domenica 25 gennaio 2009

SOLITUDINE

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Chiunque tu sia,
dove sei?
Ho bisogno di te.
Non so stare
da solo con me stesso.

Insegnami a vivere,
fallo di nuovo.
Ho ancora paura del buio.

Le tue ultime parole
furono forzieri di saggezza:
il silenzio di chi ama.
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3 commenti:

Anonimo ha detto...

Non riempire gli spazi.
Gli spazi.
Stati di coscienza.
Luoghi di sensazioni.
Territori inesplorati dove risiede il Presente e lo scorrere del tempo rallenta.
Non vanno riempiti, questi spazi.
Essi sono i reami del Vuoto, vuoto che ordinariamente sgomenta perchè è il Luogo dell'Imponderabile.

Ecco perchè, da sempre, esistono le Scuole...

GiulioDelleStelle ha detto...

Dentro di te, amico mio, cerca le forze per superare la sofferenza legata alla solitudine.

La casa non crollerà solamente quando sarà costruita sulla pietra della tua forza interiore.

Sii forte, ti abbraccio.

Giacomo ha detto...

Grazie Milarepa e grazie Giulio.
Sono contento di esser riuscito a tirar fuori il problema-questione degli spazi, di dover lasciare libero il vuoto ma di sentire la tendenza a riempirlo.
Chiudo il componimento infatti con "Le tue ultime parole
furono forzieri di saggezza:
il silenzio di chi ama."
Intendendo appunto che la saggezza è nel silenzio, e ricevere silenzio talvolta è l'aiuto più grande perchè ti costringe con te stesso, a riflettere e a costruire quelle solide basi sulla pietra di cui parla Giulio.
Poi ci sarebbe anche il riferimento un po' più difficile da capire, ammetto, alle "risposte" di Dio sulla vita, che sono sempre composte da silenzio e che costringono l'uomo a stare con se stesso, perchè credo io, che amandoci e volendo aiutarci Dio possa solo stare in silenzio e "obbligarci" ad una ricerca in noi stessi.