lunedì 30 giugno 2008

CAMBIO DIETA

Ultimamente ho fame.
Una fame insaziabile.

Ho fame di verità, di "luce negli occhi", di vita.

Ho fame più di prima, più di qualsiasi altro momento della mia breve vita.

Ho diverse immagini per spiegare questa fame che mi ritrovo a dover saziare. Mi immagino ad esempio questa fame come un albero che oggi ha raggiunto il suo primo agostamento, quando cioè il tralcio da verde matura lignificando verso il color marrone. Sono convinto che quella pianta sia nata da un seme, piantato nella mia anima terrosa in un paese oltreoceano, che abbia trovato una terra sicuramente poco fertile, ma non abbandonata dal contadino. Una terra che ha permesso alla pianta di crescere seppur lentamente ma con una certa regolarità grazie al calore e alla luce degli occhi stupendi che mi hanno accompagnato durante questi anni. Pianta che oggi raggiunge il suo primo agostamento perchè proprio nell'ultimo anno la quantità di luce, la radiazione che ha ricevuto, si è moltiplicata come si sono moltiplicati gli occhi che a lei guardavano.
La fame è la nuova vigoria di questa pianta, che crescendo e maturando ha bisogno di più acqua, più energia, più luce, più minerali, più terra. Devo ingrandire la mia anima e farle spazio, e devo darle da bere, da mangiare sempre di più, perchè vuole crescere, ha bisogno di crescere e si realizza prorpio nel crescere.

E' come se da sempre mi sono abbeverato ad una piccola pozza d'acqua che oggi m'accorgo non bastare più, oggi apro gli occhi e mi accorgo che la pozza d'acqua è piccola insignificante ed inquinata, e mi chiedo come facevo a fare un'esistenza dipendente da quella fonte.
Vedo più lontana un'oasi bellissima, rigogliosa, con acqua pura che zampilla da ogni parte, alberi da frutta, ortaggi. Mi accorgo che il sentiero è faticoso, difficile, ma non posso più rimanere nella certezza di una pozza d'acqua stantia dopo aver assaggiato l'acqua che proviene da lassù.
Certezza tra l'altro effimera, basterebbe un colpo di sole più intenso, o il fermarsi delle mie futili lacrime da sofferenze inesistenti che questa si asciugherebbe.

Sarebbe un insulto alla vita viverla come un miserabile bevendo sudicia fanghiglia.
Un insulto a me stesso, un insulto agli altri che mi circondano.
Un insulto imperdonabile al mondo.

Voglio cambiare dieta.

venerdì 27 giugno 2008

PREZZEMOLO NELLE ORECCHIE DELL'ANIMA

Come riuscire a domare la nostalgia?
Mi accorgo di essere passivo, la subisco.

Lascio che la nostalgia mi invada, apro le porte della mia anima, la faccio entrare, le dico buongiorno benvenuta, la stavo aspettando, si accomodi in salotto, vedrà che qui starà benissimo!

Non chiedo un consiglio che mi permetta di poter fare il maleducato e di lasciarla a priori fuori casa, o di poterla cacciare via qualora si comportasse male, ma sarebbe già molto riuscire a non ascoltarla quando comincia ad essere un'ospite fastidiosa.

Papale papale: esistono tappi per le orecchie contro la voce della nostalgia?

giovedì 26 giugno 2008

FIUME CON RAPIDE E CASCATE, L'ENERGIA DELL'ACQUA NEI SENTIMENTI - la luce negli occhi delle persone

Come d'un tratto ecco una luce, la vedo, chiara, limpida, come se da sempre avessi saputo dov'era, com'era il suo aspetto, la sua energia...
...la riconosco.

E' lei, quella luce negli occhi di chi vive di emozioni, di chi ha visto cose che esulano dalla vista cieca d'un paio d'occhi, perchè vede tutto col cuore.

Quanta nostalgia, quanti ricordi...

...quanta gioia, quanta sofferenza, che trasporto, che impeto!

Ma dove sono stato tutto questo tempo?
Ho creduto che la mia strada fosse un solco ancora più scuro e cupo nel tenebroso mondo occidentale consumistico, ho creduto che la mia vita fosse segnata per sempre in un'infelicità perpetua inevitabile vissuta nel ribrezzo degli stereotipi odierni, nel ribrezzo di rapporti relazionali sempre più contorti, sospettosi, precari, incerti, dubbiosi, paurosi, egoistici, chiusi, torbidi, falsi, corrotti dove le persone giudicano, soppesano, calcolano, ricalcolano, etichettano, catalogano, stipano, archiviano parole, rapporti, persone, cose, sentimenti, giudizi, profitti, vantaggi...

Ma che schifo!

Pensavo di soffocare, cominciava a mancarmi l'aria, ero nauseato di tutta questa merda!

