domenica 25 maggio 2008

UNA RESPONSABILITA' SCHIACCIANTE - PARTE TRE

Fantastico.

Se il consumismo fosse una persona con tanto di testa e mente che pensa non credo potrebbe essere più contento, il suo piano ha funzionato talmente bene che è andato oltre ogni sua aspettativa.

Fantastico.

Che idea superba è stata far leva sull'egoismo delle persone, quale genialità plagiare le masse, inculcare nelle loro menti sentimenti d'impotenza di fronte allo scorrere degli eventi.
Se chiedi infatti ad una persona se è felice dello stato delle cose ti risponderà nei modi più disparati e più insensati.

Se le chiedi cosa può fare per il terzo mondo, per gli altri in generale, per migliorare le cose, ridurre le ingiustizie, ti risponderà che non può nulla, aggiungendo una sfilza di argomentazioni insulse alla sua tesi.

Dirà che siamo troppo lontani, che è colpa dei nostri governi, che è colpa dei loro governi, che quando i nostri ci opprimevano noi abbiamo fatto le rivoluzioni, dirà che è questione di popolo, che noi siamo migliori perchè non ci facciamo mettere i piedi in testa e che abbiamo più voglia di loro di cambiare le cose, dirà che non è possibile aiutare con la filosofia cristiana, che non è possibile rinunciare a tutto, che non è possibile partire e fare i missionari, che è impensabile l'idea di fare grandi cose, di fare cambiamenti drastici, soprattutto se si estende la cosa ad un comportamento di massa. Dirà che non possiamo far nulla e che quelle persone in difficoltà devono arrangiarsi da sole, che noi abbiamogià abbastanza problemi qui, e che le basta che loro non immigrino nel nostro paese a combinare casini, che le piacerebbe rispedire le navi cariche di immigrati al mittente...

Ora farò come i sofisti, smonterò queste argomentazioni una ad una.

Siamo troppo lontani?
No. Ci sono modi di aiutare anche da qui, innumerevoli modi diversi per ogni esigenza, se non li si conosce è perchè non ci si è mai informati, e se non ci si è mai informati è perchè in fondo in fondo non ci interessa o non si vuole proprio aiutare perchè si è egoisti.

E' colpa dei nostri governi?
Appunto, il primo passo sarebbe per esempio cominciare a cambiare questi di governi. Dicono che sono lo specchio delle persone che vivono in uno stato. Cominciare a cambiare se stessi e la propria vita, vivere lasciando vivere, con ideali di giustizia che non soffochino mai. I governi cambieranno di conseguenza, specie se si voterà con più testa e meno egoismo, se si semineranno buoni propositi di giustizia e consapevolezza cominciando dalle nostre strade.

Colpa dei loro governi?
Ma se sono persone corrotte dai nostri stati! Occorre informarsi sui governi dei paesi sottosviluppati, leggere shock economy o qualche altro libro di Naomi Klein o scrittori simili se si vuole farsi un'idea di che governi ci siano e perchè sono lì e come ci sono arrivati.

Che devono far le rivoluzioni?
Santa ignoranza! Informazione prima di tutto! Noi abbiamo fatto le rivoluzioni ma dalla parte dei re non c'erano altri stati coi carri armati, mitra e quant'altro. Cambiano i contesti, le situazioni. Fare confronti è grottesco.

E' questione di popolo?
Scriverò un post su questo blog prossimamente contro la xenofobia, e la reputo la massima espressione dell'ignoranza di una persona e della sua paura verso il mondo.

Non si possono adottare soluzioni drastiche e quindi non si fa nulla?
Ma per piacere! Controbatto con un'altra domanda: ci si è mai informati di quali metodi, sistemi, possibilità l'aiuto può assumere oltre alle soluzioni "drastiche"? E' una scusa bella e buona scegliere di non vedere la via di mezzo. Se non la si cerca non la si trova, tutto quà. Sicuramente si deve smetterla di essere così egoisti.

Devo continuare?

