martedì 24 febbraio 2009

FANTASCIENZA?

Luca era particolarmente triste ma determinato. Appena nato, dopo l'analisi del DNA, misura applicata di prassi a tutti i neonati, gli fu diagnosticata una predisposizione del 50 % sopra la media per l'alzaimer, un 60% per il tumore, un 80% per il diabete, un 70% per disfunzioni renali. La sua probabilità di vita si aggirava dai calcoli statistici attorno ai 40 anni. Da quando le ricerche sulle biotecnologie riavevano acquistato piede il mondo si era trasformato. Solo cinquant'anni prima, nel duemilanove, si parlava di OGM come se fossero veleni tossici. Oggi invece tutto era cambiato, le coppie potevano decidere sulla fecondazione artificiale con feti umani modificati, più forti, più intelligenti, più sani. I film come Gattaca o Blade Runner avevano inconsciamente predetto un tratto del futuro, l'uomo si era messo a giocare con il DNA al posto di Dio.
Si cominciarono a sviluppare anche farmaci al dna, si costruirono virus-medicine che interagendo con l'informazione genetica la potenziavano, la rendevano più stabile, e le guerre si cominciarono a combattere sempre più sui geni e con armi a distruzione di massa. I killer avevano come secondo lavoro quello dei tecnici biomolecolari, se possedevano le informazioni del tuo DNA potevano creare un virus ad personam. Le piante coltivate furono tutte modificate per risolvere i problemi di produzione, che erano sempre più importanti data la sovrapopolazione.
Purtroppo però si era raggiunto il punto di non ritorno. Sembrava che l'uomo riuscisse a governare tutto, sembrava che riuscisse a riplasmare l'intero ecosistema mondiale secondo la sua esigenza, ma non fu così. Le nuove malattie, i nuovi batteri e virus, cominciarono a falciare vite con una velocità impressionante, poi vi fu il crack della natura, alcune piante impazzirono e cominciarono a moltiplicarsi ovunque soffocando le altre specie che lentamente si estinguevano. I delicati equilibri di gas nell'atmosfera si sfecero e fu l'inizio della fine, l'uomo dovette rifugiarsi sotto cupole ad aria artificiale per ripararsi da quella esterna, non più respirabile.
Luca, ormai stanco nel suo laboratorio, non demordeva. Aveva 60 anni, contro tutte le aspettative.
Erano sopravvissuti solo pochi esseri umani in tutto il mondo, riuniti in piccole colonie protette, e in quella piccola stanza, il più combattivo, non voleva arrendersi al destino, voleva a tutti i costi completare la ricerca per dare nuova vita al mondo.
L'uomo poteva risollevarsi, recuperare, ripartire da capo, conscio dei suoi errori avrebbe potuto porre nuove basi per il futuro.

Correva l'anno 2499 d.C, dopo più di quattrocento anni interminabili, un uomo era appena nato di nuovo all'aria aperta, sotto la luce del sole e delle stelle.

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