Ed ecco, la boccata d'aria fresca!
L'avevo già respirata una volta!
E' lei!
Eccola!

Ma dove sono stato tutto questo tempo mi chiedo? Perchè ho respirato l'aria fetida di questa società? Perchè mi sono fatto avvelenare lentamente? Perchè ho dimenticato il sapore della freschezza? Perchè?

Ho sprecato anni di esperienze valide imparando invece cose inutili, anni che avrei potuto vivere la vita tra uomini e che invece ho vissuto sui libri. Ma che inutilità! Io desidero la verità, non il nozionismo. Desidero un'incontro di anime tra persone fatto di rispetto, non un'incontro di persone che non conoscendosi si giudicano, si soppesano, e che finchè non dimostri chissà cosa il rispetto non te lo danno.

Ma scherziamo?

La luce che vedi negli occhi della persone è l'amore che queste hanno verso tutti, lo espandono, sommergono, inondano. Ami quelle persone perchè ancora prima di conoscerti loro amano te, e te ne accorgi dagli occhi.

Io desidero questo, questi rapporti, questo modo di relazionarsi.

Perchè tanto odio invece?
Perchè tanti dubbi?
Perchè tanti occhi che mi guardano spenti giudicandomi, etichettandomi, soppesando quello che dico pronti ad attendere un errore, quasi che quegli occhi siano felici di poter ora criticare senza rimorso perchè ho sbagliato! Ho detto una parola di troppo, ho pronunciato male o frettolosamente la frase, o con non così tanto e formale garbo, ho chiesto troppo o in malo modo...aspettavano solo quello, un mio errore. L'hanno trovato, mi mangiano!

Lupi che divorano agnelli.

Mi sento molto agnello.

Agnellino, forse ancora più piccolo.

Se sarà necessario andrò a vivere dove la verità non è stata dimenticata, dove il necessario e il superfluo sono chiaramente divisi, dove i rapporti umani vengono al primo posto, dove brilla ancora quella luce negli occhi delle persone, perchè è una luce che riscalda, e qui ho un freddo da morire.



Una luce nostalgica,
che da sempre
sappiamo chi è,
una luce calda,
che sa riscaldare
come altre non sanno,
una luce di amore,
l'amore che da sempre
desideriamo ci avvolga.


L'uomo non è fatto per vivere al freddo e al gelo.



Un grazie a tutte le persone che ho incontrato i cui occhi hanno brillato e mi hanno riscaldato, che mi hanno amato e accettato per quello che sono, che non mi hanno giudicato, che non si sono offesi permalosi per un mio errore, che mi hanno voluto bene.

Un grazie di cuore a tutti quegli occhi che ancora riscaldano il mondo e che irraggiano anche su di me, occhi coraggiosi e intrepidi, vi ammiro, voglio seguirvi, voglio amare anch'io con la stessa intensità vostra!

Siete il mio esempio di vita.

Grazie.

mercoledì 25 giugno 2008

ASPETTATIVE

Perchè così spesso mi faccio delle aspettative?
Sulla vita, sulle persone, su una serata...

Perchè ci tengo tanto a voler far andare le cose come voglio io?
E' una cosa sciocca che col senno di poi capisci che è sterile, non posso imporre nulla a nessuno, ne è giusto che io ci stia male se le aspettative non si avverano.
Occorre che io impari ad accettare la vita come viene, sempre, per quello che è, e godere degli imprevisti, ridere di errori, sbagli, ridere se le cose non vanno bene.

Perchè in fondo in fondo, anche se i nostri progetti sono grandiosi, enormi, incredibili, siamo piccoli come delle formiche, non decidiamo nulla anche se pensiamo il contrario, non siamo padroni di nulla anche se ci sentiamo padroni del mondo e del nostro futuro, e la cosa mi sa davvero comica.

martedì 24 giugno 2008

EMOZIONI

E' incredibile l'intensità delle emozioni che può provare un uomo.
Un'intensità che può far vibrare di piacere o di orrore, di amore o di odio, di tristezza come di gioia...
Vivere intensamente è questo, lasciarsi andare e vivere di emozioni, sempre.

sabato 21 giugno 2008

L'ARRIVO DELL'ESTATE

Il caldo fece capolino dapprima timido poi prendendo coraggio fino ad imporsi su un susseguirsi di freddo ed acqua che avevano ritardato l'arrivo tanto agognato dell'estate. Il sole splendeva nel cielo azzurro, quel posto che da sempre era stato la sua casa negli ultimi mesi gli era stato sottratto da una banda criminale di nuvole, ne se erano appropriate senza un permesso rendendo grigio tutto il mondo sottostante ed anche l'animo delle persone. Ora, quello spazio infinito, che sulla terra risplende di varie tonalità nell'arco della giornata, era ritornato nelle mani del giusto proprietario, mani sapienti che avrebbero saputo regalare agli abitanti tutti quei colori di cui avevano così tanto sentito la mancanza.

