giovedì 17 aprile 2008

MA QUALI DIRITTI ACQUISITI?

Colgo l'occasione per una piccola riflessione.

Se vi dicessi un giorno:" Ipotizza che devi ancora nascere e diventare quindi un bebè, e non sai minimamente dove verrai al mondo, in quale stato, di che colore sarà la tua pelle, di che classe sociale sarai se ricco o povero, chi saranno i tuoi genitori... Quale sarebbe il tuo pensiero? Come guarderesti al mondo, alle cose? Che ideologie abbracceresti? "

Così mi sono risposto: "Non sarei sicuramente razzista, leghista, destrista, o per una mentalità elitaria, non sarei per l'impresa ne voterei per il mio interesse alle elezioni perchè se no sarei spacciato. L'unico modo di garantirmi qualcosa, un minimo di benessere, è avere un atteggiamento sensibile e attento agli altri, perchè se tutti pensano al prossimo nessuno può rimanere escluso e mi garantisco così il miglior vantaggio e le migliori condizioni auspicabili.

Devo pensare che tutti facciano così e che prendano questa scelta perchè è l'unica ragionevole, se nessuno ha ancora beni da proteggere, interessi economici da difendere, qual è il bene che si può cercare di ottenere? i diritti che si può cercare di salvaguardare? coincide con l'interesse di tutti ovviamente, punto dove tutti ne traggono vantaggio, perchè nessuno vuole trovarsi in situazioni brutte, spiacevoli, ne vorrebbe che esista la possibilità che succeda.

Se infatti pensiamo a noi stessi saremmo tutti fregati, tutti esclusi, tutti a vivere delle vite da incubo. Di certo non terrei conto di nascere in un posto ricco, perchè sarebbe un terno al lotto, la statistica, infatti, insegna. Quindi sarei contro i ricchi e per i poveri. Contro gli oppressori e per gli oppressi. Contro le ingiustizie e per la verità, sempre. Perchè sarebbe l'unico modo per avere un futuro migliore, perchè se tutti si ponessero questa domanda prima di venire al mondo e mantenessero la risposta che si sono dati anche quando sono quaggiù, sicuramente il mondo sarebbe migliore e diminuirebbero le probabilità di fare una vita da inferno.
Non mi disturberebbe l'immigrazione perchè sarei il primo a farla se capitasse a me di vivere in uno stato povero o corrotto, e desidererei di essere accolto e accettato. Desidererei solo di aiutare, di venir aiutato."

Esiste una storia, probabilmente cristiana ora non mi ricordo ma è davvero carina e ritrae perfettamente questo dilemma.
Uno che visita l'inferno, all'ora del pasto, si accorge al tavolo comune che tutti devono mangiare con delle postate lunghissime, e che sono talmente lunghe, due metri o più, che è impossibile tenerle e farsi arrivare il boccone in bocca. E tutti soffrono la fame, tutti sono magri, pelle e ossa. Se ci si facesse un giro in paradiso si noterebbe una scena simile, la stessa tavolata lunga e le stesse posate, solo che tutti sono sfamati, contenti, in carne.
La differenza? Che quelli in paradiso hanno risolto il problema imboccandosi a vicenda.

Mi vien da chiederemi se la soluzione per un mondo migliore non sia così semplice e sciocca che nessuno ci pensa.

Ritornando al ragionamento concludo che la ricerca dell'io autentico è la riscoperta dell'io della nascita, lo stato puro e incontaminato della nostra essenza, riscoprire i valori che avremmo senza la contaminazione della malvagità. Non possiamo difenderci dalla malvagità con altra malvagità, con falsità, indurendo il nostro cuore, cambiando l'ideale di vita di bontà con cui nasciamo.
Ne abbiamo prove fin troppo evidenti, violenza crea altra violenza, frase ormai detta e risaputa. Ma perchè non è risaputo e detto altrettanto spesso che è l'amore, l'umiliazione e l'aiutarsi reciprocamente che può ingoiare la malvagità che ci circonda? L'amore non crea altro amore?

