giovedì 8 maggio 2008

MALELINGUE? NO GRAZIE, DAGLI UNA SECONDA OCCASIONE

Non chiedetemi dove trovo il tempo di scrivere, so solamente che mi piace, e che se guardo la posta ho sicuramente anche un quarto d'ora per il blog.

Devo dire che questo spazio web mi aiuta molto a riflettere, su tutto in generale, su me stesso, su molti aspetti della vita cui non davo importanza, o a cui l'avrei data se solo ci avessi pensato prima.

Oggi, per esempio, mi piacerebbe parlare con voi delle malelingue.
Argomento scottante, vastissimo, curioso ed attuale.


Prima confessione: mi capita a volte di parlare male di qualcuno.

E' giusto?
Non penso.
Col senno di poi mi sento stupido, uno sfogo inutile che non ha causato altro che alimentare una rabbia, un fastidio dentro che mi fa stare solo peggio. Stavo meglio se non ci pensavo.
Però quanto è allettante l'idea di sfogarmi? Di far partecipi le altre persone di quello che provo?
Al momento è una liberazione, mi lascio andare, non mi sembra vero di trovare qualcuno disposto ad ascoltare questi discorsi, e che forse mi da pure ragione, anzi, mi darà sicuramente ragione, mi asseconderà, alimenterà il mio odio, mi dirà che faccio bene a pensarla così... mi divampa dentro il piacere di esternalizzare lo stato di insofferenza che porto sopito, ma ben custodito, pronto a risvegliarsi e riprendere controllo delle mie emozioni al primo accenno, è la frustazione di aver sopportato taluni atteggiamenti che giace negli iterstizi più nascosti del mio animo.

Che ignobile virus!

Mi scuso ogni volta pensando che è un comportamento normale, che tutti lo fanno, magari più spesso e con più fervore di me, e che ogni tanto è legittimo sfogarsi.
Ma chi voglio convincere?
Chi?
Me stesso forse?

...che illusione...

...mi derido per la mia ingenuità.
Alimentare l'odio non va bene, mai, in nessuna situazione.

Analizziamo ora il tutto sotto un'altro punto di vista.

In quest'ultimo anno mi è capitata una situazione opposta, strano evento ma che mi ha fatto riflettere. Alcuni miei amici si sono comportati in modo poco carino ad una cena a cui eravamo invitati ed il padrone di casa si è arrabbiato non poco con loro. Gli ha praticamente tolto il saluto.
Sono passati dei mesi da allora e questa faccenda è stata tutt'altro che dimenticata.
Invero assisto ad un'epidemia delle malelingue.
Questo "padrone di casa" serba il rancore dentro di lui e non gli sfugge occasione per parlare male degli altri ragazzi, vedo purtroppo che il suo risentimento è contagioso, anche chi prima nulla aveva contro i ragazzi ha cominciato a sparlare, e devo dire che mi son salvato per un pelo dall'infezione, ho sentito dentro la voglia di aggiungermi alle malelingue, di fomentare. Ho cominciato, senza che me ne rendessi conto, a provare fastidio ogniqualvolta vedevo questi ragazzi, ho assorbito l'odio di altri e l'ho fatto mio.

Non appena mi sono accorto di questa cosa ho avuto paura, perchè mi credevo immune, estraneo alla faccenda e quindi perfettamente imparziale, corretto.

L'odio, le malelingue, chi fomenta discorsi maligni sulle altre persone non si accorge che il modo, o la frequenza, o proprio l'essere lì a sparlare, disturba i rapporti sociali anche delle altre persone, è come un malato di influenza che starnuta su tutti quelli che incontra.

Sono emozioni negative che si alimentano l'un l'altra, e quel che è peggio, procurano a chi ne è vittima una situazione molto spiacevole, che spesso non si merita.
Per prima cosa gli si nega la possibilità di cambiare, di migliorarsi.
Gli si nega la "seconda occasione", che a mio avviso andrebbe data a tutti.
Questo perchè chi ha sentito le malelingue diviene prevenuto, freddo, o astioso nei confronti della vittima.
E per seconda cosa è possibile che gli si rovinino i rapporti sociali, le persone tendono ad "escludere" e dividere, a creare gruppi più piccoli. Si fa unione nello sparlare, si condivide qualcosa che non andrebbe detto, e ci si sente più uniti, "abbiamo condiviso un segreto, ci sta antipatica la stessa persona, entrambi ne parliamo male, quindi mi sento più vicino, unito, ho il mio compagno d'odio!"

E' raccapricciante.

Quindi aggiungo alla mia lista dei "vorrei" anche questo:
"Vorrei imparare a star zitto, a non fomentare, a non parlare male di nessuno."

3 commenti:

Francesca ha detto...

quoto in pieno ogni parola, pur riconoscendomi colpevole.
bravo fratellino

Alex ha detto...

Hai notato come hai descritto in modo esemplare un normale rapporto di amicizia fra due DONNE?

; - )

Scherzo!
Ma anche no

Anonimo ha detto...

Voler essere spalleggiato in gruppo, creando una contro parte? Aver bisogno di consenso per sentirsi più forti? Banale voglia di sentirsi divesi e superiori? Aver paura di dire ad Ale in sincerità che le sue battute sono banali e fastidiose e quindi ferire il suo animo candido?