Il vento fresco dell'estate, che porta sollievo nella calura, a volte soffia felice e ad armonioso facendo sorridere tutti di piacere ed a volte pigro decide di scioperare, di mettersi in apnea, di lasciare l'umidità stantia e di creare una cappa di afa sulle pianure, una sauna gratuita solitamente poco desiderata.

Ma dopo mesi di freddo e di agonia non v'è persona che osi lamentarsi, l'estate è giunta facendosi desiderare, scoppia l'innamoramento, la nostalgia era così grande che tutto il resto perde importanza e la si ama completamente, nella sua interezza, proprio come l'amore vero tra un uomo ed una donna, dove anche il difetto viene visto come un pregio, l'afa diventa uno scoppio di sorrisi sulle labbra di persone felici finalmente di potersi mettere in costume.

Tutta questa attesa ha resto il momento ancora più magico, si è portato dietro non solo un aumento banale di temperatura ma ha fatto scoppiare desideri, passioni, ha infuocato gli animi della gente risvegliando la voglia di fare tutte quelle cose che solitamente si fan d'estate.

L'aria diviene pregna di bagni di sole, bagni d'acqua di mare di laghi di piscine, aria che porta con se musiche travolgenti, voglia di festeggiare, di ballare, di ridere, di scherzare, di urlare, aria che si porta lontano i calzini e le scarpe e lascia il piede in un sandalo, un infradito o nudo a correre su un tappeto d'erba verdissima, su una spiaggia di sabbia finissima, aria che porta con se ombrelloni e creme solari, giri in moto o in bicicletta, sport di tutti i tipi e di tutti i colori, corse e gite in montagna, vacanze al mare, sale che tira la pelle mentre si asciuga, cene all'aperto, pranzi all'ombra di un albero, mille insetti di tutti i tipi, grilli che cantano la sera, odore di erba e di fieno, odore delle piante che respirano, odore di vita sotto un sole che bacia, che abbraccia, che ritrova l'amata terra su cui tanto desidera risplendere ed infondere vera gioia e vera pace a tutto il creato.

mercoledì 18 giugno 2008

SFIDUCIA RECIPROCA PROGRAMMATA?

Ma se il principio base del marketing è creare bisogni, dai quali nascono gli acquisti è possibile che la cosa sia diventata da una strategia un fine ricercato da tutto il consumismo?

Voglio dire, è possibile che abbiamo un pensiero distorto al punto da avere bisogni là dove non sono necessari? Voglio dire, se prima estendevo il pensiero ai beni "elastici" perchè non si può fare lo stesso pensiero con i beni "anaelastici"? Alla fine si tratta "solo " di creare bisogni nelle persone...

Salute: siam tutti mezzi ammalati, chi più chi meno tutti devono curarsi con medicine, omeopatia, integratori...


Sicurezza: furti omicidi sono alla porta di casa, prendi i serramenti più sicuri, casa più sicura, sistemi antiscippo...



Giusto due esempi che mi sovvengono così, ma di sicuro potrei far nascere dubbi anche su altri esempi...

Insomma, parliamoci chiaro, mi spiegate perchè tutta questa mania di non fidarsi delle persone, di giudicare, di criticare, di soppesare...
Voglio dire, quelli che ne approfittano e fanno i furbi ci son sempre stati, perchè accanirsi così tanto? Perchè vivere con sfiducia, inibizione ogni attimo della nostra vita? Vivere sempre con le barriere alzate, sempre sulla difensiva...

Che stress!


Secondo me questa sfiducia reciproca che assilla la nostra società deriva da molteplici fattori, ma uno di essi vi chiedo, può essere il marketing? Alla fine dalla sfiducia se ci pensate ci guadagnano in tantissimi...La sfiducia genera bisogni, bisogni ed ancora bisogni, di beni elastici ed anaelastici contemporaneamente e in grosse quantità...Se non c'è stazio in un settore cosa faccio? Me lo creo, o mi creo un settore.
Mi sembra che calzi questo esempio, voglio entrare nel settore salute, invento un problema, faccio campagna, fomento l'ipocondria, creo un prodotto, e vendo.
Della serie quasi "produco un batterio mortale, propago il contagio e vendo il vaccino."

Ritornando alla sfiducia...

...Invece di prestarci amorevolmente le cose ce le comperiamo tutti, tutti hanno il proprio internet, tutti il proprio telefono, la propria macchina, i propri vestiti, la propria televisione, la propria macchina tosaerba o attrezzi svariati in cantina per far quello o quest'altro una volta all'anno...

Insomma, pensate se ci prestassimo le cose sempre, con fiducia.

