giovedì 15 gennaio 2009

IL MIO BATTESIMO ED IL SACCO DI FAGIOLI

AGOSTO 2003 - SAN CAETANO, (PIMENTEIRAS) - PIAUI' - BRASILE

Io ero già dietro sul cassone, seduto su quel bordo di ferro, con le gambe piegate dalla montagna di zaini e casse e merce nel centro. Mi ci stavo abituando, piano piano, solo che gli scossoni e le buche non si dimenticano facilmente, rimangono lividi fatti da quel bordo di ferro nella schiena, oppure sul sedere. Tutto sommato era stato un bel periodo, ma ero anche contento che stesse finendo, la grinta di affrontare quella desolatezza dei primi giorni aveva lasciato il posto ad un malessere interiore che si espandeva nella mia anima viziata peggio di un morbo. Ero contento, ero triste, ero sconcertato, ero pensieroso, ero io, bimbo viziato disperso nel deserto del Piauì.
E cosa accadde?
Proprio lui, me lo vedo arrivare!
Tu, che eri il più povero del villaggio! Tu, che non mi hai conosciuto, che non ci siamo parlati perchè stavi lavorando alla tua capanna, fatta ancora di pali di legno, terra battuta e frasche! Tu che mandavi tuo figlio al pozzo a raccogliere l'acqua, tuo figlio che non aveva nemmeno una maglietta se non un cencio logoro! Tu che più di ogni altro avevi bisogno di aiuto, di ricevere, di solidarietà! Ci siamo visti così poco! Ed avevi così bisogno!
Ed ora cosa fai? Mi spacchi il cuore così! Mi stai distruggendo! No! Non farlo!
Tu che hai bisogno e sei un uomo, ed io in confronto così fortunato, ricco, viziato, sgarbato, rozzo, piccolo, egoista, egocentrico, arrogante giovane ragazzo italiano senza una più piccola esperienza di vita!
E sei corso per venire a salutarmi, per portarmi questo enorme sacco di faglioli in dono, a te che non ho dato nulla! Come posso rifiutare? Non posso! Ma non mi servono i tuoi fagioli, perchè me li dai? Sono io che dovrei darti tutto quello che ho, ed invece il mio cuore è piccolo, non ti ho dato nulla, ed in cambio sei tu, che non hai nulla, a darmi tutto quello che hai? Non puoi fare questo! La tua dignità mi sovrasta, mi schiaccia, mi fa sentire così un verme che è insopportabile! Mi vien da chiedermi chi sono io veramente! Non mi sopporto più! Non puoi farmi capire questo in modo così spietato! Eppure sei dolce, hai un cuore immenso tu, è proprio il tuo cuore che mi sovrasta, il tuo amore per me, che sono il nulla, l'ultimo, il ricco, mi spacchi amandomi!
Tu mi ami e non mi conosci, mi dai tutto! A me che ho tutto ma non ho un cuore! E mi offri il tuo cuore e mi fai sentire povero, poverissimo! Mi dai magari uno dei sacchi di fagioli che lavorando con fatica hai messo da parte per te e la tua famiglia? Ma non devi, non puoi! Ma sono la persona sbagliata!
Ma non puoi fare questo! Mi sgretoli come argilla al vento, mi spacchi tu, mi squarci il petto, mi dilani l'anima, ma quale anima poi? Mi distruggi, mi, mi...
...ma grazie! ma non posso accettare, ma devo, non posso rifiutare, ma non voglio, ma proprio io! Non son degno! Ma perchè??!! Ma prendo il sacco lo stesso, va bene, insomma, capisco che ti offenderei ancora di più! Forse occorre saper ricevere, ed io oltre a non saper dare non so nemmeno far quello! Dammi quel sacco, buon uomo, e tu tieniti il mio cuore chiuso di pietra, te lo sei conquistato, il mio cuore duro occidentale, riempito di nulla, distrutto da un sacco di fagioli, un cuore di pietra morta che è stato incrinato da un colpo e come la madonna a Fatima sta cominciando a sanguinare, sanguina il mio cuore! Oh come sanguina!
Che dolore il mio cuore, non son degno di averlo nel petto!
