uomo si oscuri
il cielo con una grandinata di pesante metallo.

Ed il cielo, per molti, scomparirà per sempre.

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giovedì 21 agosto 2008

MI FORMATTO E MI RIAVVIO IN BIOS

Stavo pensando che l'orgoglio è davvero la cosa che più mi appesantisce il cammino.
Sono talmente orgoglioso che a volte mi sento in credito con la vita, mi sento stretto, come se dovessi meritarmi altro, come se non fossi destinato a fare una vita da mediocre, una vita tranquilla restando al mio posto, una vita normale, la vita umile, penso, mi sta stretta. "Devi eccellere", "devi essere il primo", "devi vincere" sono pensieri che purtroppo, e me ne vergogno, ho somatizzato.
Non ho la sfrontatezza di pensarli a parole nella mia testa e di esserne convinto, ma mi accorgo che li ho fatti miei nell'inconscio, ho assimilato questo modo di pensare senza accorgermene, perchè se non fosse così non vi sarebbe motivo per star male di fronte a determinati eventi che la vita mi mette davanti.
Non riesco, con questa filosofia latente, ad accettare in modo positivo le sconfitte, devo invece imparare ad accettare di non essere il primo, ad accettare di restare al mio posto, ad accettare un "no" dagli eventi, "no" tu non puoi fare questo, "no" tu non riesci, "no" tu rimani dove sei... Questi "no" sono i bocconi indigesti su cui faccio fatica a sorvolare, bocconi che risultano tali perchè sono molto orgoglioso (od orgoglione che dir si voglia).
Ho sempre creduto che impegnandosi al massimo, dando anima e corpo in un progetto, in una cosa, l'impossibile diventa possibile, ho sempre pensato che l'impegno fa la differenza, che nulla è statico, tutto è dinamico e mutevole e noi con l'intelligenza, con l'intuito, con l'impegno e la costanza avremmo potuto sempre plasmarlo. Ma questi pensieri, giusti in determinate occasioni, hanno nascosto un frammento di orgoglio super concentrato. Ogni volta che ottenevo un successo con questo metodo mi si acuiva l'orgoglio, la vittoria lo alimentava segretamente.
Ogni trionfo che ho ottenuto era una sconfitta evitata, ed ho perso l'allenamento.
Devo autoimpormelo se non voglio far così fatica ogniqualvolta che incontro un ostacolo.
Devo autoimpormi un "no" se non voglio piangere con me stesso e su me stesso.
Comunque sia, se si sta male, penso che la vita non è mai sbagliata, siamo noi a sbagliare approccio. In queste occasioni vorrei poter formattare il mio inconscio, riavviarmi in Bios ed installare solo quel che mi fa star bene.

CERTEZZE

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Cieco e bendato vagabondo zoppicando
in un groviglio di rovi e di arbusti,
cosa sto cercando mi è ancora oscuro
ma godo del profumo soave e squisito
dei timidi fiori che colorano il presente,
carezze per l'anima a chi anela un riscatto
il tratto del dito sapiente di Dio puntato sul futuro.

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mercoledì 20 agosto 2008

PICCOLO UOMO SUSCETTIBILE

L'ira è una gran brutta cosa.
E' peggio della più pesante delle droghe.
Nel momento in cui ne siamo affetti sottrarsi a lei risulta difficile, quasi impensabile.
E' troppo bello sfogarsi, alzare la voce, essere incazzati neri.
E' talmente bello che più piace più se ne rimane amareggiati quando l'effetto svanisce, rimane solo un vuoto immenso incolmabile disarmante.
E nasce una tristezza non descrivibile, piangono gli occhi del mondo e della vita, provano pena di me, piccolo uomo suscettibile.

martedì 19 agosto 2008

COL SORRISO O COL BRONCIO

Oggi desidero provare ad essere consapevole della vita ed a vincere il mio orgoglio.
Oggi mi ritrovo a dover accettare degli eventi improvvisi, degli eventi indesiderati che scombussolano i miei progetti, i miei pensieri.

Citando Tornatore, oggi, ebbene, proprio oggi, è caduto il quadro.

