domenica 30 novembre 2008

PANORAMA NOTTURNO

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Luci si dispiegano
in un fazzoletto vetrato,
danno un contorno
ai dispersi nel buio.

La mezzaluna s'è appesa
proprio nel centro,
mentre i giganti
soffiano giù sulle vallate.

Alle biglie rimane
soltanto di star là distese
mentre la natura brama
di riappropriasi della sua terra.

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sabato 29 novembre 2008

DISINFORMAZIONE E RETE

Lessi un libro qualche anno fa, 1984 di Orwell.
Io non le leggo molti di libri, forse proprio per questo quei pochi che sfoglio me li ricordo. Diciamo che 1984 è il genitore del grande fratello, del controllo delle masse tramite la disinformazione.
Dove è finita l'informazione?
E' scomparsa nel business.
Da quando l'informazione è diventata un bene comprabile e scambiabile si è perso parecchio. Gli economisti filosofeggiano sul marketing e sulla necessità di essere informati per sopravvivere, per fare le scelte giuste.
E i politici dall'altro lato remano contro, o come si suol dire, imparano molto in fretta a sfruttare la cosa per il solo loro vantaggio.

Immaginatevi di dover fare una gara di velocità.
Puoi vincerla o perchè tu hai una macchina più veloce, o perchè semplicemente l'avversario non ha la macchina o perchè ha comperato una delle tue macchine difettose.
Beh, così funziona.
Le notizie vere si nascondono e si seminano notizie false.
Cosa vincono?
Il potere dei vecchi re medievali, fare tutto ciò che vogliono impoverendo la gente.

I pessimisti credono fermamente che l'informazione sulla televisione e sui giornali è morta. Se vuoi essere informato devi cercarti le notizie sulla rete.

E' vero.

In Italia è finita l'epoca che basta guardare un telegiornale o leggere un quotidiano per farsi un'idea di come vanno le cose. Gli psicologi hanno fatto bene il loro lavoro. Ed è stato un lavoro di fine.
Perchè è stato messo in pratica un controllo dell'opinione pubblica, o meglio il controllo di quella fetta disposta a mangiare e bere notizie dalle solite fonti, controlli le fonti ed il gioco è fatto.
Ora solo leggendo quotidiani e guardando notiziari ti fai l'idea che qualcun'altro vuole che tu abbia.
E questo qualcun'altro le aveva le informazioni giuste, sapeva dal principio la tua reazione in base alle informazioni che era intento a darti.

Ma il futuro non si ferma.
Non si può fermare lo scorrere del tempo.
E siamo destinati ad usare la rete sempre di più.
E la rete è libera e non controllabile.

I nostri politici hanno paura della rete.
Ne sono prove le leggi che vengono proposte in parlamento ma soprattutto la disinformazione che circola riguardo ad internet.
Si ignora completamente il fenomeno.

Qui in Canada mi ha colpito quante notizie sui quotidiani vi siano riguardanti la rete, quel blog ha pubblicato questo, quell'altro dice così, i politici vogliono tassare chi guadagna oltre un tot limite tramite ebay, la polizia ha trovato il colpevole tramite i contatti che la ragazza violentata aveva su facebook...
Insomma, la rete esiste, è visibile.
Se non sai che esiste ne vieni a contatto.

In Italia se non sai che esiste e non hai amici che usano la rete non ne verrai mai in contatto, ne saprai mai la sua esistenza, la sua importanza in un clima di disinformazione come il nostro.

Costa fatica cercarsi le informazioni, ma non ne possiamo fare a meno.
Se non ti informi per pigrizia appoggi gli scopi che si raggiungono con la disinformazione, appoggi i condannati che abbiamo in parlamento, appoggi i processi che passano inosservati e che non dovrebbero per utilità pubblica, per esempio nella scelta di un candidato, appoggi chi vive delle malefatte che tu non sai, perchè in realtà se non sai spesso è perchè non vuoi sapere, e da zimbello ignorante diventi complice di un criminale.

sabato 22 novembre 2008

RONDINE SOLITARIA

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Hai una lacrima agli occhi
mentre pensi a casa tua,
alla tua famiglia, così
lontanta ora che ti senti
figlio di nessuno.

