mercoledì 30 settembre 2009

THE SAME, THAT'S IT.

E' incredibile come la lingua sia solo una parte marginale e poco importante della nostra vita. D'altronde la vita è vita, e si vive senza parole, si vive col cuore e con le emozioni, si percepisce attraverso il corpo ciò che ci circonda. Poi le parole tentano di descrivere, e spesso lo fanno in modo goffo, dalle molteplici interpretazioni, generando incomprensioni. Ma alla fine sono solo parole.
Infatti sia io che te sappiamo cosa vuol dire farfugliare, sappiamo perfettamente che la personanon sta dicendo nulla di comprensibile, spesso solo rumori o imitazioni di parole, ma è comunque immersa nei suoi penseri. E questo lo sappiamo entrambi perchè lo abbiamo capito attraverso il nostro corpo. Poi che uno lo chiami mumbling o farfugliare che differenza c'è?
Secondaria.
L'emozione, l'esperienza già vive dentro di noi, il nostro corpo impara prima delle parole, queste gli servono solo per spiegarsi con gli altri, dare un nome a ciò che vede, così abbrevia e velocizza la comunicazione.
Se per me e per te mumble ha lo stesso significato è chiaro che risparmiamo una cinquantina di parole e diversi minuti per spiegarci diversamente. Potenziamo la capacità di trasmettere informazioni e di riceverle, tutto qui.
Il problema è poi se per me e per te farfugliare vogliono dire la stessa cosa. Nel caso non potenziamo la quantità di informazioni, ma creiamo incomprensioni, e quindi se usiamo le stesse parole per concetti diversi siamo penalizzati rispetto a chi non le conosce proprio e che cerca di spiegarsi da "ignorante".

4 commenti:

Paolo ha detto...

Ma per coloro che davvero percepiscono le parole quali simboli inadeguati per dare forma ad una realtà molto più complessa, che tuttavia merita quantomeno "ulteriori indagini", esiste una Tecnologia Interiore adeguata per "andare oltre" ed arrivare al "cuore, all'essenza delle cose".
Non è facile, ma è possibile.
Per giungere a tale determinazione però, è necessario mutare "prospettiva in merito alla nostra realtà apparente" come ben comprendi Giacomo, tentando di evadere da ciò che ritieni di "conoscere già" ponendo su di un piano inclinato le nostre certezze...convenzionali...
Forse tu, da persona intelligente e sensibile quale sei, stai cominciando a "toccare con mano" cosa possa significare l'esperire un avvicinamento ad altro tipo di Linguaggio...e Comprensione della ...vita?

Take care, be happy!

Paul

Francesca ha detto...

C'è chi sostiene però che senza parole sarebbe impossibile pensare, come possiamo infatti concepire un pensiero, un concetto, senza gli strumenti per esprimerlo? Anzi, sarebbe forse possibile pensare questo concetto senza conoscere un linguaggio? Forse invece più lessico uno ha a disposizione, più sfumature può dare ai concetti, e più riesce a pensare complessamente e in modo completo. E' solo un'ipotesi.

Giacomo ha detto...

Ciao Francesca!
In passato la pensavo anc'io così, tuttavia oggi mi devo ricredere. I greci ci erano andati vicini ma gli mancava un tassello fondamentale forse.
Esistono io credo diversi modi di pensare, diverse fonti da cui nasce il pensiero e sostengo che il pensiero stesso possa esprimersi in altri modi oltre che con le parole.
Insomma, lasciami sconfinare per un istante nel campo delle emozioni, non trovi che esse si esprimano senza parole? Poi tu gli puoi dare parole per spiegarle ad altri, ma a te stessa a che serve? o meglio, sai di preciso quell'emozione cosa ti ha procurato, dargli parole sarebbe confinarla in una gabbia. E' come prendere un quadro di kandinski e ritagliarne un pezzo di 10 per 15 centimetri perchè se no non ci sta nel portafoto.
Rende l'esempio?
Ora immagina pensieri composti della stessa pasta ed immagina pure che esistano anche altre "paste" con cui formulare i concetti...
Come suona da questo punto di vista?

Francesca ha detto...

si ha un senso... bravo fratellino!