Il mercato crollerebbe.
Io vi presto manga, mazzi di carte, voi dvd o il risiko...Vi presto la bicicletta voi il lettore dvx, vi presto la playstation voi il lettore mp3, vi presto libri voi anche vi presto un monitor che mi avanza voi una lampada che mi serve...

D'altronde se uso la bicicletta 2 giorni su sette gli altri 5 mi spiegate lei cosa fa? Si stagiona? O prende la polvere e invecchia?

martedì 17 giugno 2008

BUROCRAZIA = ULCERA

E' incredibile il livello a cui siamo giunti.
Non parlo solo di noi italiani ma vale un po' ovunque.
Carte carte scartoffie firme requisiti prerequisiti visti approvazioni domande risposte notifiche cominicati tasse multe bollette richieste ricevute allegati documenti passaporto tessere...

Ma soprattutto burocrazia difficile, burocrazia introvabile, nascosta, burocrazia che gioca a nascondino, vinci se la trovi se no sei fregato, informati ma nessuno ti dice nulla, informati e nessuno ti dice dove, informati e vedrai che capire dove trovi le informazioni è durissima, che chi è in grado di dartele o è introvabile o ha una fila immensa e non risponde al telefono.

Ma si può?


Sembra che facciano apposta a farti desistere in partenza a far burocrazia, a far carte.
Da un lato ti obbligano a far scartoffie, dall'altro ti fanno passare la voglia di farle in tutti i modi e rendendoti la cosa difficile con tutto l'impegno che ci può mettere una perversa e geniale mente criminale.

Questo è mobbing.

Fanno apposta, fanno apposta.

E' mobbing per stressarti, per rompere, per rincoglionire, per infastidire gratuitamente.

Ma ci sarà uno scopo perchè le cose non funzionano, perchè stupidi tutti non lo siamo!!
Perchè se tutti siamo nella stessa barca devastati dalle carte e non cambiamo la situazione con le nostre mani, dato che possiamo vuol dire che siam stupidi fin nel midollo.
E visto mi rifiuto di credere ad una stupidità di massa dilagata sono del parere di un fine ed astuto piano di elegante mobbing con uno scopo invisibile ma tangibile.

Roba del tipo creiamo pensieri inutili nelle persone, le rendiamo stressate e con altre cose per la testa che non si accorgono che noi politici facciamo questo quest'altro...

Inoltre...

La burocrazia arriva ad altre situazioni limite.

Solo per contestare una multa ci son talmente tante di quelle cose che si deve fare che ti passa la voglia e preferisci pagarla anche se è ingiusta e la ragione è dalla tua parte. Peredresti giorni solo a compilare chiedere giudice di pace e menate e spese extra per dire che hai ragione.
Cioè, aspetta, te, vigile, mi dai una multa da 150 euro ingiusta e mi dici di contestarla conscio del fatto che perdo 2-3 mattine per uffici telefonate sentenze e cazzate varie più spese mie aggiuntive solo per dimostrare che ho ragione? Ma mi prendi per il culo? Hai fatto l'errore e devo pelarmela io? E magari hai la faccia tosta di dirmi ormai ho scritto, la contesti!!??

E questo è solo un esempio.

Successo davvero, ma è solo la punta dell'iceberg.

E' incredibile come si riescano a passare 12 ore sul computer telefono in mano e tanta voglia di trovare fare combinare mettere a posto sistemare risolvere e far ste benedette pratiche e non combinare assolutamente nulla.

NULLA

Se ci penso ancora mi vien un'attacco di pirosi che mi "svoltolo" per due ore.
E scusatemi se scrivo queste cose su un blog che parlerebbe di filosofia e sembra che non centrino nulla, ma anche da un fatto così si può discutere sull'autodistruzione del genere umano, su una crisi enorme che si avvicina, su teorie dell'organizzazione di un sistema, sulla decadenza della nostra società in termini filosofici, antropologici, etici, sociali, politici, economici, scientifici...

A voi continuare lo sfogo, magari ci fa bene usare questa valvola ogni tanto...

lunedì 16 giugno 2008

SACCENZA INDELEBILE

Noto con tristezza di essere affetto da una grave forma di saccenza indelebile.

Avete presente quelle persone fastidiose che pensano di sapere tutto e ostentano appena possono le poche e scarne informazioni che posseggono pompandole più che possono? Quelle persone fastidiose che sembra sappiano tutto loro? Quelle persone che parlano a sproposito? Quelle persone fastidiose che fanno elucubrazioni su argomenti di cui sono completamente ignoranti? Quelle persone che magari sanno qualcosa e che bramano di dar sfoggio, ne perdono occasione di farlo, della loro cultura, tanta o poca che sia?

Eccomi qui, mi prostro umile e colpevole davanti a tutti voi.
Sono volubile all'egocentrismo.