Stai là, disteso su quel
divano in preda alla
nostalgia, aspirando
lentamente la tua sigaretta.

Vivi nei ricordi più belli
e trovi conferme delle tue
scelte da quelli più brutti,
cosa stai cercando
ti sfugge, eppure
hai voglia di muovere un passo,
uno ancora, per vedere
dove ti porta il destino.
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GRIGIO E BIANCO

Ai primi freddi le persone si proteggono in casa, il loro nido sicuro per l'inverno.
Qualche fiocco di neve cade sulla città mentre la gente è intenta a riscaldarsi ed ammira dall'altra parte della finestra la neve cadere lentamente, guardano con curiosità se essa si scioglie appena toccato il suolo o se rimane attaccata al primo oggetto che tocca, come una colla bianca che tende a crescere ricoprendo tutto di un candido vello bianco, suscitando nei loro cuori tanta ammirazione per quei piccoli fiocchi di acqua ghiacciata che hanno la capacità di cambiare i colori del mondo.
Nasce tristezza nel momento in cui ci si rende conto che la neve non è destinata a durare per sempre, quando nelle strade essa comincia a sciogliersi, a ridare all'asfalto il colore grigio di sempre. E' come se nei loro cuori esistesse da tempi immemori una innata antipatia per i colori che i loro occhi sono abituati da sempre a vedere, perché i cittadini vivono di grigio, del grigio delle case, del grigio delle macchine, del grigio dello smog, dell'asfalto, del grigio della polvere che una città inevitabilmente accumula.
Quella neve bianca candida è destinata un giorno a tingersi di grigio ed a perdere la sua naturale sofficiezza, diventare pesante, bagnata e grigia per aver assorbito la polvere e l'inquinamento della città. Non più poesia, non più palle di neve per i giovani, non più melodie bianche per la città, ma solo neve sporca che si scioglie col solito grigio colore schiacciata ripetutamente da mille copertoni di plastica termoindurente delle automobili.
Odiamo così intensamente la città?
Ogni volta che cambiamo posto il nostro subconscio gode della diversità dei colori presenti, del verde smagliante dei prati in montagna, del giallo sfavillante dei fiori d'estate su quei prati immensi, dell'azzurro cristallino dei mari più incontaminati, di tutte quelle sfumature di colori che Dio ci regala per mezzo della natura.
Eppure ci ostiniamo a vivere nel grigio.
E' comodo.
Ma stiamo uccidendo i nostri occhi, e forse non solo quelli.

PERTUGIO NEL FREDDO

E' arrivata la neve, dieci centimetri e meno sei meno sette con vento forte.
Il tempo di due passi all'aperto e c'hai le punte delle dita ghiacciate.
Ed io che mi lamentavo del nostro clima invernale...
Si capisce la fortuna che si ha solo quando ti viene a mancare.
E' pazzesco, ma le cose che diamo per scontate, dal clima ma anche dalla semplice presenza di luce elettrica nelle strade, di avere l'opportunità di scegliere il nostro futuro, di poter dormire tranquilli senza preoccupazioni sono quelle che più ci mancano quando dobbiamo farne a meno, per un motivo piuttosto che per un altro.

venerdì 21 novembre 2008

LE PERIPEZIE DI WOODLY

Ho cominciato a chiamare Rastafuck come lo chiama Gesalinco in tono scherzoso, ossia Woodly, che amorevolmente significa recchione.
Ma Woodly non è recchione, è un vecchio marpione.

Vederdì 31 ottobre

Ricordo la notte di halloween, un venerdì per precisare, saltando da un party all'altro in downtown in maschera, ridendo e scherzando assieme, come Woodly abbia ottenuto il numero di una ragazza particolarmente carina.
Ricordo specialmente il preparty nel giardino di Andrew, un tipo che lavora con noi sulla trentina, ricordo soprattutto la sua maschera, un tutu rosa superattillato indossato senza calze o canotta sotto. Insomma immaginatevi questo vestito in tutu, con mezzo culo nudo fuori, gambe all'aria, schiena al vento, bevendo birre all'aperto, ghiacciandosi le balle perchè faceva 2 gradi. Io Woodly e Gelalinco ci vestimmo da donne, frugando negli armadi di Amy abbiamo trovato qualcosa di speciale, ed io ero gnocca, molto gnocca.
Bella serata, tante risate.

