giovedì 27 agosto 2009

MEMORIE D'ALTRI TEMPI

PAROLE E DESCRIZIONI DIMENTICATE,
Dalle carte dimenticate nei cassetti...



anno 2000,
LA SOLITUDINE


Platoniche distese d'ombra vuote

cantano la solitudine del silenzio,
e mentre questo suono mi percuote
le rondini si ammutoliscono.




Scrivevo così dieci anni fa.
Evidentemente non era un felice momento quello che mi fece partorire queste parole che tuttavia oggi mi attraggono. Mi ero coniato anche una massima:



Sono talmente orgoglioso ed arrogante che quando riesco ad accorgermi di aver perso l'umiltà mi impegno al massimo per riconquistarla e tornar quindi a credere di essere il migliore.


Eccezionale.
Mi conoscevo forse meglio allora che non oggi.
Ma anche no dai, oggi sono solo il numero due e mi accontento.
Perchè sto scrivendo ste robe poi?
Ah si, rispolverando gli armadi, cosa che ammetto non faccio mai o quasi mai, trovo vecchie scartoffie tra le quali, oltre a tanta roba da buttare, ci sono frasette che mi risvegliano e non voglio che si perdano.
Tipo:


E l'anima emozionandosi emoziona il corpo, ed il corpo fa da specchio all'anima.


Ottimismo: Felicità...e tutto nell'imperfetto diventa perfetto.


Dopo questa scarrellata di frasette da diario volevo regalarvi qualcosa di più sostanzioso.
Apro un quaderno e leggo:


San gaetano, Pimenteiras, PI (Brazil)
domenica 10 agosto 2003

Stanchi sotto il sole cocente ritorniamo a casa per una doccia veloce. Come tutte le sere dopo cena, si mangia perstino qui, alle sei di pomeriggio hai già finito, si vanno a trovare gli altri abitanti del posto. Spesso le persone vogliono ospitarci anche a tavola, e questa sera dobbiamo andare in una casa che è un po' distante dal pozzo centrale e che quindi se ne sta costruendo un altro più vicino. Non capisco per via della lingua se se loro bevono di quell'acqua torbida che sa di terra o se la usano solo per lavarsi e per il bestiame. Il cibo che mangiamo è molto povero, riso e fagioli quasi sempre, se siamo fortunati ci ammazzano la gallina. Hanno anche della specie di farina bianca da mattere sul riso e talvolta ci presentano anche degli spaghetti in bianco da mangiare al posto del pane, che qui non esiste. Già oggi cominciano a mancarci i cibi come frutta e verdura, che non esistendo ne corrente elettrica ne frigoriferi in questo deserto sono pressochè impossibili da trovare nella stagione secca.
Le case delle persone visitate ieri pomeriggio sono decisamente molto povere. una di queste è formata da una sola stanza di quattro metri per sei circa. I muri sono costituiti da una specie di palizzata intrecciata orizzontalmente da altri rami, solo che per la mancanza di materiale migliore presumo, è tutta sbilenca piena di fori ed imperfezioni. Qui ci dormono in sei ci spiegano. Le amache malandate sono attaccate a questo pseudo soffitto che ci stiamo chiedendo come faccia a sorreggere tale peso. C'è un'altra amaca attaccata fuori casa, dove qualcuno che non vuole dormire dentro casa assieme agli altri dorme sempre là. E' appesa tra due dei pochi alberi del circondario. Quando una famiglia diventa troppo numerosa una parte di essa viene mandata in una casa provvisoria come questa che col tempo, diciamo pure con gli anni, sarà sostituita lentamente da qualche rudimento in muratura.
Il soffitto è costituito da una serie di pezzi di materiale vario, qualche frasca, qualche pannello edilizio, materiale che comunque scarseggia e non lo ricopre nemmeno interamente. Quando piove qui questi sicuramente non stanno all'asciutto. Il pavimento è di terra battuta, insomma, le casette che da bambini si costruiscono nei boschi non sono tanto diverse, giusto per rendervi l'idea. Non vi sono mobili ne sedie ne niente. I fornelli in terracotta appoggiano direttamente per terra, tra le galline, i cani ed i gatti. Per sedie qui usano delle latte di metallo vuote. Il pozzo appena costruito non è ancora dotato di motore come quello centrale, che pompa l'acqua direttamente nella cisterna sopraelevata, questo qui funziona alla vecchia maniera, secchio e corda, pure senza carrucola.
La casa vicina è in muratura. Le pareti sono costruite da muratura grezza tenita insieme da pali trasversali legati uno ad uno. All'interno di questa non c'è, come nell'altra, mobilia ed i muri dall'interno risultano chiaramente storti. Ho paura ad appoggiarmi al muro, rischio mi sa di distruggergli la casa. Non riesco a credere che questi vivano in questo posto in questa miseria. Eppure sono così cordiali, nella pochezza e nella loro semplicità sono ospitali, ci hanno fatto sedere su quei pezzi di latta e ci hanno offerto un caffè.

Non ho idea di come l'abbiano fatto, ma qui il caffè non manca mai.

1 commento:

Anonimo ha detto...

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generic paxil