martedì 20 gennaio 2009

AUTOINGANNO, FUORI DAL SOGNO

Vivo la vita, talvolta, come se fossi ad un parco, con leggerezza. Mi trovo a giocar come un bambino e notare differenze tra me stesso e le altre persone, capire perchè io sono diverso, cosa mi distingue, cosa non condivido dei modi di vivere delle altre persone...Allo stesso modo gioco pure a cercare cosa mi accomuna agli altri, a trovare similitudini, gente che ha la mia stessa filosofia, che la pensa come me, per passare assieme un po' di tempo, chiacchierando e giocando a scacchi. Facendo ciò "costruisco" me stesso, delineo i contorni di quella mia personalità come un cieco appoggia le mani sul viso per coglierne i lineamenti. Vado a tentoni, mi scopro con capacità di analisi binarie: si, no, condivido, non condivido, mi assomiglia, non mi assomiglia. Stavo pensando che è da sciocchi non aprire gli occhi se si può veder bene, se ci si può guardare in faccia e percepire quanto vibra la nostra anima, quanto profondi sono i nostri stessi occhi nell'istante in cui brillano di quella gioia di aver scoperto il mondo. Perchè stare assopiti in quel miraggio binario? Possiamo andare ben oltre da quella banale percezione, possiamo vedere, possiamo svegliarci, osservare, uscire dal parco, trovare noi stessi fuori dal sogno: nelle strade, nella vita. Posso smettere di giocare a cercarmi tra i larici, di giocare a mosca cieca in cerca di me stesso tra quelle persone che sono i miei esempi, perchè autoingannarmi così? Mi sto cercando dove non sono: meglio è se comincio a guardarmi dentro sincero.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Grande riflessione, Giacomino, è Quello! E' l'Inizio!

Alex ha detto...

Occhio eh!

Guardarsi dentro rende ciechi!