Sabato 1 novembre

Il giorno dopo Woodly era contentissimo, voleva chiamare la ragazza che aveva abbordato la sera prima solo che lei non era in casa e non poté raggiungerla. Lo stesso giorno, il sabato, eravamo pronti a cucinare qualche delizia per cena, per poi uscire di nuovo. Nel mezzo della preparazione delle verdure grigliate chi arriva? L'amica della padrona di casa Amy , Rachelle, brava ragazza, molto obesa e molto triste per via della sua storia amorosa, 6 mesi che si è sposata e si sta separando suo malgrado. Aveva appena finito pallavolo, e con molta dolcezza si toglie le scarpe secondo l'usanza Canadese prima di entrare in casa. Non lo avesse mai fatto. Un odore che non scorderò mai e che mi ha fatto andare quella gustosa cenetta completamente di traverso.
Arriva pochi minuti dopo anche Karen, amica di Amy e di Rachelle, obesa da spavento pure lei e anche lei ha problemi con l'uomo.
Diciamo che Rachelle, Amy, Karen e Brandy sono il clan delle alcoliste obese in crisi amorose, chiacchierano come le matte, ti piombano in casa senza preavviso (perchè Amy ha dato loro il permesso di rifugiarsi qui ogniqualvolta che non se la sentono di tornare a casa per un motivo e per l'altro) e soprattutto non se ne vanno mai via, nemmeno quando sono le due di notte e tu devi alzarti presto la mattina. Fossero polli le strozzerei tutte, specialmente quando sono stanco morto stravolto da una settimana che mi alzo alle 5.30 e torno a casa sognando un momento di chillax (chilling relax) con un piatto in mano davanti ad un buon dvd e loro ti piombano in casa chiacchierando, ridendo rumorosamente, bevendo birre su birre e soprattutto non permettendoti di seguire il film.
Eravamo rimasti che arriva Rachelle puzzosa e Karen mentre stiamo cenando, ma noi siamo decisi, vogliamo uscire, tuttalpiù per sfuggire a queste betoneghe.
Lasciamo casa verso le 10 circa e rientriamo che sono le due e mezza.
Chi troviamo a casa?
Rachelle, Brandy, Karen e Richard.
...
Richard?
Chi è costui?
Un piccoletto che sembra un deficiente ma che fuma come una ciminiera e che beve come un elefante. E' diventato in fretta amicone di Chris, o come lo conoscete voi Rastafuck, ovvero Woodly.
Io andai a letto, Gesalinco, che al tempo dormiva sul divano e che da due giorni ha la sua camera di sopra, rubò la stanza di Woodly per quella notte, era stanco pure lui.
Woodly rimase invece sveglio a festeggiare ancora un pochetto.

Domenica

Mi alzo, sono le dieci e mezza, metto su un po' d'acqua bollente per un caffè solubile (la mocca non esiste) e mi scaldo due tost. Entra in casa Woodly con Rachelle (eh??? era fuori casa? non era a dormire? eh??) e Rachelle mi dice che da ubriaco ha voluto fare una passeggiata nel bosco lungo la scarpata del fiume, mi dice che non è stata colpa sua, che le dispiace...
Cosa cosa cosa? Cosa mi sono perso? Guardo in faccia Woodly, ubriaco e già collassato sul divano.
Mostruoso.
Cadde giù per la scarpata.
Ecco la foto.


Lunedì

La faccia si è gonfiata, ha anche male al collo, il ginocchio sbucciato e dolorante.
Chiama la ragazza. La ragazza arriva e vanno a dormire assieme.

Perchè scrivo queste cose ora?
Perchè all'epoca mi sconvolgevano, oggi più nulla.

