martedì 19 maggio 2009

COSTANZA, CHE FIAMMA!

Tutta la notte là, in quel sudore appiccicaticcio, aspettando la mattina per alzarsi.

Un riposo goduto a tratti in quella notte calda, svogliata a portar un poco di refrigerio. Mi giravo spesso ed ogni volta aprivo gli occhi per guardar la finestra e vedere se mancava tanto al mattino, perchè mi sembrava che il riposo fosse appena cominciato.

Appena suona la sveglia mi sento mancare le energie.
Non ho voglia d'alzarmi, oggi non mi smuove nemmeno un mulo, penso.
Devo uscire da questo letto, devo andare a prendere il treno. Ma non ho volia di fare il saluto al sole. Mi pesa troppo quando ho sonno. Sono due giorni che ogni mattina, tra la sveglia e la prima flessione, passano minuti densi come macigni, ma tengo duro.

Esco dal letto e cerco di allontanare dalla mia mente i motivi per cui non dovrei affidarmi al Surjanamaskar, è una battaglia, una guerra vera e propria in cui anche sta mattina la lama affilata ha avuto la meglio, e mi ritrovo a flettere il mio corpo pensando alla shanga, pensando alla volontà, pensando al fatto che starei male, perchè è proprio così che succede se non mi inchino le mie ventuno volte al sole, pensando al percorso che ho deciso di calcare, pensando che non volevo lasciare i miei compagni in parete mentre io precipitavo, pensando che crescerò dopo queste fatiche.

E' una sciocchezza in se ma la costanza è una donna difficile da corteggiare ogni giorno, la costanza è una donna che non si concede, ti si dona solo quando non la vuoi e cominci a fare il tuo dovere ogni giorno senza sbirciare i suoi occhi.

2 commenti:

Paolo ha detto...

Questo è il tuo Kuruksetra, il campo di battaglia, figlio mio.
E Colui che Ricerca è Guerriero nella Luce.
Comprendi lentamente quanto la Via Marziale sia necessaria in questo Viaggio che ad altri ti accomuna?

Ti abbraccio.

Giacomo ha detto...

è indispensabile.
e soprattutto, non è mai abbastanza la pratica fatta per non percepire l'attrito.
esiste, è semplicemente così, esiste in varie forme, ma esiste sempre.
bisogna cominciare a volergli bene e a non respingerlo.
se no si cozza la testa sul muro finchè non lo si impara per forza.