domenica 8 giugno 2008

SIGNIFICATIONIS VERBORUM - CAPUT PRIMUS

INTRODUCTIONEM


Vecchio caro latino, non mi manchi per nulla...
...però fa un certo effetto, preannunncia un discorsone!

...e infatti, chi ha voglia di sorbirselo, continui pure a leggere!




Dunque, vorrei partire con un bel viaggio nel caro vecchio e per nulla obsoleto Plato-platonis.

Platone dal canto suo, per i tempi che correvano, ha toccato a mio avviso tasti delicati della tastiera su cui suona la vita (grazie Tornatore! vd: leggenda del pianista sull'oceano) e pertanto merita attenzione. Un'idea geniale, passatemi il gioco di parole, è stata la sua idea, o meglio la concezione dell'iperuranio: il mondo delle idee.

Per chi non sa di cosa sto parlando consiglio la lettura del paragrafo qui sotto in corsivo.
Per chi volesse approfondire trova l'url del sito a seguire.

"Ogni cosa sensibile è opinione, in esse infatti non si scorge la perfezione dei concetti universali, le cose sensibili appaiono diverse da diversi punti di vista (sono opinioni) perché partecipano solo in parte alla perfezione dei concetti, in quanto le cose del mondo non sono il concetto stesso.

Esempio: esiste il concetto di grandezza, che non muta mai nel mutare di ogni cosa. Una città può partecipare nelle diverse epoche della sua storia al concetto di grandezza come a quello di piccolezza, essendo prima grande per poi ridiventare piccola, tuttavia, il concetto di grandezza in sé, non muterà mai, poiché identifica necessariamente solo uno stesso stato (non è possibile, infatti, che la grandezza sia allo stesso tempo grande e piccola).

Questo concetto che mai muta viene chiamato da Platone idea (da eidos=forma). L'idea di Platone vuole significare l'autentico apparire della verità, l'idea è la forma autentica della realtà, la sua forma certa e immutabile, quella forma di cui non si può dire per nessun motivo che sia errore e opinione.

L'idea platonica non coincide con il concetto universale di ogni cosa presente alla mente degli uomini, non è un semplice "oggetto mentale": nella scala platonica, prima viene l'idea, immutabile e abitante una sua propria dimensione ontologica, poi viene il concetto dell'idea che si forma nella mente (il concetto è il modo in cui l'idea viene percepita), solo dopo si collocano le cose sensibili. L'idea non è il semplice concetto, è un'entità dotata di esistenza autonoma, una sorta di "oggetto" eterno che vive eternamente al di fuori della coscienza degli uomini.

Fatto salvo l'essere che non muta (l'idea), Platone sostiene quindi che l'essere sensibile (le cose del mondo), diventa una realtà intermedia tra l'essere e il non essere. Le cose sensibili, infatti, sono corruttibili, mutano, divengono, si generano e si distruggono, hanno in sé parte dell'idea immutabile di cui sono la forma sensibile e parte del loro opposto (una cosa, ad esempio, è più o meno bella in quanto parte di essa partecipa, oltre che all'idea di bellezza, anche all'idea di bruttezza)."

http://www.forma-mentis.net/Filosofia/Platone.html#2


La difficoltà mia di scrivere questo pensiero è di non fare poemi troppo pesanti, cosa che dopo questa citazione è purtroppo inevitabile. Vogliate scusarmi se continuo imperterrito ritornando al discorso.

Accettando che l'uomo nel venire a contatto con il mondo sensibile "risveglia" l'idea già presente dentro di se, o comunque, sotto un'altra angolazione più moderna, che ciò che incontra l'uomo nella vita lo edifica anche nella mente ampliando le sue idee, si può affermare che senza l'idea l'uomo non riesce a fare nessun ragionamento?

In altre parole...

L'uomo crescendo vede la realtà e impara. Collega nella sua testa gli oggetti che vede con l'idea di questi, fa si che ad una parola corrisponda un oggetto e che per ogni oggetto corrisponda un'idea. Avanza facendo collegamenti.

Espresso matematicamente un esempio circolare di questa logica può essere:
A=B
B=C
A diventa uguale a C.
Oppure un esempio triangolare quale:
A=B
A=C
B diventa uguale a C.

Vorrei far notare che, tenendo per vero ciò che dice Platone, se l'uomo non incontra nella sua vita una cosa X quale che sia, questi non risveglia dentro di se l'idea di essa, o detto in altro modo, se non vedi, non colleghi, non impari, ti manca l'idea dentro di te.

Dunque senza l'idea per te quella cosa non esiste, e non esistendo non ci fai nessun ragionamento, non diventa argomentazione per altri tuoi ragionamenti, insomma, l'ignoranza è una palla al piede che taglia le ali al tuo cervello.

Esempio: supponiamo che tu non hai mai visto una pizza, ergo non sai che esiste. Ciò ti limita perchè se dovrai scegliere dove andare una sera a mangiare un boccone non prenderai la possibilità di andare in pizzeria. Te non puoi concepire l'idea di pizza ne alcun ragionamento correlato che ne presupponga l'esistenza.

Dunque cosa accade se al posto di una pizza te non sai nulla di una cosa astratta? Tipo dell'amore, o della felicità? O non sai nulla di argomenti scientifici o umanistici, come chimica, o matematica, o filosofia o storia o letteratura...

Il tuo pensiero si restringerebbe enormemente, la tua stessa capacità di pensare, di concepire un pensiero razionale, di farti un'idea, verrebbe messa a dura prova.

Ciò il valore che addito all'istruzione di base, ad una buona cultura di fondo che ci permette di pensare, di formulare un pensiero di una certa sostanza e struttura.
Nonchè l'introduzione del prossimo complicatissimo e tragicominco post.
A breve...

2 commenti:

Francesca ha detto...

E' ovvio che se non conosci qualcosa non puoi certo formularci sopra un pensiero. Si dice spesso che anche non conoscendo il nome della cosa sia difficile introdurla in un ragionamento.
L'uomo da il nome alle cose per conoscerle intimamente si diceva.

Comunque le idee platoniche non sono questo in realtà. Anzi Platone è un innatista, crede che ogni uomo abbia tutto dentro di se e che il mondo esterno ne risvegli solo il ricordo. Anzi addirittura il suo maestro Socrate sosteneva talmente l'innatismo che diceva che si potesse far enunciare il teorema di Pitagora da qualunque ignorante se interrogato oppurtunamente (maieutica).

Comunque la tua idea è azzeccata anche se forse la citazione di Platone è un po' fuori luogo.

Giacomo ha detto...

Ma anche no visto che il tutto mi è venuto in mente partendo da Platone.
Se vuoi vedila come un'interpretazione mia, un'attualizzazione mia del pensiero del filosofo, ma ti assicuro che se non l'avessi studiato non avrei fatto alcun ragionamento su questa cosa.
(giusto per restare in tema...)