Per lo meno me ne sono accorto.
Ora si tratta di guarire...

Vorrei comunque evitare trattamenti drastici di bastonate...

sabato 14 giugno 2008

A GOOD SONG

Onde ondeggiando suonano
con il martelletto il timpano.
Sbadiglio ma il padiglione
è tutto teso nella ricezione,
pronto a far scattare la catena,
recettore trasmettitore impulso
pulsazione azione musicale
che si destreggia egregiamente
nel complesso di ossicini ossia,
banalmente,
nell'orecchio:

Gioia e pace.

Stretching dei pensieri
e della mente, allungo
e rilasso assolutamente
ogni pensiero e mungo
a piccole gocce lentamente
godimenti entusiasmanti.

Gran bel jazz!


...The music makes love with my ears!
No other words to explain such a thing...

venerdì 13 giugno 2008

CONTRADDIZIONE DENTRO

Si ragionava, un'ora fà, sul dualismo ricchi poveri nel mondo.
Ogni persona, talvolta, chi più chi meno, sente una cosa adentro che si sveglia e gli prude la lingua.
Le vien voglia di dire che questo mondo è uno schifo, che questi ricchi fanno cagare, fanno i cagoni, cagano troppo.
Criticare e basta questo sistema.

E' giusto?

Si ragionava che ci son diversi modi di vedere la cosa. Uno ad esempio è che se vivi in questo mondo non sei ne migliore ne peggiore del "cagone", perchè vivi in questo sistema e alimenti la "macchina" a modo tuo. Inoltre sei sempre pronto a criticare il superfluo degli altri ma quando si tratta di eliminare il tuo di superfluo ti tiri indietro. Questa presa di coscienza ti fa capire la falsità dietro le quinte di una critica e ti porta a non far più questi commenti.

Qualcuno ha aggiunto che se cominci a non criticare più, a non dire più la tua puoi solo peggiorare ulteriormente. Già siam messi male, la coscienza già si fa sentire poco...Se la si tace completamente per non vivere nella contraddizione probabilmente si perde l'unica strada che ancora ci distingue come esseri umani. Ci si comporta male ma si pensa bene, e magari scuotendoci il pensiero riesce a cambiare anche il modo di agire, ma se vivendo con cuore e mente in contrasto non si riesce perchè si soffre troppo la strada non è quella di adeguare il cuore alla mente ma la mente al cuore, cominciare ad agire in modo differente per poter essere sinceri con se stessi e pensare in modo giusto piuttosto che fare l'opposto, pensare in modo sbagliato perchè tanto cambiare il mio modo di agire è inutile, battaglia persa in partenza.

giovedì 12 giugno 2008

QUALCHE VOLTA, POCHE O QUASI MAI

Ogni volta,
ogni volta,
ogni volta.

...

...ogni volta.

Eppure...

...no, nulla.
Posso chiedere solamente scusa.

Non posso dire "ma questa volta..."
perchè succede ogni volta.

Ogni volta per un motivo diverso.

Ma...

sempre e comunque,

ogni volta.

Non va bene...
Ma...

Rimango comunque, ogni volta, speranzoso nel futuro.
Ogni volta.

mercoledì 11 giugno 2008

ISOLA MEDITERRANEA

Quant'è dulcis
l'uva nel Sulcis
Fenicottero che vola
dal Sinis a Siniscola
a caccia di una qualche
secca, salina di gamberetti.

Il caldo, sole battente
in una melodia rosmarinica
selvaggia verso Arborea,
pistilli di zafferano di Pistis,
pizzico di Vermentino,
qualche crepa sui muri
nel silenzio, a Pittinuri.

A stenti verso Stintino
vento brizzolato marino,
Dell'Asinara si scorge
un pizzo, a Putzu Idu
due cavalli nell'afa,
zanzare d'Oristano,
bottarga di Mogoro
su un piatto di bucatini,
due pomodorini, basilico.

martedì 10 giugno 2008

L'IMPERATORE DEL NULLA



Che bella la mia vita.
Che bella la MIA vita.

Mia la vita, la posseggo, ne sono il re.

Possiedo tutto,
tutto il regno,
anche negli angoli lontani,
anche il futuro è mio...

...il MIO futuro.

Sono il padrone del MIO futuro.

MIO : AGGETTIVO POSSESSIVO

Decido di tutto,
faccio progetti,
pianifico.

Pianifico il mio futuro.

...


PIANIFICO

IL

MIO

FUTURO

Nessun imprevisto:
le cose devono andare come ho progettato.

...le cose DEVONO andare come ho progettato io.

Non tu, non gli altri,
non il caso,
non la fortuna,
non la sfiga,
ma...

IO: PRONOME PERSONALE, PRIMA PERSONA SINGOLARE


Io sono padrone della mia vita.
Posso decidere di vivere come io voglio.
Io sono padrone del mio futuro.
Posso deciderlo come mi pare e piace.