Oggi capisco che sono normali per lui, confermato proprio ieri.
Cena di fine vendemmia di una cantina associata, Inniskillin, gran Ice Wine ma non centra. Siamo invitati perchè Chris conosce degli amici australiani che lavorano da loro e così...si va.

Poca cena e tanto vino, questo era l'andazzo.
Finita la finta cena si cambia posto, ma io e Gesalinco prendiamo una speedy car e torniamo a casa.

(Speedy car: si tratta di un servizio taxi abusivo, costa un terzo in meno del normale taxi e puoi chiamarlo solo se conosci il numero, che passa di parola in parola tra la gente.)

Oggi.

Mi alzo e vado in bagno e noto sangue sul pavimento e altro sull'asciugamano per terra.
Oho...
Chris ha uno squarcio abbastanza profondo sulla gamba(è orribile, ha una ferita assurda, molto prodonda!) e non si ricorda come se l'è fatto.
Ospedale, sette punti di sutura.
Fa il duro, non è nulla dice, stai tranquillo.

GESALINCO

Ne ho combinata una grossa stavolta.
Ho fatto incazzare Gesalinco.



Avete presente il classico tipo dello stile aipodiano(ipod)?
Bhe, ne ha di musica.
Tanta.
Ottanta giga di roba accuratamente selezionata per il suo viaggio dall'australia.
Ogni sera prima di addormentarsi si ascolta la sua musica, nelle sue cuffie e così si addormenta.

Io lo ho privato di tutto ciò.

Mi piaceva troppo quella musica, gli ho chiesto se potevo collegare il mio piccino picciò asus al suo ipod.
Non voleva lasciarmi fare.
Ma io di computer me ne intendo.
Ebbene, non ho itune.
Che centra? Lo apro come una cartella mi son detto.
Insisto, convinco, tranquillo gli dico, non succede nulla.
Ho provato lo stesso, magari linus funziona in una maniera differente ho pensato e mi legge come da disco fisso.

Cazzata.

Cazzata magistrale.

Non so perchè, percome, cosa è successo.
Stavo lì a capire perchè l'eeepc non leggeva nulla quando mi si è aperto il programma della gestione musica in automatico aperto sotto la voce “dispositivo multimediale: canzoni presenti zero”.

Ebbene, ho chiuso il programma.
Ho spento l'ipod.

Ho riacceso l'ipod...

...e dentro non c'era più nulla di nulla, svuotato.

COMPLETAMENTE VUOTO.

Ho privato Gesalinco della sua musica.
Ho scoperto che l'eeepc si ciba di cartelle, stupenda incompatibilità!
...ed io ho paura di prendere una randellata di legnate.
Devo forse massacrarlo a scacchi per fargli capire che non è stata colpa mia??!
...e sia.


e4-e5; Cc3-Cf6...

mercoledì 19 novembre 2008

PER INTANTO CAMMINO, GUADAGNO METRI

Ci sono momenti nella vita in cui si hanno delle debolezze, per un verso o per l'altro, magari è un brutto momento, o si è stressati alquanto dal lavoro o dalla scuola, o ci sono altri problemi che si accumulano tutti in una volta fino a scoppiare e ci si lascia travolgere da emozioni negative, da pensieri controproducenti, distruttivi, paranoici, giusto il tipo di pensieri che solitamente si scacciano con facilità, e si cade in uno stato di pura demenzialità, irrazionaità, si tende a vivere le paure nascoste nel cassetto per un breve lasso di tempo, giusto il tempo per capire come si è scemi, da qualche ora a magari un paio di giorni ci si può trovare in quello stato semidepressivo che tanto ci procura fastidio e malessere quanto ci rende associali e rompicoglioni.
Ho provato a forzarmi in quello stato specifico di sorridere e di essere positivo.
Non ho mai fatto tanta fatica in vita mia, a parte forse l'aspettare inerme la fine del lavoro di fino dell'uomo in bianco ciabattoso nei giorni più tremendi e dolorosi che ho passato in quel maledetto studio odontoiatrico.
Soprattutto non ho mai fatto tanta fatica senza risultato, almeno quella volta avevo seppur sanguinante un paio di denti nuovi in bocca...
E' demoralizzante.
Ma mi fa capire almeno quanta strada ho da fare ancora.
Mi sono detto allora:
“Per intanto cammino, guadagno metri”.

