mercoledì 3 dicembre 2008

IL VALORE DEL DENARO

Mi piace immensamente tentare di rompere le costruzioni mentali che si possono avere e cercare di vedere le cose sotto un'altra angolazione e talvolta stupirmi per dei particolari che non avevo mai notato prima.
L'argomento soldi-denaro è sempre molto scottante e difficile da toccare, tuttavia, pensavo, il valore dei soldi non è altro che una costruzione mentale degli uomini.
Mi spiego, il denaro non è tale e non ha lo stesso valore in tutti i posti del mondo, non è un bene che ha un valore intrinseco come una banana, cioè una banana è una banana se dispersa in mezzo alla giungla o in una grande città all'avanguardia. I soldi invece no, il denaro ha valore perchè nasciamo viviamo e moriamo tra persone che danno lo stesso valore a quegli oggetti.
Se ci si pensa bene sono soltanto carta e pezzi di metallo e sono utili solo a comperare altri oggetti.
Puoi avere tutti i soldi di questo mondo e morire di fame se non trovi nessuno che ti vende il cibo, se non trovi chi dà ai soldi lo stesso valore che dai tu e per il quale accetta di fare lo scambio cibo-denaro.
Fossi solo, perso in mezzo al deserto, non vorrei un milione di euro in tasca ma un otre con dell'acqua e del cibo. Ed in quel momento si assisterebbe alla caduta rovinosa del mito del denaro, perchè diventerebbe completamente inutile.
Lasciatemi capire, esiste la moneta solo perchè serve un bene di scambio comune a tutti, è così? I soldi alla fine sono un oggetto qualunque, banale, riproducibile, inventato, che dovrebbero rappresentare il potere d'acquisto, più soldi hai più potere d'acquisto detieni. E noi diamo così tanto valore al denaro in virtù proprio delle sue qualità di rappresentare per la maggioranza delle persone il potere d'acquisto. Ci stiamo fidando in massa di una credenza, di un mito. Lavoriamo ogni giorno per guadagnare simboli di potere d'acquisto, noi lavoriamo ogni giorno per la più grande delle autoconvinzioni del genere umano: il denaro-potere d'acquisto. In cambio del nostro lavoro otteniamo oggetti il cui valore intrinseco esiste perchè la maggioranza è convinta di questo.
Immaginate di trovarvi in una giungla, vi siete persi e vi ritrovate in un villaggio indigeno sperduto dal mondo e volete del cibo.
Dubito che vi chiederanno soldi per quel cibo, al limite vorranno i vostri vestiti, collane l'orologio ciondoli gli occhiali...insomma, se quelle persone non danno ai soldi la stessa importanza che tu dai ai soldi il denaro smette di essere tale, non è più un bene di scambio: è inutile spazzatura.
Si può pensare a quanto precario sia il valore di questi oggetti di carta e metallo se si capisce realmente che il loro valore esiste ed è tale proprio perchè molte sono le persone che lo credono.
O meglio, da tempi immemori oro argento e pietre preziose venivano barattate negli scambi, oggi gli stati stampano denari e monete per quanto "oro" dovrebbero avere nelle loro casse. Ci fanno il favore di facilitare gli scambi e la vita alleggerendo portafoglio, invece di 5 chili di metalli da portarsi in giro bastano pochi fogli di carta filigranata.
Ma alla fine, soldi, metalli preziosi...sono sempre beni di scambio e hanno potere d'acquisto solo se l'altra persona con la quale si fa lo scambio crede lo stesso.
Siete d'accordo fin qui?
Quindi è tutto relativo, alla situazione, al momento, a chi ci rivolgiamo.
E' meno relativa una banana, quella è, ovunque e sempre se stessa, nessuno può dire che non è una banana almeno finchè non diventa marcia.
Questa è una convenzione dell'uomo, che da convenzione nata per facilitare la vita e regolare e incentivare gli scambi ed il mercato è finita per diventare lo scopo di alcuni uomini.
Anche qui, chi è il ricco?
E' chi ha bestiame, campi, pascoli, o chi ha il potere d'acquisto?
Cioè, è più ricco chi ha un milione di euro in bestiame campi pascoli o chi ha un milione di euro in titoli in borsa?
Altre prospettive, a me fanno pensare molto.
Siamo prigionieri della nostra autoconvinzione quando lavoriamo solo per accumulare potere d'acquisto e non quindi in virtù di uno scambio che dobbiamo, abbiamo necessità, di fare?
Un'altra domanda che potrebbe nascere guardando ai soldi in questa prospettiva potrebbe essere: "Quanto può durare questo equilibrio, questa autoconvinzione?"
Si sgretola nelle crisi, nei momenti in cui la popolazione ha bisogno di lavorare non per simboli di potere d'acquisto, ma per la realtà di un boccone di pane per sfamarsi.
Basta ricordare cosa successe nella seconda guerra mondiale al marco tedesco e alla svalutazione che imperò in quegli anni durissimi. Il denaro perse il suo potere d'acquisto.
Senza il denaro si ritornerebbe al baratto.
Si potrebbe in qualche modo dire che finchè le cose vanno bene siamo tutti fermamente convinti che il denaro abbia valore e potere d'acquisto, ed in questo autoinganno di massa riusciamo a convivere semicivilmente. Dico semicivilmente perchè riusciamo anche quando stiamo bene a far guerre, violenze e tutte le più turpi schifezze che una mente umanoide possa concepire.
Ma non appena si comincia però ad avere problemi ci si sveglia dal letargo e come per incanto il denaro diviene privo di interesse e potere.
Si può allora dire che le popolazioni quando si trovano in condizioni estremamente difficili e precarie, quando per sopravvivere occorre trovare del cibo, il denaro diviene inutile.
Il denaro non è quindi utile alla sopravvivenza dell'uomo?
Ci si può rispondere da soli.
Il denaro può rendere felici?
Si entra in discorsi complessi, molto complessi. Ma se dobbiamo proprio cercare una risposta potremmo andare a chiedere a chi ha tanti soldi se è felice, anche se spesso non occorre chiedere, basta sbirciare nella loro vita, nei loro occhi per capirlo.
Per la mia esperienza ho trovato tanta felicità in quelle persone che usano i soldi per quello che sono, un bene di scambio, e non ne fanno al contempo una ragione di vita. Tanta umanità, felicità e razionalità, intesa questa come la capacità di rimanere lucidi, non influenzati o inibiti dai soldi nel definire una priorità, ho trovato in quei luoghi semidesertici e molto poveri che visitai anni fa, in Brasile.
Di solito alla fine di un discorsone simile ci sta una morale della favola, o meglio volete la risposta al perchè di tanto accanimento contro i soldi.
Beh, la state cercando nel posto sbagliato, ve lo dico subito.
Ho scritto solo i pensieri che ho fatto quando ho provato a guardare al denaro sotto altre ottiche, spero di non avervi tediato ma di avervi riempiti di domande a cui io non so rispondere.

L'ho fatta fin troppo lunga stavolta, sperando per voi che le nostre autoconvinzioni non smettano di esistere dalla sera alla mattina, lascio volentieri a voi i vostri soldi in banca mentre io non resisto più dal non mangiare questa meravigliosa banana che ho davanti agli occhi da quasi un'ora.

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