BRAN!

E' caduto il quadro.

Tu te ne stai lì tranquillo, ignaro, pensi ad altro, sei magari concentrato a fare un'altra cosa e...

BRAN!

Lui cade. Se ne frega di te, di quello che avevi progettato, di come ci rimani, forse si era pure messo d'accordo con il chiodo quel bastardo, noi, domani, a quella ora, noi cadiamo...furbo il quadro!

BRAN!

Cade il quadro.

Ebbene, quando cade il quadro che si fa?
Ci si incazza per prima cosa.
Come minimo.

Poi, se il quadro è bello grosso...

Ci si sente disorientati.

Ma come? Cosa è successo? Sul serio? Ma va! Ho capito bene?

Poi si capisce che il quadro è caduto sul serio e nasce l'angoscia, nasce il senso di nausea, nasce quel sentimento di impotenza e di rassegnazione di tristezza e di rabbia che ti fa venire voglia di fare pazzie, tipo prendere un televisore nuovo di pacca e lanciarlo giù sulla testa del primo che capita.

Povero disgraziato.
Fortuna sua che non sono borderline e sta sera è vivo ed io mi posso guardare un film.

Che dire?
Ah si, continuando: oggi è caduto il quadro e lo devo accettare.
Il livello di consapevolezza che mi auguro di ottenere è quello che mi libererà da questo malessere che mi è salito per colpa di quel quadro.
Voglio cominciare a convincermi, anche nell'inconscio quindi, e vincendo il mio orgoglio balordo che tanto mi fa dannare, che io non possiedo il mio futuro, non sono padrone degli eventi, io non decido un cazzo.

E' dura dirlo, ammetterlo, capirlo. E' brutto usare pure un linguaggio, come dicevano le mie maestre, così scurrile, ma questa volta rende bene l'idea.

Io non decido prioprio un emerito cazzo.

Sono solo una formichina nelle mani di Dio, è lui che decide il mio cammino, il mio futuro, ed io posso solo accettarlo. Posso chiedere e sperare in un progetto, cominciare a costruire qualcosa. Ma se abbiamo dei successi non è merito nostro, ed è sbagliato sentirsi in credito con la vita, sentire che la vita ci deve qualcosa. Siamo noi sempre e costantemente in debito.
Se arriva un futuro improvviso...
...io posso solo decidere come accettarlo, se col sorriso o col broncio.

Oggi, in culo al mio orgoglio, scelgo il sorriso.

Comunque vada sarà un successo.

lunedì 18 agosto 2008

NORMALITA'

Uno psicologo ha detto che si può stimare in media solo un 3% di persone normali, senza nevrosi o problemi di qualsiasi genere psicologico.

E' sorta allora una domanda: "Quali persone si possono definire normali?"

La risposta è che queste devono avere 3 requisiti importanti sui quali vi invito a riflettere:

1) Il riconoscere i valori importanti della vita
2) L'avere molta pazienza
3) Il vivere con la consapevolezza chiara e giornaliera che prima o poi si deve morire

L'ultimo "requisito" mi ha colpito profondamente e lo condivido, occorre saper fare progetti che rendano la nostra breve esistenza pregna di senso, costruire castelli pensando di essere immortali è una sciocchezza.

Non posso che provare rispetto per coloro che vivono la loro vita in questa dimensione, così irreale ma così intensa che non posso fare a meno di inchinarmi di fronte a tanta saggezza.

domenica 17 agosto 2008

GIGLIO DELLA SABBIA

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Stelo e corolla che slanci nella calura
il tuo elegante fiore bianco armonioso
nato per grande mistero dalla sabbia rovente
così mi ricordi di non pensare mai
che l'impossibile è tale, mi sproni
con la tua presenza ad essere sempre positivo.

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sabato 16 agosto 2008

CARPE DIEM

Ciao a tutti,
è da un po' che non scrivo ma non è stato per pigrizia, è perchè ho vissuto momenti bellissimi di grandissima intensità con persone meravigliose e non c'è stato tempo per il blog.