giovedì 13 novembre 2008

LA PAROLA

Sto contemplando la bellezza della parola.
La parola è essenziale.
Senza parole non esiste nemmeno il pensiero.
Le parole si possono considerare come i tasselli, i piccoli mattoni di un ragionamento, compongono frasi, esprimono una volontà.
Sono la base dell'intelligenza umana perchè permettono all'uomo di ragionare.
Sono la base della comunicazione, permettono all'uomo di trovare una sua identità perchè con esse riesce ad esprimersi.
La parola esprime una volontà, porta significato, dona importanza.
Senza lettere, parole, verbi saremmo degli animali, non potremmo nemmeno pensare, vivremmo d'istinti.
L'uso della parola identifica il genere umano, il suo pensiero, le sue creazioni, le sue emozioni, la parola è storia, la parola permette la scrittura, libri, pergamene, l'esistenza della conoscenza e il suo passaggio attraverso le generazioni.
E' come se dalla parola nascesse il mondo, da essa si genera la volontà dell'uomo tradotta nel suo pensiero.
L'uomo che parla manifesta la sua volontà, e la volontà è tale ed esiste perchè conquistiamo con la parola anche l'opinione, otteniamo la libertà di scelta, otteniamo la nostra anima.
Tutto si genera dalla parola e dove essa non alberga non vedo altra esistenza possibile se non quella dettata dagli istinti, senza parole non esisterebbero volontà o pensieri, comunicazioni, conoscenze, arte o scienza, o l'uomo in se stesso, il mondo sarebbe composto solo di animali e vegetali e forse nemmeno da questi.
Se le emozioni sono composte di parole dobbiamo alla parola anche l'esistenza della grandissima vastità di emozioni e desideri, dobbiamo alla parola l'esistenza dei concetti di bene e male.
Dobbiamo alla parola tutte le differenze belle e brutte che siano che un mondo senza uomini potrebbe avere dal nostro attuale.
La parola è il carattere, è l'opinione, è la volontà, è l'umanità, è l'anima, è il pensiero ed è la conoscenza, la parola è tutto e permette tutto, è alla parola che noi uomini dobbiamo la nostra vita vissuta come esseri umani e non come animali.
Ti elogio o parola nella tua semplicità e nella tua essenzialità, hai l'esistenza del mondo e dell'uomo, dell'anima e della mia vita nel tuo pugno, la tua importanza è smisurata.

domenica 9 novembre 2008

FACEBOOK, MYSPACE, NETLOG, TAGGED...

Myspace, Netlog, Facebook...

Stiamo giocando con i punteggi, amicizie, popolarità?
O stiamo vivendo sul serio?

Siamo schiavi della rete o la stiamo utilizzando al meglio?


Io mi rifiuto di giocare a far amici sulla rete.
Mi rifiuto di cercare amici attraverso uno schermo.

E' talmente ridicolo prendere un messaggio di posta da facebook con scritto "xxxxyyy ha chiesto di essere tuo amico" e dover accettare o rifiutare la richiesta.

Mi sembra di essere ritornato alle elementari, no peggio, all'asilo.
Tutta la falsità che mi schifa è riassunta in questi portali di vita fasulla e virtuale, talmente banale che mi sconcerta.


Voglio andare avanti, non indietro.


Permettetemi di dissentire.

VIVERE

Stili di vita.

Ci sono persone che credono di vivere una vita più giusta di altre.
Persone che si convincono di essere l'esempio da seguire.
Mi viene in mente l'alta moda, gli snob.
Sono convinti di essere migliori.

Migliori in cosa?
Che metro di giudizio è stato usato?

Ognuno ha il proprio stile di vita.
Perchè imporre modi di vivere?
Stili da seguire?!

Non esistono metri, goniometri, misuratori, quantificatori di vita.
Esiste la felicità.