Io sono il re.
Io sono l'imperatore.
Sono l'imperatore di un progetto.

Un progetto su me stesso.

Il mio impero.
Il MIO impero.

...

IL

MIO

IMPERO

!!!

...

Di cosa sono padrone?

Del mio...

IMPERO: SOSTANTIVO MASCHILE SINGOLARE


IL MIO IMPERO
IL MIO IMPERO
IL MIO IMPERO
Il MIO impero
Il mio impero
il mio impero
il mio impero



...




NULLA



...



Sono imperatore del nulla


Eh si,
Sono imperatore del nulla.

Possiedo il nulla.

Il mio impero è già morto.
E' già stato conquistato.
Che breve è stato!
La realtà ha conquistato tutto!
Il mio impero già non è più mio.
Strage di cittadini inesistenti,
razzia di case immaginarie,
cosa mi ha lasciato la realtà?

Magnanima sei stata,
o cara realtà!
Mi hai lasciato una carica
nel tuo amato impero!

Mi hai lasciato un posto
nella tua ditta.

Mi hai lasciato a capo
dell'ufficio di me stesso,
permettendomi talvolta
di decidere qualcosina
nel presente che vivo.

GRAZIE

lunedì 9 giugno 2008

SIGNIFICATIONIS VERBORUM - CAPUT SECUNDUS

A parte la poesia che non centra nulla ritorno al discorsone contorto del significato delle parole.

Riassumendo il discorso precedente il nostro pensiero riesce ad abbracciare certi discorsi, certi ragionamenti se ne sa qualcosa. Ad esempio non potrei mai affrontare un discorso sulla separazione di fase in chimica se non so nulla di densità, solubilità e legami chimici.

Voglio arrivare con questo al problema opposto, ossia quando uno crede di sapere qualcosa, ad esempio di solubilità, ma in realtà le sue conoscenze sono differenti, solo che usa il termine "solubilità" a sproposito, da un significato diverso alla stessa parola.

Si rende falsato il ragionamento, distorto.

Pensiamo ad alcune conseguenze possibili.

Due persone litigano perchè hanno diverse concezioni delle stesse parole e la stessa frase assume per i due significati diversi.

Vorrei che provaste ad immaginare una situazione, poi vedremo se utopica o meno, di estendere questa incomprensione su tutta una popolazione.

Prendiamo in esame un altro termine, tipo amicizia.
Facciamo finta che il termine amico sia confuso con "persona con la quale si tiene un qualsiasi dialogo" e che tutta la popolazione usi la parola amico o amicizia intendendo appunto questo tipo di rapporto, assolutamente indefinito, superficiale, che può essere una persona lla quale chiedi l'ora, un'altra con cui litighi, il tuo capo sul lavoro che detesti oppure il compagno di bevute.
Penso che ognuno ha comunque in testa cosa sia l'amicizia vera, secondo Platone l'idea di amicizia, ma usando il termine appropriato in modo errato viene a mancare una parola che identifichi questa idea.
Se manca la parola manca allora il mezzo per comunicare questo sentimento, manca il mezzo per pensarlo razionalmente, per esprimere il concetto che non trova identità.
Io credo che il rischio è di perdere lentamente, per lenta erosione delle anime, l'idea di fondo, quella vera, di amicizia profonda.
Una popolazione può quindi dimenticare un valore morale, perdere cultura non mancando le parole ma essendoci troppi significati.
La situazione più tragica è una popolazione intera assolutamente confusa su alcuni argomenti, non riesce a farsi un'idea di cosa sia una certa cosa, non riesce a comprendere certi discorsi, certi ragionamenti, è chiusa in una gabbia mentale.
Controllata.

Appena ho un po' più di tempo cercherò di fare degli esempi concreti.

POESIA - DUBBIO O GIUSTIFICAZIONE?

Spiagge deserte,
nessuno in vista.
Cime innevate,
nessuno in vista.
Foreste, alberi.
Tutti in città al lavoro,
zelo inesauribile
inconsumabile.

Guardo dal basso questa società
di grandi lavoratori, e mi sento
un piccolo pesce fuor d'acqua.

Eppure non sono ancora sicuro
che la strada giusta sia proprio
il consumare anni ed anni
ad ammucchiar soldi.

domenica 8 giugno 2008

SIGNIFICATIONIS VERBORUM - CAPUT PRIMUS

INTRODUCTIONEM


Vecchio caro latino, non mi manchi per nulla...
...però fa un certo effetto, preannunncia un discorsone!

...e infatti, chi ha voglia di sorbirselo, continui pure a leggere!




Dunque, vorrei partire con un bel viaggio nel caro vecchio e per nulla obsoleto Plato-platonis.