Questa sera, prima di andare a letto, mi trovo in un turbinio di emozioni travolgenti che non riesco a trattenere, emozioni talmente forti che mi tengono il cuore in agitazione per la felicità e per numerose altre sensazioni che non riesco a decifrare.

Ho ritrovato nella musica ascoltata oggi un insieme di sentimenti che mi hanno sorpreso, sono stato travolto da un mare in burrasca di nostalgia e di felicità che mi ha impegnato particolarmente a nuotare con le mie forze per restare a galla, per non farmi lacrimare come un bambino e tenere dentro, contenere per non esplodere in frammenti di spirito, tutto l'impeto di questa vita bellissima.

Ho nostalgia del Brasile come mai ho avuto in questi anni.
Ho nostalgia della persone che ho appena salutato.
Ho nostalgia delle persone che dovrò salutare nei prossimi giorni.
Ho nostalgia dei posti che ho visto.
Ho nostalgia dei posti in cui vivo e che dovrò salutare a breve, con un rapido arrivederci.

Sto vivendo una nostalgia felice, vorrei piangere di gioia, bere questa tristezza felice fino all'ultima goccia, perchè ha una sapore stupendo.

Ho capito molte cose e molte altre mi rimangono ignote, ed in questa certezza-incertezza godo dell'ignoto, della paura che incute in me stesso e della trepidazione che l'accompagna.

Godo dell'attesa, della paura, della calma e dell'ansia, della nostalgia, dell'amore, mi faccio un bagno in questo mare emotivo che con le sue onde mi colpisce, flusso e reflusso di onde di sentimenti diversi che incessantemente modellano la sabbia della spiaggia del mio cuore.

Un futuro ignoto mi aspetta ed io mangio l'attimo bevendo la compagnia delle persone che mi sono state accanto e che mi sono vicine oggi.

Vorrei citare Orazio per concludere:

Dum loquimur fugerit invida aetas:
carpe diem, quam minimum credula postero.

Mentre parliamo sarà già fuggito l'invidioso tempo:
cogli l'attimo, credi al domani quanto meno ti è possibile.

In poche parole: Il tempo è in una fuga perpetua, che non lascia adito a speranze future: occorre sfruttare al massimo il tempo che ci è concesso, e considerare ogni giorno che ci è dato come un dono.

Quindi...


....Carpe Diem a tutti.

martedì 12 agosto 2008

NADA TE TURBE

Nada te turbe, nada te espante,
quien à Dios tiene, nada le falta.
Solo Dios basta.


Todo se pasa, Dios no se muda;
la paciencia, todo lo alcanza.


Todo se pasa, Dios no se muda;
la paciencia, todo lo alcanza.


Nada te turbe, nada te espante,
quien à Dios tiene, nada le falta.
Solo Dios basta.


Nada te turbe, nada te espante,
quien à Dios tiene,

Dios,

basta.


Nada te turbe, nada te espante,

Solo Dios

Solo Dios basta.




http://it.youtube.com/watch?v=Sqfm0KIm_Qk


sabato 2 agosto 2008

SCUSE PUBBLICHE

Scusate se ultimamente ho criticato parecchio, se è emersa distruttività in queste ultime pagine. Purtroppo scrivo in una grandissima variabilità di stati d'animo, di emozioni, quindi a volte capita che scrivo anche per sfogarmi.
Mi aiuta però il rileggere quelle righe colme d'odio, prendo consapevolezza dei miei pensieri e contemporaneamente riesco, nel condivideri, nello scriverli, ad elaborarli sotto un'altra ottica, mi guardo sotto una diversa angolazione per avere un'idea più chiara di quello che sono e di ciò che penso. Riesamino gli stessi eventi e li ridimensiono cosicchè prendano il dovuto spazio all'interno della mia vita.
Capisco benissimo però che non sia piacevole leggere degli sfoghi.
Vi chiedo comunque un po' di pazienza, magari mettetela sul ridere, ridete di me piuttosto che assorbire bocconi di negatività.

Scusate di nuovo,
Intanto vi mando un grande saluto ed un abbraccio.