Eppure si tende a giudicare, inevitabilmente.
Ma quanti sono questi snob nel mondo?
Sono un numero insignificante.
Troppo piccolo per far statistica.
Troppo piccolo per far opinione.
Troppo piccolo per tutto.

Girando il mondo penso si possa capire meglio, aprire lo spettro delle possibilità.
Si capisce un pochino di più la vita della gente, si ridimensiona un'idea, una grandezza, un metro di giudizio.
Si capisce quante cazzate si abbiano in testa.
Desideri che abbiamo da sempre che perdono consistenza, sogni che abbiamo ogni notte che perdono lo scopo di esistere, convinzioni che si sgretolano come grumi d'argilla secca nel pugno di una mano.

E' come se la saggezza si fosse spaccata in mille frammenti cadendo e disperdendosi per tutto il mondo, ognuno ne trattiene un pezzetto, ma occorre girare, viaggiare, vedere, conoscere, toccare con mano per guadagnarne altri.

E la cosa più grottesca è proprio che chi ne possiede meno, anche solo un'immagine riflessa, è spesso colui che per primo se ne pavoneggia.
Si tende inevitabilmente a confrontarsi nelle esperienze, nella saggezza.
Ma è così sciocca la cosa, talmente ridicola che mi viene da ridere.
Rido al solo pensiero di me stesso che mi lascio trasportare dall'arroganza di esser più saggio di altri, di conoscere più cose.
Viaggiando capisco che non so nulla, non conosco nulla.
Sono piccolo ed inesperto, ignorante.
Ho con me un'immagine riflessa di saggezza che fino a ieri pensavo fosse un tesoro inestimabile ed oggi capisco valer pochi denari, pensavo d'esser ricco ed oggi mi scopro povero.
Ed in questa povertà ridimensiono priorità, pensieri, valori, emozioni, desideri.
Ritrovo in questa buia notte, grazie alla luce di questa lanterna, la prima impronta lasciata sulla strada che voglio seguire.

LA GENERAZIONE DEL FRANCHISING

La generazione del franchising è strana per la mia opinione.
La generazione del franchising ama il franchising, o meglio, ne è consumatrice accanita.
La GdF ( generazione del Franchising) veste walmart & Company e mangia Mac shitty (Mac Donalds, Tim Hortons, Burger King...).
La GdF è una nuova generazione, i giovani d'oggi che crescono con la pubblicità e la televisione, si confrontano su una moda mentre si ingozzano di grassi idrogenati parlando di rugby, football hokey o baseball.
Immaginate un posto completamente diverso dall'Italia, dove non esiste un centro storico, dove le città appena nate sono talmente squadrate che mi ricordano la camicia a scacchi di mio zio, dove non esistono i negozietti, le boutique, perchè non esiste un centro dove c'è più gente, dove ci si incontra.
Esiste invece il “downtown”, gruppo di vie, capita anche che sia una sola via molto lunga, dove concentrano i locali notturni, pub, club, stripclub, nights, mac shittys e così via. Ed I giovani la sera vanno in downtown.
Downtown sembra, dipende dai posti ma si assomiglia per quanto ho visto io, un gioco di luci, una serie di finestre, popup coloratissimi e luminosissimi. E' come navigare in internet senza un blocco popup, ti si aprono continuamente migliaia di finestre colorate una dietro l'altra, vendendo qualcosa, un locale, un cibo...
Ovviamente tutto in Franchaising.
L'originalità si perde, svanisce nel nulla, o meglio svanisce in un labirinto di luci che combattono senza pudore a chi è la più appariscente, la più grande, la più colorata, la più addobbata finendo per diventare tutte uguali.
Si perde lo stile, si perde la storia, diventa tutto svanito, insapore, sai già il gusto di cosa stai per mangiare.
Ma alla GdF non importa, perchè non bada a gusti, mangia di fretta boli alimentari davanti alla televisione, ama guardare commedie e quiz televisivi, trangugia, si ingozza di alcool finché il corpo glielo permette.
Se vuoi mangiare o paghi cento dollari per una bistecca di classe o ti ritrovi a scegliere tra le catene di stores in Franchising.
Se vuoi vestiti è lo stesso, o vai sulle marche famose, o vai nei discount. Comunque sia la scelta, ti ritrovi in macchina diretto verso un centro commerciale. I negozietti piccoli come i nostri non esistono, o meglio, sono ciofeche per turisti sprovveduti in cerca di souvenirs.
La generazione del franchising si ritrova a fare una vita dettata dalle grandi compagnie, mangia quello che Mac Donald o chi di turno gli propina, veste quello che i centri commerciali mettono in esposizione, si ritrova a giocare per vincere i premi insulsi di un Tim Hortons piuttosto che il monopoli di un Mac Shit.
Non ho ancora capito se la GdF vive contenta, serena, soddisfatta.
Penso che sia questo il nocciolo della questione, il perno su cui tutto ruota.