Caro consumismo, cara mentalità odierna di impotenza di fronte agli eventi, caro essere umano ricco e occidentale, caro Giacomo, le argomentazioni che mi puoi portare non hanno fondamento, perchè pretendono di giustificare il fatto che vivi nel tuo piccolo mondo, chiuso, cieco pensando solo a te stesso e questo non è possibile. Non hai scuse.
Non puoi voler stare con un piede in due scarpe, se vuoi continuare a vivere così e comportarti come ti è comodo per i tuoi interessi non pretendere di sentirti nel giusto. La morale, l'altruismo non sono argomenti che conosci, quindi non ne parlare. Non indossare abiti di parole vuote, di morale inventata tessuta e ricamata apposta per la tua vita, se vivi decidendo cosa vedere, se quando cammini per strada distogli lo sguardo dalla persona sulla sedia a carozzelle, guardi altrove quando vedi il cieco, allontani lo sguardo dall'handicappato, dal povero, se decidi di non vedere i sfortunati, se fai finta non esistano persone menomate, persone che soffrono povere vicino a te o dall'altra parte del mondo, se decidi di vivere come un cieco di cuore non avere almeno l'arroganza di proclamarti sensibile, compassionevole, persona eretta, etica.
Abbi almeno la consapevolezza che dentro di te ci sono solo ragnatele, armadi vuoti, terreni aridi e carestie.

La povertà che non hai fuori la porti dentro di te.

Almeno di questo siine consapevole.

7 commenti:

Alex ha detto...

Bravo Giacomo! Quoto praticamente tutto!

Giacomo ha detto...

Ho corretto un po' la grammatica e aggiunto un tot di cose, ho postato troppo presto.
Troppi errori grammaticali.
A parte questo il tema non cambia.
Consapevolezza e coerenza.

Anonimo ha detto...

Cazz,certo se li chiami "terzo mondo" e "sottosviluppati"!!! Potrei davvero farti del male...
Buone riflessioni queste, ma vediamo di scrollarci di dosso quel paternalismo e buonismo di cui gli spot sulla "povera" Africa ci ingozzano e nauseano

Giacomo ha detto...

è brutto chiamarli così ma il termine coniato arrogantemente da noi occidentali verte su canoni puramente economici e non razziali.
Per chi invece è oltre che occidentale anche xenofobo penso che i termini siano più vasti, e quindi anche razziali.

Dipende da come li si intende...

Voi abbiate buona fede in me, ve ne prego!

Anonimo ha detto...

Certo che mi fido!!! Però questa terminologia riflette un modo di pensare sbagliato, anche se riferito a elementi economici. E non posso non dirlo. L'occidente è in gran parte responsabile di questa "povertà" di cui tu parli. E questo è accaduto a partire dal colonialismo, ma in modo perverso anche attraverso il neocolonialismo delle politiche di "aiuto allo sviluppo"; politiche spesso perpetrate dalle stesse "sante" ONG.
Non facciamoci infinocchiare, giusto per pulirci la coscienza, dagli spot con il bambino africano con la pancia gonfia e le mosche attorno che ci chiedono soldi...perchè collaboriamo a queste politiche.
Ripeto che le tue riflessioni mi dicono del tuo spirito critico, quindi mi fido. Ma ho approfittato dell'occasione, visto che c'ero..

Francesca ha detto...

Quoto appieno il commento di Mazza... basta con questo buonismo e pietà per i "poveri bambini dell'Africa" che mi sembra di essere tornata alle elementari. Se vogliamo fare qualcosa davvero cominciamo ad aiutare il nostro vicino di casa. Nessuno pretende da noi eroismo, solo di essere un piccolo lumino che faccia luce un po' attorno a lui. Se tutti lo facessero si potrebbe davvero illuminare il mondo.
Vi consiglio a proposito il film "Un sogno per domani", è molto toccante e fa capire davvero cosa significhi aiutare gli altri.

Anonimo ha detto...

io direi che per cominciare l'aiuto occorre tramandare la consapevolezza della responsabilità che abbiamo, responsabilità vera e non lavabile con una patetica offerta di carità.
Responsabilità che dovrebbe farci cambiare l'ottica egoistica con cui viviamo.
giacomo