domenica 18 ottobre 2009

SURFING ON THE WEST COAST

Ci incontriamo su di un'onda.
Non importa se l'acqua è fredda, tanto l'oceano è sempre freddo. In dieci anni solo una volta si son viste persone stare in acqua per più di una mezzoretta. E' fine ottobre, le giornate si stanno raffreddando e l'acqua è sui 55 fahrenheit, è perfetta per il surf, no ho detto una cazzata, meglio forse dire che è usuale per il surf, od ancora meglio che è strafottutamente fredda come sempre per chi vuole belle onde. Come sono le vostre di onde invece?

America, paese dalle mille stravaganze, dai locali che ti chiedono un documento per servirti da bere alle commesse al supermercato, che sempre ti chiedono un documento per lasciarti andare via con una bottiglia di birra.

Eccoci, perchè hai scelto la mia stessa onda? Chi sei? Sono in ginocchio sulla mia tavola e viaggio con l'onda, ecco, ora mi sta sommergendo, ecco, ora sono nel tunnel. Sono in mezzo all'onda che scorre verso la spiaggia.

La costa ovest è buona per fare del buon surf. Ma in Seaside le persone sono un poco gelose delle loro onde, c'è del "localism" dicono. C'è chi finisce di lavorare e si lancia in spiaggia, che è deserta e fredda, si mette la muta e si lancia in acqua, che è ancora più fredda, sfidando onde di due metri.

Fare surf non è uno sport. E' una sfida all'oceano, è amarlo ed aspettare un suo regalo, che è l'onda giusta da cavalcare. Scegliere l'onda non è cosa da poco, è, anzi, quasi tutto. E' come il giocatore di calcio che decide dove tirare in porta per sorprendere il portiere, come lo scalatore che decide la via, come il ciclista che decide quando dare il cambio al compagno, come il pescatore che decide il luogo preciso dove andare a pescare. E' sostanziale. E talvolta occorre pazienza.

America, paese del "tipping". Dove si usa dare la mancia pressochè ovunque e d'obbligo quasi, una regola d'onore da tutti rispettata, nel bar e nei ristoranti, dove si omaggia dal 15 al 20% del totale della cena o del da bere che si prende.

Poi l'oceano è indecifrabile, è potente, è una forza e non si sa mai cosa può riservare, perchè ogni onda è diversa dall'altra e sempre la tua vita è un po' a rischio. La stagione migliore è quella delle tempeste un poco al largo e generalmente cade o in autunno o in inverno. E si va a fare surf anche in inverno certo, ci si mette la muta e via. Ma i tosti non mettono quella integrale, i piedi le mani e la testa sono scoperti nell'acqua gelida, 8-10 gradi. Poi ci si mette mezz'ora o più a riprendere la circolazione quando si esce dall'oceno, però anche se è l'acqua è fredda... insomma vuoi mettere come ci si sente più liberi avvolti dall'oceano?

America, paese della safety, tutto sicuro. Tutte le strade con tutte le segnaletiche stradali, strisce a centro carreggiata e laterali, le canalette che ti fanno vibrare la macchina se ci vai sopra. Safety, safety, safety. Almeno, si cerca.

E si fanno gli incontri con gli altri surfer proprio sulle creste delle onde.
Scegliere la stessa onda è qualcosa in più di avere gli stessi gusti, è come trovarsi immersi nell'estasi di un paesaggio sublime sulla cima più aguzza ed impervia delle nostre montagne e capirsi all'istante, amiamo la stessa cosa.
E' vicinanza, ed è subito amicizia.

America, paese oggi della doppia segnaletica che sempre più spesso è sostituita in doppia lingua da spagnolo ed inglese.

Non so come vi suona a voi questa cosa del trovarsi assieme sulle creste delle onde, a me tocca nel profondo. Cioè, un amore per il mare completamente diverso, sfidare onde di due tre metri, cercare i "barrels", quando l'onda ti spinge e ti sommerge dall'altra parte facendo un tunnel d'acqua immenso e potente, amare l'acqua per la sua forza e non per la sua quiete, come si usa nelle spiagge d'Italia e forse di tutto il mondo.
E' come amare una rosa non per la sua forma e per il suo colore ma per il suo profumo.
Insomma, mi capite?
E' come amare un' altra caratteristica della stessa cosa. E' affascinante.
Amare la potenza dell'acqua.
E' come sfidare una cascata, cavalcarla ed uscirne indenni.
Incontrare un altro surfer sulla stessa onda è come dire, abbiamo scelto entrambi di rischiare un poco per questa bellezza, abbiamo gli stessi gusti ed ora siamo in ballo, tu ed io, sulla cresta di quest'onda che potrebbe travolgerci da un momento all'altro, siamo in ballo nell'oceano, siamo sul suo palmo aspettando di vedere cosa il vento e l'acqua ci regalano, perchè aspettiamo entrambi un tunnel.

America, dove i surfer si incontrano sulle creste delle onde, fanno amicizia e si trovano a bere una birra al bar subito dopo.

1 commento:

Demetrio Battaglia ha detto...

Hai reso l'idea Giacomo! La similitudine con le montagne mi rende l'idea delle sensazioni ed emozioni che si provano a fare quello che ben hai descritto...