giovedì 6 novembre 2008

IMMORTALITA' - IMMORTALITY

Cos'è l'immortalità?
Secondo me noi abbiamo un piccolo esempio.
Noi stiamo vivendo emozioni, istanti, talmente intensamente da trascendere la concezione del tempo stessa.
Quell'attimo non è più tale, va oltre alle usuali quantificazioni e qualificazioni, è un attimo vissuto.

What is immortality?
In my opinion we have one small example.
We are living emotions, fragments of life, so much intensity to overcome the conception of the time itself.
That single piece of time isn't the same, it overgets, it overgoes the usual quantifications and qualifications, it is a lived time.

martedì 4 novembre 2008

CUORI DI FUOCO

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Sbocciano rose nel giardino del mondo,
tra betulle di sorrisi in colori danzanti,
il profumo di un incensiera accesa
suona la musica di un cantastorie.

I poeti compongono puzzle di parole
che incastrandosi come nel tetris
dipingono l'attimo di un emozione,
un sussurro, una carezza della vita
che si dilata e diviene eterna sulla carta.

Note, note scritte, note suonate,
note pensate, note immaginate.
Note che scalano il pentagramma
di continenti e nazioni, ed i popoli,
la gente tutta che vive e che canta
melodie di abbracci e conflitti.

Un suono non stop dall'alba al tramonto,
un battito di un cuore, un respiro,
e le palbebre che sbattono
su di un occhio curioso ed attento.

I fabbri alla fornace hanno terminato
il lavoro, è stato forgiato l'abaco
di metallo su cui si conteranno
le prodezze dei vagabondi e dei solitari.
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ARCOBALENO DI RISCOSSA

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Si respiran talvolta
istanti di riscossa
da torpori pregni
di malinconica lascivia.

Succede che ci si risvegli
di soprassalto, desiderosi
di dare una svolta positiva
ad una vita scomoda,
ad una vita vissuta troppo.

Non importa quale troppo,
ma semplicemente troppo.

Troppo disordinata,
troppo disorganizzata,
troppo di corsa,
troppo oziosa,
troppo...

...troppo,
in qualunque senso
calzi a pennello
per l'occasione.

Nei momenti di riscossa
ci si sente rivivere,
qualcuno ci concede
una seconda occasione
per trarre esperienza
da un errore ripetuto.

...E la vita ricomincia
sotto i colori di un
caldo arcobaleno.

Si respira nuovamente
l'aria fresca e pulita
di un cambiamento.
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domenica 2 novembre 2008

