mercoledì 18 marzo 2009

ZAZEN

Quale differenza sta tra l'essere e l'Essere?
Non lo so, oggi mi appare solo un problema di semantica.
Posso dire però cosa percepisco nei BREVI momenti dove non sono il mio pensiero, dove il mio Io non è identificato nel pensiero, dove il mio carattere, la mia personalità si annulla con l'annullamento appunto dei pensieri ed emerge l'entità pura che guarda il mondo da dentro questo corpo. E' lì, e quando con gli occhi chiusi guardo la materia da dentro me stesso mi scopro Vivo, quando il mio pensiero non esiste più scopro quel qualcosa che rimane, così fragile ma così reale, è un contatto ASSOLUTO con la REALTA', un identificazione in quell'entità che rimane dopo che i pensieri sono stati spenti, mi accorgo di essere (Essere?) quell'entità che vive il mio corpo. L'esistenza dell'anima dietro al pensiero la vedo sempre più come una cosa possibile, forse l'anima siamo proprio noi stessi, la radice del nostro pensare e molto di più.
Mi vedo allo stesso tempo così tremendamente sciocco a vivere il restante 99,9% del mio tempo in modo così superfluo, banale, identificato nei pensieri, che me ne vergogno, mi pare quasi di sprecare qualcosa, di sciupare l'atto del vivere.
Vi lascio, ora è tempo di rimettersi seduti, in siddhasana.

1 commento:

Anonimo ha detto...

"I banchi di nebbia si dissolvono nello spazio senza andare altrove nè rimanere da qualche parte. Similmente, le forme pensiero scaturiscono dalla coscienza, ma quando si ha la visione della propria coscienza l'onda delle immagini mentali si dissolve..."

tratto dai discorsi del M° Tilòpa