Platone dal canto suo, per i tempi che correvano, ha toccato a mio avviso tasti delicati della tastiera su cui suona la vita (grazie Tornatore! vd: leggenda del pianista sull'oceano) e pertanto merita attenzione. Un'idea geniale, passatemi il gioco di parole, è stata la sua idea, o meglio la concezione dell'iperuranio: il mondo delle idee.

Per chi non sa di cosa sto parlando consiglio la lettura del paragrafo qui sotto in corsivo.
Per chi volesse approfondire trova l'url del sito a seguire.

"Ogni cosa sensibile è opinione, in esse infatti non si scorge la perfezione dei concetti universali, le cose sensibili appaiono diverse da diversi punti di vista (sono opinioni) perché partecipano solo in parte alla perfezione dei concetti, in quanto le cose del mondo non sono il concetto stesso.

Esempio: esiste il concetto di grandezza, che non muta mai nel mutare di ogni cosa. Una città può partecipare nelle diverse epoche della sua storia al concetto di grandezza come a quello di piccolezza, essendo prima grande per poi ridiventare piccola, tuttavia, il concetto di grandezza in sé, non muterà mai, poiché identifica necessariamente solo uno stesso stato (non è possibile, infatti, che la grandezza sia allo stesso tempo grande e piccola).

Questo concetto che mai muta viene chiamato da Platone idea (da eidos=forma). L'idea di Platone vuole significare l'autentico apparire della verità, l'idea è la forma autentica della realtà, la sua forma certa e immutabile, quella forma di cui non si può dire per nessun motivo che sia errore e opinione.

L'idea platonica non coincide con il concetto universale di ogni cosa presente alla mente degli uomini, non è un semplice "oggetto mentale": nella scala platonica, prima viene l'idea, immutabile e abitante una sua propria dimensione ontologica, poi viene il concetto dell'idea che si forma nella mente (il concetto è il modo in cui l'idea viene percepita), solo dopo si collocano le cose sensibili. L'idea non è il semplice concetto, è un'entità dotata di esistenza autonoma, una sorta di "oggetto" eterno che vive eternamente al di fuori della coscienza degli uomini.

Fatto salvo l'essere che non muta (l'idea), Platone sostiene quindi che l'essere sensibile (le cose del mondo), diventa una realtà intermedia tra l'essere e il non essere. Le cose sensibili, infatti, sono corruttibili, mutano, divengono, si generano e si distruggono, hanno in sé parte dell'idea immutabile di cui sono la forma sensibile e parte del loro opposto (una cosa, ad esempio, è più o meno bella in quanto parte di essa partecipa, oltre che all'idea di bellezza, anche all'idea di bruttezza)."

http://www.forma-mentis.net/Filosofia/Platone.html#2


La difficoltà mia di scrivere questo pensiero è di non fare poemi troppo pesanti, cosa che dopo questa citazione è purtroppo inevitabile. Vogliate scusarmi se continuo imperterrito ritornando al discorso.

Accettando che l'uomo nel venire a contatto con il mondo sensibile "risveglia" l'idea già presente dentro di se, o comunque, sotto un'altra angolazione più moderna, che ciò che incontra l'uomo nella vita lo edifica anche nella mente ampliando le sue idee, si può affermare che senza l'idea l'uomo non riesce a fare nessun ragionamento?

In altre parole...

L'uomo crescendo vede la realtà e impara. Collega nella sua testa gli oggetti che vede con l'idea di questi, fa si che ad una parola corrisponda un oggetto e che per ogni oggetto corrisponda un'idea. Avanza facendo collegamenti.

Espresso matematicamente un esempio circolare di questa logica può essere:
A=B
B=C
A diventa uguale a C.
Oppure un esempio triangolare quale:
A=B
A=C
B diventa uguale a C.

Vorrei far notare che, tenendo per vero ciò che dice Platone, se l'uomo non incontra nella sua vita una cosa X quale che sia, questi non risveglia dentro di se l'idea di essa, o detto in altro modo, se non vedi, non colleghi, non impari, ti manca l'idea dentro di te.

Dunque senza l'idea per te quella cosa non esiste, e non esistendo non ci fai nessun ragionamento, non diventa argomentazione per altri tuoi ragionamenti, insomma, l'ignoranza è una palla al piede che taglia le ali al tuo cervello.

Esempio: supponiamo che tu non hai mai visto una pizza, ergo non sai che esiste. Ciò ti limita perchè se dovrai scegliere dove andare una sera a mangiare un boccone non prenderai la possibilità di andare in pizzeria. Te non puoi concepire l'idea di pizza ne alcun ragionamento correlato che ne presupponga l'esistenza.

Dunque cosa accade se al posto di una pizza te non sai nulla di una cosa astratta? Tipo dell'amore, o della felicità? O non sai nulla di argomenti scientifici o umanistici, come chimica, o matematica, o filosofia o storia o letteratura...