Qualcuno mi strappi questo cuore dal petto mentre cingo questo sacco di faglioli come fosse il mio bimbo! Strappatemi questo cuore! Io non devo avere un cuore! Perchè non ce l'ho! Toglietemelo subito! Tiratelo fuori! Lasciatemi sciogliere nelle mie lascime! Ma non posso nemmeno far questo, fin dove son corrotto? Perchè non riesco a piangere nemmeno in questi momenti? Ma sono veramente inutile! Duro conservo quella dignità stolta occidentale di non piangere nemmeno in momenti come questi, voglio sciogliermi, voglio piangere, ma devo restare chiuso, devo fare la pietra, sono di pietra!
Ma lasciatemi questo sacco di fagioli, è la mia vita, è questo sacco di fagioli che mi tiene in vita! Che mi permette di sanguinare ancora, ed ancora, per sentirmi vivo, per voler morire dalla vergogna, si voglio morire, ma quale vita sto facendo io! Quale!! Ditemelo!! Voglio morire dalla vergogna e dalla vergogna rinascere e sentirmi vivo ancora, strisciare nella feccia dei miei sentimenti inesistenti, rivoltarmi nella vergogna di essere una nullità, eppure ringrazio questa vergogna, con questo sacco di fagioli!
Forse questa vergogna, questo mio dolore, è il mio battesimo!
Si!! Battezzami nella sofferenza, dammi i fagioli, battezzami!
Battezzami con questo sacco di fagioli, con questo tuo cuore immenso, calcia la mia pietra, fammi sentire un verme! Vai cuore grande, cuore immenso, aprimi, spaccami, uccidi l'egoismo, uccidilo ancora, fammi soffrire sicché il mio egoismo muoia!
Sono un verme, sono egoista, feccia!
Lo sono!
Battezzami!
Battezzami!
Forse in questo dolore sgretolerò la pietra che riveste il mio cuore, forse rivivrò, rinascerò, riscoprerò me stesso, e soffrirò! E rinascerò ancora, dalla sofferenza, dalla cenere, mi stai donando una coscienza, mi stai donando l'anima. Donami l'anima tu cuore grande, tu, dagli occhi di Cristo, quegli occhi dell'ultimo del villaggio! Li ho visti per un istante, solo per un secondo ti guardai negli occhi, e vidi Dio e capii di essere così lontano, così distante!
I tuoi occhi mi fanno tremare di paura, mi mettono a contatto con me stesso!
Mi fa paura quel tuo sguardo di amore gratuito! Per me, che ho tutto ma che non ho un cuore! Battezzami di nuovo, lo voglio, voglio ricominciare, voglio toccare il fondo per risalire!
Voglio sentirmi nulla, vuoto, nulla, voglio capire!
Non ti ringrazierò mai abbastanza per quel sacco di fagioli!
Grazie, grazie ancora, grazie a te, che mi guardasti emozionato, quasi in lacrime con gli occhi di Cristo, contadino povero dignitoso, cuore grande, pieno di amore immenso, uomo lontano del deserto!
Grazie!

2 commenti:

Anonimo ha detto...

E' interessante come il multiforme piano esperienziale dell'essere umano consenta (o meno)prospettive altrettanto multiformi dalle quali "traiamo scorci della Vita".
Ne deriva necessariamente una "interpretazione soggettiva" coerente al "recinto" nel quale ci troviamo ad esperire.
Mente, emozioni, corpo.
L'aspetto trino dell'Essere-umano che si esprime in modo diverso in relazione al "vissuto"...
Così fame, sete, amore, odio vestiranno abiti diversi...
e che dire per le parole che dovrebbero decrittare aspetti più profondi che parlano della "Vita dell' Essere"?
Ma esiste un Comune Denominatore.
Esiste una Chiave che può aprire le porte di tutti i cuori.

Giacomo ha detto...

Oggi capisco un po' di più.
Si dipanano molte nebbie, le parole dei maestri cominciano a vibrare frequenze raggiungibili dal mio orecchio, un poco più allenato.