Dobbiamo sotterrare il nostro orgoglio, quello che crediamo di pensare, e riscoprire ciò che pensavamo prima di nascere, l'io autentico, noi stessi al 100%.

5 commenti:

Francesca ha detto...

Ciao Ati, innanzitutto vorrei ringraziarti per avermi reso partecipe di queste tue bellissime riflessioni personali. Riguardo quanto ho appena letto, tuttavia, non sono d'accordo. A mio parere il neonato,o, come si può dire, l'uomo incontaminato, non è purtroppo disinteressato e pieno d'amore come dici. Secondo me a quello stadio l'essere umano, che non conosce niente tranne il fatto di esistere, può solo provare istinto di sopravvivenza. E quindi quello che desidera è solo avere da mangiare e un posto caldo per se stesso. E' puramente egoista. E' il mondo, la società, la religione che educano poi l'uomo alla morale. Se quello che dici fosse vero, e mi piacerebbe, forse sarebbe davvero possibile creare una comunità senza male, semplicemente isolandosi dalla società ed evitando quindi la "contaminazione". Purtroppo ti prego di ricordare che l'uomo è innanzitutto animale, e per tanto ha istinti egoistici. Se così non fosse non sarebbe così difficile cercare di fare sempre la cosa giusta.

Giacomo ha detto...

In effetti più di una persona mi ha risposto così a questo mio ragionamento.

Ho sempre guardato all'anima di un uomo, il suo io diciamo, come ad un insieme di tutte le sue esperienze e persone incontrate, una spremuta del suo vissuto.

Però, ultimamente, mi accorgo quando dico questa frase che manca qualcosa di importante.

Manca quanto possano influenzare il nostro modo di vivere, di essere, tutte quelle sensazioni, esperienze, modi di vivere, chiamiamoli come vogliamo, a cui noi non diamo alcuna importanza e che quindi lasciamo nel cassetto o non filtriamo con la ragione. Se queste hanno più effetti di quel che si pensa io posso dire di essere letteralmente nella cacca, perchè non ho mai avuto barriere per ciò che non considero un pericolo, ed è appunto questo il guaio.

Forse il ritornare all'essere bambini, neonati, non è una metafora azzeccata, ma riuscire a fare qualche passo indietro per capire non solo come siamo migliorati ma come siamo anche per certi aspetti peggiorati, sicuramente ci aiuta ed apre la nostra visione della realtà, per come si suol dire, a 360°.

Non credi?

Francesca ha detto...

si in effetti il tuo discorso detto così ha più senso. La tua idea del tornare neonato è in realtà un capire da cosa sono indotti i nostri comportamenti e le nostre emozioni. Capire la radice per capire se il tutto ha un senso, se è giusto o sbagliato. Ma c'è un giusto e sbagliato? E poi penso proprio che risalendo scoprirai che tutti i comportamenti e le emozioni sono umane. In ogni caso. Perchè ciò che ci influenza in fondo sono le altre persone, e quindi se le persone sono influenzate dalle persone, tutto è comunque naturale per l'uomo, e dall'uomo viene. Forse puoi scoprire che alcune cose che provi non sono proprie di te, in quanto tu, ma in ogni caso sono proprie dell'uomo. L'essere umano non ha quella base di amore e perfezione che pensi giacomo.

Giacomo ha detto...

Io sono ottimista, saremo animali ma abbiamo la ragione, i sentimenti, la parola.

Possiamo distinguerci dagli animali, selezionare il buono.

O tagliare la parte marcia proprio come si fa con le mele!

Francesca ha detto...

siamo troppo poco perfetti per essere come dio, e troppo poco imperfetti per essere come animali.
La parte marcia non la puoi tagliare, ma la puoi combattere. e dico combattere perchè la natura umana non ti permetterà mai di liberartene con facilità. Per fare le scelte giuste siamo destinati ad un'eterna lotta contro noi stessi...