Il tuo pensiero si restringerebbe enormemente, la tua stessa capacità di pensare, di concepire un pensiero razionale, di farti un'idea, verrebbe messa a dura prova.

Ciò il valore che addito all'istruzione di base, ad una buona cultura di fondo che ci permette di pensare, di formulare un pensiero di una certa sostanza e struttura.
Nonchè l'introduzione del prossimo complicatissimo e tragicominco post.
A breve...

sabato 7 giugno 2008

PENSIERO STRANO

Pensavo che l'unica certezza della vita è che tutti prima o poi schiattano.

Nella vita prima o poi si muore.

Ma allora perchè ci si ostina così tanto a comportarsi da immortali?
Che senso hanno tutte quelle "attività" che ti avvicinano al trapasso senza lasciare un'impronta in questo mondo dopo la tua morte?

Non ha senso comportarsi da immortali, perchè tanto non lo siamo.
Rubi, freghi, calpesti, avanzi, ammucchi...
ma tanto...
prima o poi...
anche te...

Se proprio esiste un'immortalità penso che sia l'immagine che lasciamo di noi negli altri.

In altre parole ciò che riusciamo a trasmettere di nostro.

Penso che il senso stia tutto qui.

Ciò che riusciamo a trasmettere è ciò che rimane dopo la nostra morte, è quello che ci rende immortali, eterni.

L'amore rende eterna la nostra anima.

giovedì 5 giugno 2008

VIOLENZA DI PAROLE NON VIOLENTE

Dialogo, discussione, lite.

Due parole di troppo e sei fregato.

Due parole di meno e sei frainteso.

Dialogo, discussione, lite.

Le parole si sormontano, ognuno cerca di prevalere, è fare a braccio di ferro con la voce.
Sputare parole, sputare sentenze, sputare giudizi, sputare e basta.

Sputo e non ascolto,
Sento ciò che non ascolto,
Dico ciò che non ha senso,
Dico ciò che non dovrei,
Parlo da solo, mi esercito al sofismo con il mio interlocutore da cui non desidero nulla a parte la sua presenza muta.

Dialogo, discussione, lite.

Vomitare il proprio ego in faccia a chi sta di fronte a noi, senza ascoltare, senza capire o chiedersi nulla, senza rendersene conto.

Non si crea nemmeno un fragile nesso tra quel che dico io e quel che dice il mio avversario.
Ognuno annaspa in quel che dice, due discorsi separati che escono da due paia di labbra diverse.
E come per magia, in un istante di incomprensione più assoluta e totale, si diventa addirittura nemici.

Annichilimento totale della ragion d'esistere delle nostre orecchie.

Vomito a chi mi sta di fronte i miei giudizi e la mia voglia di influenzare, di trascinare.
Vomito a chi mi sta di fronte parole che anelano solo ad aver ragione.

Supremazia linguistica.
Supremazia di logica.
Supremazia e basta.

Dialogo, discussione, lite.

Forse tra queste tre parole ciò che cambia è proprio il livello a cui si ambisce alla vittoria...
...ho ragione io, ho argomentato meglio, ho vinto...
Capito?


Dialogo, discussione, lite.

Mai potrò rilfettere abbastanza su questo concetto.

...temo di perpetrare il mio errore.

Soprattutto perchè la vittoria è tremendamente allettante.

...ed io son volubile al mio ego.

In una sola parola:

Superbo.

martedì 3 giugno 2008

L'ESSENZIALE

Mi stavo chiedendo cosa è veramente essenziale per la mia esistenza.
Di cosa ho veramente bisogno per far battere il mio cuore ed essere felice?
Potrei eliminare tutto a parte poche cose.

Quasi tutto.

Procediamo con un ragionamento inverso partendo da cosa potrebbe servirmi per vivere.
Cibo acqua e salute in primis, proprio per vivere, in secondo luogo affetto, per essere felice, o meglio un'altra persona a cui dare il mio affetto.

Serve quindi un tetto e due stracci per vestirsi quando è freddo per non ammalarsi, cibo e acqua da trovarsi in un piccolo orto o da madre natura.
Per la felicità servono altri esseri umani e perciò una vita che permetta agli altri di fare la propria, tradotto, un poco di amore tra inquilini.

Computer, internet, macchina, elettrodomestici, corrente elettrica, telefono, libri, fumetti, giochi, letto, scarpe, vestiti, vino, cibi raffinati, arte, casa, armi, politica, economia, soldi, guerre, religioni, potere, conti in banca, viaggi...

Volendo si potrebbe vivere senza tutto ciò.


Mi chiedo allora perchè molte volte ci comportiamo come se non ne potessimo fare a meno, come se ne andasse della nostra vita senza quello o quest'altro...
Mah...