sabato 22 novembre 2008

GRIGIO E BIANCO

Ai primi freddi le persone si proteggono in casa, il loro nido sicuro per l'inverno.
Qualche fiocco di neve cade sulla città mentre la gente è intenta a riscaldarsi ed ammira dall'altra parte della finestra la neve cadere lentamente, guardano con curiosità se essa si scioglie appena toccato il suolo o se rimane attaccata al primo oggetto che tocca, come una colla bianca che tende a crescere ricoprendo tutto di un candido vello bianco, suscitando nei loro cuori tanta ammirazione per quei piccoli fiocchi di acqua ghiacciata che hanno la capacità di cambiare i colori del mondo.
Nasce tristezza nel momento in cui ci si rende conto che la neve non è destinata a durare per sempre, quando nelle strade essa comincia a sciogliersi, a ridare all'asfalto il colore grigio di sempre. E' come se nei loro cuori esistesse da tempi immemori una innata antipatia per i colori che i loro occhi sono abituati da sempre a vedere, perché i cittadini vivono di grigio, del grigio delle case, del grigio delle macchine, del grigio dello smog, dell'asfalto, del grigio della polvere che una città inevitabilmente accumula.
Quella neve bianca candida è destinata un giorno a tingersi di grigio ed a perdere la sua naturale sofficiezza, diventare pesante, bagnata e grigia per aver assorbito la polvere e l'inquinamento della città. Non più poesia, non più palle di neve per i giovani, non più melodie bianche per la città, ma solo neve sporca che si scioglie col solito grigio colore schiacciata ripetutamente da mille copertoni di plastica termoindurente delle automobili.
Odiamo così intensamente la città?
Ogni volta che cambiamo posto il nostro subconscio gode della diversità dei colori presenti, del verde smagliante dei prati in montagna, del giallo sfavillante dei fiori d'estate su quei prati immensi, dell'azzurro cristallino dei mari più incontaminati, di tutte quelle sfumature di colori che Dio ci regala per mezzo della natura.
Eppure ci ostiniamo a vivere nel grigio.
E' comodo.
Ma stiamo uccidendo i nostri occhi, e forse non solo quelli.

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