SONO QUELLO CHE PENSO DI ESSERE

Ci sono persone che vivono liberi come il vento e che vanno dove li porta il destino, altre che vivono con la chiara idea di dove voler arrivare, ed altre che vivono nella totale confusione.
Il tutto si può riassumere nella consapevolezza del proprio carattere, di chi siamo e dove vogliamo arrivare, qual è la nostra strada.
Se non sai chi sei, se sei preoccupato di chi potresti diventare, sei sensibile alle tentazioni della vita e vuol dire che non hai chiaro in testa dove vuoi arrivare, o meglio non hai chiaro in testa chi sei, chi vuoi essere.
Noi siamo ciò che pensiamo, se i tuoi pensieri sono insicuri sei una persona insicura, se i tuoi pensieri sono volubili sei una persona volubile, se i tuoi pensieri sono fissi, hanno delle basi di certezza, sei una persona sicura, che ha le idee chiare in testa, che sa dove vuol andare, soprattutto come ci vuol arrivare.
Se ti trovi bene con te stesso, se impari a conoscerti, ad accettarti, vuol dire che stai imparando a vivere con qualche sicurezza in più, vuol dire che stai risalendo dal mare di insicurezza che ti circonda, vuol dire che stai diventando uomo, che cominci ad avere chiara in testa la tua strada.
La tua strada si materializza nei tuoi pensieri, nell'immagine che hai di te stesso.
Se sei sicuro di te stesso hai sconfitto la paura di una vita infelice, hai sconfitto la paura di trascorrere una vita insoddisfatto, perchè sei quello che pensi e ti trovi bene con te stesso, nulla può rubare a te il tuo carattere, ci saranno sempre motivi per cui ti ritroverai a pensare, ma sarai sempre tu, la tua identità definita che scioglie la matassa del destino con pazienza ed intelligenza.
Se sei sicuro non hai paura delle tentazioni, dei trabocchetti della vita, hai le idee chiare, e sai mantenere la tua identità in qualsiasi occasione, stai sconfiggendo anche la paura di fare ciò che non vuoi.
Se hai paura di diventare alcolista è perchè non hai ancora chiaro in testa che tu non vuoi diventare un alcolista, se hai paura di tradire il tuo partner è perchè non hai ancora chiaro in testa che non vuoi tradire il tuo partner, se hai paura di essere un fallito è perchè non hai ancora chiaro in testa che tu sei quello che pensi, e che se sei sicuro di non essere un fallito non lo sarai mai.
“Penso, quindi sono”.
Così dissero molti anni fa.
Io direi oggi, “sono quello che penso”, è per questo che voglio pensare in grande, conoscere me stesso a fondo, trovare quella sicurezza che mi renderà forte come una roccia, e trovare il mio spazio imperturbabile.
Le tentazioni, i vizi, si sconfiggono trovando la propria identità, conoscendosi a fondo, interrogandosi, lavorando coi propri pensieri e cominciando a dipingere l'immagine che abbiamo in testa di noi stessi.

sabato 1 novembre 2008

CIVILI TENSIONI

Percepisco tensione, respiro lontano da voi l'aria tragica d'Italia, di piazza navona, del decreto Gelmini, della dittatura e dell'oppressione, stanno rinchiudendo il cavallo della libertà dentro una gabbia per cocorite.

Corruzione, falsità, disinformazione.
Chi vuole le notizie può solo cercarle in internet.
La libertà d'informazione?
Finita.
La libertà di stampa?
Finita.
La libertà di ritrovarsi, di esprimersi, di protestare?
Finita, a meno che non si sia pronti a prendersi una fila di bastonate dai provocatori, a braccetto con la polizia e i politici, che arrivano contenti sul loro pulmino, pronti a seminare il panico e pestaggi.

Che libertà abbiamo?
Cosa si è salvato della costituzione?

Continuo a sentire che quella legge è incostituzionale, viola questo e quell'articolo, quell'altra pure, questa non garantisce la libertà, quella non garantisce l'uguaglianza, quei cittadini sono stati dimenticati, vivono tra inceneritori, vivono tra le immondizie, quei lavoratori non hanno garanzie sanitarie, lavorano morendo ogni giorno...

Non è crisi economica, non è recessione finanziaria.
Siamo tornati indietro di molti anni, molti.
E' recessione temporale.
Perchè ci siamo lasciati sfuggire le libertà di mano così facilmente?
Cosa eravamo intenti a fare di così importante?

Voglio scoprire se siamo vaccinati contro il fascismo, contro l'oppressione, se riusciremo a risollevare il capo, se abbiamo imparato qualcosa dal passato, dalle guerre, o se nel tempo di due generazioni si abbia dimenticato tutto e serva quindi scottarsi di nuovo per svegliarsi ed aprire gli occhi.